Mosaico

Il vento scuote con forza  i  rami spogli  degli alberi

e   copre l’assordante silenzio della quiete.

Ostili nubi si affacciano imponenti

collocate  alla maniera di rissosi combattenti

che si  preparano allo scontro.

Mi addentro tra i siffatti percorsi oscuri

e  sfumo  la marcia

al carico di   troppi interrogativi.

Cerco la strada

che mi conduce  a casa.

Vago e mi interrogo.

Ma quando ho smarrito  il cammino

insieme ai miei sogni?

Mi ritrovo  dietro ad una maschera

che non ho mai chiesto

e   non ho mai voluto.

Avverto l’anima simile ad un  sipario

sceso ad oscurarla.

Se solo riuscissi a ricomporre il collage

che tratteggia il mio tempo

forse riuscirei a riordinare i folli pezzi

di questa decorazione

che non sento mia.

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Per non dimenticare

Un soffio vitale fatto di cemento

tra i singulti silenziosi nelle tarde serate  cupe

esprimono  disperazione e privazione

nella conclusione di giornate ostili

dove i corpi sfiancati e ossuti

si consegnano ai letti da campo sguarniti.

Negli sguardi feriti privi di luce

dove  il tagliente   dileggio colpisce e infierisce

insieme alle ombre di parole urlanti

ammutolisce la volontà e blocca le voci mute.

Mani tremule

coprono i volti impressi

di un dolore senza fine.

Odo un suono angosciato che accarezza

pagine meste scritte nel fango di miserie

di quel tempo

per non dimenticare

per ricordare

per rimandare alla memoria

le disumane  coercizioni.

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