Creato da marea14 il 13/02/2007

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Post N° 67

Post n°67 pubblicato il 01 Aprile 2008 da marea14
 

Non vogliamo morire ma vivere

La piazza di Tian An Men è stata da poco invasa da un esercito di soldati delle truppe speciali e migliaia di studenti sono stati uccisi. Studenti contro carri armati … e tanto sangue.
Hai comprato Il Manifesto oggi?
Sì, ma non l’ho ancora letto
Allora leggi questo articolo
Gli occhi del mio collega tradiscono un moto di commozione mentre mi indica un articolo dal titolo “Non vogliamo morire ma vivere”: è uno stralcio della dichiarazione degli studenti universitari di Pechino, fatta il 13 maggio 1989, quando hanno iniziato lo sciopero della fame … 13 maggio 1989, ventidue giorni prima della violenta repressione.

L’emozione che provo nel leggere è fortissima: quella dichiarazione pubblicata da “Il Manifesto” dopo l’eccidio, suona come un testamento.
Parole che mi colpiscono e che decido di conservare.

Ed è a quel ritaglio di giornale che ho pensato quando è iniziata la protesta dei monaci in Tibet, soprattutto quando la protesta si è estesa anche all’università di Pechino.
Ed è ancora a quel ritaglio di giornale che ho pensato quando ho letto che ieri mattina il presidente cinese, Hu Jintao, ha acceso a piazza Tian An Men la fiaccola olimpica … impossibile non pensare ai ragazzi massacrati nel 1989 … impossibile non pensare alla repressione nel Tibet.

È, perciò, in omaggio ai ragazzi trucidati in piazza Tian An Men, come anche in omaggio alla lotta dei tibetani che riporto lo stralcio di quella dichiarazione:

”In questo caldo mese di maggio noi iniziamo lo sciopero della fame. Nei giorni migliori della giovinezza dobbiamo lasciare dietro di noi tutte le cose belle e buone e solo Dio sa quanto malvolentieri e con quanta riluttanza lo facciamo. Ma il nostro paese è arrivato ad un punto cruciale.
Il potere politico domina su tutto, i burocrati sono corrotti, molte buone persone con grandi ideali sono costrette all’esilio. È un momento di vita o di morte per la nazione. Tutti voi compatrioti, tutti voi che avete una coscienza ascoltate le nostre grida. Questo paese è il nostro paese, questa gente è la nostra gente, questo governo è il nostro governo. Se non facciamo qualcosa chi lo farà per noi?
Benché le nostre spalle siano ancora giovani ed esili, benché la morte sia per noi un fardello troppo pesante, noi dobbiamo andare perché la storia ce lo chiede.
Il nostro entusiasmo patriottico, il nostro spirito totalmente innocente vengono descritti come elementi che creano tumulto. Si dice che abbiamo motivi nascosti o che veniamo usati da un manipolo di persone. Vorremmo rivolgere una preghiera a tutti i cittadini onesti, una preghiera ad un operaio, contadino, soldato, cittadino comune o all’intellettuale, funzionario di governo, al poliziotto e a tutti quelli che ci accusano di commettere crimini. Mettetevi una mano sul cuore, sulla coscienza. Quale sorta di crimine stiamo commettendo? Stiamo provocando un tumulto? Cerchiamo solo la verità ma veniamo picchiati dalla polizia.
I rappresentanti degli studenti si sono messi in ginocchio per implorare la democrazia, ma sono stati totalmente ignorati. Le risposte alle richieste di un dialogo paritario sono state rinviate ed ancora rinviate. Che altro dobbiamo fare?
La democrazia è un ideale della vita umana come la libertà ed il diritto. Ora per ottenerli dobbiamo sacrificare le nostre giovani vite. È questo l’orgoglio della nazione cinese?
Lo sciopero della fame è la scelta di chi non ha scelta. Stiamo combattendo per la vita con il coraggio di morire. Ma siamo ancora ragazzi. Madre Cina, per favore, guarda i tuoi figli e le tue figlie. Quando lo sciopero della fame rovina totalmente la loro giovinezza, quando la morte gli si avvicina puoi rimanere indifferente? Non vogliamo morire, vogliamo vivere. Non vogliamo morire, vogliamo studiare.
Caro padre, cara madre, per favore non siate tristi. Cari zii, care zie, che non vi si spezzi il cuore mentre diciamo addio alla vita. Abbiamo una sola speranza: che questo permetta a tutti di vivere in modo migliore. Abbiamo una sola preghiera: non dimenticate che non è assolutamente la morte quello per cui stiamo lottando. La democrazia non è un affare che riguarda poche persone. La battaglia democratica non può essere vinta da una singola generazione.
Domandiamo alcune cose: primo, che il governo cominci un dialogo diretto, sostanziale e paritario con la delegazione degli studenti dell’università. Secondo, che il governo riabiliti questo movimento degli studenti e che faccia una giusta rivalutazione per riaffermare il suo spirito di movimento patriottico e democratico.”

