Grecia, la culla della civiltà, ma assente in Europa. Fino all’estate 2004

Pensi alla Grecia calcistica e subito pensi alle polisportive Olympiakos e Panatinaikos. Le due corazzate elleniche contano 64 titoli di Grecia, 45 Coppe (sempre di Grecia) e 7 supercoppe. Eppure, strano a dirsi, in Europa non hanno mai fatto valere il loro strapotere, fino alla Coppa dei Campioni 1970-1971 dove i verdi raggiungono la finale superando Jeunesse D’Esch, Slovan Bratislava, Everton e Stella Rossa con il complessivo di 16-8. In finale gli ellenici trovano i lancieri dell’Ajax ma subiscono gol da Van Dijk dopo 5 minuti. Haan all’84 chiude la gara nel più classico dei risultati. Il calcio ellenico torna in letargo fino al 2004, anno degli Europei in Portogallo. La squadra allenata dal tedesco Rehagel viene inserita nel gruppo A insieme ai padroni di casa, la Spagna e la Russia. Contro ogni previsione la Nazionale supera il Portogallo all’esordio e pareggiano la seguente partita con la Spagna. La sconfitta nell’ultima gara contro la Russia risulta ininfluente ai fini della classifica. Il turno viene superato con 4 gol fatti e 4 subiti, forse troppi per sparare di far strada ma normali per una rappresentativa come la Grecia. Dai quarti la traasformazione: la difesa sembra di ferro: supererà il turno contro la corazzata Francia e contro la Repubblica Ceca senza subire gol. Charisteas e Dellas conducono i suoi ad una finale insperata alla vigilia. L’avversario è il Portogallo, i padroni di casa, tutto sembra apparecchiato per una comoda vittoria, ma non avevano fatto i conti con Charisteas, per una notte eroe di una Nazione intera che urla la sua esistenza.

Quando l’altra Germania era protagonista

La Repubblica Democratica Tedesca fù riconosciuto Stato nel lontano 1949 ma gia dal 1948 esisteva la DDR Oberliga. La Germania Ovest era oggettivamente più famosa e vincente e conduceva i suoi club a successi continentali. Ma la “piccola” DDR ha avuto il suo pezzo di gloria. La protagonista è il Magdeburgo che porta a casa la Coppa delle Coppe nel 1973-1974. Nei primi tre turni eliminano gli Olandesi del Nac Breda, i cechi del Banik Ostrava e i Bulgari del Beroe Stara Zagora con il conplessivo di 8-3. Direte voi: tutto tranne che squadroni. Il capolavoro arriva in semifinale dove incontrano i portoghesi dello Sporting Lisbona. Il livello si alza ma i “tedeschi orientali” superano il turno vincendo 3-2. L’8 Maggio a Rotterdam si gioca la finale e di fronte al Magdeburgo c’e il Milan, in attesa del bis europeo. I bianco-blu non si lasciano intimorire e portano a casa il trofeo vincendo 2-0 con autorete di Lanzi e gol di Seguin.

Altre due squadre si sono avvicinate all’alloro Europeo: il Carl Zeiss Jena nel 1980-1981 e la Lokomotiv Lipsia nel 1986-87. Per il Carl Zeiss Jena la strada per la semifinale non è semplice: elimina squadre blasonate come Roma e Valencia e i gallesi del Newport County mentre nuovamente il Portogallo sulla strada di una tedesca orientale: il Benfica. Ma la squadra lusitana si deve arrendere 2-1. In finale i sovietici della Dinamo Tbilisi ma questa volta il punteggio di 2-1 ride ai sovietici. Sei anni dopo ci prova la Lokomotive Lipsia: nei primi tre turni eliminano il Glentoram, il Rapid Vienna e il Sion con il complessivo di 7-4. In semifinale i gialloblù eliminano ai tempi supplementari il Bordeaux ma non avevano fatto i conti con l’Ajax e con Van basten che spezza i sogni di gloria. Due anni dopo ci sarà la caduta del muro di Berlino, ma nessuna delle tre squadre tornerà ai massimi livelli del calcio Europeo.

