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Pensioni
Post n°1779 pubblicato il 02 Luglio 2014 da deosoe
Ma i senegalesi vanno in pensione? Da molti anni è in corso tra Italia e Senegal una complessa trattativa per la stipula di un accordo bilaterale sui diritti previdenziali, che consentirebbe ai lavoratori senegalesi di esportare le prestazioni, di totalizzare i contributi e di godere della pensione anche in caso di rimpatrio prima di aver raggiunto l'età pensionabile, ma nonostante la redazione di testi condivisi non è mai arrivati però alla stipula definitiva dell'accordo. Basti pensare che, come è stato più volte evidenziato, i lavoratori senegalesi (e stranieri in generale) contribuiscono alle entrate dell'Inps versando i contributi ma quasi mai riescono a raggiungere la pensione perché solitamente rientrano nel Paese di origine prima di aver raggiunto l'età o l'ammontare dei versamenti previsti dalla legge. Il risultato è che gli immigrati pagano ogni anno 7 miliardi di contributi ma non ricevono quasi nulla in termini di pensione. Benché gli stranieri nel nostro Paese rappresentino circa il 13% della forza lavoro, percepiscono solo lo 0,2% delle pensioni complessivamente pagate dall'Inps. Per di più, nel momento in cui lasciano definitivamente l'Italia, nemmeno possono percepire la cosiddetta "pensione sociale" che viene concessa a chi raggiunge i 65 anni di età, ma solo se risiede stabilmente in Italia. Il risultato è, per i senegalesi, quello di versare inutilmente i contributi senza poter mai ottenere una pensione, sia pure di piccola entità e calcolata sulla contribuzione versata. E' stato rilevato che si tratta di un 'incentivo al lavoro nero. L'11 e 12 dicembre u.s. si è tenuto a Dakar il convegno "Costruire un ponte tra Italia e Senegal. Per la tutela del lavoro migrante" organizzato dalle associazioni Progetto Diritti, Roma-Dakar, Dokita onlus, Centre Doxandem, e con la partecipazione finanziaria del Ministero dell'Interno. Al convegno hanno partecipato esponenti di istituzioni ed associazioni senegalesi e italiane, delle università di Dakar e di Roma, del Ministero dell'Interno e dei Ministeri senegalesi del Lavoro e degli Affari Esteri. Nel corso dei lavori si è discusso di politiche migratorie, di migrazione consapevole e di sostegno ai progetti di ritorno, con una particolare attenzione alle connesse questioni previdenziali e pensionistiche. Al termine della conferenza internazionale i rappresentanti dell'Inca Cgil, Claudio Piccinini, di Progetto Diritti, Mario Angelelli e Arturo Salerni, di Roma Dakar, Kebe Cheikh, e del Centre Doxandem, Francesca Grassi e Mambaye Diop, hanno chiesto unitariamente alle forze politiche parlamentari italiane di svolgere ogni passo necessario nei confronti del Governo italiano affinché avvii senza ritardo i rapporti con il governo del Senegal per la sottoscrizione della convenzione bilaterale in materia previdenziale. Grazie all'opera di pressione e di persuasione esercitata dagli appartenenti alle organizzazioni sopra menzionate, un nutrito gruppo di parlamentari italiani ha rivolto al Governo l'interpellanza numero 2-00534, con la quale viene sollecitata l'adozione rapida di un accordo bilaterale con il Senegal. Alcuni giorni fa si è tenuto presso la Camera dei Deputati, nei locali di Palazzo Marini a Via della Mercede, un convegno, promosso dalle associazioni Roma-Dakar e Progetto Diritti onlus, di sostegno all'iniziativa parlamentare con cui è stato chiesto al Ministro del Lavoro e al Ministro degli Affari Esteri di riferire in merito allo stato "dei rapporti tra la delegazione italiana e quella senegalese nella stipula di una convenzione in tema di sicurezza sociale e se sia intenzione del Governo e, in caso di risposta affermativa, con quali tempi, modalità e contenuti, riprendere i contatti con il Senegal per l'adozione di un accordo bilaterale". Alla conferenza sono stati invitati i Deputati promotori dell'iniziativa, i rappresentanti dell'associazionismo senegalese, alcuni studiosi della previdenza internazionale, i presidenti dei principali patronati italiani e alcuni rappresentanti delle istituzioni senegalesi. Da parte di tutti i partecipanti è stata espressa la volontà di continuare l'iniziativa, in primo luogo in sede parlamentare, per spingere il Governo italiano alla stipulazione di una Convenzione.
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