Creato da bluaquilegia il 06/01/2014

la sete verde

"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti

 

 

« cardo o giglio, non sapreicome se fossimo stati me... »

Quel che ti è riuscito nel tuo inconfutabile palazzo di parole vale ancor oggi

Post n°466 pubblicato il 22 Settembre 2020 da bluaquilegia

nota introduttiva:
avviso che
il post potrebbe rivelarsi davvero lungo e di scarso interesse.

 

 

CEES NOOTEBOOM

Wallace Stevens


                                                           Some things, nino, some things are like this

1.

Roucon, roucon, Don Don
tom tom, c'est moi
,
lobster Bombay with mango chutney,
hoyo hoy,

voglio cominciare così
con le più frivole note
del tuo lento graduale
di poeta pensante e cantore.

Qui bisogna essere educati, lo so,
davanti a questo potente signore
cha ha mutato la poesia da canto
e lamento
in suprema finzione,
realtà vista dal poeta
sull'orologio del suo attimo,
senza mito né credo,
un antivaticano
con i titoli come totem:
Notes toward a Supreme Fiction,
Meditation Celestial and Terrestrial,
The Ultimate Poemi is Abstract.

2.

Per te niente sogni tra
la poesia e le cose,
hai respinto il racconto
del dio sole
che il sole stesso si oscura per te,
non era che seduzione, adulazione,
rapimento dall'unica esistenza
questa unica volta, qui, ora
sul casuale pianeta.

Eri pesante nel corpo, nel lento e trascinante
scorrere dei tuoi versi, e tuttavia,
hoyo, roucou, tom tom,
Canonico Aspirina e Nanzia Nunzio
hoobla hoobla how
con i tuoi fronzoli francesi
tra i paragrafim
triangolo di piccola esultanza,
intorno al basso continuo
di un fuco in meditazione.

La tua legge è di marmo:
la tua invenzione più alta
scrivere verso per ronzante verso
il mundo tuo solo
è ora il nostro,
realtà, sempre vestita
di un altro pensiero,
e solo perfetta come poesia.

3.

Adieu, waving adieu adieu
a colui che non esiste,
adieu,
perché bisogna far senza, sempre,
e in lucidità
con lo sguardo più acuto,
sempre.
Quel che ti è riuscito
nel tuo inconfutabile palazzo di parole
vale ancor oggi:
l'assioma del sole,
il diktat della pera e della roccia,
e va ribadito
perché questa era la lezione:
it is possible, possible, possible. It must
be possible
.

Se non è una garanzia!

Adieu, adieu.


Versi da Luce Ovunque 

 

 

 

 

 

EDWARD MANET, NANA' (1877)


 

 

ERNEST HEMINGWAY

Lettera a Sara


"Ricordi Mr. Stevens? Quel simpatico Mr. Stevens. Quest'anno è tornato, piacevole come il colera, e prima che venissi a saperlo mia sorella Ura è entrata in casa, rotta dal pianto, dicendomi che durante una festa Mr. Stevens andava dicendo che non ero un uomo, che ero un cretino ecc.
"Così, una settimana fa, mi sono detto, è la terza volta che accade, ne abbiamo abbastanza di Mr. Stevens. Sono uscito, era sera, pioveva, incrocio Stevens; aveva appena finito di dire - me lo avrebbero riferito, poco dopo - ‘Dio, come mi piacerebbe avere qui Hemingway, lo stenderei con un pugno'". Hemingway dettaglia a Sara Murphy l'incontro: "Stevens agitò il suo pugno leggendario, mancandomi, ovviamente; io l'ho buttato a terra diverse volte, e l'ho pestato di brutto. L'unico problema è che le prime volte che l'ho steso avevo gli occhiali. Li ho tolti, su insistenza di chi voleva vedere una bella lotta, limpida, senza occhiali; appena li ho tolti Stevens mi ha colpito la mascella con il suo pugno domenicale. E qui comincia il bello. Si è rotto la mano in due punti. Non mi ha fatto nulla, perciò ho continuato a menarlo, l'ho sistemato bene, fino a costringerlo a stare cinque giorni a casa con infermiera e dottore. Ma non dirlo a nessuno. Sai, lui ha una posizione rispettabile in una compagnia di assicurazioni... la versione ufficiale è che Stevens è caduto da una scala. Quindi, non dire niente a nessuno. Pauline [la seconda moglie di Hemingway, Pauline Pfeiffer, ndr], che odia quando combatto, era felice. Ura non ha mai visto una rissa prima d'ora: non ha chiuso occhio per paura che Stevens morisse...".

estratto da: PANGEA, ERNEST HEMINGWAY VS. WALLACE STEVENS: LA SCAZZOTTATA CHE HA CAMBIATO LA STORIA DELLA LETTERATURA

 

 

 

 



WALLACE STEVENS

Il senso ordinario delle cose

Cadute le foglie, torniamo
Al senso ordinario delle cose. È come se
Avessimo esaurito l'immaginazione,
Inanimi in un sapere inerte.