90 minuti che cambiarono il corso della stagione. Storia di una annata storta.

Siamo al 16 Maggio 1993, la Fiorentina è di scena a Bergamo, mentre c’e lo scontro diretto Udinese-Brescia e il Genoa gioca a Marassi contro l’Inter. Prima di scendere in campo troviamo la Fiorentina e il Genoa a 26, Udinese 25, Brescia 24, Ancona 17 e Pescara 13. La prima partita che si muove è Udinese-Brescia con il vantaggio dei friuliani poi Panucci e Pisani portano in vantaggio rispettivamente Genoa e Atalanta. il 1 tempo si chiude con il gol della speranza di Raducioiu per le rondinelle. Ricapitolando la classifica al termine del primo tempo recita cosi: Genoa 28-Udinese 27-Fiorentina 26-Brescia 24. Nel secondo tempo Sosa segna per l’Inter (adesso il Genoa torna a tiro dei toscani) ma la squadra allenata adesso da Chiarugi non aveva fatto il conto con il destino. Faccenda illude mister Chiarugi (Genoa 27-Udinese 27-Fiorentina 27-Brescia 24) ma l’assurda autorete di Batistuta e il pareggio di Raducioiu rimescolano le carte mentre l’Inter dura fatica a Genova. Al fischio finale la classifica dice cosi: Genoa-27-Udinese 26-Fiorentina 26-Brescia 25. Quello che succede dopo è cronaca: Udinese e Fiorentina fanno 4 punti in 3 giornate, il Brescia 5 con vittorie pesanti contro Lazio e Samp e pareggio polemico a San Siro contro il Milan. Le tre squadre terminano a 30 punti ma la classifica avulsa recita cosi: Brescia 5-Udinese 4-Fiorentina 3. Fiorentina in B e spareggio Brescia-Udinese. A Bologna l’Udinese batte 3-1 le rondinelle e seguono la Fiorentina in purgatorio. Questo è l’epilogo della stagione 1992-1993.

Ma per spiegare questa assurda annata, bisogna ripartire da capo: la Fiorentina che aveva chiuso dodicesima la stagione precedente ingaggia Baiano dal Foggia, Di Mauro dalla Roma, Carnasciali dal Brescia, Luppi dalla Juventus e la coppia Effenberg-Laudrup dal Bayern Monaco. Non sono acquisti altisonanti, ma la viola può navigare tranquillamente a metà classifica mentre Udinese e Brescia sono neo-promosse in Serie A. Radice è confermato in panchina. Nel suo regno la viola colleziona 5 vittorie, 5 pareggi e 4 sconfitte. Sancito il divorzio da Radice la squadra naviga al settimo posto ma VCG compie l’errore più grande della sua presidenza: ingaggia Aldo Agroppi. L’inizio è shock: Udinese-Fiorentina 4-0. Poi Fiorentina-Torino 0-0 e Foggia-Fiorentina 1-0 con gol di Kolyvanov. Con un punto in più la Fiorentina “gira” a 16 punti, al decimo posto ma solamente +2 dal Brescia quartultimo. L’altra partita chiave è Genoa-Fiorentina: viola avanti 2-0 e raggiunti sul pari. Successivamente perde in casa contro la Lazio e ad Ancona: nessuno sa perchè l’esonero non scatta qui. Si prosegue con Agroppi ma il tecnico di Piombino porta a casa solo 8 punti. Al suo esonero la squadra sarebbe salva, quello che è successo dopo è storia e come tale è da consegnare agli almanacchi. L’unica consolazione è che con la classifica a 3 punti, la Viola sarebbe comunque retrocessa in compagnia del Genoa.

