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INCA

Post n°2575 pubblicato il 23 Ottobre 2015 da deosoe

Inca: "Intollerabile attacco contro i patronati all'estero"

La presidenza dell'Inca chiede che venga fatta chiarezza sull'intollerabile attacco mosso nei confronti dei patronati all'estero. Negli ultimi mesi,  da più parti, si sta portando avanti una campagna denigratoria contro le associazioni estere convenzionate con i patronati. 

Una campagna fatta di illazioni campate in aria e insinuazioni fumose, che hanno il solo scopo di gettare fango sull’attività degli istituti di patronato, imputando loro comportamenti fraudolenti a danno del bilancio dello Stato italiano. L'Inca non ci sta.

Il lavoro di tutela svolto nei 70 anni di vita del patronato della Cgil, nonché la serietà e la dedizione di centinaia di persone impegnate nelle associazioni operanti all'estero, convenzionate con Inca, esigono rispetto; con sacrifici enormi, derivanti anche dai tagli al Fondo Patronati stanno garantendo la gratuità della tutela previdenziale e socio assistenziale ai tanti connazionali all'estero. 

Queste persone oggi esprimono profonda indignazione sia per la campagna offensiva mossa contro il loro operato sia per gli annunci di una ulteriore riduzione delle risorse destinate a questi istituti. 

Vogliamo precisare che l'attività del patronato viene annualmente ispezionata e certificata dagli ispettori del ministero del lavoro e A TESTA ALTA rivendichiamo la correttezza della statisticazione delle pratiche svolte all'estero e delle domande di pensione in convenzione internazionale.

Per questa ragione, siamo noi, ora, a chiedere che le modalità di rilevazione e controllo da parte del ministero cambino radicalmente. E' indubbio che l'attività all'estero è quella di più difficile controllo da parte degli ispettori ministeriali, visti i pochi uffici che vengono ispezionati ogni anno. Quindi, in primo luogo, bisogna fare in modo che il controllo sia più semplice e che possa essere esercitato a distanza su tutti gli uffici e su tutta l'attività svolta  e, ove possibile, incrociando i dati tra gli Enti.

Ciò può avvenire replicando quanto avviene per le pratiche riferite alla immigrazione, per le quali il Ministero dell'Interno comunica annualmente l'attività svolta da ogni patronato; dati che vengono confrontati con la statistica da noi prodotta e che permette a noi e agli ispettori di concentrarsi solo sulle discordanze.

Allo stesso modo, per l'estero, sarebbe possibile chiedere all'Inps di segnalare tutte le pensioni in convenzione che vengono trattate dagli uffici di patronato e che coinvolgono le nostre sedi all'estero. Il modello da seguire, quindi, è quello già utilizzato per Red e Cud, che prevede l'accreditamento delle pratiche di cui l'Inps dà riscontro, salva nostra prova contraria.  

Per quanto riguarda le pensioni richieste all'estero agli enti previdenziali locali e per le pensioni complementari, la tracciabilità può essere data rendendo disponibile al Ministero, per via telematica, copia della domanda, del mandato di patrocinio e dei provvedimenti di liquidazione emessi dagli Enti. Insomma, per tutta l'attività svolta, proponiamo di rendere possibile un controllo telematico a distanza, a disposizione del Ministero. Non abbiamo nessun timore neppure per quanto riguarda le pratiche rivolte a oriundi (nati all'estero) con cittadinanza italiana e suggeriamo che, anche in questo caso, la verifica possa essere agevolmente fatta incrociando i dati con i Consolati.  

Di converso, occorre che sia riconosciuto e statisticato tutto ciò che l'Inps ci chiede, a partire dalle pratiche di esistenza in vita, che altrettanto facilmente potrebbero essere controllate con la modalità telematica di rapporto tra Inps, patronati e ministero. Riteniamo poi che sia giunto il momento di fare chiarezza nei rapporti con il Ministero Affari Esteri e con i Consolati, addivenendo finalmente ad un protocollo di convenzionamento per tutte le attività di supporto che già oggi svolgiamo, per il loro esplicito riconoscimento e statisticabilità, nonché per l'inserimento nel paniere a punteggio e a remunerazione.    

Tutte queste proposte e molte altre avremmo voluto farle, ad esempio, alla Commissione del Senato, presieduta dall’onorevole Micheloni, Commissione nata e così denominata per avanzare una proposta di riforma delle attività di patronato all’estero. Ad oggi, dopo un anno di inchieste e indagini e visite in tutto il mondo, la Commissione non ha più ascoltato nessuno di noi.

I patronati all’estero come in Italia assistono gratuitamente milioni di nostri concittadini per vedere tutelati i loro diritti, spesso rispetto a carenze ed errori delle Istituzioni pubbliche. Di questa tutela godono soprattutto i cittadini più deboli, quelli che sarebbero soli rispetto alle istituzioni o costretti, in altro modo, a pagare professionisti e strutture private.

E’ il nostro ruolo, che svolgiamo con onestà, con competenza e orgoglio: un ruolo che rafforza la nostra società e, dunque, la nostra democrazia. Se ne ricordi chi, mosso da rancori e scopi personali, ci attacca strumentalmente. Se ne ricordi soprattutto chi ha un ruolo istituzionale assegnatogli dagli stessi concittadini.


La Presidenza dell'Inca 

 
 
 
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