1982-Aston Villa

L’Inghilterra domina la scena “pallonare”. Viene da cinque Coppe dei Campioni consecutive (3 Liverpool-2 Nottingham Forest) e una coppa Uefa vinta dall’outsider Ipswich Town. Tutto fa presagire ad un cambio di guardia ma l’Aston Villa si impone subito contro gli islandesi del Valur 7-0. Dopo gli islandesi due dinamo: Berlino e Kiev. Il complessivo è 4-2 per i Villans. Il viaggio continua e adesso è di turno l’Anderlecht: 1-0 a Birmingham e 0-0 a Bruxelles. Per i Bordeaux-celesti è la prima finale alla prima apparizione. Lo scoglio è di quelli duri, il Bayern Monaco, già vincitore di tre edizioni. Il 26 maggio a Rotterdam va in scena la finale. Il primo tempo si chiude a reti bianche. Il gol partita e coppa lo realizza Withe al 67esimo. Gli inglesi vinceranno anche la Supercoppa Europea, chiudendo il double europeo.

Dal nulla spunta…il Goteborg

La Svezia è sempre stata terra di talenti, ma in relazione al talento, non ha mai raggiunto vette Europee. Fino al 1982 le uniche notizie della Svezia si avevano per la conquista della medaglia d’argento nel Campionato del Mondo 1958. Tocca al Goteborg invertire la tendenza e far uscire dal letargo la sua nazione. Come già detto prima, nella stagione 1981-1982 il Goteborg conquista la Coppa Uefa. Il complessivo è sensazionale: 27-11. Eliminano in serie i finlandesi dell’Haka, gli austriaci del Sturm Graz, i rumeni della Dinamo Bucarest. Fino a qui impegni sulla carta agevoli, dopo i Rumeni sulla strada degli svedesi c’e gli spagnoli del Valencia, i tedechi del Kaiserslautern e in finale l’Amburgo (l’anno dopo trionferà in Coppa Campioni). A Goteborg termina 1-0 per i padroni di casa, ma è ad Amburgo che gli svedesi danno il meglio di se: netto 3-0 e prima coppa Europea messa in bacheca. Passano cinque anni e la storia si ripete: attacco meno sterile, 21 reti ma difesa di ferro, 5 gol subiti. Cadono in serie Sigma Olomuc, Brandeburgo, Gent, Inter, Swarovski Tirol fino alla finale con gli scozzesi del Dundee UTD. A Goteborg termina 1-0 per i padroni di casa, a Dundee termina 1-1 e la coppa prende nuovamente la strada della Svezia. Il calcio svedese torna nell’oblio fino ai Campionati del Mondo del 1994 dove i gialloblù allenati da Svensson prenderanno il meritato bronzo.

Louis Van Gaal

Tanti auguri al mister Olandese che compie 68 anni. Da onesto difensore somma 333 presenze fra Olanda e Belgio. Appesi gli scarpini al chiodo fa il vice all’AZ e all’Ajax e diventa capoallenatore nella stagione 1991-1992. Con l’Ajax colleziona 281 presenze (187 vittorie) vincendo tre scudetti, una coppa nazionale, 3 supercoppe, una Coppa Uefa, una Coppa dei Campioni, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale.
Dopo sei stagioni sbarca in Catalogna (201 presenze-111 vittorie) dove vince due Scudetti e una Coppa del Re. Torna in Olanda e fa grande l’AZ Alkmaar (182 presenze-105 vittorie) che conduce allo scudetto nel 2009.
Vinta anche questa sfida, accetta la corte del Bayern Monaco (96 presenze-59 vittorie) dove centra il double nel 2009-2010. Conclude il ciclo con la Supercoppa del 2010. Ultima esperienza nello United dove porta a casa l’FA.Cup. Conta 841 presenze e 503 vittorie. Somma 42 panchine con la nazionale Olandese centrando 25 vittorie.

