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7 e 8 luglio 2008
7 luglio: sono arrivata alle 17 in punto in Piazza Esquilino. “Mi costituisco” ho detto scherzosamente presentandomi ad uno dei tavolini dove si raccoglievano le impronte iper solidarietà ai bambini Rom. Poco dopo le impronte delle dita della mia mano destra, da inviare al Viminale, erano su un foglio insieme ai miei dati.
Roma, nonostante il caldo torrido, ha risposto all’appello dell’ARCI oltre le più rosee previsioni: c’è stato un viavai continuo di cittadini che si sono autodenunciati e intorno alle 19 erano già finiti tutti i moduli per le schedature per cui gli organizzatori si sono dovuti affrettare a fare le fotocopie. Oltre tremila sono state le persone che si sono autoschedate.
Notevole è stata la partecipazione e l’impegno della comunità ebraica.
Moni Ovadia, Ascanio Celestini e Andrea Camilleri si sono fermati per quasi tutto il tempo a discutere con i giornalisti e con gli altri cittadini. Fortissima la loro indignazione, come quella di tutti. Si è parlato di memoria, della resistenza, del fascismo, del razzismo, delle “leggi canaglia”.
Ho provato una grande tenerezza per Camilleri. Letteralmente accerchiato da una folla di persone, che gli impediva quasi di respirare sotto il sole che picchiava, rispondeva con fatica ma con molta disponibilità e forte partecipazione a tutte le domande. E grande tenerezza ho provato anche per un signore molto anziano che parlava del fascismo, del suo arresto, della sua deportazione e degli orrori del nazismo … sopravvissuto ai campi di sterminio, sul suo braccio sinistro si leggeva il tatuaggio A-5506. Anche lui era affaticato e fiaccato dal sole cocente ma, come Camilleri, resisteva al caldo insopportabile e non si risparmiava. Ambedue sembravano voler testimoniare che esserci era più importante della propria stanchezza, del peso dell’età, di quella calura soffocante che faceva mancare il respiro …
Ha tentato di resistere il più possibile all’afa ma non c’è riuscito anche un ragazzo che, nel fare la fila per farsi prendere le impronte, è svenuto. Ha perso i sensi, ma quando si è ripreso non è andato via: è rimasto a lungo in piazza insieme agli altri, come se non gli fosse accaduto nulla.
Alle 20,10 ho deciso di andare via. C’erano ancora diverse persone in fila e ho portato via con me quel grande senso di solidarietà che era vivo e palpabile in Piazza Esquilino … le parole piene di rabbia e di indignazione di Moni Ovadia … le riflessioni di Celestini … i racconti di tutti (noti e sconosciuti) … la determinazione di Camilleri e dell’ex deportato … e l’importanza della memoria …
Sono tutte cose molto preziose e a tutti loro va il mio GRAZIE
Per le ultime notizie sulla questione delle impronte digitali (Risoluzione Parlamento Europeo) clicca QUI
8 luglio: sono arrivata in Piazza Navona poco dopo le 18 per manifestare contro le "leggi canaglia". Pensavo che a quell’ora non ci fosse quasi nessuno ma, con mia grande sorpresa, metà della piazza era già piena e farsi largo tra le gente era faticosissimo. Un bagno di sudore.
Ovunque bandiere della pace, bandiere dell’IDV, bandiere di Rifondazione Comunista, bandiere del PCdI, bandiere dell’Ulivo, bandiere di Sinistra Democratica, bandiere rosse e anche bandiere del PD. Moltissimi erano i cartelli in difesa della Costituzione e contro il Caimano.
Le persone hanno continuato ad affluire e, piano piano, hanno riempito l’intera piazza. Vedere la grande Piazza Navona gremita di gente che, nonostante il caldo, ascoltava con grande partecipazione gli interventi che si susseguivano sul palco, era uno spettacolo bellissimo che riempiva il cuore di gioia e di speranza: la gioia di una condivisione di un obiettivo comune nonostante le tante esperienze diverse e la speranza che l’assuefazione e l’indifferenza non potranno vincere … non sempre, non su tutti …
Moni Ovadia, come al solito, è riuscito ad infiammare gli animi:
“Adesso paghiamo la retorica dei ragazzi di Salò perché è stato il segnale per i fascistoidi per dire: possiamo ritornare e farci riconoscere.
Ora stiamo molto attenti. Dobbiamo veramente vigilare. La perversione parte dall’uso del linguaggio. Hanno deciso di attaccare la democrazia attaccandone il senso anche nel linguaggio. Chiamano giustizialismo la legalità. È questo che fanno: pervertono i termini. Io credo che nessun politico democratico debba stare a questo gioco. Non si deve accettare neanche per trenta secondi che ciò che è la legalità costituzionale venga chiamato giustizialismo. Se noi chiediamo a un politico che ci governa “facci vedere che persona sei” se noi vogliamo essere governati da politici che abbiano anche una solida statura morale … questo lo chiamano moralismo.
