#Autosport #Testdrive #Seat Leon sulle strade della storia dell’automobilismo da corsa

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IMG_2019[1]Seat Leon OctaviaIMG_3551[1]IMG_2054[1]IMG_1502[1]

Vi capita di usare una chicca che può passare inosservata. Ma che chi mastica un po’ di motori, nota per la strada. Perché è la nuova versione di un’auto di successo. Anche in pista. Compatta, piccolina da fuori, spaziosa dentro, presenta tutto quello che serve e anche di più. È un’auto giovane. E come tale ha dotazioni che piacciono in particolare ai giovani. Ma poi anche ai più ‘grandi’, i quali, quando le provano, ci si abituano volentieri. Per esempio l’illuminazione a Led che interrompe la monotonia della portiera. E che a comando si accende del colore che preferiamo. Mentre l’illuminazione delle pedane, sia nei posti anteriori che in quelli posteriori è regolabile. Un’opzione di matrice Volkswagen che ritroveremo su auto più grandi del Gruppo. È la nuova Seat Leon. Ci è già capitato di usare un’auto piccola, e di sentirci calare nell’abitacolo dell’auto che ha vinto il mondiale rally #WRC, con la #Skoda Fabia. Questa è più spaziosa, più grande, confortevole, scattante, comunque morbida da guidare. Scendiamo di un gradino solo perché è con il cambio manuale. Ma gli accorgimenti per la guida assistita di matrice #VW ci permetteranno di sopperire a questa ‘novità’, e ci riporteranno alla guida. Così, dopo un giro in autostrada, il solito trasferimento dal #Veneto centrale al #Friuli, per verificare che la Seat Leon è risparmiosa. Ovviamente bisogna fare attenzione con il piede, ma i consumi, nonostante il motore sia un 1400 a benzina, sono davvero contenuti.

Nonostante siamo costretti dalla calura ad accendere il clima, la macchina non registra cali di potenza

Anche nell’estate più prolungatamente calda degli ultimi anni. Che ci costringe, da subito, ad accendere il clima a manetta. Che risponde bene alle aspettative e ci consente di viaggiare in pieno relax. E non influisce su prestazioni e consumi. E’ bene spiegare però che pur essendo un 1400 cc, il motore di questa Seat Leon ci regala ben 150 CV. Dunque, riassumendo, 6 marce, e un motore sportivo ma all’occorrenza morbido e silenzioso. Le rifiniture di alto livello e soprattutto ergonomiche. Nell’abitacolo tutto ci mette a nostro agio. Fatta la sua conoscenza, ora, che si fa? Il caldo dell’estate è insistente. Quindi? Cerchiamo scampo al mare? Non basta, perché là, nella #RivieraFriulana l’escursione termica tra giorno e notte è limitata. Allora, non ci resta che andare in montagna. L’ispirazione arriva con l’occasione. L’inaugurazione di un bed and breakfast a Paularo. ‘Il Niu’, in lingua friulana Il nido, ricavato nelle antiche case Linussio del vecchio borgo della Carnia, da Mario Revelant. Paularo, nella val d’Incarojo. Ci offre diverse possibilità in serate lunghe e calde come quelle dell’estate 2017.