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Commenti al Post:
Fajr
Fajr il 01/04/08 alle 01:34 via WEB
Da allora ad oggi è pure accaduto questo in quelle terre..., ahimè. Buonanotte :*
 
 
marea14
marea14 il 03/04/08 alle 19:43 via WEB
È vero, è accaduto anche questo …
Ciao, buona serata :-)
 
nataieri73
nataieri73 il 01/04/08 alle 16:09 via WEB
a me questo governo cinese sembra cieco, sordo e muto, salvo che per lanciare accuse vaneggianti. Io credo che a questo punto i giochi olimpici andrebbero boicottati, o almeno andrebbe fatta una feroce pressione sul governo se non altro. Ma qui tutti temono contraccolpi di vario tipo, economici, politici e via dicendo...ho davanti i visi di questi giovani e di alcuni monaci e mi vengono in mente gli agnellini al macello, ecco. E nel resto del mondo soltanto un blablabla generale. Non c'è molto da stare allegri ma chissà se posso serbare un minimo di speranza, forse quei ragazzi lo vorrebbero, se potessi parlargli non vorrebbero sentirmi così affranta. Un abbraccio
 
 
marea14
marea14 il 03/04/08 alle 19:44 via WEB
Io pensavo al boicottaggio dei giochi olimpici ancor prima della repressione in Tibet.
Per me il boicottaggio era ed è soprattutto un modo per porre con fermezza il problema della pena di morte, dal momento che la Cina è il paese che esegue il maggior numero di pene capitali. E penso che se vogliamo veramente arrivare all’abolizione della pena di morte in tutto il mondo, dovremmo intraprendere azioni incisive rispetto a tutti i paesi che la praticano, a cominciare dagli Stati Uniti … nessuno Stato favorevole alla pena di morte può definirsi “democratico”.
Oggi, dopo i fatti del Tibet, ho un motivo in più per sostenere il boicottaggio dei giochi olimpici a Pechino.
Ciao, buona serata :-)
 
   
nataieri73
nataieri73 il 04/04/08 alle 14:31 via WEB
certo! Ma la situazione è agghiacciante...gli Stati Uniti che "esportano" la loro democrazia da quattro soldi, pur rischiando la recessione hanno un'immenso potere. Questo asse si va spostando verso quei paesi, come la Cina, che appunto, non sono democratici e la prima cosa da abolire sarebbe, appunto, la pena di morte oltre che far scrivere una costituzione degna di questo nome. Ma nel frattempo? Di sicuro, vedrai, questi giochi olimpici si faranno e chissà ancora cosa succederà..io nel mio piccolo cercherò di fare il possibile, ma se non fosse possibile, se la volontà dei potenti è troppo forte e sicura? Buon week end..
 
     
marea14
marea14 il 05/04/08 alle 00:25 via WEB
Penso anche io che non ci sarà alcun boicottaggio
Ciao, buon fine settimana anche a te :-)
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 01/04/08 alle 17:06 via WEB
A 18 anni di distanza, sapere che il sacrificio di quelle giovani vite non è servito a nulla, fa troppo male. Porterò queste parole nel cuore, così come conservo negli occhi l'immagine di quel ragazzo solo davanti ai carri armati.
Anch'io come Elisa, credo che bisognerebbe boicottare le olimpiadi, credo che l'Europa dovrebbe dare un forte segnale di protesta al governo cinese. Ma so che è impossibile per tutti gli interessi economici che ci sono in gioco, personalmente non guarderò l'evento, nè comprerò nulla che abbia a che fare con le olimpiadi. Non so che altro fare, purtroppo...
 
