Creato da bluaquilegia il 06/01/2014

la sete verde

"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti

 

 

« dove io si dice per dire...e alcune menti spendono »

Convocazione dell'immaginario

Post n°423 pubblicato il 03 Aprile 2020 da bluaquilegia

PIERLUIGI CAPPELLO

Le notti calde e gli alisei

Libro e libero sono una cosa
e non c'è distanza che sia desiderare
non esiste fantasia che non liberi distanza,
oscurano il cielo vedono azzurri mai uditi
se un bambino dalle pagine dei libri
li legga stampati e chiari per la prima volta.

Così anch'io ho incontrato il mio Pequod
e ho visto arrampicarsi fino al cielo
le lamiere del Batavia
e ho imparato leggendo gli economici di Hemingway
che se un viaggio dura dalla seggiola di casa
alla scorza del tiglio solitario
non c'è metro che possa misurarne
l'eternità della distanza.

Esistono baie, conforti, fiordi di sonno nascosti
mappe che sono segnate soltanto
nel calore che c'è dietro due occhi
e rade, dove saldi si alzano i desideri
finché non scivolerà via dai sogni
l'impronta di quei sogni,
le notti calde e gli alisei.

Versi da - Un prato in pendio -

 

 

 

 

 

 

 

 


Fuck nota

ho potuto affrontare la realtà oggettiva
in questi ultimi due giorni, la realtà fuori
di casa, fuori da tutta la costruzione resiliente
adottata per affrontare questo lungo periodo
di sospensione che dura, per quanto mi
riguarda, da più di un mese.
ho varcato soglie di un due grandi strutture
ospedaliere, per accompagnare, 
strutture efficienti ed efficaci nella normalità
appena passata, quella che è accantonata,
probabilmente finita, almeno nei modi.
la realtà è, per me, la cura migliore o, ancora più
onestamente, l'unica cura che il mio modo di pensare,
riflettere, vivere, osservare, vedere, ascoltare la voce del mondo,
accetti.
prendere consapevolezza, vedendoli, 
percorsi inibiti e transennati, riservati, indicati
da grandi cartelli recanti scritte indicative di accesso a soli
casi d'infezione, in ospedali silenziosi, svuotati dalle
loro normali attitudini di cura, è stata la giusta iniziazione
alla nuova realtà.
dopo giorni di clausura, sia pure nella dolce accoglienza
del bosco, dove mi è tanto congeniale vivere, dove
astrarmi, perdendo la cognizione del tempo, è inevitabile,
ho transitato nuovamente nella realtà sociale, quella vera.
per i lunghissimi corridoi asettici,
lì, tutti coloro che ho incontrato, indossavano
presidi corretti. l'atteggiamento è già abitudine.
non ho percepito alcun grado di distacco umano, tutt'altro.
non sono una maschera od un paio di guanti a creare distacco.
l'adattamento in corso, protettivo per coloro che ci
circondano e per noi stessi, anch'esso è già attivo, funzionale.
eppure desidero condividere quale è l'immagine che mi è rimasta
maggiormente fissata negli occhi, 
non la cortesia degli sguardi,  
e la responsabilità serena e determinata del personale,
che c'è sempre stata,
che non ha perso nulla della dolcezza precedente
questo momento senza precedenti,
non il silenzio assordante,
non la gentilezza di chi soffre e prova con ostinata
determinazione a guarire, spremendosi un sorriso 
anche quello da leggere dagli occhi, 
sono stati i secchi della
spazzatura, nell'immediatezza dell'esterno degli
ospedali, stracolmi di mascherine e guanti,
gettati per essere sostituiti subito dopo.
se, dunque, la realtà dimostra la propria efficacia,
il rispetto siamo noi  quelli chiamati a doverlo
dimostrare e, assicuro che non vi è nulla di retorico
nè supponente. quel cazzo di enorme cestino 
stracolmo, con salvavita smessi, scivolati anche
al suo esterno, è la rappresentazione della realtà.