Le bellezze della montagna friulana, la mitica ps. Ligosullo-Paularo

Andar per malghe, e rientrare dalla Val Aupa, o scendere verso il Gemonese. Oppure… Paularo-Ligosullo, lo scollinamento verso la Valle del But, l’altro ramo del suggestivo paesaggio montano della Carnia. Nel senso contrario, era una delle mitiche prove speciali del Rally delle #Alpi Orientali. E, credo di ricordare, anche del Rally di San Martino di Castrozza. Era completamente sterrata, e ricordo che negli ultimi tornanti vedevo scendere le Fiat 124 Abarth, l’Alfa Romeo Gtv, le Opel Ascona, la Opel Commodore, le Porsche Carrera, la Lancia Beta, le A112, con una delle ruote posteriori quasi nel vuoto… O nel vuoto. Bene. Trovato l’equipaggio da scaricare a terra per darmi il via libera, o no, e per riprendermi con foto e video, scaldo ruote e motore in salita. Splendido lo scenario, dalle ultime abitazioni di Paularo. Poi in mezzo al bosco. La versione che mi hanno affidato alla Volkswagen a Verona è la FR. Con l’assetto più sportivo. Cominciamo a tirare un po’ le marce. E la Seat Nuova Leon, 1400 cc, si arrampica bene, e dai tornanti al misto si svicola con agilità e la potenza che serve. Arriviamo a Ligosullo, e invece di proseguire verso Paluzza, dove abbiamo amici, non ultimi i fondisti olimpionici Di Centa, decidiamo di percorrere la speciale nel senso di marcia dei rallisti di allora. Pronti: via! All’inizio si sale un po’. Per affrontare sette tornanti. Quelli più spettacolari. La Leon si qualifica per grinta e agilità in questo tratto. C’è da dire che ognuno di questi #testdrive per me è una scoperta. Infatti, finora ho provato modelli e versioni sempre in anteprima. Il che non vuol dire che ero il primo a salire a bordo di uno di questi modelli. O meglio, non sempre. Ma le ho sempre provate prima che altri le potessero descrivere sui loro media, televisivi, cartacei, on line. Come ne sono certo? Semplicemente andando a sfruculiare su Google per vedere recensioni e test. Addirittura le Case, spesso, non riportano la versione che ho in uso. E così, addio dati.. Questo per evidenziare che anche la Nuova Seat Leon è stata una piacevole sorpresa, e scoperta. Perché anche dopo la salita movimentata dai tornanti dei primi km della Sp 24, da Ligosullo a Paularo, è arrivato un bel misto in falsopiano, poi in discesa con alcuni tornanti e il tratto veloce finale, che s’introduce nell’abitato di Paularo. Gran bella strada, anche da asfaltata. E gran bella macchina: si tratta sempre di una 5 porte, anche se con vocazione sportiva. Ma assetto e freni hanno retto alla prova, speciale, al clima caldo, alle nostre richieste. Ma allora? Una coupé giovane, sportiva, ma anche elegante nella sua sobrietà può andare anche in alta montagna? Certo, e la prossima volta vedremo come si comporta.

Charlieinauto

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#Test:drive Mercedes #AMG GLA 45 381CV rapporto peso potenza da jet 191CV/l

Ho scelto nel parco stampa l’oggetto più easy rosso fiammante compatto e giovane senza sapere cosa c’era sotto

Rosso fiammante, la più piccola presente in quel fantastico, anche se temporaneo, parco vetture. Un SUV compatto. Ruote da 19. Avevo visto in giro la GLA 180. Ma la Mercedes GLA 45 4 MATIC Edizione limitata cinquantenario, mi era sfuggita dalle mie seppur fugaci rassegne stampa. Tentenno un po’. Poi una delle incaricate dell’AMG Italia mi chiama: signor Morandini, ecco la chiave. Caspita!

Tocca a me

E adesso? Che ci faccio? Tutti quei CV su una strada normale, sono sprecati. E rischio anche la patente. Anche se di punti, oramai, ne ho di scorta. Salgo a bordo. Il sedile sembra ritagliato da un maestro d’ascia proprio per me… Di fronte un cruscotto sobrio, ma completo. Il volante non lascia spazio a malintesi: dotato di decine di comandi, non ti può sfuggire. La plancia di primo acchito mi sembra un po’ pacchiana. Ma quando scoprirò cosa c’è sotto, capirò che si tratta di una serie di rifiniture che arricchiscono l’allestimento di lusso, per renderlo sportivo. Dominano le tre bocchette d’aria con l’orlo rosso fiammante. Che richiamano le frecce d’argento che sono il simbolo della Mercedes. I comandi a consolle sono essenziali, ma non lasciano adito a malintesi. Sulla sinistra, sulla portiera, la pulsantiera ergonomica per regolare il sedile in tutte le posizioni. Me lo assesto perché ho come un presentimento. Istintivamente cerco lo specchietto centrale per registrarlo, ma poi capisco che fa da solo. E sono pronto.

