Creato da marea14 il 13/02/2007

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Post N° 49

Post n°49 pubblicato il 09 Ottobre 2007 da marea14
 
Tag: Io

Le voci del nido

… [omissis] … Le fratte erano senza spine per me e gli stagni non avevano miasmi. Sgattaiolavo nel grano che mi sommergeva di un palmo, fra il fruscio delle spighe ormai cerulee, e guadavo le acque del fiume in magra finchè non approdavo alla meta desiderata: il bosco. Guardavo dal basso i lecci e le farnie frugando nel folto delle loro chiome, in cerca della preda; poi m’inalberavo su di essi aduncandomi con i piedi contro le strie dei tronchi cortecciosi, spenzolavo come una bertuccia di ramo in ramo e raggiungevo, trattenendo il fiato, le cime che il vento leggero fletteva!
Provavo, così, sensazioni nuove, straordinarie e mai conosciute altrove: il piacere di disporre a piacimento del proprio tempo e delle proprie azioni e la gioia dell’assoluta padronanza delle cose che sino a quel momento sembravano inaccessibili ma che l’audacia e la piena libertà rendevano possibili.
Sotto i miei occhi le nidiate ciangottavano spalancando la gola profonda e buia; io ridevo ebbro di gioia e, districando quei tenui intrecci di fuscelli e di morbide piume, scivolavo col respiro mozzo come un’ombra, tra le foglie rumorose, inebriato dalle vertigini delle cime da cui mi pareva di toccare il cielo con le dita!
Continuavo così la mia corsa fra le erbe assolate, tagliando con il viso madido le tele invisibili che i ragni tessevano fra siepe e siepe. Sentivo le zaffate acide della pelle che trasudava, ed il senso selvatico delle penne che fremevano sotto le pieghe della camicia.
E quando le nubi, gravide di pioggia, si affacciavano dalle creste dei monti plumbee e minacciose, una folata di frescura scuoteva i rami possenti delle querce mentre il verde degli orti e dei prati si incupiva e le siepi si agitavano come pervase da un tremito insolito.
Io guardavo rapito, estasiato, gli ultimi squarci d’azzurro affogare nel fluttuare continuo delle nebbie, ed il roteare dei falchi nel vento, su ali immote!
Le zolle, con le loro crepe assetate, i fossati, i solchi, sembravano tutti attendere, con me, che l’acqua scendesse a spegnere quella terribile arsura.
Ed ecco le prime stille, rade e pesanti, rompere il silenzio arido dei campi e lambire erbe e creature protese verso la luce, nel desiderio sublime di attingere energie per vivere; sfiorare labbra bianche ed arse, appena disgiunte nel bacio del vento, sino ad inumidirle; colmare gli occhi aperti alle meraviglie del cielo, sino a lenirne il bruciore.
Poi il bagliore accecante della folgore: uno schianto pauroso e lo scroscio impetuoso della pioggia improvvisa.
Gli uccelli si rifugiavano con volo rapido nel fitto spinoso dei pruni e nel cavo dei tronchi del gelso. Il loro cinguettio, dapprima festoso, si faceva man mano più triste e pieno di sgomento, mentre l’acqua scorreva, rumorosa e torbida, sul fondo dei canali serpeggiando fra il giallo turgido delle ginestre e le bacche vermiglie dei rovi.
Ora le voci del nido tacevano! E nello smarrimento della natura sconvolta, udivo le voci dell’anima lanciare disperati richiami affinché la bufera non infierisse sugli esseri indifesi e la furia degli elementi non devastasse quel mondo suggestivo.
Ma il grido ondeggiava nell’aria e si perdeva nel respiro del vento, come un amaro singhiozzo!
Poi, improvviso, il sereno filtrava attraverso gli squarci delle nuvole lacere e fugate, inondando i campi di luce.
Allora ridevo di quel subitaneo turbamento.
E ridevo ancora: ridevo assaporando la freschezza stillante dei frutti polposi che staccavo dai rami con gesto di assoluta padronanza, come se fossero stati messi lì a maturare unicamente per saziare la mia fame e colmare la mia sete; ridevo abbandonando fuscelli nel gorgo del rivo che li inghiottiva con avidità, trascinandoli sul fondo melmoso, in una spirale torbida di risucchi; ridevo porgendo il corpo abbronzato a tanta frescura benefica che calava dal cielo irrorando la terra. Ridevo come posseduto da una gioia sino allora sconosciuta, come può ridere il più felice dei bimbi tendendo le mani ad un motivo più gaio.
E quando l’ultimo chiaro declinava, annunciando l’approssimarsi della sera, ed il suono delle campane si diffondeva per l’aria simile all’eco della voce dell’anima, allora riprendevo la via del ritorno.

