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la sete verde

"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti

 

Messaggi del 26/06/2018

fiere illusioni in notti possenti

Post n°255 pubblicato il 26 Giugno 2018 da bluaquilegia


FISICA TAO - THE TAO OF PHISICS

 

 

Nei vasti spazi del mondo subatomico
dove la materia ha la tendenza ad esistere
il signore della Vita inspira ed espira
creando e distruggendo l'universo
con ogni ondulazione del suo respiro.

E il mio signore Siva danza per le strade della città.
Il suo corpo una fiera illusione di carne, di energia,
le particelle di luce emanate dai suoi capelli
invadono la notte possente, la notte relativa, questo sogno.

Qui dove gli eventi hanno una tendenza a succedere
il mio seggio e tutta la sua miriade di mondi interiori
ruotano attorno in un carosello spaziale, scaravento
sfiatate poesie contro il mio signore, la Morte, mando queste
Parole, queste parole
che sbandano nella stupenda oscurità.

 

Ancora ho preso versi da "il geroglifico finale" di Gwendolyn McEwen,
curati da Branco Gorijup ed edito da Longo - Ravenna
(sono alle pagine 180 e 181 dell'antologia)

 

questa è gwendolyn macewen... faccia da poeta.


  
























fuck nota

sono fuori tempo.
la nota che mi è stata affidata al principio
la suono sempre fuori dall'insieme.
ho provato ad accordarmi, 
ho usato parecchi mezzi per far coro,
inutilmente.
ed è per questo che, mi sconvolge e mi 
disgusta la velocità di questo modo fuori da me,
in cui persino le idee devono essere brevi,
luccicanti ed appetibili, per essere masticate,
digerite e defecate in fretta da questa tenia
bisognosa, insoddisfacibile, grassa della sua
stessa esiguità che è il modo di esistere attuale.
non ci riesco, mi ammala.
la realtà, con la sua lentezza e la sua legge,
è talmente temuta che vi si preferisce un apparato
di completa menzogna, lercio e putrido ma agghindato
di una veste bianca che simula leggerezza.
come cazzo sia possibile una situazione del genere
non me lo spiego. 
continuo a vivere con lentezza e difficoltà,
trasformandomi in un essere antipatico e minaccioso
perché uso a chiedere perché.
il cielo splendidamente azzurro mi sovrasta proprio ora
mentre scrivo con il portatile appoggiato sulle gambe,
e non vi è sufficiente modo e tempo per descriverne la magnificenza,
come fare a superare un tale dilemma. cercare di vedere 
e guardare, forse, ognuno col proprio tempo, il proprio ritmo,
il proprio modo.

 

 



 

 

 
 
 

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