Noi abbiamo il dovere, innanzitutto verso noi stessi, ma soprattutto verso le generazioni future che verranno, di mantenere una mobilitazione permanente.
Non abbandoniamo più il dovere di testimoniare la legalità e la giustizia in nessun momento della nostra vita.
La democrazie richiede il ripudio della violenza, ma non il ripudio della fermezza. Non possiamo dialogare con chi vuole riabilitare i fascisti!”
Ma applauditissimi sono stati anche Rita Borsellino (in collegamento per un incidente ad un ginocchio) e Marco Travaglio.
Rita Borsellino ha sottolineato la necessità e l’importanza di manifestare il proprio dissenso per una nuova Resistenza:
“Oggi è tornato il tempo che bisogna esserci di persona, che bisogna esserci con la propria faccia, che non si può più delegare a nessuno il proprio impegno personale. Oggi bisogna esserci in prima persona perché quello che sta accadendo credo che sia altrettanto grave di quello che accadde nel ’92 e nel ’93.
Ci sono delle cose che sono al di sopra di tutto e di tutti, perché ci sono dei valori assoluti che non possono cedere davanti a nulla: il valore della giustizia, il valore della solidarietà. Tutto questo oggi viene calpestato, considerato fuori moda, quasi nocivo. Quando si parla delle leggi razziali nei confronti dei clandestini, di impronte da prendere ai bambini, tutti quanti noi dovremmo, in piazza, come abbiamo già fatto una volta, metterci lì in fila a farci prendere le impronte perché vogliamo essere liberi e garantire la libertà di tutti.
Si ritiene prioritario che le più alte cariche dello Stato siano immuni. Si ha la sensazione che si voglia nascondere qualcos’altro, che si voglia parlare di questo per nascondere i problemi veri del paese.
I problemi della sicurezza sono quelli del 41bis che si svuota del suo significato lasciando che i boss continuino a comandare all’interno del carcere, continuino (dal carcere) a guidare i traffici illeciti e a comandare sulle “famiglie”. Il 41bis è una misura che non può essere altalenante. Questi sono i veri problemi della sicurezza, non quelli dei rumeni, non quelli dei campi Rom. Quelli si risolvono in altro modo. Le città sicure sono le città accoglienti, che integrano; non sono quelle che escludono, che emarginano.
Dobbiamo esserci: uno ad uno e tutti insieme.
I cittadini, se i partiti sono troppo lenti, hanno il sacrosanto dovere di essere propulsivi, di dare la spinta, di essere propositivi, così come fecero nel ’92, dopo le stragi. Fu la cittadinanza quella che si ribellò e costrinse le istituzioni a fare delle scelte straordinarie.
Falcone e Borsellino vengono considerati eroi ma viene considerato eroe anche un certo Mangano. No, questa confusione non sta bene. Ogni cosa va al suo posto. Le idee devono essere chiare. I giudizi devono essere chiari. E allora spetta a ciascuno di noi non solo andare in piazza e manifestare ma assumersi la responsabilità della scelta e del controllo che ciò che si svolge dentro i palazzi sia effettivamente quello per cui noi abbiamo delegato le persone che abbiamo scelto. Chi ci rappresenta deve portare avanti un’opposizione forte, tenace, vera nei confronti di un governo che sta facendo delle scelte assolutamente inaccettabili, pericolose che mettono in crisi la stessa democrazia, gli stessi valori fondamentali che ci vengono dalla resistenza e che ci vengono dalla nostra storia.
Allora, così come fu definita NUOVA RESISTENZA la lotta che si fece contro la mafia nel ’92 e nel ’93 e negli anni subito successivi, io credo che anche questa debba essere NUOVA RESISTENZA: la resistenza di ogni cittadino che si assume le proprie responsabilità e, se è necessario, sta in piazza, se è necessario protesta e dice chiaramente e forte quello che è il suo senso della democrazia della libertà e della giustizia. Oggi noi siamo qui per questo. Continueremo ad esserci perché la nostra democrazia, la nostra libertà e soprattutto la giustizia, in questo Paese, dobbiamo proteggerle, difenderle e promuoverle, così come ci hanno insegnato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”
Marco Travaglio tra le altre cose, ha affermato:
“La legge sulle intercettazioni vieta ai giornalisti di raccontare non solo le intercettazioni ma tutte le indagini della magistratura. Noi non potremo più parlarne nemmeno nel contenuto, nemmeno per il riassunto finché non inizierà il processo.
Continueremo a pubblicare le notizie di indagine nel testo, nel contenuto e per riassunto. E poi, quando ci processeranno, i nostri avvocati chiederanno al giudice di sollevare un’eccezione di incostituzionalità, perché è contro l’art. 21 della Costituzione e contro la “Convenzione dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali” che tutela le libertà di stampa ed impedisce al potere politico di dire alla stampa quello che può raccontare e quello che può non raccontare, soprattutto se sono notizie pubbliche. E queste sono notizie pubbliche.”