La mamma non era ad attendermi sull’uscio, pensosa, come accadeva agli altri allorquando si attardavano dopo il tramonto. Non la vedevo da tempo, ormai, tanto da non ricordarne le fattezze: era come un tesoro perduto nel tempo, impossibile a rintracciare.
Spesso, in sogno, sentivo serrarmi fra le braccia amorevoli e udivo una voce, una voce tanto diversa da tutte le altre, chiamarmi con i nomi più teneri, più soavi, più dolci:
– … Tu sei il mio tesoro! – diceva. – … La mia più grande gioia!
E mi copriva di baci e mi accarezzava. E il tocco lieve, premuroso, delle sue dita, placava ogni ansia, leniva ogni dolore: era come un balsamo sulle membra contuse, come un sorriso nell’anima, delusa da un’infanzia senza amore!
Quella, era la mamma per me. Ma non aveva un volto preciso, inconfondibile, che io potessi scolpire nel cuore, imprigionare nella memoria: le sue sembianze svanivano fra i veli vaghi del delirio.
Ma la sua voce calda, appassionata, era viva dentro di me: viva come una sorgente perenne di luce!
La gente diceva che era volata via con gli angeli, in Paradiso. Ma gli angeli io non li conoscevo ed il paradiso non sapevo dove fosse.
Forse gli angeli erano dei fanciulli come me, scalzi, che saltavano da una nuvola all’altra, senza mai incontrare chiodi, cocci o vetri, lungo il loro cammino, mentre i miei piedi, spesso “raccoglievano” spine e sanguinavano.
Sulla soglia, in attesa, c’erano invece cinque fratellini, tutti trepidanti e con negli occhi il desiderio della sorpresa. Il loro sguardo si appuntava su di me con aria interrogativa, mentre io sorridendo ostentavo il frutto delle mie peregrinazioni.
Poi dividevo con loro la gioia di quei cinguettii e sentivo le loro voci vibrare attraverso la mia anima! Rallegravamo così la tristezza della nostra povera casa con gridi festosi di bimbi incoscienti.
Eravamo anche noi come un piccolo nido sospeso fra la terra ed il cielo, da cui una mano terribile, devastatrice, aveva carpito, una tarda sera, il più puro, il più bello, il più grande degli affetti.
(tratto da: “Tra storia e leggenda”)


Questo racconto mi ha colpito perché è una pagina struggente della realtà quotidiana di un bambino rimasto troppo presto senza l’amore della propria mamma.
Alla fine della lettura mi sono persa nei miei pensieri … perché se è vero che la sofferenza di un bambino è enorme, è altrettanto vero che il vuoto ed il senso di smarrimento che lascia una madre in ognuno di noi, anche quando muore in un’età matura, è sempre immenso … e si resta in un “nido sospeso tra la terra ed il cielo”, un nido dove manca chi ti protegge con le proprie ali, un nido dove manca “il più puro, il più bello, il più grande degli affetti”.