 
marea14
marea14 il 03/04/08 alle 19:46 via WEB
Eppure io non penso affatto che la protesta di quei ragazzi non sia servita a nulla. Ci sono eventi che non possono cadere nel vuoto … c’è sempre qualcuno che ne raccoglie l’eredità.
Ciao, buona serata :-)
 
bruno14to
bruno14to il 01/04/08 alle 20:54 via WEB
Ciao, la strage di piazza Tienanmen è stata metodica e scientifica. Chi non è morto schiacciato dai carri e dalle pallottole è morto in galera per le torture o giustiziato in seguito. Una macchia d'indelebile che solo le cancellerie mondiali hanno saputo eliminare dalla storia. Buona serata, Bruno
 
 
marea14
marea14 il 03/04/08 alle 19:47 via WEB
Piazza Tian An Men è rimasta nel mio cuore … ho sperato fino all’ultimo secondo che non finisse in quel modo …
Ciao, buona serata :-)
 
   
bruno14to
bruno14to il 06/04/08 alle 20:12 via WEB
Ciao Marea, anch'io, purtroppo ha prevalso la violenza. Migliaia di persone massacrate prima e dopo nelle prigioni cinesi. Per non dimenticare. Buona serata, Bruno
 
     
marea14
marea14 il 13/04/08 alle 13:17 via WEB
È una ferita che fa ancora male.
La memoria è una delle nostre armi per continuare la lotta di chi ha sacrificato la vita per un domani migliore.
Ciao, buona domenica :-)
 
grazia.pv
grazia.pv il 02/04/08 alle 23:06 via WEB
NON VOGLIAMO MORIRE, VOGLIAMO VIVERE....Il potere politico domina su tutto, i burocrati sono corrotti, molte buone persone con grandi ideali sono costrette all’esilio. Come si può sperare di poter vivere così?
 
 
marea14
marea14 il 03/04/08 alle 19:49 via WEB
Il potere politico domina sempre su tutto
Ciao, buona serata :-)
 
lupopezzato
lupopezzato il 03/04/08 alle 11:39 via WEB
Ciao Marea, mi spiace ma mischiare Tienamen con free Tibet è fare confusione in termini di rivendicazione democratica. Da Tienamen ad oggi la Cina ha fatto passi da gigante in termini di democrazia e sviluppo così come ha sottolineato Fajr con una semplice immagine. Uno sviluppo che, a noi occidentali, oltre a farci vergognare dovrebbe farci pensare.
I monaci del Tibet non sono i ragazzi del Tibet e non rappresentano nemmeno lontanamente il popolo del Tibet. Sono solo una casta che si sta battendo per se stessa e non certo per il Tibet. Ciao e bentornata :o)
 
 
marea14
marea14 il 03/04/08 alle 19:56 via WEB
Certamente c’è differenza tra la protesta di Piazza di Tian An Men e quella del Tibet … non c’è dubbio che sono due questioni diverse.
Non saprei neanche dire quanto sia stato grande (o piccolo) nelle manifestazioni il legame tra i monaci tibetani ed il popolo tibetano: per quanto abbia cercato di informarmi, non ho trovato niente che sia riuscito a convincermi. Di fatto, comunque, esiste una questione tibetana irrisolta e il problema non è se si è d’accordo o meno (ed in quale misura) con le loro rivendicazioni, ma il fatto che la protesta sia stata repressa nel sangue. Questo è, per me, inaccettabile. Inaccettabile sia se avviene in Cina, sia se avviene negli Stati Uniti, sia se avviene in Italia (e chissà perché in questo momento mi vengono in mente i fatti del G8 a Genova, pur se molto diversi) o in qualsiasi altro paese. I diritti umani devono essere rispettati sempre.
Repressione nel sangue … è questo ciò che accomuna la protesta di Piazza di Tian An Men e quella del Tibet. E come i ragazzi di Tian An Men, anche i monaci tibetani sapevano che potevano morire ma volevano vivere e non morire.
La Cina è stata per me un grande faro ed ho seguito con notevole interesse il periodo della rivoluzione culturale … nella Cina avevo riposto grandi speranze. Ma poi quel faro si è, purtroppo, spento lasciando un immenso vuoto.
Ciao lupo, serena serata :-)
 
   
Guerrino35
Guerrino35 il 04/04/08 alle 19:23 via WEB
Si, quel faro si è spento annegato nella soffocazione di un capitalismo imperialista. Ho usato una parola, imperialista, poco di moda, ma non ne trovo altre.
 
     
marea14
marea14 il 05/04/08 alle 00:26 via WEB
Capitalismo … sì, concordo
Ciao, buon fine settimana :-)
 
