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Eternit
Post n°2407 pubblicato il 12 Maggio 2015 da deosoe
Il caso Eternit torna in tribunale. E questa volta l'accusa è da ergastolo: omicidio volontario aggravato di 258 persone. L'unico imputato è l'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, chiamato a rispondere di una catena di decessi provocati - secondo l'accusa - dall'amianto lavorato in quattro stabilimenti italiani della multinazionale. I pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace sono convinti che l'elvetico, pur conoscendo il problema, fece poco o nulla per modificare le "enormemente nocive condizioni di polverosità" nelle fabbriche. E portò avanti "una politica aziendale" che provocò una "immane esposizione ad amianto di lavoratori e cittadini". Il tutto per "mero fine di lucro". Con il contorno supplementare di una "sistematica e prolungata campagna di disinformazione". Schmidheiny sarà assistito da due principi del foro, che promettono una battaglia durissima. Con ogni probabilità cominceranno ad appellarsi alla competenza territoriale e soprattutto al 'ne bis in idem', il principio secondo il quale non si può essere giudicati due volte per lo stesso fatto: Schmidheiny, per le attività dell'Eternit, ha già subito un processo dove l'accusa di disastro ambientale doloso è stata dichiarata prescritta dalla Cassazione. In procura, a Torino, dicono che il problema non esiste e che questa è un'altra storia. Ma la difesa sosterrà anche che non è possibile procedere come se i 258 decessi siano la conseguenza di un solo episodio come un attacco terroristico: di ogni caso di morte bisognerà accertare minuziosamente il nesso con l'esposizione all'amianto incrociando dati clinici, consulenze, documenti Inail e tutto il resto. L'udienza, che inizierà domani, sarà dedicata quasi per intero alle richieste di costituzione di parte civile. Il numero delle "persone offese" è assai alto e il tribunale, per convocarle, ha scelto la strada dei "pubblici proclami": l'ordinanza è reperibile (seppure con ricerche laboriose) fra le pagine del web in cui l'hanno confinata alcuni siti istituzionali. Arriveranno sicuramente pullman da Casale Monferrato, la città piemontese che all'Eternit ha pagato il prezzo più alto in termini di vite umane. Poi ci saranno l'Afeva (l'associazione delle vittime) e i sindacati Cgil, Cisl e Uil, i cui vertici piemontesi invitano il premier Renzi a "onorare gli impegni assunti subito dopo la sentenza della Cassazione: costituire il governo come parte civile e adeguare le leggi sulla prescrizione e sui disastri ambientali". ansa
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