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Commenti al Post:
darlinggg
darlinggg il 09/10/07 alle 19:44 via WEB
Stupendo!...Mamma,solo la parola basta a riempire il cuore!Mi stai portando col pensiero a mia mamma,la vedo come questo bimbo,anche lei cresciuta senza l affetto della sua mamma(morta che era piccolissima,vivendo un infanzia infelice),e la carenza d affetto l ha portata ad una morbosita' particolare nei miei confronti...Ora che ho figli riesco a capire,ma prima nn lo accettavo,era troppo...Troppi ricordi leggendo questo post,associati a tanta nostalgia...
 
 
marea14
marea14 il 09/10/07 alle 19:57 via WEB
A volte alcuni bambini sono, comunque, circondati da moltissimo affetto da parte degli altri familiari e dagli amici di famiglia … ma continuano a sentirsi privi di affetto proprio perché manca loro “il più grande” degli affetti. Caso mai non ricordano più il suo volto, ma la sua voce ed il calore delle sue braccia restano vivi …
Io ho avuto la fortuna di “godermi” a lungo ambedue i genitori. Oggi che non ci sono più mi mancano … ma la mancanza che sento di più è quella di mia madre … è come se fosse un fatto “di pelle” …
 
   
agentealcairo
agentealcairo il 09/10/07 alle 22:18 via WEB
cara, mi hai fatto commuovere, è una pagina bellissima e ti capisco. Io ho mia madre che sta molto male e vivo ..male questa cosa.Ti abbraccio,con affetto!
 
     
marea14
marea14 il 10/10/07 alle 02:06 via WEB
Ti auguro ogni bene per tua madre.
Un forte abbraccio :-)
 
jigendaisuke
jigendaisuke il 10/10/07 alle 00:28 via WEB
Io grazie al cielo ce li ho ancora tutti e due, non credo di essere un mammone! Ma ma posso capire forse, anche perchè il brano che hai postato rende molto il concetto, così come lo rende il tuo commento
 
 
marea14
marea14 il 10/10/07 alle 02:07 via WEB
E, infatti, non c’entra niente essere mammoni. È una questione affettiva, di “radici”.
Ciao, serena notte :-)
 
   
jigendaisuke
jigendaisuke il 10/10/07 alle 15:54 via WEB
si in effetti non so neanche perchè ce l'ho messo!
 
     
marea14
marea14 il 10/10/07 alle 19:36 via WEB
:-)
 
merlo006
merlo006 il 10/10/07 alle 01:14 via WEB
Si legge con fluidità, estasiati ,dapprima, dalla bellezza della natura pennellata con spruzzi di parole e poi intristiti dalla melanconia che descrive la cruda realtà del povero cucciolo. La madre è quel suono che esiste sempre al di la del filo che quando vuoi sai che è sempre pronta ad ascoltarci. Immensa è la tristezza quando ti accorgi che non cè nessuno che risponde al tuo grido di aiuto: ti accorgi di esser solo, nudo.. Il merlo che vola nei suoi ricordi e si rivede nel bambino libero ma felice perchè al ritorno c'era la madre che lo sgridava , ma l'aspettava. Cara Amica, bando alle tristezze e ritorniamo nella nostra realtà ed a te che tanto battagli perchè credi nella giustizia dei puri ti chiedo di andare a votare il 14 ottobre alle primarie del PD “ Un EURO per la LIBERTA', con la SPERANZA che genera INDIGNAZIONE e CORAGGIO”. Per Enrico LETTA al nazionale ed il vostro candidato libero alle regionali- No alle segreterie. Serve il tuo voto vale tanto usalo bene, ma USALO. Forse tante mamme potranno tornare a sorridere nel vedere i propri figli felici in un mondo migliore.
 
 
marea14
marea14 il 10/10/07 alle 02:07 via WEB
È vero, la mamma è quel suono che esiste da sempre. Ma è anche un suono particolare.
Mi piacerebbe molto poter rispondere al tuo invito, ma mi è impossibile farlo per due motivi. Il primo è che non posso uscire di casa perché sono nuovamente in malattia per un infortunio che ho avuto al ginocchio. Il secondo motivo (ma certamente non meno importante) è che, purtroppo, io nel PD non ci credo … è una svolta a destra che non mi rappresenta … e questo è uno dei casi in cui vorrei tanto avere torto: ne sarei felice.
Ciao merlo, tante belle cose e serena notte :-)
 
   
merlo006
merlo006 il 11/10/07 alle 01:40 via WEB
Mi dispiace per il tuo infortunio e spero che ti rimetta subito in salute.Per il seondo motivo mi permetto di ribadire dicendo che non dobbiamo necessriamnete condividere il PD ( Tutti lo aspettiamo al varco) ma in questa occasione votare e votare contro i soliTI ( VELTRONI scende in campo perchè è sicuro di vincere e grantisce gli amici) è solo DARE UN SEGNALE A TUTTI I POLITICI ( da Fini a BERTINOTTI) CHE NOI ESISTIAMO ED ABBIAMO IL POTERE INCRUENTO DI DECIDERE ( magari si avverasse, altro che VDAY, pensaci) Un cro batito d'ali il mrlo.
 
