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Post n°90 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da marea14
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Ciao :-)
E' un eroe del nostro tempo - amara quella terra che ha bisogno di eroi - a cui DOBBIAMO far sentire che ci siamo
http://alexptt.altervista.org/
Invito, comunque, chi non l’abbia ancora fatto, a sottoscriverla.
purtroppo, come ben dici tu, è ancora attuale...
Io non penso che Saviano partecipi alle trasmissioni televisive per soldi, né che parli alle manifestazioni antimafia per vendere di più il suo libro. La libertà non ha prezzo e lui ha pagato il successo ottenuto denunciando la camorra con la perdita della libertà, vivendo una vita blindata. Non mi scandalizza il fatto che abbia partecipato ad una trasmissione di Mediaset (tra l’altro, mi dispiace che ieri sera ero talmente stanca che sono riuscita a vedere solo l’inizio e poi mi sono addormentata). Al contrario, trovo che sia importante che si parli di mafia anche in Mediaste perché questo è un argomento di cui non si parla mai abbastanza.
Informare … informare … informare … informare sempre … informare tutti.
Le persone come Saviano, che sono riuscite a risvegliare coscienze sopite e che hanno contribuito a far uscire da stretti confini problemi sui quali molti prima non si soffermavano credendo che fossero problemi che non li riguardavano, non devono mai essere lasciati soli. Perché quando si resta soli si muore.
E che Saviano non parli per bocca e/o a favore di Berlusconi a me sembra molto chiaro.
Anche io ho letto “Gomorra” ed ho visto il film. A dire la verità, secondo me il film non rende giustizia al libro. Certamente è da vedere ma il libro è un’altra cosa, ha un altro spessore. Non so se il film riceverà l’oscar ma sono più che convinta che non è per questo che Saviano interviene pubblicamente. Non dobbiamo dimenticare che è intervenuto a Mediaset ma ha anche partecipato a dibattiti a Casal di Principe dove non è facile denunciare la camorra.
Parlare di “caccia all’oscar” equivale dire una grande ed ingiusta cattiveria su una persona che sta pagando il successo con la propria libertà. Vivere una vita blindata significa vivere una vita di rinunce ai propri diritti, significa vivere nella paura … paura per la propria vita e paura per la vita delle persone care (oltre al fatto che, probabilmente, per loro ci si sente anche in colpa). E, soprattutto, significa vivere nella solitudine. Un’esistenza tutt’altro che invidiabile. Più che una vita è un calvario. Niente sarà più come prima.
Saviano è diventato un simbolo Ed i simboli vanno sostenuti e non abbattuti (a questo ci sta già pensando il buon Maroni, oltre ai casalesi).
Io, o chiunque altro con il proprio blog, non avrò mai la forza di farmi ascoltare e convincere sull’importanza della lotta alle mafie. Quella forza ce l’ha chi è un simbolo.
Ci sono atti e avvenimenti che restano impressi in modo indelebile nella mente e nei cuori delle persone ed entrano a far parte della memoria storica, come, ad esempio, lo striscione “e adesso ammazzateci tutti” che è comparso sulla piazza di Locri subito dopo l’assassinio di Fortugno o la conoscenza della camorra attraverso “Gomorra”.
Quello slogan, quel gesto e quel libro – che si connotano come una sfida aperta alle mafie – sono diventati il simbolo di un eclatante atto di ribellione alla mafia, di un atto di coraggio che ha oltrepassato velocemente i confini del paese, della regione, dell’Italia. Sono diventati un simbolo che ha trascinato migliaia di persone in piazza, un simbolo che ha la capacità di riunire l’Italia intera contro la mafia: ovunque, da nord a sud, soprattutto i giovani, hanno cominciato (e continuano ancora oggi) ad interessarsi delle mafie.
Io sono molto grata a tutti quelli che con il loro esempio e la passione che mettono nelle cose in cui credono, riescono a risvegliare le coscienze … a maggior ragione se mettono in gioco la propria esistenza.
Ciao, dolce notte :-)
Penso che il libro abbia fatto qualcosa di molto importante. Ha fatto conoscere la camorra dal di dentro, soprattutto a chi ne parlava senza averne un’idea chiara. Ha fatto anche capire che sicuramente la gente deve contribuire a combattere la camorra ma, soprattutto almeno a me, ha fatto capire che la gente può impegnarsi quanto vuole ma se non c’è la volontà dello Stato è tutto vano. Come, non dimentichiamo, tanta gente vede e tocca da vicino la camorra proprio dove lo Stato è latitante. Il libro ha spiegato a chi non lo sapesse che la camorra, per migliaia di persone, prima di essere un fenomeno criminale è un datore di lavoro organizzato ed efficiente. Ha anche detto chiaramente che con la camorra ci conviviamo ogni giorno. In ogni parte d’Italia. In strada come in Comune. In strada come in Regione. In strada come in Parlamento. Per questo la camorra va debellata iniziando dal di dentro, dai suoi corridoi ovvero iniziando proprio dallo Stato. Così come per la mafia.