La “strana” sindrome dell’Italiano medio

Una volta tanto devo ringraziare Facebook per l’ispirazione di questo articolo. Il titolo spiega molto bene ciò che voglio dire. C’e una strana sindrome che pervade l’Italiano medio e sul modo di tifare. Ognuno ha il sacrosanto diritto di tifare per la squadra che vuole, ci mancherebbe altro. Ma negli sport di squadra (calcio, basket, pallavolo) dovremmo risiedere tutti sotto la stessa bandiera, ma stranamente non ce la facciamo. O remiamo contro oppure diventiamo tutti Ct o coach di basket o pallavolo, anche se non ne abbiamo le competenze. Tifare tifiamo, ma all’eventuale eliminazione c’e la rivolta popolare.
Ma dove diamo il meglio di noi è negli sport individuali: ecco, in questo caso diventiamo Nazionalisti fino al midollo fino ad accecarci.
Primo esempio: automobilismo. Siamo e sono Ferrarista, ma non riusciamo a vedere la superiorità di una casa costruttrice e di un pilota. Si può dire che Hamilton è fortunato, che gli gira tutto bene, ma non riusciamo a dire che il binomio Hamilton-Mercedes al momento è più forte del binomio Vettel-Ferrari.
Secondo esempio: motociclismo. Vedi sopra. Non ho mai tifato Rossi ma stimo chi vince, ma anche in questo caso non riusciamo a vedere quanto di buono riesce a fare Marquez con la sua Honda.
Terzo esempio: ciclismo. Tifiamo sempre per il ciclista italiano più forte in gara, ma anche in questo caso giudichiamo dopati Froome, Thomas e compagnia cantante.
Sta cadendo anche l’ultimo baluardo dove non pensavo mai potessero esserci rivalità: il Tennis. Qui è più semplice, il Tennis Italiano non esiste da anni ma siamo pronti a “scannarci” per Federer, Djokovic e Nadal quando sarebbe molto più semplice dire che ci troviamo di fronte a tre fenomeni che in tre contano 54 slam.
Riportare l’onesta intellettuale nello sport sarà la mia missione futura.
Buona serata a tutti.

Editoriale 31°Giornata

La notizia della giornata è sicuramente una “non notizia”: alla Juventus manca un punto per essere Campione d’Italia. Tutto ciò a 6 tornate dalla fine, il che rappresenterebbe un record. Se volete parlerò dell’arbitro Fabbri in calce. Rallenta il Napoli che pareggia in casa contro il Genoa ma dietro scelgono di non scegliere. Pari fra Inter e Atalanta: i nerazzurri Meneghini vanno a +5 mentre i nerazzurri bergamaschi raggiungono il Milan a 52. Tre punti vitali per la Roma (per l’importanza sembrano 6 punti) che espugna Marassi sponda blucerchiata mentre rallentano Lazio e Torino che pareggiano rispettivamente contro Sassuolo e Parma. Per il Sassuolo è l’undicesimo punto nel girone di ritorno, per i ducali il nono. Nel limbo pericoloso la Fiorentina che perde in casa contro il Frosinone. Sono di qualche minuto fa le dimissioni del tecnico Pioli. Anche in questo caso la società sceglie di non scegliere “costringendo” il tecnico alle dimissioni. Per carità di Dio, la sua Viola ha solo 26 squadre dei maggiori campionati Europei che hanno vinto meno, ha 15 pareggi, seconda solo al Valencia, ma adesso il tecnico emiliano ha la mia stima. E se per caso dovesse “denunciare” i suoi ex datori di lavoro beh, sarei contento. Scendiamo nella zona calda: tre punti pesanti per Cagliari, Udinese e Bologna che ha usufruito di due penalty per battere il Chievo. Il terzo gol è arrivato in superiorità numerica. Da queste piccole cose si capisce la stagione dei felsinei.
Come promesso, parliamo di Fabbri: era netto il rigore in favore del Milan ma non è che 1+1 fa 2. Sarebbe arrivato il gol di Piatek? Forse no. Non ho visto il gol annullato a Kean (mi devo alimentare pure io) ma ho visto il non fischio su Castillejo e mi sembra giusto. Sapete per me quale poteva e doveva essere la chicca di giornata? Il rigore su Romagnoli e rosso su Mandzukic. Ma le chicche si sa, restano tali perche difficilmente vengono messe in atto.
Buon campionato a tutti.

