Creato da shardana0 il 12/02/2006

Sardinia

Storia della Sardegna e del suo popolo - Arte, Tradizioni e cultura. Attualità, Cronaca, Società , Politica, Satira ed altro…

 

Quest' Italia non e una democrazia

 

S

inonimo di civiltà è educazione, cultura, cortesia, urbanità; il suo contrario è barbarie, arretratezza, abbrutimento. Democrazia sta ad indicare uguaglianza, libertà in tutti i suoi aspetti; l’opposto è dittatura, oligarchia.
Io mi chiedo come possa l'Italia oggi ergersi a Paese civile e democratico quando quotidianamente in tanti, in troppi si trovano ad affrontare la vita nell'incertezza del domani dove lo Stato attraverso le istituzioni è sempre più un fantasma lontano dalla realtà sociale ed economica. Dove l’industria più proficua è la corruzione, e l’evasione fiscale, dove il denaro dei cittadini viene regalato a quelli che delinquono ( ultimi fatti protezione civile e la truffa che vede coinvolte la Telecom Sparkle e Fastweb).

Si parla tanto di riforme, sicurezza, disoccupazione, salari e pensioni ma i lustri passano, i governi, bianchi, rossi, azzurri e arcobaleno anche e le cose peggiorano. Quelli della mia generazione negli anni 70 vissero le stesse problematiche, le stesse campagne elettorali condite di promesse, le stesse dispute politiche.
Si parlava ieri come oggi di benefici economici ai più bisognosi; tuttavia, era forte la speranza di un cambiamento, di una svolta, di un "sarà tutto più giusto". Oggi da delusi cinquantenni, spogliati delle nostre giovani illusioni, ci accorgiamo che nulla è cambiato, se non i musicisti a corte, ma lo spettacolo è sempre quello.

 
 
 

Blog chiuso temporaneamente... sto pensando...

Post n°1418 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da shardana0

 

 
 
 

Immagini.....

Post n°1417 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da shardana0
 

 

"Il vero io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te."

Paulo Coelho

 
 
 

Autocensura......

 

 

Dopo aver scoperto di essere stato denunciato per la seconda volta per il reato di diffamazione a mezzo stampa di cui all’art. 595 co.1 e co.3 C.P. , da oggi, per tenere in vita il mio blog mi limiterò a postare senza scrivere. Sarà sicuramente un blog noioso, ma così facendo eviterò ulteriori problemi

 
 
 

La società senza morale serve davvero un pò di pulizia

U

 

na volta uno dei requisiti fondamentali per un politico, e un dipendente pubblico era l'immagine di moralità che egli dava al Paese. Negli ultimi anni della storia del nostro Paese si è assistito ad una pericolosa deviazione di questo concetto. Dapprima si è con-cesso che questi soggetti potessero rimanere al loro posto anche in presenza di comportamenti amorali purché penalmente non rilevanti, e comunque anche in presenza di implicazioni penali sino a che non fosse condannato definitivamente.

In tempi recenti si è oltrepassato anche questo Rubicone e pregiudicati, oltre che ovviamente condannati in primo e secondo grado, nonché inquisiti ed indagati a vario titolo, siedono tranquillamente nel Parlamento e nelle istituzioni. A volte si ha il triste sospetto, neanche troppo infondato, che la classe politica in primis e poi a seguire tutti i vari soggetti e soggettini… vogliano dare un forte messaggio di arroganza, impunità ed onnipotenza al Paese, al punto da considerare una condanna penale come un ottimo curriculum per fare politica o per ricoprire delicati incarichi.

Personaggi che poi si sentono perseguitati solo perché messi di fronte ai loro errori e alle loro responsabilità e automaticamente divengono perseguitati e poi martiri di una società a loro dire ingiusta. Oggi chi ruba lo fa solo ed unicamente per se stesso convinto che tanto non sarà mai veramente punito perché ci sarà sempre un santo in paradiso…. la lungaggine delle indagini e la prescrizione dei reati.
Ma allora, non sarebbe meglio se si smettesse di parlare di tangenti, corruzione, peculato, truffe ai danni dello Stato, millanterie e quant'altro e si cominciasse a legiferare in modo serio come si aspetta il popolo onesto dello stivale per mandare a casa tutti coloro che hanno disatteso il giuramento prestato dando un esempio in maniera imparziale per il paese, eliminando le storture di cui sopra?
Non servono a nulla e a nessuno le solite promesse pre-elettorali. oggi serve davvero un pò di pulizia.

