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Post n°23 pubblicato il 27 Aprile 2007 da marea14
Vile intimidazione mafiosa alla cooperativa “Valle del Marro”
La notte scorsa, in località Ponte Vecchio di Gioia Tauro, è stato danneggiato un capannone e sono stati portati via numerosi attrezzi agricoli della Cooperativa agricola “Valle del Marro”, una cooperativa sociale creata dall’associazione “Libera” e che dal febbraio del 2005 lavora sui terreni confiscati alla ‘ndrangheta (cosche Piromalli e Mammoliti). Sul terreno sono stati lasciati croci ed altri messaggi simbolici di morte. |
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I giovani della cooperativa Valle del Marro, questo grande segno per realizzare un grande sogno lo stanno dando … ed è questo che fa paura alla mafia …
E tutti noi dobbiamo aiutare sia loro che ogni altra situazione di lotta alle mafie, a non allentare la presa per non consentire al “nemico” di riconquistare le posizioni perdute …
Giustamente, in un servizio delle Iene dello scorso anno, i ragazzi di “Addio Pizzo” di Palermo hanno detto che la mafia vive delle nostre paure, mentre dovrebbero essere loro ad avere paura. Noi vinceremo se non avremo paura …
Sì, lo so, si parla di sondaggio “choc” eppure non mi meraviglia affatto.
Le minacce mafiose agli amministratori locali, agli imprenditori, ai commercianti ed ai politici in genere (proprio oggi è arrivata una nuova minaccia di morte a Maria Grazia Laganà, moglie di Francesco Fortugno assassinato due anni fa) sono all’ordine del giorno. Avevo deciso di fare un piccolo archivio di dati in merito ma ho dovuto rinunciarci: è una vera impresa seguire tutti gli atti di intimidazione (soltanto in Calabria se ne verificano circa 33 al giorno) … un’impresa che richiede molto tempo.
È sufficiente un solo piccolo dato (riportato nel sito dedicato a Gianluca Congiusta) a far capire che la mafia è più forte dello Stato: nella sola Locride, se si escludono due casi di presunta lupara bianca, gli omicidi commessi in circa 31 mesi (dal 17 settembre 2004 al 19 aprile del 2007) sono complessivamente 36. I presunti assassini sono stati arrestati soltanto in sei casi, cioè nel 18% dei casi. L’82% dei casi è, perciò, rimasto ancora irrisolto. Se, poi, si prendono in considerazione anche le altre persone assassinate in tutta la Calabria, il numero degli omicidi sale da 36 a 68.
Dire che la mafia, oggi, sia più forte dello Stato non significa automaticamente stare dalla parte della mafia. Significa, invece, avere una percezione effettiva della realtà.
Trovo corretta la spiegazione che hanno dato i ragazzi:
"Abbiamo trovato che lo Stato democratico appare debole perche' permette alla mafia di esistere. Lo Stato, secondo molti, viene facilmente sconfitto dalla mafia perche' e' colluso, se non identificato, con la stessa mafia" … oppure, come dicono gli stessi ragazzi, il concetto di "debolezza" dello Stato puo' essere spiegato con il prezzo elevato "pagato per combattere contro un nemico nascosto ma ben organizzato"
Il Procuratore Nazionale Antimafia, Piero Grasso, recentemente ha affermato che i tifosi della mafia, soprattutto tra i giovani, stanno diminuendo. Ne sono convinta anche io se guardiamo a tutte le esperienze che in questi ultimi due anni sono proliferate nel Mezzogiorno (e non solo nel Mezzogiorno). Questo non significa che non ci sia ancora molta strada da fare … il cammino è molto lungo … anzi, lunghissimo …
E non mi stancherò mai di ripetere che i partiti devono trovare il coraggio di fare pulizia al loro interno … Lo stesso pm della Dda di Palermo, Antonio Ingroia, oggi allo stesso Convegno da te citato, parlando di Provenzano"come un traghettatore dalla mafia stragista a quella della sommersione fino alla mafia finanziaria", ha detto: “è vero, è stata sconfitta la mafia stragista ed è stato un successo, ma dobbiamo anche essere consapevoli che si è determinato un riassetto del rapporto tra mafia e politica".