Anche Travaglio, anche Grillo, anche Luttazzi e la Guzzanti hanno coraggio. Come lo aveva Biagi. Certo loro non hanno bisogno della scorta e non è poco. Penso però che tutti loro, considerato quanto sono bravi, guadagnerebbero un bel pò di soldi e forse guadagnerebbero anche di più senza bisogno di schierarsi apertamente contro un ventennio di fascismo e nefandezze e contro altri quarant’anni di collusioni fra politica e malaffare. Potrebbero fare gli attori o il giornalismo senza farsi nemici ma hanno fatto una scelta d’indipendenza di pensiero e di denuncia ed io li ammiro, li apprezzo e li stimo. Hanno fatto quella scelta malgrado sanno che il potere mediatico in questo paese è in mano ad un uomo solo. La censura a Santoro, Luttazzi e Biagi e le intercettazioni hanno dimostrato che un uomo, da solo, può decidere vita e morte artistico-giornalistica di chiunque. I suoi tentacoli arrivano dappertutto oggi, anche in campo giudiziario. Se mettessimo sui piatti di una bilancia il potere di un boss della camorra ed il potere di un premier-padrone, vedremmo da che parte pende la bilancia.
Con questi presupposti, secondo me Saviano avrebbe dovuto guardarsi bene dal partecipare ad una trasmissione Mediaset. Avrebbe dovuto essere coerente con quell’icona che lo vuole fustigatore del potere criminale ma anche di quello politico quando i due poteri s’intrecciano. Per questo ritengo che Saviano, con quella partecipazione abbia omologato lui stesso il potere che dice di condannare. Perdonami cara ma penso che non si possa salire sul pulpito in chiesa e condannare quelli che vorrebbero abolire l’aborto, puntando però il dito fuori dalla chiesa. Sarebbe ipocrisia. Ciao, buona giornata. :o)
Condivido le tue affermazioni su Travaglio, Grillo, Luttazzi, la Guzzanti e Biagi.
Non c’è dubbio che se si vuole essere coerenti in senso assoluto, sarebbe opportuno evitare le trasmissioni Mediaset. Ma …
Ma io considero anche altre cose.
Innanzitutto, per loro fortuna, sia Travaglio che gli altri che tu hai nominato, non sono costretti a vivere come prigionieri sotto scorta né hanno fondati timori per la propria vita e per la vita dei propri familiari. Senza contare, poi, il fatto che potendo muoversi liberamente hanno anche diversi mezzi a disposizione per esprimersi. Da persone libere riescono facilmente a percepire la solidarietà, nei momenti difficili, e a capire che non sono soli. A volte io mi chiedo cosa farei se fossi costretta a condurre una vita blindata … ma ogni volta non so rispondermi … so, però, che la sola idea mi mette paura (soprattutto se penso alle persone che mi sono vicine).
Inoltre sono convinta che Mediaset è stato solo un mezzo per far ascoltare ad un vasto pubblico la propria voce. Del resto anche Giovanni Falcone parlò di mafia in una trasmissione di Mediaset; eppure lui sapeva meglio di noi chi è Berlusconi.
Un paio di giorni fa Giancarlo Caselli ha affermato: “sulla base della mia esperienza palermitana, tute le iniziative di coinvolgimento della società civile organizzata sono non soltanto utili ma indispensabili” Sono d’accordo.
È, più o meno per questi motivi che trovo esagerato e non corrispondente alla realtà parlare di omologazione. A volte noi pretendiamo un po’ troppo dalle nostre icone, come se non ci avessero dato già abbastanza. Non stare a fianco di Saviano oggi, contribuisce ad isolarlo e a renderlo vulnerabile … e io questo regalo alla camorra non ho alcuna intenzione di farlo.
Hai ragione, la camorra, come qualsiasi altra mafia, non sarà mai sconfitta se non si combattono e recidono i suoi stretti legami con la politica, se non si annientano le sue infiltrazioni nelle istituzioni e nello Stato … ed è lo Stato, in primo luogo, che deve combattere questa lotta.
Certamente i cittadini, da soli, non ce a faranno mai. Ma fino a quando i cittadini non faranno proprio, fino in fondo, il problema della lotta alla mafia … fino a quando ognuno di noi non combatterà la mafia che è in noi … fino a quando non ripudieremo, anche in ogni piccola azione della giornata, quella cultura che ci rende, di fatto, conniventi con la mafia … fino a quando non ci ribelleremo apertamente, superando le nostre paure … fino a quando non saremo capaci di far sentire tutta la nostra solidarietà a tutte le persone minacciate dalla mafia … fino a quando non saremo capaci di fare scudo con il nostro corpo a chi rischia di diventare una vittima della mafia … fino ad allora lo Stato non avrà interesse a combattere seriamente la malavita organizzata.
“Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo” diceva Rita Atria a soli 17 anni …
Ognuno deve fare la propria parte. Spetta a noi essere cittadinanza attiva, essere da pungolo alle istituzioni ed allo Stato affinché la lotta alle mafie sia senza quartiere. Lo dobbiamo pretendere.
Ciao, ti saluto con stima, affetto e simpatia :-)