Adolescenza

 

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L’adolescenza è quel periodo che serve a levigare il fegato dei genitori. Ne avevo sentito parlare quando ero ragazzina ma non l’ho mai incontrata, si è dimenticata di me o forse non è riuscita a penetrare tra le mura domestiche di casa mia perché mio padre le aveva blindate  a dovere. Niente feste, niente gite, niente amici, niente di niente. Casa e scuola ,scuola e casa. Ops dimenticavo! Casa e scuola, scuola e casa e la domenica, ma solo la domenica, mi era concesso andare in chiesa, scortata da una super zitella di 35 anni e da sua sorella, single anche lei per prigionia .Un ottima garanzia per mio padre !Sia per i saggi consigli che la grande zitella avrebbe potuto darmi, sia per la gelosia che un eventuale mio incontro avrebbe causato nel suo triste cuore e che l’avrebbe portata a cinguettare tutto all’ orecchio di mio padre.  Tuttavia quelle domeniche a messa anziché farmi santa  furono  l’unico spiraglio di libertà che fregò mio padre e mi condusse tra le braccia del principe azzurro che, come Super Mario, liberò la principessa dal castello del drago. Un drago affettuoso a modo suo, troppo morboso, troppo autoritario, troppo avaro, troppo geloso, troppo possessivo, troppo chiaccherone, troppo tutto!

L’unico ricordo bello che ho  di quel periodo è il volo dei gabbiani sulla carta da parati azzurra che mi fu concessa per ristrutturare la mia stanza e togliere gli aloni di muffa che puntualmente si ripresentavano alla prima pioggia. La cosa più logica sarebbe stata riparare la terrazza che causava l’infiltrazione piuttosto che sistemare l’interno per vederlo poi rovinato, per altri dieci anni ,prima di ristrutturarlo di nuovo. Ma la logica di mio padre girava sempre al contrario. Ciò che per gli altri era bianco per lui era nero e ciò che per gli altri era rosso per lui era grigio. Soffriva di una specie di daltonismo dell’anima. Era sempre agitato e la sua agitazione non risparmiava nessuno .Riusciva a comprare le cose con il  prezzo da lui deciso .Pur di toglierselo dai piedi le persone con cui si relazionava accettavano qualsiasi compromesso. E mia madre? Povera donna! Mia cognata la soprannominò :”Sant’agatuzza”. Si chiamava Agata e quel soprannome stava a significare: povera te! Sei una santa martire”.

Pur essendo andata via da quel castello i macabri ricordi mi giravano  sempre nell’anima …..ma quella è un altra storia ,una triste storia! La storia della mia vita.

Adesso sono qui a rodermi il fegato per l’adolescenza di mio figlio al punto che a volte penso:

“Furbo mio padre !Vedi che fardello si è risparmiato! Dovrei fare come lui?      Segregare mio figlio per risparmiarmi i dolori dell’adolescanza?????”

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Se avete qualche saggio consiglio da darmi lo accetto con tutto il cuore .Io nel frattempo cresco insieme a mio figlio e ,se sopravviverò a questa tempestosa fase della mia vita, forse un giorno vi racconterò com’è finita.

Diritti riservati.Pubblicato su autorizzazione di un amica .

( copyright:cmg@art).

Adolescenzaultima modifica: 2018-04-02T08:26:56+02:00da pausacaffe70