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Un blog creato da xgattoconglistivalix il 10/11/2005

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Favole e Favole mie, Versioni e ingrandimenti senza un verso, storie vere e storie mie, i miei peggiori incubi.

 
 
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Kokopelli Kachina?

He is found in all pueblos of the southwest. A flute player, baby maker, seducer and good luck for hunters Kachina.

In ancient Indian legend, Kokopelli the flute player was the symbol of happiness and joy. He talked to the wind and the sky. His flute could be heard in the Spring breeze, bringing warmth after the winter cold.

Kokopelli embodies everything pure and spiritual about music. He was also thought of as a fertility god and traveling prankster. He would visit villages playing his flute, carrying his songs on his back. Everyone would sing and dance the night away. In the morning, when he left, the crops were plentiful and all the women were pregnant.

There are many stories of Kokopelli. One is that he is responsible for the end of winter and the coming of spring. Native American legend has it that when the Kokopelli comes playing his flute the Sun comes out, the snow melts, the green grass grows, the birds come out and begin to sing, and all the animals gather around to hear his songs. Kokopelli and his flute bring the Spring out of the Winter.

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vai,
proteggi,
nascondi il buio,

spargi le tracce,
perché
, è x la forza
delle tue ali

che ci sarà qualcuno
che sognerà ancora,

perchè una persona
abbraccerà l'altra
che non vede l'uscita
 di un
tunnel nero,

perchè è per te,
che un pittore dipingerà
qualcosa inconsciamente,
sei il motivo per cui ci si passa un sorriso,
sei la cosa più bella che sta tra gli uomini
poveri e ricchi assieme,
felici e arrabbiati sempre,
sei ciò che l'amore suggerisce

sei l'amore che si traduce…’

 

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incubi

Post n°439 pubblicato il 19 Novembre 2007 da xgattoconglistivalix

dolore

ci sono piccoli ambulatori, bagni comuni, colore bianco e verde chiarissimo, ma non è un ospedale, ci sono aule, con i banchi di legno, ma nn è una scuola, ci sono chiusure forti, ma non è una prigione.
le persone sono divise in persone che devono rimanere lì e visitatori, io sono un visitatore. siamo nell'aula, io sto dalla parte sinistra, con la gente che non indossa la divisa, o è un camice? sto con il gruppo di visitatori.
un ragazzo ben vestito, con una camicia e un maglioncino, in piedi davanti a noi chiede al mio gruppo chi conosce la regola di manzetti.  matematica finanziaria. io fingo di pensare e la mia fronte è tutta corrugata. penso che è uno di noi, ma sta facendo qualcosa che serve a tutti...
ma poi mi distraggo, vedo le persone che ci sono alla nostra destra, nella parte destra dell'aula. non capisco... un uomo più grande di noi, con barba e baffi scuri, ma in realtà lo vedo da dietro, ha un completo marrone, non è alto, si è alzato di scatto dal suo banco ed è corso alla parete di fronte. è bianca, ma lui scrive formule matematiche con un gesso bianco, formule lunghissime, senza sosta, giganti, freneticamente, velocemente, le spiega, urla, grida, ha rabbia. ma non si gira mai verso di noi. e alle sue spalle passa una ragazza. alta, capelli ricci, rossi chiari, pelle bianca, labbra chiare, occhi chiari, eterea, sembra di marmo, sembra una bambola. vestita di nero e bianco, austera, dal colletto barocco nero esce il suo collo lungo, una donna di modigliani. i suoi passi sono estremamente piccoli, lenti, sembra immobile, ma va in una direzione. probabilmente la stessa che seguono i suoi occhi di uccello nel vuoto.
e subito un altro uomo va vicino al matematico e anche questo parla, spiega, tocca il muro, e gli parla da vicino mentre lo tratta con le mani, come se fosse che così lo persuade.
loro non si sentono, queste persone, non sono in collegamento tra loro, sono disperate, gridano, nessuno li sente, loro lo sanno, sono soli. e provo un grande dolore.
è come se vedessi una cosa atroce, non ce la faccio e scoppio a piangere, mi fa male vedere la loro pazzia e la loro condanna alla solitudine.

cafetacvba

 
 
 
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