Ha sottolineato, poi, che il Lodo Alfano “deroga all’art. 3 della Costituzione” e ha aggiunto:
“Il Quirinale, finora ha firmato tutto, compreso l’aggravante razziale. Speriamo che smetta. Il CSM si era ribellato. Aveva cominciato a dire “ma guardate che non si può è incostituzionale”. È stato fermato il CSM! Zitti, la Costituzione non si nomina. È top secret. È coperta dalla privacy la Costituzione. È segreto istruttorio. Forse è segreto di Stato.
I girotondi vengono attaccati da lui (Berlusconi) e da quelli che dovrebbero benedirli visto che già una volta hanno rianimato un’opposizione in coma profondo.
In compenso è partito il dialogo con Casini. Casini è la bella faccia di Cuffaro. Ricordiamoci che dietro a Casini c’è Totò Cuffaro.”
Gli interventi di tutti sono stati ascoltati con molta attenzione e partecipazione Ognuno ha parlato con il proprio linguaggio. Ed i temi affrontati sono stati di grande rilievo: legalità, lodo Alfano, decreto sicurezza ed aggravante razziale, discriminazioni, laicità, infortuni sul lavoro, libertà di informazione, mafia, importanza di ribellarsi anche nelle piazze. Non mi dilungo ulteriormente sui contenuti, ma chi vuole, trova QUI tutti gli interventi.
Per quanto riguarda, poi, la polemica che si è scatenata dopo la manifestazione, devo dire che ascoltando le varie dichiarazioni e leggendo i giornali, ho avuto la netta sensazione che si parlasse di una manifestazione diversa da quella alla quale ho partecipato.
Voglio solo osservare che è pretestuoso parlare di vilipendio al Presidente della Repubblica e stracciarsi le vesti perché si è messo il Papa all’inferno … e voglio rammentare che è noto (o, almeno dovrebbe esserlo) che il linguaggio della satira non conosce (né ha mai conosciuto) mediazioni. Il linguaggio della satira non mi ha mai scandalizzato; al contrario mi ha sempre divertito.
In diversi interventi è stata criticata l’azione del Presidente della Repubblica (per aver firmato il pacchetto sicurezza, per aver messo “paletti” al CSM in ordine alla costituzionalità delle norme su cui doveva pronunciarsi e per essersi espresso in favore del lodo Alfano) ma non mi risulta che sia vietato criticare atti e fatti a lui imputabili, tanto più se corrispondenti a verità.
D’altra parte non riesco ad individuare alcun vilipendio nelle parole di Travaglio che, su questa particolare questione, ho riportato fedelmente, né in quelle di Grillo.
Mi rimane difficile capire cosa ci sia di tanto scandaloso sul fatto che Sabina Guzzanti abbia messo il Papa all’inferno. Abbiamo forse dimenticato che Dante Alighieri ha mandato all’inferno non meno di quattro papi: Anastasio II, Niccolò III, Bonifacio VIII e Cemente V? Tra l’altro, gli ultimi due sono stati collocati all’inferno (come predizione di Niccolò III) mentre erano ancora in vita. Dimenticavo: Dante ha condannato all’inferno persino lo spiritualissimo Celestino V. Il vero problema non è l’inferno, ma il motivo che induce a mettere un papa all’inferno … almeno questo a scuola avremmo dovuto impararlo.
Non sono piaciuti i toni? Si è indubbiamente liberi di criticare i toni che si disapprovano, ma nello stesso tempo, però, l’onesta intellettuale imporrebbe di parlare anche dei contenuti perché ciò che conta realmente è il contenuto, il significato, l’essenza di ciò che si afferma.
Senz’altro Sabina Guzzanti, nel dire verità senza peli sulla lingua, ha usato toni forti ma a proposito dei suoi toni, faccio mia l’osservazione di Mario Adinolfi, deputato e membro della direzione del PD:
“tra l'oscenità di una politica senza ritegno, che vara leggi incredibili e non sa più dare significato alla parola "democrazia", e l'oscenità delle parole di questa showgirl un po' sciroccata ma coraggiosissima (che non so quanto le costerà di querele e blacklist-televisiva-eterna questo giro sul palco di piazza Navona), io so con chi stare”.
Capacità di recepire i contenuti ed i significati, capacità di lettura degli eventi e di ascolto dei problemi di cui si parla (al di là dei modi provocatori in cui vengono manifestati): sono tutte facoltà che l’informazione sembra aver perso. E allora mi chiedo: dov’è finita l’informazione, quella degna di questo nome?
Una piazza troppo scomoda? Una piazza che ha “disturbato” troppo?
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