1990-Anno del triplete Europeo

Ci sono annate memorabili, annate che saranno scolpite per sempre negli almanacchi. Uno di questi è il 1990, dove l’Italia, unico paese nella storia, centra il triplete Europeo con Milan, Sampdoria e Juventus. Partiamo dalla coppa madre: il Milan elimina in serie Helsinki, Real Madrid, Malines (in francese) e Bayern Monaco fino a giocare la finale con il Benfica. Adesso tocca alla Sampdoria: la squadra allenata da Boskov fa fuori i norvegesi del Brann, i tedeschi del Borussia Dortmund, gli svizzeri del Grassopher e i francesi del Monaco fino a disputare la finale con i belgi dell’Anderlecht. Più lungo e tortuoso il percorso della Juventus: batte in serie Gornik, Psg, Karl Marx Stadt, Amburgo e Colonia per giocare la finale contro la Fiorentina. Avete capito bene, la Fiorentina. Quattro squadre Italiane su sei.
Ma arriviamo adesso al mese che nessuno sportivo Italiano scorderà mai. il 2 Maggio a Torino si disputa Juventus-Fiorentina. Termina 3-1 grazie ai gol di Galia, Casiraghi, De Agostini per i bianconeri e Buso per i Viola. Il 9 Maggio a Goteborg una doppietta di Vialli regalerà ai blucerchiati il primo alloro europeo. Sette giorni dopo ad Avellino c’e il ritorno Fiorentina-Juventus: il risultato sarà 0-0 e la coppa prende la strada di Torino. Seconda Coppa Uefa per i torinesi ma triste record anche per i Toscani: la squadra viola è sconfitta in tutte e tre le finali Europee. Ha anche i suoi record: sempre la squadra Toscana è stata la prima squadra Italiana a giocare una finale di Coppa dei Campioni e la prima squadra a vincere un trofeo Europeo. Ma passiamo oltre. Il 23 Maggio a Vienna una rete dell’Olandese Rijkaard regalerà al Milan e a Sacchi la seconda coppa dei Campioni consecutiva, quarta in assoluto. Sedici giorni dopo prenderanno il via la quattordicesima edizione dei Campionati Mondiali che si disputeranno in Italia. Va da se che l’Italia, sia come padrona di casa che per lo strapotere europeo mostrato, parta favorita. L’attaccante Argentino Caniggia non è molto d’accordo, il resto è storia da consegnare agli annali.

Nando Martellini

Avrebbe compiuto 98 anni il decano dei commentatori tv. Laureato in scienze e politiche, conosceva 5 lingue. Già radiocronista dal 1946, passa in televisione e commenta la vittoria dell’Italia agli Europei del 1968. A lui è legato il ricordo più dolce che uno sportivo Italiano possa avere: il sobrio triplice grido Campioni del Mondo nel 1982. Avrebbe dovuto commentare anche Messico 1986 (per lui quinto Mondiale), ma un malore appena arrivato in Messico, lo costrinse a passare il testimone a bruno Pizzul. Noto anche nel mondo delle due ruote: per molti anni ha raccontato Giro d’Italia e Tour de France.

Robin Van Persie

Tanti auguri a Robin Van Persie che compie 36 anni.
Nato a Rotterdam il 6 Agosto del 1983, a soli 5 anni inizia a giocare nell’Excelsior rimanendoci fino al 1996, anno in cui entra nella squadra della sua città, il Feyenoord. A 18 anni esordisce in Eredivisie, arrivano i primi gol, saranno 21 prima della cessione all’Arsenal.
Con i Gunners resta 8 stagioni segnando 132 gol totali. Arriva il momento della separazione: stessa nazione ma città diversa: Manchester.
Tre stagioni con i Red Devils dove realizza 58 gol. Dopo 11 stagioni lascia l’Inghilterra e sceglie Instanbul sponda Fenerbahce. Anche in questo caso i gol saranno 36. A 35 anni torna dove tutto è cominciato, a Rotterdam aggiungendo 46 gol al suo già ricco carniere. In totale conta 591 presenze e 271 gol a livello di club. Il palmares per la verità non è ricco: 1 campionato inglese, 1 Coppa d’Inghilterra, 2 Community Shield, 1 Supercoppa d’Olanda, 1 Coppa d’Olanda e una Coppa Uefa.
Con la sua rappresentativa gioca 12 anni, collezionando 102 presenze e 50 gol (primatista in questa categoria). Partecipa a 3 Campionati del Mondo portando a casa la medaglia d’argento del 2010.