Fabio Brunetti

Tutto ciò che non vediamo sulla classifica gol segnati

Buona domenica a tutti. Per la prima volta in questo blog affronto il tema della classifica dei gol fatti effettiva. Quello che il nostro occhio vede è che il miglior attacco appartiene all’Atalanta, seconda la Juventus e terzo il Napoli. Il peggior attacco rimane quello del Chievo. Ma c’e un ma, un gigantesco ma. Lo so che il mio gioco è sadico, forse anche ingiusto, la scommessa grande è coinvolgervi. La Juventus è andata in rete in 29 giornate, seguono Lazio e Roma con 25. Chiude la classifica il Frosinone con 13. Tutto ciò che comporta? Comporta che 8 squadre viaggiano ad oltre 2 gol di media con la Dea che comanda questa speciale classifica con 2.66. Segue il Napoli con 2.37 mentre chiude il podio la Roma con 2.20. Riapriamo gli occhi e torniamo alla “vita” reale. Solo due squadre viaggiano a più di 2 gol di media a partita (Atalanta e Juventus) mentre ben 6 sono sotto il gol di media. Come cambia il mondo ad occhi chiusi eh??

Fabio Brunetti

Un film tutto da vedere

Diciamocelo chiaramente e seriamente,quello che è accaduto in questi giorni a Pistoia si può definire solo Incredibile.
A distanza di quasi 4 anni da quel giugno 2015 dove si frantumò un Amore incommensurabile nessuno avrebbe scommesso mezzo centesimo che Paolo Moretti sarebbe tornato ad allenare la nostra squadra.

“Certi amori non finiscono fanno dei giri immensi e poi ritornano “Antonello Venditti in Amici mai descrive così l’impossibile fine di un Amore.

Nessuno avrebbe ripensato di rivedere Paolo a fianco di Fabio Bongi a riformare quella coppia straordinariamente invincibile.

Sono stati 6 anni di crescita incredibile di due finali raggiunte di una gara 5 a Milano da far commuovere i più duri di cuore.
Un amico mi ha suggerito una battuta incredibile.Passiamo da un allenatore che ha chiamato i TIME out con una parsimonia straordinaria ad un allenatore che chiamando un time out a Milano ci fece piangere.

Paolo torna a Pistoia per provare a compiere un miracolo sportivo.
Ricordo ancora quando per la prima volta venne presentato a Pistoia,era la stagione 2009,il cuore di una curva ad elettrocardiogramma piatto.La voglia di mettersi in gioco e trascinare un ambiente alla salvezza,

L’allenatore Maurizio Lasi cacciato con la squadra ultima in classifica,ambiente tremendamente scoraggiato.
Paolo veniva da un’esperienza brindisina negativa ma nacque subito feeling con la società e le vittorie portarono tutto l’ambiente a centrare quell’obbiettivo difficile ma non impossibile.
Poi stagioni incredibili con quella promozione e quella crescita giornaliera.Paolo Moretti e Pistoia diventarono un tutt’uno.

Ora Paolo torna in questa città con una squadra che in queste gare a tratti è parsa sciogliersi come neve al sole.
Sarà dura molto più dura di quella stagione in cui arrivava e subentrava in corsa ad un allenatore che ci aveva portati in Lega due.

Arrivò,sicuramente con più tempo a suo favore e con la possibilità di fare dei cambiamenti,ora ci saranno 6 interminabili partite in cui non sarà possibile far chi sa cosa,ma siamo sicuri che i giocatori metteranno tutto per arrivare ad un obbiettivo incredibile.

L’ambiente sembra aver riaccolto il coach con un entusiasmo straordinario ora servirà riunire le famose 3 S che si erano perse.Stampa,società e spettatori dovranno riunirsi e remare assolutamente nella solita direzione.