È difficile persino scegliere l'aggettivo
Per questo freddo vacuo, questa tristezza senza causa.
La grande struttura è diventata una casa modesta.
Nessun turbante percorre i pavimenti immiseriti.

La serra ha più che mai bisogno di una riverniciatura.
Il comignolo ha cinquant'anni e pende da una parte.
Uno sforzo fantasioso è fallito, una ripetizione
Nella ripetitività di uomini e mosche.

Eppure l'assenza di immaginazione doveva
Essa stessa essere immaginata. La grande vasca,
Il suo senso ordinario, senza riflessi, foglie,
Fango, acqua come vetro sporco, espressione di un certo

Silenzio, il silenzio di un topo uscito a vedere,
La grande vasca e la rovina delle ninfee, tutto ciò
Doveva essere immaginato come una conoscenza inevitabile,
Imposta, come impone una necessità.

 

 

 

 


le facce del post:

CEES NOOTEBOOM


ERNEST HEMINGWAY

 

WALLACE STEVENS


 

 

 

 

 



from POETRY FOUNDATION

 

 

 

 







 

fuck nota

"it is possible, possible, possible. It must
be possible." 
se mai qualcuno dubitasse dell'umano bisogno
di primeggiare, a costo di nasi e ossa rotti

 

 

 

 




 

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Commenti al Post:
gianor1
gianor1 il 22/09/20 alle 13:48 via WEB
Post polimorfo che personalmente non reca fastidio. Poeti che evocano una varietà d'immagini e di contenuti in uno spazio sensitivo imponente. Quanto amo "Nanà"! Quella stupenda di Zola, vanagloriosa fanciulla contrapposta a quella di Manet spiritosa, lieve e persino baloccata.
Post nota
Di silenzio c'è bisogno
affinchè nasca in noi qualcosa
un silenzio che apra di gestazione
gli occhi a nuova luce
l'udito a nuovi suoni.
Di silenzio c'è bisogno
fragrante pane quotidiano
che le onde del fragore rinfrange
perchè s'accenda come lievito
il fuoco del silenzio
affinchè nasca in noi
della speranza il seme
innaffiato di luce e parole
e di fuoco concimato.
C'est possible!
Bonora. Gian
 
 
bluaquilegia
bluaquilegia il 22/09/20 alle 14:58 via WEB
ed è esattamente Nanà di Emile Zola che mi è venuta alla mente leggendo i primissimi versi di Nooteboom :"Roucon, roucon, Don Don tom tom, c'est moi, lobster Bombay with mango chutney, hoyo hoy". il perché non lo so, ora quasi mi pento di avere aggirato quell'idea, di avere accantonato Zola; mi pareva una roba eccessiva, così ho agito, declinando l'impressione sull'opera di Manet. sono davvero stupita, anzi no, sono felice di non essere sola in mezzo a questo marasma. cura gian e grazie sul serio. non credevo possibile che affiorasse subito un contenuto volutamente lasciato a margine. (it must be possible). ep
 
several1
several1 il 24/09/20 alle 08:06 via WEB
L'orologio dei poeti non ha lancette, possiede attimi che durano una eternitá
 
 
bluaquilegia
bluaquilegia il 24/09/20 alle 16:01 via WEB
buon pomeriggio madame, ed è questo dettaglio, questa frequentazione con il “fuori dal tempo”, tutt’altro che trascurabile. a rendere maggiormente comica l’ostinazione con la quale spesso si detestano a vicenda. grazie e abbi cura sev. ep
 
woodenship
woodenship il 25/09/20 alle 03:08 via WEB
La nota introduttiva suona un po'riduttiva, la nota finale arriva quasi tardiva.Ma, quel che resta di questo castello di carta, è tanta ma tanta cenere volteggiante nel cervello fonte poeticamente sorgiva: dal falò delle meraviglie poetiche spremute dal senso dell'ordinarietà delle cose; allo schiocco che che va a colla delle cose, appiccicandole nelle mani d'un povero vecchio da sbocconcellare come squali; per finire in cantilena, facendosi scudo di un multilinguismo che sfreccia dalle labbra per conficcarsi nella pera sulla testa di roccia.............Ma quanto sei bella e quanto mi incanti con questo tuo post della consistenza di tre mondi poetici..........Grazie con un bacio scintillante di stelle.......W.......
 
 
bluaquilegia
bluaquilegia il 25/09/20 alle 09:52 via WEB
grazie wooden, per essere entrato nel marasma e fare ordine. per quanto mi riguarda non ci ho neppure provato. il caos delle parole dei tre buffoni, quasi quattro (povero zola, accantonato...), valeva la scompostezza. il tuo sguardo divertito mi ripaga della strada confusa ma scelta. abbi cura di te, di chi ti circonda, delle parole. p
 
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