Continua il vento dell’Est

Sei anni dopo la vittoria in Coppa delle Coppe dello Slovan Bratislava, sempre la stessa coppa supera la Cortina di Ferro e viaggia verso Kiev. La notizia di per se non è sconvolgente visto che gli Ucraini hanno vinto per 13 volte il campionato Sovietico ma fa notizia l’autorevolezza con cui la portano a casa. Sconfitte in serie CSKA Sofia, Francoforte, Bursaspor, PSV e Ferencvaros per un complessivo di 18 a 5. Ma ribadisco ciò che ho scritto prima: se un’eventuale successo della Dinamo Kiev non fa notizia, è sensazionale il successo sei anni dopo della Dinamo Tbilisi (adesso capotale Georgiana). Due campionati e due coppe sovietiche in bacheca (in relazione alle corazzate moscovite il nulla) ma quello che compie nella stagione 1980-1981 ha qualcosa di clamoroso. Elimina in serie il Kastoria, Waterford, West Ham e Feyenoord fino a giocarsi e vincere la finale contro la tedesca orientale Carl Zeiss Jena. Il complessivo recita 16-5 e per una notte Gutsaevi e Darasella diventano eroi nazionali.
Ancora cinque anni e nuovamente la Dinamo Kiev sul tetto della seconda coppa Europea per Nazioni. Il complessivo è da record: 26 a 8. Secondo i numeri i metodi del colonnello Lobanovski funzionano. cadono sotto i colpi della corazzata Ucraina l’Utrech, Craiova, Rapid Vienna, Dukla Praga e Atletico Madrid. Come avete potuto leggere, da Mosca nessuna notizia, eppure le squadre della capitale hanno portato a casa 33 scudetti e 31 coppe Nazionali.

Fasce girevoli in casa Juve

Devo essere sincero, quest’anno ho seguito meno il calcio mercato, anche perchè legato a vari tormentoni che “frantumano” il tutto. Ma mi ha colpito molto la gestione fasce in casa Juve: a destra l’affidabile De Sciglio e la freccia Cancelo, a sinistra Alex Sandro e Spinazzola in rampa di lancio. Quasi due mesi dopo tutto è cambiato: il primo a partire è stato Spinazzola direzione Roma in cambio Pellegrini (più che onesto terzino sinistro) ed il secondo che lascia la Continassa è Cancelo in cambio di Danilo e 30 milioni. Due operazioni strane: Pellegrini sembra destinato a partire costringendo Paratici a cercare un’universale (che può essere Darmian) mentre Danilo è ovvio che rimanga.
Se non vi annoio troppo vorrei poter entrare nel merito della cessione di Cancelo: ok, forse non saprà difendere (magari aveva solo bisogno di tempo) ma inserito dalla metà campo in sù a mio modesto parere è devastante. Se ripenso al Napoli Sarriano, immaginavo per Cancelo un ruolo simil-Callejon, ovvero alto a destra nel 4-3-3, evidentemente sarri non la pensa come me. Io sono lontano dall’essere un tecnico, vedremo chi fra me e Sarri avrà ragione.

La squadra che non ti aspetti

Questa sera parliamo di Cecoslovacchia. Se pensiamo ad una squadra ceca vincente in Europa pensiamo subito allo Sparta Praga, allo Slavia Praga o al Dukla Praga, nessuno penserebbe allo Slovan Bratislava (adesso Slovacca) eppure i biancocelesti hanno portato a casa la Coppa delle Coppe nella stagione 68/69. Se guardiamo il vecchio campionato Cecoslovacco la capitale Slovacca vanta 8 scudetti e 5 coppe Nazionali. In quella cavalcata i cechi sconfiggono gli Jugoslavi del Bor, il Porto e il Torino per un complessivo di 10-4. In semifinale alza bandiera bianca la squadra scozzese del Dunfermline ma lo scoglio maggiore è in finale dove c’e l’altisonante Barcellona.
Il 21 Maggio a Basilea va in scena la finale e dopo due minuti prende la strada ceca con il gol di Cvetler; al sedicesimo pareggia il Barcellona con Zalova ma i biancocelesti allungano fino al 3-1 con i gol di Hrivnak e Jan Capkovic. Il secondo tempo serve solo ad accorciare le distanze grazie al gol di Rexach. Rimarrà una vittoria singola perchè la SuperCoppa Uefa non era ancora istituita, ma di fatto è la prima Coppa che vola verso l’est Europa.

Non sono sentimentale

Tutti hanno detto la propria opinione sul ritorno di Milan Badelj a Firenze, forse manco solo io e sarà una voce fuori dal coro. Lo ammetto, mi aspettavo altro (è anche vero che di Pjanic, Pirlo, Pek non ne nascono tutti i giorni) ma se la dirigenza ha scelto Milan, spero che l’abbia fatto per il valore sportivo e non per il valore emotivo. Per questo dico che non sono sentimentale, spero che Milan dia sicurezze in un reparto dove lo scorso anno sicurezze non ce n’era. Semmai fa discutere il trascorso sportivo di Badelj: lasciato partire lo scorso anno con cartellino in mano viene ripreso l’anno dopo ad un milione d’euro di prestito (così si dice) + 4 milioni di riscatto. Il Totale farebbe 5 quando la Fiorentina stessa lo prese dall’Amburgo per 4 milioni nel lontano 2014-2015.
Detto questo, buona fortuna Milan.