NON E' UN BLOG

Ci vuole poco a capire. Da quando sei sparita, è come girare con un buco nello stomaco, come partire e scoprire all’arrivo che ci si è scordati lo spazzolino da denti. Un po’ come quando si cercano le chiavi della macchina che ero sicuro di aver riposto lì, proprio dentro quel cassetto, lo ricordo benissimo, e invece no, non ci sono. A me è successo un po’ così, per questo ho iniziato a cercarti nei posti dove ero sicuro non ti avrei mai trovata, sbirciando a caso tra la folla all’uscita dalla metro, tra le foto che ti sei portata via, dietro il divano tante volte mi fossi scivolata lì.
Poi, un giorno in cui mi ero ripromesso di cambiarmi i calzini, mentre provavo a levare una macchia di yogurt secca dalla poltrona, mi è caduto l’occhio sull’oroscopo di un giornale, e capii finalmente dove eri finita. “La luna consiglia un viaggio distensivo”, c’era scritto proprio sul disegnino che raffigurava il tuo segno. Non ho potuto evitare di pensarti da qualche parte, su una spiaggia con qualcosa da bere in mano, sorridente, con i nei ancora adagiati lì dove me li ricordavo. Così presi a seguirti tutti i giorni attraverso gli astri: un giorno avevi fortuna negli affari, un altro giorno stavi male, un altro ancora uscivi la sera sperando negli incontri proficui che ti annunciava Mercurio, oppure a volte non godevi delle grazie di Giove, e quindi dovevi essere un po’ triste. Ma il giorno dopo tornavi ad avere difficoltà a far comprendere a pieno le tue giuste intenzioni, o a stare sotto una Venere quadrata che limita.
E’ stato bello ricontrarti lassù, dove l’eternità è un optional compreso nel prezzo, dove è più leggero amarti e le foto sono ancora al loro posto, ordinate per data nell’album dalla copertina viola.
Invece, le chiavi della macchina, quelle, non le ho più trovate.