     
marea14
marea14 il 11/10/07 alle 19:52 via WEB
È lodevole il modo in cui ti batti per le cose in cui credi :-) ed è giusto che tu lo faccia.
Il problema, però, è che non solo non condivido il programma del PD ma non mi convince anche nessuno dei candidati alla segreteria. E ci ho pensato molto, credimi.
Io starò fuori dal PD e a chi resta auguro buon viaggio, sperando di poterci, un giorno, incontrare di nuovo.
Ciao, buona serata :-)
 
     
jigendaisuke
jigendaisuke il 12/10/07 alle 00:38 via WEB
Io invece domenica voterò, perchè bene o male è un modo per dire la mia e perchè non ho ancora capito cosa è Sinistra democratica, dove si colloca, il suo grado di realismo e se è in grado di essere degna erede della sinistra berlingueriana
 
     
jigendaisuke
jigendaisuke il 12/10/07 alle 00:39 via WEB
Dimenticavo...'notte!
 
     
marea14
marea14 il 12/10/07 alle 19:57 via WEB
... buona serata :-)
 
ondadgl5
ondadgl5 il 10/10/07 alle 08:43 via WEB
leggendo, alla fine nessuna parola potrebbe essere detta..solo un perchè..ma neanche quella..perdere madre quando sei ragazza che ancora non riesci a capire la vita..e poi sai che qualcosa ti manca e ti mancherà...che non hai avuto..perdere una figlia e ti chiedi il perchè..ma anche qui credo che neanche questa domanda andrebbe fatta..ed allora soffrire..e quando credi che finalmente sei riuscita a riemergere ...ecco che una qualsiasi scossa rimuove il magma che risale furiosamente squilibrando tutto...grazie cara amica serena giornata
 
 
marea14
marea14 il 10/10/07 alle 11:16 via WEB
È vero, non c’è risposta alle tue domande.
Penso che perdere un figlio sia il dolore più atroce che possa esistere: è qualcosa che ti fa a pezzi il cuore …
Ciao, serena giornata anche a te :-)
 
franco460
franco460 il 10/10/07 alle 08:51 via WEB
Anch'io ho vissuto le stesse sensazioni. Mia mamma è morta lo scorso anno all'età di 90 anni e mi ha lasciato un vuoto profondo perchè è venuto a mancare un punto di riferimento, un testimone della mia infanzia. ciao
 
 
marea14
marea14 il 10/10/07 alle 11:18 via WEB
È un punto di riferimento anche quando diventa tanto anziana che si inverdiscono i ruoli: non è più lei ad occuparsi di noi ma siamo noi ad occuparci di lei ... il suo sorriso, però, resta sempre lo stesso.
 
orsetta66
orsetta66 il 10/10/07 alle 10:13 via WEB
bgiorno Marea, cio che hai scritto e' di una bellezza,ma nello stesso tempo triste, xche sia per il bambino che per tutti noi, perdere un genitore e' un dolore troppo grande, e non importa l'eta' si tratta sempre di persone care e cmq di un genitore, che lasciano dentro di noi un vuoto a dir poco grande, ho degli amici che si ritrovano da soli proprio per la perdita della loro mamma, e non immagini soprattutto per il picolo che oggi ha 30 anni il vuoto che gli ha lasciato, e' a dir poco allucinante bgiornata Marea e grazie semrpe
 