Suresh.07
Suresh.07 il 05/04/08 alle 01:58 via WEB
No, non c’è differenza fra la lotta dei studenti in piazza Tien An Men e quella del popolo tibetano. Sono entrambi sussulti di Dignità e di Libertà. Se proprio dovessimo trovare delle differenze…non sono sostanziali. Quella dei studenti cinesi è interna e alla ricerca di Libertà e di Diritti Umani. Quella tibetana è esterna e alla ricerca di Libertà e di Diritti Umani. Mi spiace molto leggere in giro farneticanti prese di posizione solamente perché uno stato autoritario, imperialista e capitalista, porta bandiera rossa e una stella gialla. Non si può essere a favore dei diritti universali in maniera strumentale, tutti i popoli hanno diritto all’autodeterminazione che non si può confondere con gli interessi della CIA o altri…che pur ci sono. Come sono dalla parte della Palestina, degli indios sud americani ecc. in ugual misura sono dalla parte del popolo tibetano. Non ho nessun dubbio su questo, e ci mancherebbe altro! Ciao Marea.
 
 
lupopezzato
lupopezzato il 05/04/08 alle 03:39 via WEB
Il Tibet è una regione cinese a tutti gli effetti così come il Kosovo è una regione serba. Per quanto riguarda le "farneticanti" posizioni mi sembra siano farneticanti quelle dei "monaci" tibetani che rivendicano un loro "interesse" e non un loro "diritto".
Per quanto riguarda invece l'aggressione mediatica alla Cina la trovo ipocrita e ridicola considerando che non vedo eguali prese di posizioni nei confronti degli USA per free Iraq e free Afghanistan, non vedo identiche prese di posizione nei confronti degli USA per la difesa dei diritti umani considerato che in quel paese vige la pena di morte, esistono prigionieri politici ed esiste la tortura (Guantanamo, Abu Grahib), non vedo identiche prese di posizione nei confronti di paesi come USA e Germania nei confronti dello sfruttamento del lavoro minorile laddove aziende come la Nike si sono da tempo autocensurate, non vedo identiche prese di posizione nei confronti della censura dai fronti iraqueni, afgani e serbi.
Perciò se vuoi parlare in modo non strumentale di diritti umani vedi un pò tu da che parte vuoi cominciare. Definire poi imperialista la Cina è divertente se non ridicolo.
'notte.
 
   
Suresh.07
Suresh.07 il 05/04/08 alle 09:17 via WEB
Non mi interessa nulla se il Tibet era o è una regione cinese, anche Nizza era italiana, e lo era anche l’Istria, e allora che facciamo? Invadiamo Nizza e l’Istria come fecero i cinesi col Tibet nel 50? E poi una volta occupate che facciamo? Procediamo ad una bella italianizzazione come fece il duce con le minoranze linguistiche dell’Alto Adige? Quello in atto in Tibet è un vero è proprio genocidio culturale oltre che umano. Un popolo non è costituito solo da confini geopolitici che del resto sono quasi sempre frutto gi guerre di invasione, un popolo vive sopratutto della sua cultura e delle sue tradizioni, anche quelle religiose, perché nessuno dovrebbe avere il diritto di prevaricazione e di annientamento delle culture altrui. Nessuno può chiamarsi paladino delle libertà e dei diritti se appoggia uno stato autoritario e oppressivo che tiranneggia non solo nel Tibet ma anche nelle sue città. In Cina, per un post così, Marea rischierebbe di finire ai lavori forzati. La Cina è la più grande utilizzatrice della pena di morte al mondo, in Cina sono note le persecuzioni e le espropriazioni ai danni di poveri contadini che chiedevano solo di lavorare la terra, in Cina è arcinota la persecuzione religiosa e di altre minoranze come quella musulmana, in Cina è arcinoto il capitalismo di stato e lo sfruttamento dei lavoratori costretti a lavorare anche 18-20 ore consecutive se il ricco cliente occidentale richiede velocemente la sua merce. E’ noto anche l’interesse coloniale della Cina verso altre piccole regioni adiacenti come il Bhutan e il Sikkim. Ripeto, come sto dalla parte della Palestina, degli indios sudamericani ecc. così sto dalla parte del Tibet che ha tutto il diritto di difendere la sua cultura e la sua tradizione, anche quella religiosa. E non è affatto vero che nessuno prende posizione sull’Iraq e sull’Afghanistan…personalmente, da tre anni ormai, ne scrivo un giorno si e giorno no, e so che tantissimi altri lo fanno, come tante sono state le mobilitazioni che purtroppo non servite a nulla, a poco. Comunque, le farneticazioni di cui parlavo non erano rivolte a te ma ad altri deliranti articoli e commenti in altri siti.
 