Oggi sarà la prima partita,una sfida quasi impossibile,ma sono queste le partite che potrebbero segnare l’inizio di una impresa che se fosse facile non sarebbe un film tutto da vedere.
Io ho comprato i pop corn, mi metto sulla sedia ed aspetto il 12 maggio sicuro che l’esito che pareva assolutamente banale non lo sarà più.
Forza Pistoia.

Federico Flori

Juniores Regionale Toscana

GIRONE ELITE
AFFRICO-BIBBIENA 1 0
ATLETICO CENAIA-PORTA ROMANA 0 1
CASCINA-FUCECCHIO 1 3
GROSSETO-ART. IND. LARCIANESE 3 1
LASTRIGIANA-GRASSINA 2 2
PROLIVORNO SORGENTI-SAN MARCO AVENZA 3 3
SESTESE-CUOIOPELLI 1 1
URBINO TACCOLA-RINASCITA DOCCIA 0 1

GIRONE B
VALDINIEVOLE MONTECATINI-CAMAIORE 1 4
ATLETICO LUCCA-GALCIANESE 2 2
CANDEGLIA PORTA AL BORGO-ATLETICO CARRARA 1 1
LAMMARI-POGGIO A CAIANO 0 1
LANCIOTTO CAMPI-MEZZANA 1 1
MALISETI TOBBIANESE-DON BOSCO FOSSONE 3 2
MIGLIARINO VECCHIANO-ZENITH AUDAX 0 2
SAN FILIPPO-PESCIA CALCIO 3 0

GIRONE C
ANTELLA 99-SAN PIERO A SIEVE 4 1
AUDACE LEGNAIA-RIGNANESE 3 0
CASENTINO SOCI-LUCO 0 2
CHIUSI-CASELLINA 1 1
ESPERIA SAN DONNINO-SETTIGNANESE 3 1
GALLUZZO OLTRARNO-FORTIS JUVENTUS 1 1
OLMOPONTE AREZZO-AREZZO F. ACADEMY 3 1
PONTASSIEVE-POL. NOVOLI 3 0

GIRONE D
VENTURINA-MAZZOLA VALDARBIA 1 3
ALBINIA-MONTELUPO 1 3
ANTIGNANO-INVICTA GROSSETO
ASTA-CASTIGLIONCELLO 1 0
ATLETICO ETRURIA-FORCOLI VALDERA 3 1
CASTELFIORENTINO-MONTESPERTOLI 1 1
COLLIGIANA-ARMANDO PICCHI 2 2
SAN MINIATO BASSO-GRACCIANO 2 0

“Niente Ceres, solo Moretti”