 

 

 

 

 

 

 

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Commenti al Post:
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 03/04/20 alle 08:38 via WEB
grazie, di nuovo per ciò che pubblichi. Che riesco ancora a leggere. E, circa la chiosa del tuo post, anche io ho fatto la medesima considerazione, ... forse mi sbaglio, ma appunto, la realtà mi chiama ad una consapevolezza.. ? come e dove smaltiremo tutto questo ? (le mascherine e la plastica?). Non voglio con orrore, e raccapriccio ora, pensarci e non per vacuità, affidiamo alla natura il compito ancora una volta di farlo? - saprà ancora salvarci - come farà a 'disintossicarsi' da tutto questo, si smaltirà? è tutto 'biodegradabile'? o ormai dobbiamo sopravvivere e vivere con tutto questo? - forse - è questo che dici, quando parli di questa realtà. Per quel che mi riguarda, qui, nella mia regione, qui, nella mia città, le visite anche quelle oncologiche sono rimandate a dopo il 15 aprile, a meno che non ci siano pericoli 'di vita'. ... Non potrò accompagnare mia madre purtroppo, ma è una roccia forte come l'albero che hai messo... anche se apparentemente delicata, e se sappiamo aspettare ancora questo tempo, e vivere con una sorta di normalità buona e possibile, possiamo trovare l'equilibrio per continuare, nonostante tutto quello in cui dobbiamo vivere,e capire. Grazie Paola. per il tuo scrivere.
 
 
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 03/04/20 alle 08:42 via WEB
aggiungo, non retorico nè supponente, a corretto e giusto, e non perchè lo 'diciamo noi' (ho fatto la medesima considerazione su un blog amico, qlc gg. fa), ma è un mettere nero su bianco la paura e forse anche la rabbia di un destino irreversibile... non dico all'autodistruzione, ma alla comprensione di dover convivere con dolore a ciò che risulta indigesto digerire... grazie ancora.
 
   
bluaquilegia
bluaquilegia il 04/04/20 alle 07:03 via WEB
ciao roberta, grazie della comprensione e dell'empatia. buon mattino https://youtu.be/Y4aiR9KRCzM
 
gianor1
gianor1 il 03/04/20 alle 10:58 via WEB
L'illusorio, la compiutezza della narrazione, di costruzioni di valori e modelli letterari di opere eccellenti, riceve giusto nel suo progetto poetico quella sua decisiva messa in forma che ne permette la leggibilità e condivisione sentimentale.
Post nota
Mi sento errante
nel mondo del lamento rumoroso.
Ramingo sul zinzino
in cui si dilata luce e notte
aggiungo il mio pianto al muro
costruito dagli altri.>br>Forse è questa condivisione
nel deserto del corpo
nell'illusione dello spirito.
Oggi terrena muraglia
che trafigge il fianco del cielo,
attenedendo, ahimè,
altre pietre e lacrime
di nuovi esseri a venire.
Bonora. Gian
 
 
bluaquilegia
bluaquilegia il 04/04/20 alle 07:05 via WEB
grande malinconia gian. abbi cura, p
 
neopensionata
neopensionata il 05/04/20 alle 02:54 via WEB
C’è un tempo per ogni cosa, un tempo per la semina e uno per il raccolto, come diceva Chance Giardiniere. Adesso è il tempo di stringere i denti, di soffrire, di cercare con fiducia un accenno di luce alla fine di questo tunnel. E poi ci sarà il tempo di ripartire, insieme a quello dei bilanci, delle ferite da curare.Bye Jole
 
 
bluaquilegia
bluaquilegia il 05/04/20 alle 08:26 via WEB
buongiorno gentile Jole, adesso è il tempo di dare il tempo al pianeta di guarire e guarirci. una rinunzia che possiamo affrontare. buona giornata e grazie
 
woodenship
woodenship il 05/04/20 alle 03:58 via WEB
Metterci"Cappello"sulla realtà è sempre un'azzardo: percorsi fantastici i suoi,che però hanno in comune con il tuo proprio quelle tante mascherine dismesse: come nella discarica di un teatro,l'avverti la multipersonalità del presente.E' come se quelle mascherine fossero la rivelazione de"Uno nessuno e centomila": di fronte alla morte, alla lotta per la vita,ci si scioglie ogni identità che, di volta in volta, assumiamo per salvarci la pelle.........Un bacio caldo di sole primaverile.........W........
 
 
bluaquilegia
bluaquilegia il 05/04/20 alle 08:31 via WEB
mi smascheri con perizia determinata, egregio poeta, malgrado il polverone atomico che improvviso, tu mi accogli anche nel nascondiglio dove mi rintano. grazie, chirurgico demolitore della mai fuga. ti abbraccio. oggi lascio un aedo magnifico, da ascoltare. buona mattina
 
 
bluaquilegia
bluaquilegia il 05/04/20 alle 08:36 via WEB
https://youtu.be/waW3_zZ8XUs buon ascolto
 
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