 
marea14
marea14 il 10/10/07 alle 11:20 via WEB
Non sono io ad aver scritto il racconto. Io ho scritto solo la riflessione finale del post.
Non importa l’età che hanno i genitori quando ci lasciano: con loro va via sempre una parte di noi perché loro sono le nostre radici, sono qualcosa che ci dà sicurezza anche quando non sono più in grado di prendersi cura di noi … è il solo sapere che esistono e che sono lì che ci fa sentire “protetti”.
La mamma, però, è come se avesse un significato più grande … è come se personificasse l’essenza dell’affetto, dell’amore.
Grazie a te per la partecipazione :-)
 
   
nataieri73
nataieri73 il 10/10/07 alle 12:34 via WEB
A troppi bambini o ragazzi viene portata via la mamma. A troppi è stata portata via. Il vuoto, spesso segna per sempre tutta la loro vita. Io penso spesso a questo, quando sono con i miei figli. Quando vorrei scappare via,quando la tristezza si abbatte su di me penso sempre a loro. Anche nei momenti più neri, loro sono li a dirti, vivi, vivi, perchè noi siamo qui e abbiamo bisogno di te. In realtà quello di cui tutti hanno bisogno è semplicemente "amore", sembra banale, ma alla fine è tutto così incredibilmente semplice. L'amore ci salva tutti, anche dai lutti e dalle disgrazie. Quando c'è. Un saluto affettuoso
 
     
marea14
marea14 il 10/10/07 alle 19:34 via WEB
No, il bisogno di “amore” non è banale :-)
Ciao, buona serata :-)
 
   
orsetta66
orsetta66 il 13/10/07 alle 11:32 via WEB
Ciao marea grazie a te e a quello che scrivi un buon weekend da parte mia
 
     
marea14
marea14 il 14/10/07 alle 01:27 via WEB
Sono io che ringrazio te per la partecipazione. Buona domenica! :-)
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 10/10/07 alle 15:44 via WEB
Questo post mi lascerà un segno nell'anima. Leggendo pensavo alla maestra di mia figlia, malata terminale di cancro. Pensavo ai suoi bambini che presto si ritroveranno senza la mamma. Pensavo all'ultima volta che l'ho sentita quando mi confessava tra le lacrime di essere stanca ed insofferente a tutto, incapace anche di stare accanto ai figli. Spero che un domani (che mi auguro lontanissimo), i suoi bambini ricorderanno soltanto la donna dolcissima che è, cancellando tutti questi mesi di agonia...
 
 
marea14
marea14 il 10/10/07 alle 19:35 via WEB
Con la tua testimonianza mi hai fatto commuovere bimbadepoca … la tua speranza è anche la mia …
Ciao, buona serata :-)
 
bruno14to
bruno14to il 10/10/07 alle 20:10 via WEB
Ciao, un racconto splendido. Grazie per averlo pubblicato. Baci. Bruno
 
 
marea14
marea14 il 11/10/07 alle 19:51 via WEB
Grazie a te per esserti fermato a leggere :-)
Ciao, buona serata :-)
 
donnesudestbarese
donnesudestbarese il 11/10/07 alle 00:30 via WEB
«Ogni uomo è solo, tutti se ne infischiano di tutti e i nostri colori sono un'isola deserta. Non è una buona ragione per non consolarsi, stasera, mentre si spengono i rumori della strada, consolarsi, stasera, con delle parole. Oh, l'infelice che, smarrito, davanti alla sua scrivania, si consola con delle parole, davanti alla scrivania e al telefono staccato, perché ha paura di ciò che c'è fuori, e la sera, se il telefono è staccato, si sente come un re, al riparo dai malvagi di fuori, di colpo malvagi, malvagi per un nonnulla. [...]
Tu, sontuosa, o mia penna d'oro, corri sul foglio, va' all'avventura finché ho qualche briciola di giovinezza, va' con la tua lenta andatura irregolare, esitante come in sogno, andatura goffa ma guidata. Va', ti amo, o mia unica consolazione, va' sulle pagine dove tristemente mi compiaccio e che col loro strabismo mi danno una dilettazione morosa. Sì, le parole sono la mia patria, le parole mi consolano e mi vendicano. Ma non mi restituiscono mia madre. Per quanto gonfie di sanguigno passato pulsante alle tempie e per quanto odorose possano essere, le parole che scrivo non mi restituiranno mia madre morta. Argomento vietato nella notte.»
Albert Cohen, Il libro di mia madre, Rizzoli, 1992 (incipit)
 
