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NOTE A MARGINE DI UN VIAGGIO IN METROPOLITANA - 3

Post n°1334 pubblicato il 07 Giugno 2012 da non.sono.io
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Di tutte le stazioni metropolitane romane, senza alcun dubbio, quella di Colosseo è la più bella. Ma dovrebbero metterci un asterisco con una nota a margine, non tanto per i romani ma per i turisti. Il mondo in generale e gli italiani che non abitano nella capitale in particolare, sono infatti ormai da troppi anni abituati a giudicare le cose dalla forma non dalla sostanza, e questo in una città come la mia può risultare un errore fatale. 
La stazione Colosseo è grigia, sporca, normalmente sovraffollata, non ci sono scale mobili e alle pareti qualche assessore che probabilmente doveva un favore a qualcuno, ha fatto appendere dei mosaici che cercano di rappresentare una chiazza di vomito su un lenzuolo, o almeno così si percepisce. Questa è la forma.
Nella sostanza, invece, uno esce da quella grotta urbanizzata, buia a causa delle lampade al neon quasi sempre guaste, e appena superata la vecchia cancellata arruginita, c’è lui. Il Colosseo. E’ come uno schiaffo, un colpo di taser: nel giro di due minuti, il visitatore passa dall’inferno al paradiso. E rimane a bocca aperta.  Roma per i romani è fondamentalmente questo, cioè un sentimento più che un luogo dove vivere, perché a Roma, come in Italia, si vive male, e se non ci si aiuta con l’ispirazione è facile cedere alla tentazione di andarsene via il più lontano possibile, lì dove ci hanno giurato che tutto funziona alla perfezione. Tutto tranne il cuore, che marcisce ammollato dall’umidità, o dalla nostalgia.
Non potrò scordarmi mai la prima volta che vidi il tuo sguardo quando uscisti da quella fermata.
Ti fermai un secondo prima di varcare la soglia, e ti dissi di prepararti all’impatto, poi con la voce simulai il coro di quando si fa una ola alla stadio. Ridevi come una bambina a Natale prima di scartare il regalo e solo quando mi accorsi che era il momento giusto ti lasciai andare. 
Perché Roma per i romani è fondamentalmente un regalo da donare, piuttosto che da godere.
Davanti a te all’improvviso si materializzò quello che avevi visto solo nei documentari o nelle guide, e ti sembrò più grande, più brillante, più bello di come la tua fantasia se lo era costruito. Ci abbracciammo e io tornai a scartare il pacco insieme a te.
Passeggiammo seguendo il percorso della storia, quella più gloriosa di questa nazione, fino ai Fori prima di chissà quale finanziaria, quando si potevano visitare gratis. E in quel punto, con le colonne bianche di un marmo che non esiste più ad incorniciare quell’attimo, ci baciammo per la prima volta. Da quel giorno non abbiamo più smesso di farlo.
Perché Roma per i romani è amore. E l’amore non si può spiegare.

 
 
 
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