     
lupopezzato
lupopezzato il 05/04/08 alle 13:23 via WEB
Non entro più nel merito dei monaci perchè com'è lecito per qualcuno essi rappresentano il popolo tibetano mentre per me essi difendono solo quella dittatura di privilegi che si erano costruiti a scapito del popolo tibetano. Abbiamo letture ed opinioni diverse. Perciò più che esprimere opinioni preferisco parlare di fatti e continuare a raffrontare il comportamento delle masse o del gregge di fronte ad altre sopraffazioni ed identici diritti calpestati.
Dici che "in Cina, per un post così, Marea rischierebbe di finire ai lavori forzati”? Io invece penso che il giorno in cui i miei post o i tuoi o quelli di marea saranno veramente capaci di mobilitare le coscienze, il regime ti toglierà la parola. Quel regime che l’ha tolta agli afgani, agli iraqueni, ai serbi cacciati via dalla loro Serbia, ai soldati che non possono fotografare e nemmeno parlare di ciò che fanno e vedono. Pensi che le foto che hai visto sul trattamento dei prigionieri ad Abu Grahib fossero foto ufficiali o foto sfuggite alla censura? Tutto il mondo è a conoscenza della sporca bugia sulle armi di distruzione di massa eppure dal 1997 ad oggi nessuno ha avuto le palle per boicottare o soltanto per proporre di boicottare la partecipazione degli atleti di quella coalizione alle Olimpiadi del 2004 oppure ai mondiali di qualunque altro sport. Forse perché è più comodo metterci tutti noi occidentali a sputare in faccia alla Cina piuttosto che sputarci in faccia l’uno con l’altro? Dici che “in Cina, per un post così, Marea rischierebbe di finire ai lavori forzati”? Penso che questa frase farebbe sorridere Enzo Biagi, Luttazzi, Santoro, la Forleo e De Magistris. Ciao :o)
 