 
marea14
marea14 il 11/10/07 alle 19:52 via WEB
Molto bello questo passo. Grazie :-)
Ciao, buona serata :-)
 
   
donnesudestbarese
donnesudestbarese il 12/10/07 alle 00:28 via WEB
Ciao. Fammi capire, il ginocchio ti impedisce completamente di uscire? perché il 27 ci sarebbe una cosa interessante da fare a Roma...
 
     
marea14
marea14 il 12/10/07 alle 19:56 via WEB
Il 27 ottobre? che io sappia il 25 ottobre c'è, presso la Casa Internazionale delle donne, un incontro con l’Associazione delle Madri argentine di Plaza de Mayo ... non è che confondi le date?
Per il momento non posso uscire perchè sono ancora in malattia. Ma sembra che la terapia che sto facendo in questi giorni stia facendo effetto, perciò non è escluso che per il 27 stia bene (o almeno lo spero).
 
     
donnesudestbarese
donnesudestbarese il 13/10/07 alle 01:00 via WEB
No, no non confondo le date. Mi sorprende che tu non sappia dell'evento previsto per il 27!
 
     
marea14
marea14 il 13/10/07 alle 01:28 via WEB
Il 27 ottobre c’è la manifestazione dello sciopero generale della scuola e si chiude la mostra del cinema, ma non penso che tu ti riferisca a questi eventi.
Si può sapere che cos’è questa misteriosa cosa interessante? :-)
 
     
donnesudestbarese
donnesudestbarese il 13/10/07 alle 18:25 via WEB
qui mi crolla un mito! marea, adieu... :(
 
     
marea14
marea14 il 14/10/07 alle 01:28 via WEB
Non capisco …
 
     
donnesudestbarese
donnesudestbarese il 14/10/07 alle 17:05 via WEB
Am I not your friend anymore? :( clicca
 
     
marea14
marea14 il 14/10/07 alle 22:16 via WEB
:-)
 
vi_di
vi_di il 11/10/07 alle 16:45 via WEB
Proprio ora è passata qui,vicino alla postazione del pc, la mia mammetta 93enne e mi ha ordinato tutte le cose da fare 'Io vac'a chiesa, viri che stanno i panni fòre, se chiove vall'a levà, e mitt'a fà 'a lavastoviglie e viri ca ci stanno i panni int'a lavatrice'. Ho avuto per un attimo il solito moto di giramento di scatole da 'ma quand'è che finisce di dare ordini?', però poi ho letto qui e ho pensato che quando finirà mi mancherà assai...
 
 
marea14
marea14 il 11/10/07 alle 19:54 via WEB
Certamente le mamme sono anche delle grandi (anzi grandissime) rompiscatole e spesso non si ha con loro un rapporto idilliaco … a volte, anzi, i conflitti sono all’ordine del giorno e, in alcuni casi, anche alquanto pesanti.
Le riflessioni che mi ha suscitato la lettura di quel racconto non riguardano, però, il rapporto più o meno conflittuale tra madre e figlia/o, ma quell’affetto e quell’intimo (direi viscerale) rapporto che ci lega in modo unico alla mamma … quell’amore che è qualcosa di speciale e che rimane in noi, indelebile, dai primi giorni di vita … quell’amore che non so descrivere a parole … quell’amore che, se manca, non può essere “sostituito” da altra forma di amore …
Simpatica la tua mamma :-)
Ciao, buona serata :-)
 
animedeserte
animedeserte il 11/10/07 alle 20:35 via WEB
anch'io resterò fuori dal PD ciaoo anna
 
 
marea14
marea14 il 12/10/07 alle 00:06 via WEB
Ciao Anna, benvenuta e buona serata :-)
 
bluewillow
bluewillow il 11/10/07 alle 23:26 via WEB
un bellissimo pezzo, buona serata :)
 
 
marea14
marea14 il 12/10/07 alle 00:01 via WEB
Buona serata a te e bentornata :-)
 
brubus1
brubus1 il 12/10/07 alle 08:42 via WEB
Ed hai fatto bene a postarlo. E' struggente e bello. Un messaggio mediatico da recepire e farci comprendere le sofferenze che esistono in vita. Per i bambini è uno schok che rimane per tutta la vita, essere orfani di un genitore o di ambedue. peggio quando poi si hanno e non si comportano come tali. Io non ho mai conosciuto al contrario mio padre e la mancanza l'ho sentita eccome.... ciao amica marea buon venerdì e soprattutto buon week.
 