Sta per terminare per noi tifosi di basket una delle settimane più caotiche degli ultimi anni.
Un clima così febbrile,non si avvertiva dai tempi di Lasi o se proprio la mia memoria non m’inganna dall’esonero di Venerdì di Massimo Friso.
Entrambi gli esoneri portarono i successori a raggiungere l’obbiettivo che la società si poneva in quella stagione.
Maurizio Lasi conquistò la Lega due,Paolo Moretti salvò la squadra subentrando nel 2009 a Maurizio.
In entrambi i casi chi arrivo’ trovò un ambiente al limite del nevrotico.
Moretti trovò una curva senza voce ma in quelle settimane si materializzò il gruppo Baraonda Bianco rossa.
Adesso chi arriverà a dirigere gli allenamenti martedì troverà un ambiente particolarmente deluso da un’annata che nessuna si aspettava fosse di così tanto logorio.
In moltissimi si augurano che sia Paolo Moretti a tornare,l’uomo che nel 2009 salvò questa società dalla retrocessione e la condusse in Paradiso pochi anni dopo con il vice Fabio Bongi centrando addirittura due finali play off di lega 2.
Io mi auguro sinceramente di veder uscire da quel tunnel lui perché potrebbe essere assolutamente l’uomo del miracolo sportivo anche se le 6 partite che mancheranno dal suo arrivo sono sicuramente un terribile pensiero.
A Brescia intanto in un campo difficilissimo in panchina andrà un uomo che ha fatto la storia di questa società un Fabio Bongi che ha espressamente dichiarato di voler fare il secondo e di tenere questo ruolo solo a Brescia, più per dovere che per voglia di farlo.
Fabio ha reso omaggio a Ramagli e lo ha difeso contro chi è andato oltre all’aspetto sportivo denigrandolo ed offendendolo.
Ramagli non è mai entrato in sintonia con il pubblico ed a parer mio non è riuscito a far accettare al pubblico una pesante eredità lasciata da un duo come quello formato da Moretti ed Esposito due ex giocatori di personalità mostruosa.
Gli errori in questa annata sono stati molteplici e sicuramente non è il solo Ramagli a doversene far carico ma adesso non ha senso la ricerca spasmodica del Kaiser Sose adesso ha senso resettare e far capire ad i giocatori che gli alibi stanno a zero e che serve la massima unità per raggiungere qualcosa che potrebbe chiamarsi miracolo sportivo.
Bongi a Brescia può ricompattare la squadra e provare a raggiungere 2 punti che sarebbero a dir poco clamorosi.
Mancano 24 ore alla partita e poi attenderemo quello che sarà il futuro sperando di riabbracciare quel Paolino che ha centrato l’ultima promozione in casa bianco rossa e che la piazza sui social ha assolutamente desiderio di voler vedere occupare quella panchina quest’anno straordinariamente pesante.
Intanto c’è Brescia che ci attende vogliosa di farci un dispetto e noi dimostreremo di avere più voglia di loro?
A Brescia pensando al campo e magari aspettando che atterri qualcuno dall’America che rifaccia esplodere il Palacarrara con il coro “NIENTE CERES SOLO MORETTI” soprattutto il 12 maggio quella che tutti vorremmo fosse ricordata come la sera dei miracoli….quella che Lucio Dalla dipingeva in centomila in uno stadio ma che a noi basterebbe in quattromila in un palazzo.

Federico Flori

Italia, bene così ma attendiamo avversari di valore

Si chiude la prima campagna Europea del 2019 con due vittorie, 8 gol fatti e 0 subiti. Va detto che la Finlandia occupa la posizione numero 59 del ranking Fifa e il Liechtenstein la numero 189, ma tant’è, sono due vittorie nette e come tali vanno messe a referto. L’unica ovvietà che posso smontare è questa: si è parlato molto di un’Italia ringiovanita mentre,calcolatrice alla mano, contro la Finlandia l’età media scesa in campo è stata di 26 e millesimali mentre contro la formazione CentroEuropea è stata di 27 anni netta netta. Si va dai 19 di Kean ai 35 di capitan Chiellini e ai 36 di Quagliarella.
Passiamo adesso ai gol fatti: doppietta di Quagliarella e di Kean e personali di Sensi, Barella, Verratti e Pavoletti. Se state pensando che mancano i gol degli attaccanti, avete centrato il punto. Tre punte centrali (Immobile, Quagliarella, Pavoletti) e tre gol. Due dal dischetto e uno che chiude il set contro i rossoblù. Con tutta la mole di gioco che produce l’Italia beh, direi che sono pochi. Attendiamo con ansia il finalizzatore leader, colui che possa prendersi sulle spalle la Nazionale. Sfido che possa essere Immobile, men che mai Lasagna, non resta che Kean (o Balotelli) in coppia con Insigne o Bernardeschi. Nel secondo tempo, in eventuale sofferenza, inserire Politano o Bernardeschi ( se non titolare) per passare ad un 4-4-2 un filo spinto. La nota lieta semmai viene dal centrocampo: di quattro ragazzi scesi in campo, tre hanno segnato, quindi, bene così, il reparto funziona. La difesa non è mai stata storicamente un problema e non lo sarà neanche in questa generazione. Sei punti che fanno morale, primo posto solitario che fa morale, ma attendiamo Grecia e Bosnia per capire se siamo sulla strada giusta oppure se abbiamo bisogno di certezze. Buona sosta Italia, ci vediamo a Giugno.

Fabio Brunetti