 
 
 

Torniamo al tempo dei trogloditi

 

Un'ampia maggioranza al Senato (con 139 voti a favore, 108 contrari e 8 astenuti) ha deciso di festeggiare l'anno internazionale della biodiversità con un emendamento all'articolo 38 della legge comunitaria che di fatto straccia i limiti imposti dalla legge 157 del 1991 alla stagione venatoria. Le regioni, sempre in cerca di consensi, avranno la facoltà di fissare limiti temporali per il prelievo della migratoria all’interno dei paletti fissati dalla Comunità europea e cioè agosto e febbraio. Insomma, potranno riaprire la famigerata caccia primaverile o in piena estate.

Il mondo scientifico ci ha informato sul crollo che sta interessando i flussi degli uccelli migratori a causa di cambi climatici, sbarramenti di parchi eolici, caccia e trappole, distruzione degli habitat. La maggioranza di governo ha deciso di dare loro il colpo di grazia. Tutto ciò senza contare i diritti calpestati di quella maggioranza di cittadini che vive sul territorio e che poteva godere sino ad oggi di alcuni mesi in cui le giornate non erano scandite dai continui spari. In questa nostra Italia dei condoni, dei disastri ambientali della cementificazione, delle infrazioni comunitarie mancava solo questa "perla", in barba al riconosciuto valore di bene collettivo della fauna.

Torniamo all'epoca dei cacciatori trogloditi. E sì, perché solo i trogloditi cacciavano liberamente. Ma loro avevano un bisogno impellente: sfamarsi. Oggi invece a caccia si va per scopo ricreativo. Ci va solo chi ha quel bisogno impellente di uccidere. Di vedere del sangue nelle loro mani. Sì, il sangue delle povere creature indifese. Eppure i signori cacciatori fanno sapere ai noi poveri tapini che loro sono i veri amanti della natura, solo per il fatto di alzarsi mentre albeggia, prendere un sentiero nel bosco e giù a eliminare una fauna che loro, in stretta collaborazione con le fabbriche di pesticidi, stanno metodicamente portando all'estinzione. Ma il loro paladino e quello delle fabbriche di armi del bresciano, l' indefinibile Bossi, l’uomo virile della Padania, sta cercando di dare loro una mano (in cambio di voti naturalmente) perché il periodo per uccidere sia sempre più lungo e le nostre risorse naturali vadano a ramengo. Già questa è la nostra civiltà e la nostra democrazia.

 
 
 

Quando i benpensanti rifiutano la tragica realtà. (occhio non vede, cuore non duole)

Post n°1413 pubblicato il 29 Gennaio 2010 da shardana0
 

 

L'altra mattina in un bar nel centro una signora distinta si lamentava indignata e ad alta voce (che sentissero tutti) delle crude immagini di cadaveri e cadaveri che siamo costretti a vedere all'ora di pranzo dalla sperduta isola di Haiti, considerandolo uno spettacolo mediatico morboso e inutile. A sentire questi fatti lo sconforto è enorme, viene alla mente la famosa società civile di De André che nell'ora dell'aperitivo non vuole spargimenti di sangue, o di detersivo.

Questa è una società effettivamente morbosa, che entra nelle case e nella vita della gente, che brucia e fa spettacolo di tutto, che paradossalmente mette i riflettori nazionali anche a chi vuole rifuggire dal mondo, come in "chi l'ha visto". Ma dove e qual è il limite sottile che separa l'informazione dalla morbosità? È vero, il rapporto con il concetto di morte è da sempre controverso: ci fa soffrire, ci fa paura, spesso lo si vuol tenere distante da noi per indifferenza, o perché si è talmente al culmine della propria sofferenza da non volerne altrui. Ma al contempo evidentemente ne siamo quasi attratti e incuriositi nei momenti in cui colpisce qualcun altro, come nelle iconografie medievali, quando la falce della morte incappucciata sceglieva qualcuno scagionando automaticamente gli altri.

Ma c'è una terza via (c'è sempre una terza via), che come si dice “ salverà il mondo “: è l'imperativo morale di non perdere il senso di empatia, comune a tutte le civiltà progredite, quello che ci porta a non abituarci alla sofferenza come quella di Haiti, a non accettarla; dobbiamo assolutamente rifiutare le immagini di finta sofferenza e di violenza che ci vengono sparate nelle vene quotidianamente in moltissimi film e serie tv, quelle che ci inducono a non discernere più la sofferenza reale da quella immaginaria L'informazione e quelle immagini sono utili, anche in un fatto di natura come un terremoto, per indignarci del fatto che non ci siamo occupati prima di quei bambini, delle case decrepite in cui vivevano e che sono crollate così miseramente. Perlomeno l'informazione serve a ricordarci delle tante case decrepite che ci sono anche dalle nostre parti. In due parole, l'informazione serve a non provare nuova sofferenza.