Ma ora …tocca a Lei!

Mi infilo nelle piste di uscita del parcheggio dell’aeroporto, dietro al mio vecchio ‘compare di merende’ che stavolta guida la SL giallo oro. E cerco di prendere dimestichezza con questo nuovo mezzo, il quarto della giornata considerando che ero arrivato all’appuntamento con un’altra auto in prova, anche lei un piccolo bolide. Dimestichezza con acceleratore e freno. Di frizione non se ne parla perché ha 7 marce automatiche. E 4 ruote motrici, da 19’. Già questi dati e dimensioni mi avevano fatto pensare. Ma ritorniamo a noi: in un attimo escogito lo stratagemma. L’autostrada. In una zona dove le strade sono nervose ma aperte al traffico, non ci sono piste adeguate, ci sono controlli dappertutto, che cosa mi resta da fare con questa o con le altre AMG a disposizione: farle scaricare i CV sulle ruote nel minor tempo possibile. E da 0 a 130 km/h che raggiunga la velocità in 20-10-una manciata di secondi, o meno, nessuno avrà nulla da ridire. Anche perché la giornata è tranquilla e il traffico è leggero. Così passo il Telepass, e mi infilo in autostrada.

Tocca a leiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!

Schiaccio il pedale dell’acceleratore fin dove riesco e lei quasi mi precede. Cerco di contare i secondi; non ci riesco. È troppo… veloce. E sto raggiungendo il collega amico sulla cabrio!? Ragazzi! Sembra di guidare un jet al decollo. Arrivo a uno svincolo, così posso rallentare fin quasi a fermarmi. Non c’è nessuno. Nemmeno davanti: via! La progressione è fantastica per un’auto di serie, un piccolo SUV. Non si avverte minimamente il cambio delle marce. E stavolta tengo d’occhio il contachilometri: da fermo a 100 km/h non riesco a contare più di 4 secondi!!! Meno male che sono già all’uscita. Altrimenti, un paio di sgasate ancora le avrei tirate, ma a rischio. Così provo staccata e frenata: splendida. I sistemi di guida assistita precedono le mie intenzioni e lo sforzo che devo scaricare sui comandi è insignificante. E la guida è perfettamente graduale. Provo a vedere che cosa succede sul misto: è come un go kart. Agile, docile, obbediente, ma con una risposta di coppia che poco ha da invidiare a una F1. Rallento, mi concedo un po’ di respiro. I piloti dell’AMG mi indicano che dobbiamo prolungare il giro per andare a fare il pieno. Servirà ai colleghi di domani. Così accendo la radio e mi godo un po’ di bella musica. Con il massimo del supporto ambientale perché la AMG GLA 45 è silenziosissima. Dentro. Ma fuori, mi dicono, che il suo rombo è davvero grintoso, ma morbido.

L’auto di serie più potente al mondo e della gran parte delle auto sportive con rapporto peso-potenza stellare

