Creato da: upmarine il 02/10/2006
Reporter a stile libero, anzi senza. Ovvero, un gatto attaccato ai maroni! Con le unghie. :-((

L’angolo dei barlumi

Però, dall'alto della mia età, ho visto fiordalisi correre dietro ai papaveri che si nascondevano tra le onde del grano. Ero giovane e molto meridionale.







Signore,
perché i nostri ragazzi hanno smesso di sognare il proprio futuro, mimetizzandosi nel gregge alla ricerca di un mediocre consenso?
Perché hanno perso la capacità di volare ad ali spiegate, al di sopra della vuota quotidianità?
Perché non si ribellano alla volontà di chi trova necessario che siano imbrigliati nel regno delle scimmie urlanti?
Perché hanno sacrificato il proprio diritto di sfidare il mondo?
Perché negano l'affermazione della propria capacità di eccellere?

Nemmeno Tu conosci la risposta. Vero?

 

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Italo Calvino ... su UPmariner Channel

Post n°149 pubblicato il 07 Marzo 2008 da upmarine

In rosso i miei commenti.

Abortire ovvero una decisione altamente morale


di Italo Calvino (Parigi 3/8 febbraio 1975)



Caro Magris, con grande dispiacere leggo il tuo articolo “Gli sbagliati”. Sono molto addolorato non solo che tu l’abbia scritto, ma soprattutto che tu pensi in questo modo.

Leggendo il seguito della lettera si comprende il dolore di questo grande uomo.

Mettere al mondo un figlio ha un senso solo se questo figlio è voluto, coscientemente e liberamente dai due genitori. Se no è un atto animalesco e criminoso.

Giudizio estremo ma comprensibile se ci immedesimiamo nel suo furore. Io personalmente ritengo che più di una coppia abbia messo al mondo un figlio in maniera alquanto incosciente, fosse anche per questioni di età. Ciò non di meno sono poi risultati essere genitori completamente dedicati all'amore per i figli. Certamente non erano però genitori costretti ad esserlo.

Un essere umano diventa tale non per il casuale verificarsi di certe condizioni biologiche, ma per un atto di volontà e d’amore da parte degli altri. Se no, l’umanità diventa – come in larga parte
già è – una stalla di conigli.

Non credo che la nascita di un essere umano sia diversa, biologicamente, da quella di un coniglio. E' tutto quello che viene dopo che lo rende diverso. Almeno credo.

Ma non si tratta più della stalla «agreste », ma d’un allevamento «in batteria» nelle condizioni d’artificialità in cui vive a luce artificiale e con mangime chimico.

Ovviamente nel 1975 l'idea della nascita forzosa accendeva certe fantasie da incubatoio. Era scontato, allora, che non ci fosse alternativa al dover usare il corpo della donna come incubatoio. Incredibile, sembra un secolo fa.

Solo chi – uomo e donna – è convinto al cento per cento d’avere la possibilità morale e materiale non solo d’allevare un figlio ma d’accoglierlo come una presenza benvenuta e amata, ha il diritto di procreare; se no, deve per prima cosa far tutto il possibile per non concepire e se concepisce (dato che il margine d’imprevedibilità continua a essere alto) abortire non è soltanto una triste necessità, ma una decisione altamente morale da prendere in piena libertà di coscienza.

Ci sono genitori, difatti, che non meriterebbero di esserlo. Purtroppo però sono inconsapevoli di ciò, altrimenti cambierebbero registro. Sono d'accordo con Calvino che è diritto di ogni figlio nascere nel miglior mondo possibile.

Non capisco come tu possa associare l’aborto a un’idea d’edonismo o di vita allegra. L’aborto è «una» cosa spaventosa «...». Nell’aborto chi viene massacrato, fisicamente e moralmente, è la donna; anche per un uomo cosciente ogni aborto è una prova morale che lascia il segno, ma certo qui la sorte della donna è in tali sproporzionate condizioni di disfavore in confronto a quella dell’uomo, che ogni uomo prima di parlare di queste cose deve mordersi la lingua tre volte.

Qui non ho niente da dire: sono d'accordo con lui al duecento per cento.

Nel momento in cui si cerca di rendere meno barbara una situazione che per la donna è veramente spaventosa, un intellettuale «impiega» la sua autorità perché la donna sia mantenuta in questo inferno.

Mi ricorda qualcuno d'oggigiorno.

Sei un bell’incosciente, a dir poco, lascia che te lo dica. Non riderei tanto delle «misure igienico-profilattiche »; certo, a te un raschiamento all’utero non te lo faranno mai. Ma vorrei vederti se t’obbligassero a essere operato nella sporcizia e senza poter ricorrere agli ospedali, pena la galera.

Credo che al nostro giornalista di oggi ci sarebbe da raschiare ben poco: è già arrivato al fondo. Io credo che i giornalisti abbiano, come tutti, libertà di esprimere il proprio pensiero. Tuttavia, essendo costruttori di opinioni, con una concreta possibilità di influenzare la massa, dovrebbero essere vincolati al principio di massima precauzione nello sparare cazzate.

Il tuo vitalismo dell’«integrità del vivere» è per lo meno fatuo. Che queste cose le dica Pasolini, non mi meraviglia. Di te credevo che sapessi che cosa costa e che responsabilità è il far vivere delle altre vite. Mi dispiace che una divergenza così radicale su questioni morali fondamentali venga a interrompere la nostra amicizia.

Al di là di ogni commento fatto in questa sede ritengo per me chiara una cosa: sono contro il revisionismo di questa legge. Anzi io obbligherei ogni AUSL ad assumere una quota non trascurabile di ginecologi NON obiettori e lasciare a casa chi, invece di fare il medico, fa il giudice moralista.

 
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