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Post N° 234

Post n°234 pubblicato il 08 Novembre 2008 da donulissefrascali

POTERE, SERVIZIO, E STATO SOCIALE.

La definizione dello stato sociale è strettamente collegata al concetto di democrazia: non può esistere uno stato sociale se non esiste una vera democrazia e non può essere promosso un vero stato sociale se chi detiene il potere non lo detiene in funzione di un servizio alla base popolare. Solo attraverso a una precisa definizione delle funzioni di servizio al cittadino da parte del potere, si definiscono le linee della vera democrazia, che secondo l’etimologia della parola greca, demos-cratos, vuol dire “ potere del popolo”. La teoria moderna è legata essenzialmente a due forme di governo: una nata col sorgere delle grandi monarchie e l’altra col nascere della forma repubblicana, elettorale. Ammesso che possa sembrare utopico che gli affari comuni non debbano essere gestiti dai governanti, inizia ad emergere il pensiero che il “governo del popolo da parte del popolo e per il popolo” possa rispondere in maniera più soddisfacente ai reali bisogni. Ma quale popolo? Con quali fini e metodologie? E’ un interrogativo che gli stessi propositori della democrazia si pongono. La discordanza delle risposte che vengono espresse, rende inevitabile dedurre che democrazia è un termine che, se si vuol rendere ragione della realtà, non può essere preso in senso assoluto. Tutte le diverse democrazie esistenti si professano al servizio dell’uomo. Prendendo in esame una formula di governo che si dice democratico, ogni riflessione porta ad un inquietante interrogativo: che cos’è l’uomo e quali sono le sue naturali esigenze. La dottrina della sovranità popolare non deve essere confusa con la dottrina di contratto (sindacale) che raramente ha esiti positivi. La cultura e la realtà del diritto naturale con la quale il contratto di lavoro dovrebbe essere strettamente collegato, implica profonda riflessione per definire il diritto di proprietà e il diritto di partecipazione ai beni esistenti e prodotti dal lavoro. Queste riflessioni vanno evidenziate nella formazione delle leggi proposte dal potere tendenti a sostituire e sovrapporsi al diritto naturale, particolarmente quello riferito alla difesa della sopravvivenza e della vita. Il governo repubblicano, che nella sua concezione non è concentrato nelle mani di uno solo ma distribuito in diversi corpi collegiali, troppo spesso in conflitto tra di loro, non è espressione di una struttura finalizzata a un vero servizio alla base popolare. Occorre quindi analizzare e proporre altre vie finalizzate alla realizzazione di uno stato sociale che attuando un vero servizio alla base popolare tenda a difendere la vita di ogni essere umano e non solo di quelli che si trovano in una posizione di privilegio.

 
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