Scendo e finalmente do un’occhiata alle specifiche della macchina: è un duemila (1991 cc) da 381 CV, 191/CV litro, la coppia di 475 Nm tra 2500 e 5000 giri, velocità massima 270 km/h. Dati stellari per un’auto di serie, del marchio sportivo AMG della Stella d’argento. Credo di non avere mai guidato prima un mezzo così performante. L’entusiasmo che mi aveva preso subito è la prova che le emozioni erano state scatenate dal superamento di una soglia personale dell’esperienza nella velocità e accelerazione. Così mi incuriosisco ancora e cerco le recensioni di qualche collega. Non ne trovo, perché questo modello era stato presentato da poco a un salone, e non ancora alla stampa. Dunque, anche stavolta ero tra i privilegiati a saltarci a bordo per primo. Però trovo una brochure della Casa, con una valutazione che sento essere veritiera, ma che poi a ogni buon conto mi sarà confermata da altre fonti: quel giocattolino che ho provato è l’auto più potente del mondo tra le vetture di serie, con un rapporto peso-potenza da fantascienza. E più potente della gran parte delle vetture sportive. Con la turbina Twinscroll che assicura tempi di risposta spontanei e la massima agilità d’utilizzo dell’auto. Capite il riferimento agli amici di #TopGear? Qualche volta, il colpo di fortuna può capitare anche a voi…                            AMG Autostar cs 2017 rid AMG Autostar titolari 2017 AMG Cabrio 2017 oro rid AMG Cabrio gialla Autostar 2017 rid AMG CLA 45 2017 rid AMG Gla 45 2017 rid AMG GT R aperta rid CHIA AMG GT R gialla rid AMG GLA 45 prato rid IMG_8916 IMG_8939 IMG_8986 IMG_8995 IMG_9052 AMG GLA 45 io 3 rid AMG GLA 45 front rid

AMG GLA #Testdrive SUV compatto Mercedes

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Le emozioni di un #testdriver quando si afferra alla predella del treno che passa …in corsa

Se la incrociate per strada non sfidatela: perdereste il confronto

Un po’ di edonismo per introdurre un #test emozionante anche per un ‘vecchio rallysta’

Di macchine sportive ne ho guidate diverse. Dalla metà degli anni ’70 in poi. Per gran parte della mia vita l’auto l’ho però considerata come un mezzo, uno strumento. Non tanto come una meta, o uno status simbol. Scegliendo, per me, auto confortevoli, spaziose, da turismo veloce, o semplici utilitarie, magari un po’ particolari. A seconda delle esigenze che la quotidianità mi prospettava. Ma, quando mi è capitata l’occasione, una bella sgasata non l’ho mai disdegnata. Con una Porsche anni ’80, con la Mercedes 250, con l’Opel Kadett Gte, con la Lancia Stratos, con la Delta S4 (muletto), con una Audi TT allestita da rally che fungeva da apripista, con la Fiat 500 Abarth… Ma senza farne una malattia. Tutto questo, senza abbandonare le occasioni per scrivere del mondo dei motori. Che non è il mio mestiere principale. Un settore, nel quale è nata la mia passione per il giornalismo con le prime trasmissioni specializzate, ancora all’epoca delle ‘radio pirata’…

Saper cogliere il treno quando passa vicino

Questo, solo per dire che però, quando capita l’occasione giusta, è bene saperla cogliere. Ma può capitare quando meno te l’aspetti. Nella vita, ciò può succedere per qualsiasi vostro interesse, per qualsiasi passione amiate sviluppare. Per i sentimenti, le emozioni… Beh, forse sto esagerando, non credete? O forse no. Perché quello che mi è successo tra capo e collo, ve lo voglio proprio raccontare, perché ne vale la pena. Mi è successo qualcosa che vediamo capitare, non sempre, alla televisione. Ai colleghi Jeremy Parsons, in Gran Bretagna, o Guido Meda, in Italia, in #TopGear: saltare a bordo di una delle auto più potenti del momento, e del mondo.

