Il Libero PensieroIl blog di Vito Schepisi |
10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI
Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani
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CONDANNA DEL COMUNISMO
Risoluzione del Consiglio di Europa n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo
Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti
europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html
« Gli assassini della democrazia | Un passo avanti, due pas... » |
Con Matera ha vinto il Sud.
Esultiamo tutti, lucani e pugliesi, calabresi e campani, molisani e siciliani perché è la prima volta che un riconoscimento così importante arriva in una città del Mezzogiorno.
La nostra terra, tutta quella del Sud – dal Salento alle Murge, dai paesi dell’Aspromonte al Gargano, dallo stretto di Messina agli Appennini molisani, dai tesori del tardo barocco della Sicilia orientale al barocco leccese, dai Sassi di Matera alla Costiera Amalfitana, dai trulli della Valle d’Itria ai dammusi siciliani, dalle case in pietra alle preziose coste del sud, dai castelli federiciani alla Valle dei Templi di Agrigento - è una testimonianza unica di bellezza, di storia, di tradizioni, di arte ed anche di gusto, se si uniscono i sapori della nostra enogastronomia.
Grazie a Matera, con i suoi sassi e con il suo paesaggio ricco di civiltà contadina, si allarga a tutto il Sud la scommessa di un primato internazionale da conquistare, se solo riuscisse a far prevalere la sua maestosa originalità.
La scelta caduta sulla Città lucana sia dunque il fulcro su cui far muovere le leve dell’ingegno e dell’originalità che, visibili nella storia delle antiche tradizioni, sono già nel dna delle popolazioni meridionali. Basterebbe che tutti facessero la loro parte. Sia così il riconoscimento della Città dei Sassi il trampolino da cui far partire la domanda di crescita delle terre del Sud. Sia Matera, Capitale della cultura europea, con il sostegno della classe dirigente meridionale e con l’entusiasmo della sua popolazione a richiamare l’Europa e il mondo perché s’immergano, oltre che nel fascino della cultura rurale e mediterranea, anche nelle ataviche problematiche sociali legate ai bisogni della popolazione ed al dramma della fuga dei giovani alla ricerca di opportunità di lavoro.
C’è un patrimonio inestimabile che vale più di ogni tesoro conservato nelle fredde casseforti delle banche europee, c’è un insieme di valori culturali, materiali e storici, alimentati nei secoli dai contributi delle diverse civiltà insediatesi nelle terre del Sud che hanno permeato di scienza e conoscenza tutto il mondo occidentale. Questo patrimonio di storia e di cultura è il nostro credito più grande e può essere più forte e scotente dei toni delle lamentele e delle richieste di assistenzialismo che nel passato sono servite ad arricchire alcuni privilegiati, ad alimentare le clientele politiche e ad impoverire la gente più umile.
Il popolo meridionale, tutto intero, con la scelta di Matera a rappresentarla come Capitale della Cultura Europa per il 2019, ora incassa un tributo di grande valore. Il meridionalismo ha ora uno strumento in più per far valere la sua richiesta di riscatto. Si sono rotte le catene dell’indifferenza ed è stato vinto il cinismo di quanti hanno sempre visto il meridione come una terra di conquista, se non addirittura come un peso di cui liberarsi. Ora cambia persino la prospettiva delle cose: è l’Italia che senza o contro il Sud perde una parte consistente del suo primato mondiale per arte, bellezza e cultura. E’ il tempo, finalmente, di uscire dalla stupidità della contrapposizione tra nord e sud e di sentire tutti insieme l’orgoglio d’essere italiani.
Sia recuperata la nostra storia e, dopo 153 anni, sia recuperata davvero quell’Unità Nazionale che nel 1861 vide il nostro mezzogiorno conquistato e aggiunto all’Italia, senza lasciare alla gente del Sud la libertà di condividere e d’essere coprotagonista della conquista dell’unità nazionale.
Vito Schepisi
su EPolis del 21 ottobre 2014
UNDICI SETTEMBRE
Crono 911: tutto su l'11 set 2001 a N.Y.
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GIORNATA DELLA MEMORIA
27 gennaio 2007 Il giorno della memoria
Per non dimenticare
Dove eravamo?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.
Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.
GRIDO DI LIBERTÀ
"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.
Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.
In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.
Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.
Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.
Impari ad ascoltarla."
Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad - Teheran dicembre 2006
ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)
«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Inviato da: aldo.giornoa64
il 25/03/2015 alle 21:09
Inviato da: aldo.giornoa64
il 26/01/2015 alle 21:57
Inviato da: Vince198
il 23/09/2014 alle 17:09
Inviato da: Kalim44
il 12/08/2014 alle 10:51
Inviato da: a_tiv
il 14/07/2014 alle 07:48