 
marea14
marea14 il 12/10/07 alle 20:00 via WEB
L'assenza di un genitore lascia, soprattutto nei bambini, un grande vuoto.
Mi dispiace per tuo padre :-)
Ciao, buona serata e buon fine settimana :-)
 
liberante
liberante il 13/10/07 alle 02:41 via WEB
Che bello! L'ho recepito come fosse scritto per me, per quelli come me, senza una famiglia, che la parola orfana non la so dire. Manca molto e tutto quello che mi è mancato ho cercato di ricostruirlo, senza riuscirci mai del tutto. Il senso di mancanza mi è rimasto dentro come qualcosa di incompiuto e la paura dell'abbandono mi appesantisce il cammino.
 
 
marea14
marea14 il 14/10/07 alle 01:24 via WEB
Grazie per averci regalato la tua testimonianza, liberante. Come al solito, con poche e bellissime parole hai saputo sintetizzare cosa è significato per te non avere più la tua famiglia.
Il senso di mancanza … la paura dell’abbandono … non è facile farci i conti …
Grazie ancora … ti auguro che il tuo cammino possa diventare più leggero :-)
 
la.gurfata
la.gurfata il 13/10/07 alle 12:34 via WEB
Che cosa meravigliosa saper tradurre a parole i sentimenti, come ha fatto l'autrice del pezzo. Io ho la mamma naturale ancora viva, ma la persona che èer me è stata mia mamma è morta ormai da 15 anni ... e ancora ne sento la mancanza. Ricordo che qualsiasi cosa mi accadesse, interrogazioni andate a male, delusioni d'amore, litigi con gli amici... io pensavo che a casa c'era lei, e stavo subito meglio. e devo dire che anche la parola "casa" aveva un significato diverso per me. Perchè finchè lei è stata viva io sapevo di avere la mia casa nel suo cuore... una sensazione che non so spiegare a parole ma posso solo dire che saperla viva mi faceva sentire protetta e amata come non lo son stata mai più nella vita. Ma la cosa più importante che mi ha trasmesso è che essere madri è una condizione dell'anima più che della pancia, e che la magia di un cuore di madre si può avere anche senza aver mai partorito. E' stato questo l'insegnamento più grande che mi ha dato. Alla mia mamma naturale sono grata per la vita che mi ha concesso d'avere, ho un normalissimo rapporto affettivo, cerco di fare in modo che viva al meglio ma so che quando lascerà questo mondo non proverò la solitudine immensa di quando ho perso la persona che è stata la mia mamma adottiva.
 
 
marea14
marea14 il 14/10/07 alle 01:25 via WEB
Anche tu sei molto brava nel tradurre in parole i tuoi sentimenti. Ed è terribilmente difficile spiegare a parole sensazioni così importanti e profonde, sensazioni che ti accompagnano e segnano, quasi scandendola, la tua vita.
È vero, in molti casi essere mamma è, come dici tu, una condizione dell'anima più che della pancia.
Grazie per averci parlato della tua esperienza e di averci donato un pezzettino importante della tua vita :-)
 
la.gurfata
la.gurfata il 13/10/07 alle 12:35 via WEB
Dimenticavo: grazie stellina mia per la bella telefonata dell'altra sera. Ho ancora il calore della tua mano sulla mia spalla! Tanto bene (ma perchè non ci sono le faccine sui blog? UFFA!!!!)
 
 
marea14
marea14 il 14/10/07 alle 01:26 via WEB
Un abbraccione :-)
PS: a volte le faccine mancano anche a me
 
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