Serena notte :-)
Ha saputo raccogliere l’eredità di chi, combattendo le mafie, ha pagato col sacrificio della propria vita. Se Pio La Torre ha lottato perché venisse introdotta nella nostra legislazione il reato di associazione mafiosa e venissero approvate le norme per la confisca dei beni ai mafiosi, don Ciotti si è battuto perché venissero abolite le lacune che la legge sulla confisca dei beni (L. 646/1982, detta legge La Torre) presentava e venisse introdotto l’utilizzo a fini sociali dei beni confiscati. Cosa che è avvenuta con la legge 7 marzo 1996, n. 109
L’utilizzo a fini sociali dei beni confiscati alla mafia risponde all’esigenza di restituire alla collettività quanto le è stato sottratto. Il bene confiscato non è più, ai sensi della legge 7 marzo 1996, n. 109, soltanto sottrazione di risorse alla criminalità organizzata, ma – attraverso il suo riutilizzo sociale – diventa occasione di sviluppo e di crescita per lo stesso territorio soggiogato dal controllo mafioso.
In questo modo i cittadini si riappropriano delle risorse sottratte dai mafiosi e dai corrotti alla comunità attraverso l’azione delittuosa. L’uso sociale dei beni confiscati assume, di conseguenza, sia un valore simbolico che pratico.
Sulla base dei risultati dell’applicazione della legge 109/1996, oggi don Ciotti continua a lottare affinché lo Stato definisca ed approvi un testo unico della legislazione antimafia, volto a superare le disfunzioni riscontrate e a garantire un iter più veloce (nel sequestro e nell’assegnazione dei beni per il loro utilizzo sociale), nonchè una più efficace azione di contrasto da parte delle forze dell’ordine e della Magistratura.
Io non sono credente ma di fronte a persone come don Ciotti non posso non provare una grande stima ed un profondo rispetto … il mio posto è anche lì, accanto a loro …
Ciao, buon primo maggio anche a te :-)
Dobbiamo dire tutti, a gran voce, che non solo quel bene non tornerà più nelle loro mani ma che continuerà a far parte di un’economia trasparente, ad essere testimonianza e strumento di contrasto alle mafie …
Ciao, buona domenica :-)
Adesso, però, lo Stato deve dare una risposta incisiva che renda più snello l’iter relativo ai sequestri ed alle assegnazioni per l’uso sociale dei beni.
Ovviamente esiste anche la mafia come malavita organizzata. Bisogna, quindi, combattere su ambedue fronti, a cominciare da quello culturale.
Grazie :-)
Allo Stato spetta assicurare alla giustizia la malavita organizzata, spezzare ogni legame tra mafia e politica ed avviare le condizioni per uno sviluppo economico ed equilibrato.
A noi cittadini spetta una battaglia culturale che faccia terra bruciata intorno alle mafie, nonché ogni azione di solidarietà e vicinanza in favore di chi viene colpito dalla mafia perché nessuno deve essere mai lasciato solo …
Tutti dobbiamo fare la nostra parte.
Secondo il pentito Leonardo Messina è stato questo il motivo che ha spinto Cosa nostra ad ucciderlo. Probabilmente non è stato l’unico movente ma certamente questa sua lotta è stata una delle cause del suo assassinio.
La Torre aveva capito che per colpire al cuore le mafie, bisognava colpire i loro patrimoni. I ragazzi della “Valle del Marro”, oggi, coltivano terreni confiscati alla ‘ndrangheta … se La Torre fosse vivo ne sarebbe orgoglioso … è una conquista che siamo chiamati tutti a difendere perché è una conquista che è costata sangue …