 
 
 

Tasse: enorme differenza fra l'Italia e la Francia

 Riprendono e si sprecano insulti, sberleffi e rimproveri a carico di Berlusconi, perfino da quotidiani amici come "Il Giornale" e "Libero", reo di avere prima promesso e poi, sentiti ministri e collaboratori, smentito un possibile taglio alle tasse. Per Bersani è un irresponsabile, per Di Pietro un imbroglione, per il trio Epifani-Bonanni-Angeletti un parolaio. Perché, dicono lor signori, le aliquote fiscali per i lavoratori vanno ridotte. Giustissimo. Ma dov'erano costoro, che ora fanno un gran fracasso e si atteggiano a strenui difensori dei lavoratori, quando il governo amico di Romano Prodi decise, nel 1997, di sopprimere l'aliquota del 10 per cento applicabile sui redditi più bassi, raddoppiandola con una nuova al 19 per cento, successivamente portata all'attuale 23 per cento?
La sinistra ci dovrebbe spiegare sinistra per quale motivo quando è al potere fa il Mister Haid e quando è all’opposizione il Dottor Gechil.

La realtà purtroppo è che con un reddito di 30mila euro in Francia il carico fiscale annuo su una famiglia mono o bi reddito è di 348 euro. In Italia se il nucleo è monoreddito il peso fiscale raggiunge i 5.010 euro. Meglio non farsi troppe illusioni perché anche se venisse introdotto il quoziente famigliare in Italia il confronto continuerebbe a non reggere e la differenza tra i due livelli di tassazione continuerebbe a essere spropositato. Il confronto continua a diventare ancora più improponibile se si pensa alle differenze tra i due stati sociali, parola magica che faceva brillare gli occhi alle sinistre (quando ancora esistevano) e che ora a quanto pare nessuno ha più il coraggio neppure di pronunciare. Fortissimo è il pudore di chi sa che questo è quanto si dovrebbe corrispondere in cambio del pagamento delle imposte, consapevole che non si possa spacciare per stato sociale i servizi che lo Stato ora fa finta di dare. L'amara constatazione è che se da un lato si osannano gli immigrati perché sarebbe solo grazie ad essi se la natalità non è precipitata, dall'altro si fa di tutto per annientare la famiglia italiana con una tassazione diretta che non ha pari in Europa, figurarsi quella indiretta.

 
 
 

HAITI: Non servono parole ma fatti.....

Post n°1411 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da shardana0
 

 

E' da martedì che la tv ci propone immagini terrificanti. Haiti è praticamente quasi distrutta.
I feriti giacciono ovunque, anche davanti agli ospedali martizzati dal sisma e quindi inservibili.
Sembra che queste terre,siano sempre perseguitate anche dalle catastrofi naturali, come se non bastasse la povertà e la miseria.  Vediamo come ciascuno di noi può contribuire :

1) Con la sottoscrizione aperta dalla onlus Mediafriends che attraverso un sms da qualsiasi operatore al numero 48541 ci consentirà di donare 2 euro .

2)Per donare 2 euro alla Croce Rossa Italiana "Pro Emergenza Haiti" basta inviare un sms da numero 'Wind' e '3' al 48540. Il numero sara' attivo fino al 27 gennaio.

3)L'arcivescovo di Milano, Tettamanzi  e il sindaco di Milano Letizia Moratti, hanno unito le loro voci davanti alla tragedia del terremoto di Haiti  sia il Comune che la Curia hanno già versato 100mila euro, ciascuno: la diocesi nel conto corrente della Caritas Ambrosiana (IT16P0351201602000000000578), Palazzo Marino nel conto speciale Milano per Haiti, acceso presso Banca Intesa (IT94L0306901783100000000069).

 4) Le organizzazioni non governative italiane riunite sotto la sigla Agire hanno deciso di lanciare una raccolta fondi per finanziare i soccorsi alle popolazioni di Haiti. Si può donare con un sms al 48541 o con carta di credito al numero verde 800.132870; versamento sul conto corrente postale n. 85593614, intestato ad AGIRE onlus, via Nizza 154, 00198 Roma, causale Emergenza Haiti; bonifico bancario sul conto BPM - IBAN IT47 U 05584 03208 000000005856. Causale: Emergenza Haiti. Donazioni on line dal sito internet wwww.agire.it

5)Sono pronti a partire per Haiti i Confratelli delle Misericordie d'Italia
Le Misericordie Italiane hanno anche aperto una sottoscrizione in favore delle popolazioni colpite sul c/c 000005000036, MONTE DEI PASCHI DI SIENA SPA, Firenze Agenzia 6, IBAN: IT 03 Y 01030 02806 000005000036; oppure sul CONTO CORRENTE POSTALE N 000021468509, Firenze Agenzia 29, IBAN: IT 67 Q 07601 02800 000021468509, entrambi intestati a "Confederazione Nazionale" con causale "PRO HAITI".

