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Un blog creato da xgattoconglistivalix il 10/11/2005

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Favole e Favole mie, Versioni e ingrandimenti senza un verso, storie vere e storie mie, i miei peggiori incubi.

 
 
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Kokopelli Kachina?

He is found in all pueblos of the southwest. A flute player, baby maker, seducer and good luck for hunters Kachina.

In ancient Indian legend, Kokopelli the flute player was the symbol of happiness and joy. He talked to the wind and the sky. His flute could be heard in the Spring breeze, bringing warmth after the winter cold.

Kokopelli embodies everything pure and spiritual about music. He was also thought of as a fertility god and traveling prankster. He would visit villages playing his flute, carrying his songs on his back. Everyone would sing and dance the night away. In the morning, when he left, the crops were plentiful and all the women were pregnant.

There are many stories of Kokopelli. One is that he is responsible for the end of winter and the coming of spring. Native American legend has it that when the Kokopelli comes playing his flute the Sun comes out, the snow melts, the green grass grows, the birds come out and begin to sing, and all the animals gather around to hear his songs. Kokopelli and his flute bring the Spring out of the Winter.

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vai,
proteggi,
nascondi il buio,

spargi le tracce,
perché
, è x la forza
delle tue ali

che ci sarà qualcuno
che sognerà ancora,

perchè una persona
abbraccerà l'altra
che non vede l'uscita
 di un
tunnel nero,

perchè è per te,
che un pittore dipingerà
qualcosa inconsciamente,
sei il motivo per cui ci si passa un sorriso,
sei la cosa più bella che sta tra gli uomini
poveri e ricchi assieme,
felici e arrabbiati sempre,
sei ciò che l'amore suggerisce

sei l'amore che si traduce…’

 

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incubi

Post n°446 pubblicato il 07 Gennaio 2008 da xgattoconglistivalix

mi trovo con alcune persone familiari, in un posto vecchio, come se fosse anni fa. sterrato, erba rada, animali da cortile. campagna che si apre oltre.
devo decidere, è un BIVIO. sto con le persone che mi sono familiari? oppure vado con lui? non so se tornerei, non so se potrei dare dolore alle persone a me care non tornando più. e se non fingessi bene? potrebbe capire tutto e non lasciarmi tornare indietro. devo essere brava, come quando rubi, sangue freddo, testa alta, in fondo è x una buona causa. è per salvare tante altre persone, mi sacrifico io forse, ma divento la soluzione ad un grosso problema.
così, tutti questi ragionamenti in un secondo, davanti al bivio, e decido: vado con lui, mi avvicino. e mi allontano dalle mie persone.
ha la testa grossa, occhi duri, labbra serrate, pelato. è rosso in faccia, sarà il vento freddo. è un brutto uomo, ma è affascinante.
lo devo ammettere, mi fa paura, ma mi affascina. e non solo perchè so che è BENITO MUSSOLINI.
mi avvicino, lo bacio sulle labbra e gli dico 'andiamo allora?' e lui 'sì certo' e mi sembra già meno cattivo.
passiamo un cortile. alla mia destra ci sono due recinti. sono pieni di cani, strani. malati, senza pelo, senza arti, moribondi, alcuni seviziati forse.
gli chiedo di aspettare un attimo che devo controllare se c'è un cane che conosco.

boh. non so che cane possa essere.
sono impressionata. mi fa schifo vedere quegli animali nel fango, moribondi, che mi guardano. sì mi fa schifo.
arriviamo all'altezza del secondo recinto e qui ci sono dei pazzi. sono rinchiusi qui. c'è una donna, capelli lunghi mossi, vestita di tulle. o forse sono garze? non lo so. è pazza, non vede niente. è deforme. è molto triste, mi sento i brividi e mi ricordo subito del ruolo che devo sostenere con questo uomo.
perchè mussolini alla fine è un uomo. e ce la posso fare. penso al contatto fisico che dovrò avere, scaccio il pensiero, perchè mi mette tensione, mi preoccupa molto, cerco naturalezza.
ma vede alcune persone importanti, si ferma, parla con loro. intanto non so chi, non ricordo, arriva dicendomi che devo andare, come se una decisione da più in altro mi dicesse che devo abbandonare il campo.
mi giro verso mussolini e gli altri, saluto, ma lui non mi sente, insisto, non vorrei pensasse che sono scappata.
risaluto.
mi rivolge un grande sorriso e mi dice 'ciao mari, ci sentiamo'

non ho guardato documentari
non ho mangiato peperoni
non sto leggendo libri storici
non assumo droghe
boh non so

più o meno nel sogno era così, era solo un pò più sorridente, e aveva il volto arrossato

 
 
 
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