marea14
marea14 il 05/04/08 alle 22:29 via WEB
Per Lupopezzato e Suresh
Trovo molto interessante il vostro confronto. E sono stimolanti le ragioni che ognuno di voi riporta.
Non è facile parlare della Cina e, soprattutto, non è facile parlarne in poche righe. Provo, comunque, ad esprimere quello che penso, nonostante abbia tanta confusione in testa perché l’argomento è veramente complesso.
Non c’è dubbio che c’è molta ipocrisia, da parte di alcuni, nel puntare il dito contro la Cina perché è del tutto evidente che l’occidente si macchia quotidianamente degli stessi delitti … ed è per questo che c’è una certa ambiguità in taluni settori del cosiddetto movimento filotibetano.
Dirò di più: non mi meraviglierebbe affatto scoprire che la CIA abbia caldeggiato la protesta di questi ultimi giorni nel Tibet … rientra nel gioco delle parti e nulla toglie all’esistenza di un “problema tibetano” né giustifica la repressione che si è scatenata.
D’altra parte bisogna rilevare che si è ipocriti soltanto a metà nel puntare il dito e non si ha il coraggio di andare fino in fondo. Infatti gli USA, in concomitanza con la repressione di Lhasa, hanno “promosso” la Cina togliendola dal libro nero delle violazioni dei diritti umani; il che significa che gli interessi economici e commerciali con la Cina sono fortissimi e non c’è alcuna intenzione a rinunciarvi, neanche in nome dei diritti umani di cui ci si riempie tanto la bocca … i profitti delle imprese americane che investono in Cina sono altissimi. Inoltre la Cina è uno dei paesi che risulta essere tra i maggiori detentori dei titoli del tesoro americano per cui ha, a sua volta, interesse ad avere buoni rapporti con gli USA. E poi ci sono le riserve cinesi in dollari … In sintesi, tra le due nazioni c’è un rapporto certamente conflittuale ma anche decisamente contraddittorio.
Non sono in grado di confutare in termini esaustivi l’affermazione di lupo circa la difesa di privilegi da parte dei monaci tibetani ed il loro scollamento con il popolo tibetano. Non sono in grado di farlo perché lo stesso governo cinese non ha permesso un’informazione libera su questa questione (come anche su tante altre). E la mancanza di libertà di informazione è già, di per sé, inaccettabile sia se riguarda il Tibet sia se riguarda l’Afghanistan, l’Iraq, la Serbia o qualsiasi altro paese. Sono tutti ugualmente colpevoli.
So, però, che la “questione Tibet” fa parte di una controversia annosa che ha avuto nei secoli alterne vicende che non possono essere sottovalutate. E so anche che da tempo si parla di tentativo di annientamento della cultura e dell’identità tibetana, come anche di altre minoranze esistenti nello sconfinato territorio cinese. Francamente mi meraviglierebbe molto sapere che la negazione dei diritti fondamentali avverrebbe in tutta la Cina con la sola eccezione del Tibet. In ogni caso, come ho già scritto in un commento precedente, è inammissibile soffocare una protesta nel sangue.
Onestamente non saprei dire se la Cina abbia realmente le caratteristiche di un paese imperialista, ma non ho dubbi – e questo, per me, è un colpo al cuore – che abbia assunto le caratteristiche di un paese capitalista. Lo “scontro” tra Stati Uniti e Cina non è più uno scontro tra un paese capitalista ed un paese comunista, ma è uno scontro tra due colossi economici, uno scontro dettato dalla conquista e/o dal mantenimento e dal controllo di fette di mercato ed “ammorbidito” dagli interessi reciproci, da equilibri economici che legano i due paesi e che non ci si può permettere di far saltare tout court.
Non ci troviamo più davanti ad un modello di economia pianificata di tipo socialista, basato su uno schema egualitario della distribuzione del reddito e sull’individuazione degli obiettivi sociali quale momento propedeutico alle scelte tecnologiche ed all’impiego delle risorse. Ci troviamo, invece, davanti ad un modello di sviluppo di tipo capitalista basato sullo sfruttamento del lavoro e sull’accumulazione del capitale che genera una distribuzione disuguale del reddito e sacche di povertà.
Il problema oggi è: a quali costi, con quali sistemi ed a scapito di chi si creano “bisogni” per poi soddisfarli con qualsiasi mezzo, con le tecnologie più sofisticate, con gli sprechi energetici più insensati, con la dilapidazione del territorio e la distruzione dell’ambiente. Siamo ormai lontani dall’epoca in cui la Cina riusciva – pur se attraverso un cammino tortuoso e a volte contraddittorio – a sfamare un miliardo di persone, con l’occhio attento alla necessità di uno sviluppo equilibrato tra città e campagna, rinunciando ad una immediata produttività, consapevole che un processo di modernizzazione indiscriminata avrebbe comportato alti costi sociali in termini di non utilizzazione delle risorse disponibili e quindi di disoccupazione o sottoccupazione.
Il tipo di modernizzazione sviluppatosi in questi ultimi anni è impressionante e ci fa riflettere non solo perché noi occidentali non abbiamo avuto la stessa capacità ma anche perchè ha comportato un intenso sfruttamento dei lavoratori, l’aumento della disoccupazione e l’ampliamento della forbice tra ricchi e poveri … per non parlare dell’aumento del lavoro minorile. Secondo i dati Unicef, attualmente in Cina lavorano oltre 14 milioni di minori. Indubbiamente il lavoro minorile in Cina è vietato … però bisogna anche dire che i dati sul lavoro dei ragazzi sono considerati segreto di Stato per cui la rivelazione dei casi di lavoro dei minori viene punita come reato. Per quanto mi sforzi, non riesco proprio a comprendere né questo segreto di Stato né la relativa punizione.
È vero, sono molte (troppe) le imprese occidentali che sfruttano i lavoratori cinesi (e, cosa ancora più grave, quello dei bambini) … lo stesso sfruttamento operato dalle imprese cinesi. Inaccettabile in entrambi i casi e, di conseguenza, da denunciare e combattere in entrambi i casi.
Certamente quando si parla di diritti calpestati e di censure non bisogna fare sconti a nessuno: a cominciare da Guantanamo ed Abu Garahib (per non parlare dell’uso delle armi chimiche) ed a finire con chi ha chiuso la bocca a Biagi, Luttazzi, Santoro, Forleo, De Magistris, etc. etc. … non bisogna fare sconti a nessuno, neanche alla Cina.
Sono convinta pure io che se un giorno i miei post avessero la capacità di mobilitare le coscienze (mi piacerebbe molto avere questa capacità ma riconosco che mi manca), farebbero di tutto per togliermi la parola, anche se qui siamo in Italia e non in Cina. Per onestà intellettuale devo, tuttavia, ammettere che il livello di censura e di intolleranza del dissenso in Cina è molto più alto rispetto all’Italia: basta solo pensare alla tortura ed ai prigionieri politici. Ma il problema non è tanto quello fare una graduatoria di chi è meno democratico quanto quello di avere la capacità di denunciare e respingere, sempre e comunque, ogni azione che lede i diritti umani. Se è vero che dovremmo sputarci l’uno con l’altro, è altrettanto vero che questo non ci deve impedire di dire che la Cina non è democratica per il semplice fatto che non lo è, ad esempio, anche il governo americano. La consapevolezza che dovremmo sputarci in faccia ci dovrebbe, invece, dare la forza ed il coraggio di lottare sempre – sia se si tratta della Cina, sia se si tratta di un paese occidentale – per il rispetto dei diritti umani, per la giustizia, per un domani migliore. Lo dobbiamo a tutti quelli che hanno lottato prima di noi e che oggi non ci sono più.
Ho espresso confusamente i miei pensieri. Non so se sono riuscita a farmi capire.
Ciao, buona domenica :-)
 
