Pillole di riflessione… Cuore deluso

…un cuore deluso è sensibile a tutto e a niente; perché tutto e niente possono dargli conforto come farlo piombare nello sconforto…

Tutto ciò che anela è solo un po’ di sollievo e, per quanto si sforzi di trovarlo, le ricadute sono sempre dietro l’angolo. Ci vorrebbe una pillola magica “togli-dolore”, che in realtà non esiste. Dunque, dov’è la soluzione? Una soluzione, poi, che dovrebbe essere quella più rapida possibile, ché si sa, a nessuno piace soffrire troppo a lungo…

Allora, forse, è utile iniziare il percorso di guarigione facendo un po’ di “mente locale” per prendere cognizione del problema e così poi cercare/trovare la giusta “soluzione”…

Ecco. Penso che il primo passo sia quello di “smarrire” chi non fa più per noi. Staccare subito la spina dell’ossigeno che pare darci, quando – invece – col suo comportamento ha solo iniziato ad “avvelenarci” la vita. Bisogna avere il coraggio di cambiare “registro”.

La prima tappa, quindi, richiede di prendere cognizione del problema e decidere di cambiare:

Dicono che…

Dicono che occorrono 21 giorni per cambiare abitudini, per cambiare rotta e smantellare routine tossiche. L’ho letto in un articolo su una vecchia rivista che, in realtà, era incentrata soprattutto sulle cattive abitudini alimentari, salvo poi ribadire che, di fatto, è una “logica” valida in generale.

Dunque in 21 giorni si può spezzare o rafforzare un’abitudine e questo consente al nostro cervello di riprogrammarsi nel tempo: <<impegnatevi a introdurre nuove e più sane abitudini per 21 giorni e il 22° ritroverete una versione migliorata di voi stessi. Se l’avete fatto per tre settimane potete farcela per sempre […] La forza di volontà è come un muscolo: con la pratica diventa più forte>>.

Ho pensato, allora, che deve essere un concetto valido anche per chi soffre per la fine di una relazione. Del resto si dice che il tempo cura tutte le ferite e “volere è potere”… Certo, fa un non so che immaginare una persona disperata per la fine di una storia d’amore, fine della quale non riesce a farsene una ragione, già serena e sorridente al futuro dopo 21 giorni passati a rimettere in sesto sé stessa e non il rapporto che non c’è più. In effetti nell’articolo si precisa che potrebbe volerci anche una media di 66 giorni, con punte fino a 250 giorni “per cementare nuove routine virtuose”.

…ma sì, si può fare… Con molto impegno, forza di volontà e rispetto per sé stessi e per i propri (bi)sogni, ci si può sottrarre al dolore della fine di una storia d’amore senza futuro, al senso di dipendenza che la tiene viva nella propria mente, al senso di vuoto e di smarrimento che ne deriva. Talvolta, però, siamo pronti ad impegnarci in tal senso solo quando abbiamo raschiato il “fondo del barile”. A volte ci si deve fare un gran male e si devono tentare tutte le vie possibili e inimmaginabili per arrivare a capire che si può/deve pretendere di meglio dalla vita e soprattutto da un/una compagno/a di vita.

Contare… Contare… 1, 2, 3…