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« IL REGNO DI AKHENATON E ... | IL REGNO DI AKHENATON E ... » |
Nel sesto anno di regno e poco
tempo dopo aver mutato il proprio
nome, Akhenaton trasferì la residenza
nella nuova città facendo voto
di non abbandonarla mai più. Grandi
palazzi e templi vennero edificati
per il sovrano, per Nefert-iti, per
Tiye e per altri membri della
famiglia reale. Nell'interno di
un immenso recinto fu costruito
il grande tempio del Disco Solare,
centro della nuova religione
dell'Aton in tutto il mondo.
Una sepoltura reale fu scavata
nello uadi che divideva in due
parti il semicerchio di rocce che
racchiudeva la località a oriente.
Un'iniziativa egualmente prodiga
fu presa per i cortigiani di Akhenaton,
le cui dimore vennero previste
in scala generosa e le cui tombe
furono scavate ai piedi delle colline
a sud e nelle rocce a settentrione.
Questi cortigiani non venivano dalle
vecchie famiglie di governo, ma si
trattava di uomini nuovi i quali
proclamavano che la loro carriera
era dovuta interamente al faraone.
E' alle loro cappelle tombali
decorate con rilievi e contenenti
testi in lode dell'Aton e di
Akhenaton che noi dobbiamo la
nostra conoscenza dei nuovi
insegnamenti del sovrano.
In particolare un inno, che si vede
nella tomba del sacerdote Ay,
è generalmente considerato
opera dello stesso Akhenaton.
In esso l'universalismo
dell'impero egizio trova la
sua piena espressione nel
regale poeta, il quale
vagheggia una religione
universale che sostituisca
il nazionalismo che aveva
imperato per i venti secoli
precedenti. Egli fonda il ruolo
universale del dio sulla sua
cura paterna egualmente
dispensata a tutti gli uomini,
senza riguardo per razza o
nazionalità, e chiama Aton
"padre e madre di tutti coloro
che egli ha creato". Akhenaton
ebbe così l'idea di un signore
universale Creatore della
Natura; ma egli vide e rivelò
anche il benefico scopo del
Creatore. Nell'insegnamento
di Akhenaton v'è una continua
insistenza su maet, la "verità",
quale non si ritrova nè prima
nè dopo. Il sovrano accosta
sempre il suo nome alla frase
"Vivente nella Verità", e che
questo non sia senza significato
è evidente dal piacere che egli
prova nel mostrare al
pubblico la sua vita familiare.
Egli si fa rappresentare in
compagnia della regina e
delle figlie in ogni possibile
occasione, mentre gode dei
rapporti più familiari e
naturali con esse, le quali
a loro volta, vengono
rappresentate mentre
partecipano ai servizi religiosi
nei templi. Il suo scultore
capo, Bek, proclama di
aver ricevuto insegnamenti
dallo stesso sovrano, mentre
gli artisti della sua corte
ricevevano istruzioni affinchè
esprimessero quello che
vedevano effettivamente.
Il risultato fu un realismo
nuovo e semplice, ma bello.
Essi colsero gli atteggiamenti
istantanei della vita animale,
il cane da caccia in corsa,
la preda che fugge, il toro
selvaggio che salta tra il
fitto dei papiri, perchè
tutto questo apparteneva
alla "verità" in cui viveva
Akhenaton. Neanche la
persona del sovrano si
sottraeva alle leggi della
nuova arte e gli artisti
rappresentavano Akhenaton
come essi stessi lo vedevano,
non idealisticamente, ma
come egli appariva ai loro occhi,
con tutte le sue deformità
corporee.
Immerso nell'esaltazione delle
sue idee religiose...
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