I 50 anni di #AMG in #Friuli sulle #Supercar

L’occasione mi è stata fornita da un educational con il quale AMG celebrava, a Udine per il Nordest, il suo cinquantennale. Così, assieme ai colleghi dell’automotive di tutta Italia, dopo un briefing da parte dei titolari dell’Autostar e del Pr di #AMG, Vadim Odinzoff, abbiamo provato alcune delle splendide auto che comunemente chiamiamo Mercedes Benz, ma che al loro passaggio fanno girare la testa a tutti, grandi e piccini, maschi e femmine. Dall’auto che scorgiamo in Tv, o sui circuiti, la SL Roadster, mentre fa da Safety Car alle vetture di F1, e dispone di 585 CV, a una comoda SW dotata di 486 CV. Veri aeroplani…

Adesso viene il bello…

Ma il bello doveva ancora venire. Ad alcuni di noi gli organizzatori dell’AMG avevano promesso un giro in maggior libertà: della serie ti affido l’auto e me la riporti quando puoi in officina, perché domani serve per la prova ad altri colleghi. Fai la strada che vuoi. Ma poi ritorna lì. “Banale”! Direte. Eh no. Non è proprio così. Sapere che vi stanno per affidare un bolide da 400 CV, o più, circa, per farne, anche se per questa volta per un tempo limitato, magari non ci pensate sul momento, ma può diventare imbarazzante.

Nervosismo da attesa e imbarazzo, come accade agli innamorati

Mentre attendete, magari trasportati da altri colleghi, vi cominciate a chiedere quale sarà. Perché dovrete adattare la vostra guida a una cosa completamente diversa da ciò cui siete abituati. E in base a ‘che cos’è’ dovrete scegliere il percorso migliore, per fare bella figura con chi ve l’ha affidata, ma anche con Voi, che leggete questo blog. Ma visto il livello dei mezzi a disposizione, anche verso i passanti e gli automobilisti che, e se, incrocerete. 400-oltre 500 CV… Ci vorrebbe una pista.

L’autodromo di Bordano (Ud)

Se avessero realizzato l’autodromo a Bordano, anni ’80, per la promozione del quale realizzai una bella brochure per la Camera di commercio di Udine e la Regione, il problema non si porrebbe. Una pista ce l’abbiamo: nella #RivieraFriulana. A Precenicco c’è il Kartdromo, che è anche circuito per formule minori. Ma è troppo lento e guidato. Poi… avrei tutti gli occhi puntati addosso. Visitiamo #Dinamica.

#Dinamica a Gorizia produce le fibre per i sedili anche della #supercar

È l’azienda della famiglia Terraneo, che dall’impasto ricavato dalle bottiglie di plastica e dalle T-shirt usate produce una fibra tessile dalle caratteristiche elevate e di qualità. Che ha preso il posto dell’Alcantara nelle auto di lusso. E che riveste anche i sedili della già mitica #Mercedes-AMG Project ONE, presentata da Luis #Hamilton al #Salone di #Francoforte. Le fibre sono tinte con materiali ecologici, ad acqua. Quindi, lo stabilimento, è ecosostenibile. Dopo una simpatica colazione all’azienda Castelvecchio, sul monte San Michele, di proprietà dei Terraneo che producono un’ottima Malvasia, e un morbido Terrano, accompagnamo all’aeroporto alcuni dei colleghi che dovevano rientrare a Roma e a Milano. Poi, nel parcheggio, avviene lo scambio: io ti do le chiavi di una di queste ‘bellezze rombanti’ e tu mi dici che cosa te ne pare. E magari, lo scrivi. Bene: la SW l’avevo già provata. La SL anche. Magari avrei avuto più libertà di manovra, ma l’istinto del ‘vecchio cronista di campagna’ mi spinge sull’oggetto più easy.

#charlieinauto

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#Autosport: #Testdrive sui percorsi della storia dell’automobilismo da #corsa 2

IMG_8225IMG_8244IMG_8253IMG_8224IMG_8214IMG_8182IMG_8168IMG_8334A Valle di Campeglio con la nuova #Giulietta #Alfaromeo 1400 Turbo da 170 CV