6)Medici Senza Frontiere (MSF) lancia una raccolta fondi straordinaria per potere continuare a soccorrere le vittime del devastante terremoto che ha colpito Haiti. Per contribuire all'azione di soccorso di Msf a Haiti si può donare attraverso la carta di credito telefonando al numero verde 800.99.66.55 oppure allo 06.44.86.92.25; bonifico bancario IBAN IT58D0501803200000000115000; conto corrente postale 87486007 intestato a Medici Senza Frontiere onlus causale Terremoto Haiti; sul sito www.medicisenzafrontiere.it.

7)Caritas italiana sta lavorando dal primo momento per assicurare aiuti a Haiti. Aperto un fondo con centomila euro, a cui si può contribuire con donazioni tramite c/c postale  347013 specificando nella causale: Emergenza terremoto Haiti. Offerte sono possibili anche attraverso le banche: UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma - Iban: IT50 H030 0205 2060 0001 1063 119, Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012, Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113 ò CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001.

8) Il Sermig di Torino raccoglie generi di prima necessità per portare un primo aiuto alla popolazione di Haiti. Si raccolgono in particolare prodotti alimentari a lunga conservazione, prodotti igienici e disinfettanti. Per aiuti in denaro è stato predisposto dal Sermig un conto corrente postale (numero 29509106) intestato a Sermig, piazza Borgo Dora 61, 10152 Torino. La causale è "Terremoto Haiti".

9) Anche l'Unicef lancia una raccolta fondi- Si possono effettuare donazioni tramite: -c/c postale 745.000, causale: ‘Emergenza Haiti’; -carta di credito online sul sito 
unicef, oppure chiamando il numero verde UNICEF 800745000; -cc bancario Banca Popolare Etica IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051”; si possono contatatre inoltre i comitati locali dell’UNICEF presenti in tutta Italia.

dal blog di  StellaDanzante

 
 
 

Rosarno: E' colpevole chi ha fatto finta di niente. Una vergogna che deve finire subito!!!

 

Nonostante io sia favorevole ai respingimenti messi in atto dal governo al fine di limitare il traffico di clandestini (i nuovi schiavi), per i casi di Rosarno la mia solidarietà va incondizionatamente agli extracomunitari. Non è infatti ammissibile e accettabile che si facciano entrare uomini, li si sfrutti in maniera indegna, li si faccia vivere (?) nell'obbrobrio più completo e, quando non si sa cosa fare, per divertimento, gli si spari addosso qualche pallino ad aria compressa, come a dei topi.
Questa gente è composta da uomini, non da bestie, da esseri umani, e la schiavitù è stata messa fuori legge da secoli: se qualcuno non lo ha ancora capito, è bene che se ne assuma la responsabilità. Sono contrario all'immigrazione clandestina, ma quegli extracomunitari che, in un un modo o nell'altro, ormai sono tra noi hanno il diritto di essere trattati come persone e non come bestie, anzi, assai peggio delle bestie.

Mi spiace per la gente di Rosarno, ma se hanno accettato che accanto a loro i "negri" vengano trattati peggio che nell'Alabama di duecento anni fa, se ne facciano una ragione se questi cosiddetti "negri" si ribellano, perché è giusto e sacrosanto che lo facciano. Sfruttamento, degrado, illegalità generano violenza e razzismo. La rivolta di Rosarno è il classico punto di non ritorno: l'assenza della legge, il chiudere un occhio, anzi tutte e due, sulle mostruose condizioni di vita di migliaia di extracomunitari, molti dei quali clandestini, arruolati per lavorare nei campi per un tozzo di pane e sotto stretta sorveglianza della malavita locale.

Una bomba ad orologeria costruita un poco alla volta, giorno dopo giorno, anno dopo anno, grazie anche alla complicità e all'indifferenza collettiva delle autorità locali e dello Stato. Ogni atto di violenza è da condannare però non si può pretendere di "curare" solo l'effetto perdendo di vista la causa della violenza.
Le leggi ci sono basta farle rispettare! Il buon senso, se non l'umanità, ci dicono che è meglio prevenire che reprimere, ma ha ancora diritto di asilo il buon senso qui in Italia?

 
 
 

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