 
lupopezzato
lupopezzato il 06/04/08 alle 15:04 via WEB
Ciao Marea, grazie a te per l'attenzione e la risposta che in linea generale condivido perchè nessuna violenza ne giustifica un'altra come nessuna repressione ne giustifica altre. C'è da dire che dall'11 settembre il mondo occidentale sguazza tristemente nelle sue contraddizioni ed ora il Tibet è l'emblema della confusione mentale su princìpi, diritti, vere vittime e veri carnefici. La posizione unanime di destra e certa sinistra sul Tibet la dice lunga sullo stato confusionario del grande gregge. Ciao e buona domenica :o))
 
   
marea14
marea14 il 06/04/08 alle 19:21 via WEB
Sono io che ringrazio chi è intervenuto nella discussione di questo post, ed in particolare te e Suresh, perché avete stimolato la riflessione.
È vero, dall’11 settembre il mondo occidentale sembra essere diventato cieco e sordo rispetto alle proprie contraddizioni ed alle proprie responsabilità ed il termine “paese democratico” di cui si fregiano gli stati occidentali, è diventato il passaporto per fare le peggiori schifezze.
Detto questo, aggiungo che io non mi tiro indietro quando c’è da sostenere lotte che rivendicano il rispetto dei propri diritti (in Kurdistan come in Tibet) soprattutto se sono oggetto di forte repressione … non temo di essere confusa con chi si pone in modo ipocrita o ambiguo.
C’è chi punta il dito contro la Cina come se fosse l’unico (oltre al mondo islamico) carnefice esistente su questa terra e c’è chi punta il dito contro la Cina cosciente che esistono altri carnefici (non meno crudeli) anche nel mondo occidentale … e questa è una differenza sostanziale.
Ciao, buona serata :-)
 
     
Suresh.07
Suresh.07 il 07/04/08 alle 08:46 via WEB
Concordo Marea. E proprio questo che a mio avviso è necessario fare: non tirarsi indietro! Cioè, non essere a favore dei diritti umani a giorni alterni o conforme tira il vento. L’ideologia è un alibi che non regge più, e che purtroppo a volte porta ad autoritarismi e a dittature. Nel caso della Cina poi, è evidente il carattere oppressivo di quel governo che nega diritti fondamentali e il dissenso. Non c’è Libertà senza Diritti ed è altrettanto vero il contrario. Non sopporto la religione di stato come non sopporto l’ateismo di stato, non vorrei mai pensare che certe prese di posizione che leggo in giro siano in realtà solamente antibuddiste e contro la libertà di culto. Per di più, la Cina non è certo il sogno collettivista…anzi, la persecuzione dei contadini e lo sfruttamento nelle fabbriche con massacranti turni di lavoro dimostrano il contrario. Le estreme povertà contadine e operaie fanno a pugni con il lusso di Shanghai e con i miliardari manager cinesi delle multinazionali. Di fronte alla povertà di milioni di cinesi, crescono fra i burocrati e fra i dirigenti i nuovi ricchi. A Luopopezzato voglio dire che condivido quello che ha scritto, tranne la sua opinione sulla Cina e il Tibet. Quando Lupopezzato dice "certa sinistra", spero si rivolga alla sinistra governista a tutti i costi, e a quelli che di sinistra non lo sono affatto come Veltroni, Fassino e D’Alema. La Sinistra che auspico e che desidero è a favore dell’autodeterminazione dei popoli di qualsiasi razza, cultura o religione essi siano. Ciao.
 