Una delle prove speciali più belle del #Rally #Alpiorientali

Disponendo di un giocattolino così versatile in una stagione calda e asciutta come l’estate 2017: voi che cosa avreste fatto? In alto, in cima alle colline o ai rilievi della fascia pedemontana, probabilmente, invece che essere a 36/37 gradi, la temperatura sarà un po’ più bassa. E sicuramente ci sarà meno umidità. Così ci viene in mente di ripercorrere uno degli itinerari più belli dei Colli Orientali del Friuli, a pochi chilometri da Udine. Non a caso, questa strada, già negli anni ’70, era stata scelta per ospitare una delle prove speciali più tecniche e suggestive del Rally delle #Alpiorientali. Da Campeglio a Valle. Sei km di strada stretta e nervosa. In parte in mezzo al bosco di faggi e castagni, parte tra le vigne. E dalla cima, percorrendo la strada in quota, il panorama è fantastico e spazia da Cividale, al Carso, fino verso il Veneto. Mentre all’orizzonte brilla il mare. Scaldiamo un po’ le gomme sulle strade in aperta campagna.

Quasi un crossover

E apprezziamo l’assetto della #Giulietta #AlfaRomeo, che si regola con il comando a scorrimento situato vicino alla leva del cambio. Infatti, imbocchiamo una strada interpoderale con l’asfalto sollevato dalle radici degli alberi che assicurano una rilassante frescura. Tiriamo indietro la leva, sulla posizione per il fondo con scarsa tenuta, e la #Giulietta si solleva un po’, e …si ammorbidisce. Proviamo ad affrontare il tratto sconnesso a una velocità maggiore, e ci sembra quasi di guidare un crossover. Potenza dell’elettronica. Certo, non è merito del computer di bordo se accade tutto questo. Pensate a quanti comandi e regolazioni vengono azionati da questa piccola leva.

Dallo sconnesso al test sulla speciale del rally

Ci reimmettiamo sulla strada principale, dando una ‘sgasata’. Lei è sempre reattiva. Con il cambio automatico non sentiamo la necessità di usare la funzione semiautomatica, azionando le leve al volante. Il motore sale di giri in un continuum di potenza. Senza cambiare suono o calare di giri quando cambia marcia. E ci accorgiamo che varia le marce soltanto dal numerino nel display al centro del cruscotto che ci ricorda in che marcia sta correndo il motore. Arrivo a Campeglio. Ecco il bivio: Valle. Non manca l’emozione di ritornare su quella strada dopo decenni con un’auto …da corsa. Ai tempi del rally affrontavamo la salita con la #Fiat127, con le #A112. Sfidandoci cronometro alla mano, ma soprattutto tenendo d’occhio le traiettorie degli altri. Pronti a correggere difetti ed errori di guida. Una scuola di pilotaggio di volontariato. Che ci permise di imparare a correre in gara. Nella quale ho corretto le imprecisioni di più di qualche amico. Poi diventato un pilota famoso. Su questa strada vedevo provare, e gareggiare le #Opel Ascona, #Fiat131Abarth, #Ople Commodore, la #Lancia Stratos, l’Alfetta Gtv. Via sulle prime rampe.

Accelerazione bruciante

L’accelerazione è entusiasmante. Dalla curva al rettilineo alla curva successiva passa una manciata di secondi. I freni maggiorati Brembo, che da fuori fanno bella mostra con il loro colore rosso corsa, in giusto contrasto con il colore grigio opaco della macchina, servono anche in salita. I 170 CV della #Giulietta si sentono tutti. E si scatenano sull’asfalto senza dispersioni. Ah! Dimenticavo: alla base della salita avevo spinto la leva che cambia lo status della macchina, ne regola l’assetto e le prestazioni, tutta in avanti, nella posizione sport. La strada si fa sempre più nervosa. Finché si apre tra le vigne nella frazione di Rauscedo, a un quarto della salita. Il bello deve ancora venire. Un bel tratto di misto a vista permette di provare il grip con l’assetto sportivo: eccellente. Saliamo ancora, rispettando i limiti, e la prudenza. Finchè un altro lungo tratto misto a vista si sviluppa nel sottobosco.

