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la sete verde

"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti

 

Messaggi del 18/05/2018

attesa

Post n°243 pubblicato il 18 Maggio 2018 da bluaquilegia

JORGE LUIS BORGES


Ti offro strade difficili, tramonti disperati,
la luna di squallide periferie.
Ti offro le amarezze di un uomo
che ha guardato a lungo la triste luna.
Ti offro i miei antenati, i miei morti,
i fantasmi a cui i viventi hanno reso onore
col marmo: il padre di mio padre ucciso
sulla frontiera di Buenos Aires,
due pallottole attraverso i suoi polmoni, barbuto e morto,
avvolto dai soldati nella pelle di una mucca;
il nonno di mia madre - appena ventiquattrenne -
a capo di un cambio di trecento uomini in Perù,
ora fantasmi su cavalli svaniti.
Ti offro qualsiasi intuizione sia
nei miei libri, qualsiasi virilità o vita umana.
Ti offro la lealtà di un uomo
che non è mai stato leale.
Ti offro quel nocciolo di me stesso
che ho conservato, in qualche modo -
il centro del cuore che non tratta con le parole,
né coi sogni e non è toccato dal tempo,
dalla gioia, dalle avversità.
Ti offro il ricordo di una
rosa gialla al tramonto,
anni prima che tu nascessi.
Ti offro spiegazioni di te stessa,
teorie su di te, autentiche e sorprendenti notizie di te.
Ti posso dare la mia tristezza,
la mia oscurità, la fame del mio cuore;
cerco di corromperti con l'incertezza,
il pericolo, la sconfitta.

 

 

 

 

 

 

 

nuda nota

svestiti di quella dignità virile,
nudi non tanto degli abiti quanto
della certezza maschia, anche gli
uomini ammalati chinano gli occhi,
trascinando tristemente ognuno
la propria sacca di piscio.
si instaura una strana solidarietà tra
loro, che pensano la virilità in bilico
e te, che hai la forza di girare la
manovella capace di sollevare i
cuscini del giaciglio, dando tutto
il sollievo.
rammento me stessa malata e sovrappongo le
immagini da poco viste, le parole da poco
ascoltate. nella malattia siamo nudi di
tutto, la dignità è il dono prezioso che ci
fa qualcuno passando, suonando un campanello, sistemando un guanciale,
ripiegando o rimboccando una coperta.
la dignità l'abbiamo specialmente quando,
coraggiosi, chiediamo aiuto ma comprendere da “fuori”: improbabile 

 

 
 
 

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