     
Suresh.07
Suresh.07 il 07/04/08 alle 08:49 via WEB
Per concludere, voglio inserire un estratto dalla rivista Prometeo, un rivista di critica sindacale legata alla CUB,la confederazione unitaria di base: Le condizioni in cui sono costretti a lavorare gli abitanti della Cina negli stabilimenti delle grosse multinazionali sono a dir poco raccapriccianti, ma di questo il mondo occidentale non sembra preoccuparsi, impegnato solamente a contrastare le esportazioni delle merci cinesi in Europa e negli Stati Uniti. Ogni giorno si agita lo spauracchio della concorrenza della Cina nei mercati mondiali senza soffermarsi sullo sfruttamento della forza lavoro, un grave attentato ai diritti umani che proviene in gran parte dal ricatto esercitato, a livello centrale e locale, dagli investitori stranieri. Sono circa novanta milioni gli “schiavi cinesi”, in gran parte contadini, che si sono trasferiti dalle campagne alle industrie cittadine. Le loro paghe sono ridicole: un operaio che lavora cento ore settimanali, senza nessun giorno di riposo, guadagna al massimo 900 yuan (pari ad 88 euro), una cifra insufficiente, anche in Cina, per sostenere una famiglia. Gli stessi lavoratori per lo più non sono coperti da assicurazione sanitaria e non hanno diritto a risarcimento in caso di incidenti sul lavoro. Gli operai molte volte lasciano i loro familiari nelle terre d’origine e mandano l’intero salario una volta all’anno, quando gli viene corrisposto. Non sono rari i casi in cui i datori di lavoro negano o dilazionano nel tempo i pagamenti ai loro dipendenti e, come se non bastasse, vengono utilizzati anche i minorenni per i lavori più duri. La battaglia contro lo sfruttamento minorile è ardua e spesso impossibile da sostenere di fronte ai precari equilibri economici che condizionano le famiglie povere di vaste aree della Cina. Il quadro che abbiamo davanti agli occhi è spaventoso: bambini alla catena di montaggio, fabbriche gestite come carceri, stipendi che bastano a malapena a sopravvivere, lavoratori intossicati dalle sostanze nocive presenti nelle aziende ed una lunga catena di incidenti mortali sul lavoro. Far lavorare i minori è spesso una scelta obbligata per le famiglie cinesi, vista la povertà che esiste in molte zone della Cina ma, comunque, mandare i propri figli in fabbrica non è la decisione più crudele. In molti casi fiorisce un altro mercato del lavoro per le bambine, quello della prostituzione.
 
     
lupopezzato
lupopezzato il 07/04/08 alle 22:18 via WEB
Ciao Sureh, la mia opinione sulla Cina, in termini di rispetto dei diritti umani e civili, è negativa così come lo è per gli USA e per i suoi complici su determinati interventi. Nessuno sconto a nessuno.
Sul Tibet faccio solo attenzione a non confondere il popolo tibetano con i monaci per non mischiare vittime e carnefici. Quando parlo di “certa sinistra” non alludo al PD (triplo bleah) ma mi riferisco a quella parte della sinistra che sta facendo confusione fra Birmania e Tibet (situazioni totalmente diverse), a quella sinistra che comprenderei se gridasse “free Tibet da tutte le oppressioni” (soprattutto da quella dei monaci che vorrebbero riproporla), a quella sinistra che prima delle Olimpiadi di Pechino avrebbe dovuto boicottare la partecipazione degli atleti occidentali e cinesi alle Olimpiadi di Atene del 2004 al grido di “free Afghanistan, free Iraq e free Tibet”.
La sinistra che auspico io è la stessa che auspichi tu ma senza fare sconti a nessuno. Ciao :o)
 
swala_simba
swala_simba il 06/04/08 alle 23:19 via WEB
Ciao, marea...
concordo totalmente con te.. forse la conoscerai, ma vorrei donarti il link di una lettera che alcuni intellettuali, studiosi, scrittori cinesi hanno scritto al loro governo
http://www.lettera22.it/showart.php?id=8750&rubrica=59
notte serena
 
 
marea14
marea14 il 13/04/08 alle 13:20 via WEB
Grazie per la segnalazione. Avevo già letto la lettera ... se non ricordo male ci sono arrivata attraverso un link che ho trovato sul tuo blog :-)
Ciao, buona domenica :-)
 
swala_simba
swala_simba il 07/04/08 alle 15:37 via WEB
MESSAGGIO 66: un piccolo dono per te :)
 
 
marea14
marea14 il 13/04/08 alle 13:21 via WEB
Grazie, verrò tra poco a vedere :-))
 
jigendaisuke
jigendaisuke il 12/04/08 alle 00:34 via WEB
I morti di tien an men sono stati doppiamente uccisi dal business che invece va d'amore e d'accordo col regime cinese! e temo che lo stesso accadrà col tibet (anche perchè ormai le parole del dalai lama, in tibet non vengono più ascoltate, ormai ascoltano la violenza)
 
 
marea14
marea14 il 13/04/08 alle 13:24 via WEB
I morti di piazza Tian An Men, se li custodiamo nella nostra memoria non saranno mai dimenticati.
Per quanto riguarda il Tibet, penso che il discorso sia molto complesso e non possa essere limitato solo al Dalai Lama. D’altra parte le notizie che provengono dal governo cinese sono indubbiamente filtrate e (almeno per me) non è facile interpretarle.
Ciao, buona domenica :-)
 
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