Incollata anche sul fogliame

Nonostante l’estate piena, l’asfalto è ricoperto di fogliame. Distribuito proprio dove passeremo con le ruote. L’occasione è troppo ghiotta per non provare gomme e tenuta. La strada la ricordiamo ancora: un paio di tornanti e curve secche ci aiutano a verificare la maneggevolezza di questa #AlfaRomeo, maneggevole ma sicura e decisa. Comunque confortevole. L’ottima presa al volante dà sicurezza. Nella staccata non dà incertezze. Siamo quasi in cima e il bosco si apre. Svelando un paesaggio splendido. Raggiungiamo la piazza del Paese per bere l’acqua fresca, e facciamo due passi. La vecchia osteria, sito panoramico con i cibi della tradizione contadina, non c’è più. Al suo posto i locali della proloco. Che si animano soprattutto in occasione della Festa delle castagne, a inizio autunno. Ripartiamo ritornando verso la strada che corre in cima alla montagna, superando Pedrosa, dove si trova buona parte dei ripetitori televisivi del Nordest. E dirigendo in direzione di Cividale. Per raggiungere uno spiazzo panoramico. Che frequentavo da ragazzo. Dove, si dice, negli anni ’80 sia atterrato un #Ufo. Ci posiziono sopra la #Giulietta #AlfaRomeo 1400 da 170 CV. Che se non è un #Ufo, poco ci manca.

#charlieinauto

#testdrive un SUV crossover #Renault per gli spostamenti confortevoli su strada e fuoristrada

Nuovo Koleos ben accessoriato è l’auto di punta dei fuoristrada della Casa #francese

Renault da sempre nel mondo dell’automobilismo sportivo ora dedica una intera linea ai #crossover

La mia prima auto? Una #Renault R4. Qualcuno se la ricorda. Era un crossover multiutility familiare SUV. O forse niente di tutto questo. Perché tutte queste definizioni e quanto ci sta dietro non le avevano ancora coniate né inventate. Effettivamente era una delle macchine usate che si trovavano a buon mercato, anche in ottime condizioni, indistruttibile, quindi adatta per un neopatentato endurista che aveva sviluppato la sua guida con le prime moto fuoristrada degli anni ’70. E in realtà, a me ha dato tanto. Blu, quasi elegante nonostante la forma da veicolo da lavoro, con un bagagliaio spaziosissimo. E l’assetto… tipicamente francese: morbidissimo, che ti costringeva in curva ad assumere con il corpo pieghe motociclistiche. E con me anche i trasportati, genitori e morose comprese. Tanto, che quando sono passato a una Fiat, poi dotata di assetto rallistico, mantenevano l’abitudine acquisita in curva con la R4 e si piegavano automaticamente in ogni curva. L’R$, quindi, era ideale per cominciare. Utilizzata come fuoristrada in strade fangose che simulavano i pantani del rally mondiale d’Inghilterra, il mitico RAC. Ma anche nelle lunghe percorrenze, visto che ha portato me e due miei amici a vedere il rally tutta terra dell’Isola d’Elba e il mondiale di Sanremo. E per imparare a guidare: ho imparato a intraversare sul porfido bagnato di un sottopasso della mia città. Da lì, per me il ‘derapage’ era una tecnica usuale. Con un’auto che, all’occorrenza, come la cugina Citroen 2Cv, si poteva mettere in moto a manovella: si infilava nel mezzo del paraurti anteriore. Un paio di giri e partiva.

