discussioni

COGLIONI CONTRO!

Politica     Il capo della Lega: "Trecentomila uomini sempre a disposizione". Il leader no-global: "Noi siamo pronti. Ci dica luogo, giorno e ora". Parole di fuoco, come caldi sembrerebbero essere i fucili della Padania e quelli del Mezzogiorno. Un inizio di leglislatura con dichiarazioni ben poco confortanti. Il commento di Mastella

Se il buongiorno si vede dal mattino, iniziamo con il dire che questo governo di centrodestra non sembra propriamente fatto per pacificare gli animi.
Se infatti nei giorni precedenti le elezioni il candidato premier Berlusconi si era affrettato a spiegarci che le sparate di Bossi non potevano essere prese sul serio, e che i suoi famosi fucili in realtà erano di legno, qualcuno ora ci dovrà invece spiegare come mai il futuro ministro delle Riforme si senta in obbligo di dover rispondere alla domanda di un giornalista sulle probabili manifestazioni di piazza della sinistra in caso di provvedimenti federal-secessionisti, con frasi di questo tenore: "Non so cosa vuole la sinistra, noi siamo pronti, se vogliono fare gli scontri io ho trecentomila uomini sempre a disposizione, e i nostro fucili sono sempre caldi". In seguito il passaggio sui "fucili caldi" è stato smentito dal Senatùr, probabilmente sotto consiglio e pressione dei suoi alleati; ma la sostanza non cambia.

Il fatto è che rispetto alla sparata precedente, quando tutti erano impegnati nella campagna elettorale, dopo la batosta del centrosinistra, alla quale ora si sono aggiunte le braccia tese dei sostenitori di Alemanno attorno alla statua di Marco Aurelio, qualcun altro stavolta a Bossi risponde per le rime. A farlo è Francesco Caruso, parlamentare Prc uscente, che certo non le manda a dire.

"Visto che anche noi siamo pronti per gli scontri, Bossi ci comunichi soltanto il luogo, il giorno e l'ora; non mancheremo e non ci faremo certo intimorire dai suoi fucili spuntati e dalle sue minacce inconcludenti". Poi aggiunge: "Sapremo rispondere colpo su colpo ai padani che hanno sversato per decenni i loro veleni nelle nostre terre, che hanno sderenato e saccheggiato per decenni il meridione in combutta con una classe politica locale parssitaria, che hanno rapito, saccheggiato e deportato intere generazioni di giovani meridionali per far diventare le loro braccia e i loro cervelli dei semplici ingranaggi al servizio delle loro fabbrichette". Caruso conclude beffardo, sottolinenando come "le nostre sono truppe extraparlamentari, lui invece abbaia ma la massimo può schierare qualche truppa ministeriale".
Prove tecniche di guerra civile? La ragione ci dice di no, ma sicuramente i presupposti teorici volendo ci sarebbero tutti. E la cosa grave è che a provocarli è un già e prossimo ministro della Repubblica.

Per fortuna, rispetto a Bossi e alla risposta di Caruso, c'è chi dimostra di possedere un minimo di senno istituzionale. Che però, guarda caso, non arriva dalla coalzione del leader della Lega, ancora una volta colpevolmente silente.
Tra le prime a reagire Silvana Mura, deputato dell'Italia dei Valori, che commenta: "Il botta e risposta tra Umberto Bossi e Francesco Caruso, infarcito di fucili pronti a sparare e minacce, fa accapponare la pelle. Il problema però è che mentre, fortunamtamente, Caruso non è più in Parlamento, purtroppo Bossi sta per diventare ministro". E pur ammettendo che Bossi sono anni che straparla seza mai dar seguito ai fatti, Mura ribadisce che "in un Paese serio, un politico che avesse pronunciato anche una sola volta una frase come quella sui fucili non avrebbe mai potuto fare il ministro. Figurarsi chi, come lui, continua a ripeterla provocatoriamente a ogni pié sospinto".

E a proposito di extraparlamentari, sulla stessa linea di Mura anche Angelo Bonelli dei Verdi: "Le parole di Bossi sui fucili e i 300mila uomini pronti sono fuori dalla Costituzione".

Dulcis in fundo, della querelle si occupa nientemeno che Clemente Mastella, probabilmente lì sul fiume ad attendere l'occasione buona per riemergere dal torbido anonimato cui è stato costretto dal "tradimento" di Berlusconi. Mastella passa in rassegna le "dolenti note", leggendo sulle agenzie di stampa che "i fucili di Bossi sono sempre caldi, che il Cavaliere ha sposato la Lega e dovrà eseguire gli ordini di Bossi, e che il senatore Roberto Castelli, in predicato di aggiudicarsi il dicastero dei lavori pubblici, è pronto a investimenti per le infrastrutture solo al Nord, sottolineando che si disinteresserà completamente del Mezzogiorno. Complimenti..."

Se il buongiorno si vede dal mattino, ci attendono momenti ancor più bui di quelli che stiamo già vivendo. FONTE:Aprileonline