DOVE SONO LE API?
Post n°194 pubblicato il 18 Novembre 2008 da silvia.robin1
Le api boicottano le piante Ogm |
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GABRIELE BECCARIA |
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Se
lo saranno detto con le sequenze di simboli nascosti nelle danze a
mezz’aria? Oppure con le emanazioni dei recettori odorosi, che -
rivelano studiosi americani come James Nieh - sono state elaborate con
milioni di anni di sforzi e oggi ricordano in tutto e per tutto i
codici cifrati degli agenti segreti?
Di certo l’evoluzione non
le aveva preparate all’imprevisto fabbricato dai loro partner da almeno
8 mila anni, gli esseri umani: le api si stanno scambiando informazioni
via via più preoccupate e da un po’ di tempo si consigliano
reciprocamente di stare alla larga dai campi geneticamente modificati
che ricoprono superfici in rapida espansione, dalle praterie della
«corn belt» statunitense alle pampas argentine, fino alle pianure
infinite di India, Cina e Australia. Gli studiosi se ne sono accorti
quando hanno deciso di osservare che cosa succede attorno a una pianta
che non esiste in natura, ma è una fortunata manipolazione che genera
fiumi di dollari.
Si chiama canola (acronimo che sta per
«Canada» e «olio»), deriva dalla rapa e produce un olio per
innumerevoli usi, anche alimentari, dato che è considerato povero di
grassi cattivi. E’ proprio nelle zone dove cresce con impeccabile
logica industriale - denuncia una ricerca della Simon Fraser University
nel British Columbia del Canada - che si sta registrando un crollo
dell’impollinazione. Secondo le analisi, appena rese note
dall’Ecological Society of America, la densità delle api diminuisce
progressivamente a seconda che il campo che sorvolano sia, nell’ordine,
organico, trattato pesantemente con erbicidi e Ogm.
Il fenomeno
può essere interpretato come una fuga o una difesa. O come una forma
strisciante di sterminio. E’ infatti una nuova prova che si aggiunge
agli studi con cui si accusano le piante «trans» di minacciare le api e
spingerle all’estinzione dal pianeta che le ospita da 300 milioni di
anni, quando si separarono dalle zanzare e dal moscerino della frutta.
Proprio in Nord America - e soprattutto negli Usa - questi
insetti-chiave per la riproduzione della maggior parte della flora
terrestre stanno scomparendo a tassi abnormi. La colpa - confermano le
analisi dell’Università di Jena in Germania - è (anche) della canola e
di alcuni ceppi di batteri resistenti agli antibiotici.
Tutto
nasce da un gene «marcatore» utilizzato nella controversa pianta
canadese: questo riesce a trasferirsi nei batteri, che da tempo
immemorabile colonizzano il sistema digerente delle api, e i
microrganismi si alterano. Da ospiti si trasformano in killer, facendo
strage dell’insetto più affascinante e oggi più studiato (da poche
settimane, infatti, il consorzio internazionale «Honeybee Genome
Sequence Consortium» ha sequenziato il suo genoma).
Le povere
api muoiono perché si ammalano e anche il miele risulta contaminato. Ha
tracce Ogm e - denunciano l’associazione britannica «Bee Farmers
Association» e «Friends of Earth» - c’è il rischio che i «resti»
arrivino fino agli animali e naturalmente all’uomo. Se l’uomo massacra
le api, questa potrebbe essere la subdola vendetta di creature che con
noi hanno almeno due straordinarie forme di parentela: la stessa
origine africana e un orologio biologico quasi uguale al nostro.
IL DNA Sequenziati diecimila geni Esistono
quattro specie di api: l’Apis Cerana, l’Apis Florea, l’Apis dorsata e
l’Apis Mellifera. Quest’ultima, la più comune, proviene dall’Asia
(mentre la sua antenata è africana) ed è stata introdotta in America da
inglesi e spagnoli. Dopo anni di tentativi è stato finalmente
sequenziato il genoma di questo straordinario insetto: grazie al lavoro
di 170 laboratori in tutto il mondo sono stati indentificati 10.157
geni e grazie a questa gigantesca impresa si spera di trovare nuove
strategie per salvare l’ape dal rischio dell’estinzione.
| Muoiono le api, dove sono sparite?
Funerale delle api, altre due notizie di morte. Primo: ancor più dell'anno scorso le api spariscono misteriosamente negli Usa. Alveari deserti e niente api morte in giro, una morìa chiamata Ccd
(Colony collapse disorder) che ha caratteristiche molto particolari, e
diverse da quelle europee. Un "giallo" con tanti indiziati e, finora,
nessun colpevole. Secondo: gli apicoltori dell'Unaapi parlano apertamente di arrivo del Ccd anche in Italia a proposito dell'impressionante morìa di api riscontrata in questi giorni in Lombardia. Almeno qui da noi, secondo gli apicoltori i principali imputati restano comunque i pesticidi neonicotinoidi. Se le api muoiono, nei campi e nei frutteti non maturano i frutti che le nostre tavole aspettano. Però avete mai pensato che le api possono morire in massa anche per le disinfestazioni anti zanzare? Foto Flickr.
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Inviato da: gbonnes
il 22/06/2010 alle 18:34
Inviato da: synthesis011
il 09/06/2010 alle 14:54
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il 11/04/2009 alle 12:31
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il 04/04/2009 alle 17:52