#Rombo e #Autosprint

Da allora, di Renault ho scritto su Rombo e Autosprint, parlato alle prime radio pirata, poi alle radio e tv private, delle Alpine con #Androuet e #Biche a #Montecarlo, della R5 Turbo, delle F1 con Didier Arnoux, e via via dell’evoluzione della Casa della losanga. Che ha seguito lo sviluppo dei tempi, come la Fiat, l’Alfa, l’Opel, l’Audi ecc. ne ho provata qualcuna. Ma mi volevo togliere la curiosità di vedere com’era una #Renault del nuovo millennio. Magari, che riprendesse almeno in parte il ricordo della mia mitica R4. L’occasione nella Riviera Friulana. Certo, un po’ più grande della R4, più ‘ricca’ di contenuti, rifiniture, comodità figlie del terzo millennio. Nuovo #Koleos, l’ammiraglia della flotta dei SUV crossover della Casa francese, che sono davvero numerosi.

Pronti: via!

Vi è capitato di avere un’auto in prova con la quale vi trovate benissimo, e nel contempo di poterne testare un’altra? Ecco l’occasione. Cominciamo dal primo approccio: mi avvicino con la chiave e lei accende le luci, apre i retrovisori e sblocca le portiere. Se vi serve il bagagliaio e avete le mani occupate dai pacchi della spesa, dopo avere avvicinato la chiave elettronica all’auto, basta passare un piede sotto al paraurti posteriore perché si apra automaticamente, sospinto dal motorino elettrico. E il posto di guida? È comodo, accogliente, alto per consentire di vedere bene il fondo stradale o il terreno, e garantisce il controllo dei comandi. Probabilmente, anche IMG_9423 IMG_9429 IMG_9433 IMG_9437 IMG_9440 IMG_9447 IMG_9462 Koleos Tagliamento 2 Tagliamento Koleos IMG_9479 IMG_9480 Koleos prato Koleos dosso 2 IMG_9494 IMG_9496 Koleos faronella guida veloce, o fuoristrada, consente al guidatore stabilità e dà un senso di sicurezza. I sedili sono in pelle, con cuciture a vista. Alzo la testa e il tettuccio è in vetro: un’ampia vetrata permette di godersi lo spazio celeste e il panorama, se, ovviamente, non si è alla guida. Nel frattempo, permette di apprezzare gli interni con la luce naturale, come un’auto di gamma alta. Così notiamo le maniglie integrate: è un fuoristrada 4X4… Anche la parte tecnologica, il display, il cruscotto, sono molto curati. E ricchi di opzioni e servizi.

Alta tecnologia nel SUV alto di gamma della #Renault

L’impianto BOSE è collegato al sistema di illuminazione interna e alla scelta personalizzata delle luci. La guida: è assistita. E …su richiesta, Nuovo Koleos parcheggia da solo. Nel frattempo, lo schermo touchscreen ci consente di telefonare, e di selezionare altri comandi, funzioni, programmi dell’auto. Duemila cc, 130 cavalli, 0-100 in 9,5”. Sembrano prestazioni da auto tranquilla. Ma ora la proviamo. Quattro cilindri, 16 valvole, cambio X Tronic a 7 rapporti. Partiamo. Ai comandi in città è docile. Maneggevole, anche se abbastanza voluminoso come tutti i SUV di media cilindrata. Vediamo ora in velocità. Troviamo una strada che ce lo consenta, con curve di ampio raggio e strette. Proviamo a forzare, ed è ben piantata. I freni: adeguati alla massa dell’auto. Ora però vediamo fuoristrada. Cominciamo dallo sterrato. Un bel misto a portata di mano. E il gioco è fatto: Koleos asseconda i nostri comandi e mantiene le traiettorie impostate. Proviamo a esagerare schiacciando a fondo da bassa velocità, e la trazione integrare, il cambio docile e l’assetto ci permettono di controllare l’auto senza difficoltà. Proviamo ora un po’ di fuoristrada. Dune e cunette sembrano fatte apposta per essere affrontate con Nuovo #Koleos. Rallentiamo i test per non impolverare i gitanti che hanno scelto le rive del fiume Tagliamento per fare il picnic, e rientriamo. Abbiamo messo alla prova Nuovo koleos che è un SUV elegante, con finiture di alta gamma, accessibile e guidabile anche dai non esperti.

#charlieinauto