COME LA RETE 5G CAMBIERÀ IL CONCETTO DI BUSINESS

La rete 5G in Italia è prevista a partire dal 2022 e già da adesso si parla di vera e propria rivoluzione digitale. E già, perché il 5G ha un potenziale enorme tutto da sfruttare, ottimizzare e, soprattutto, da scoprire. Nel “campo” della rete di ultima generazione è possibile “coltivare” un numero impressionate di nuovi business dall’alto tasso di profitto. Spetta alle aziende anticipare i tempi e intuire, anzitempo, la giusta direzione.

Il 5G non sarà, semplicemente, un’evoluzione e un potenziamento della 4G, ma rappresenterà un progetto completamente diverso ed estremamente innovativo. Praticamente, sarà il “punto di distacco” tra il vecchio e il nuovo, tra passato e futuro.

La rete 5G permetterà la connessione ad un massimo di un milione di dispositivi per chilometro quadrato, avrà un tempo di latenza praticamente pari a zero, una stabilità del cento per cento e sarà in grado di coprire il 99,9% della superficie della penisola italiana. La velocità di connessione? 100 Mbps fissi.

 

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Nel mondo del business il 5G, come detto, può rappresentare una miniera d’oro di idee:

1. Innanzitutto, può essere impiegata nell’ambito della realtà aumentata e del turismo. E se durante una gita al Colosseo, ad esempio, indossassimo i visori della realtà aumentata in grado di farci rivivere i vecchi fasti della Roma antica?

2. Il potenziale del 5G, poi, può essere sfruttato per ottimizzare al massimo l’IoT e cioè l’internet of things. Ogni oggetto che ci circonda avrebbe un cuore artificiale pulsante ed in grado di semplificare la nostra esistenza. Avete pensato a mezzi di trasporto pubblici con la guida autonoma capaci di eseguire tratte ininterrottamente per 24 ore al giorno? A macchine del caffè che preparano il caffè appena la nostra sveglia suona? O a semafori intelligenti capaci di gestire il traffico stradale meglio di qualsiasi vigile urbano? O, ancora, a torri di controllo smart in grado di gestire ed ottimizzare il traffico aereo in tutta efficienza e sicurezza?

3. Un altro interessante ambito è, indubbiamente, quello del campo medico. Ad esempio, tecnologie come la tomografia a emissione di positroni (PET) o quelle relative al Neuroimaging funzionale richiedono un’enorme mole di dati. Lo scambio di queste informazioni tra diverse sedi ospedaliere grazie al 5G risulterebbe rapido, dinamico e diretto.

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – John Adams via unsplash and Diego PH via unsplash 

 

 

 

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I 5 BENEFICI DELLA COMUNICAZIONE DIGITALE

La rivoluzione digitale ha, completamente, modificato le nostre abitudini, le nostre esigenze e più in generale il nostro modo di vivere. Adesso, difficilmente si esce di casa senza il proprio smartphone e consultare lo stradario, ad esempio, è ormai da primitivi.

In media si passa circa 40 ore a settimana su Internet, gli accessi tramite mobile superano di gran lunga quelli effettuati tramite pc fisso e la connettività è un punto fermo della nuova società.

Per questi (ed altri) motivi che quasi tutte le aziende e marchi hanno deciso di puntare sulla comunicazione digitale. Inoltre, rispetto a quella tradizionale ci sono 5 vantaggi che possono, assolutamente, fare la differenza.

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1. Innanzitutto, bisogna considerare che i costi relativi alla comunicazione digitale sono, assolutamente, contenuti e anche con un piccolo budget si possono ottenere ottimi risultati. A differenza, invece, dei canali tradizionali come ad esempio la radio o la stampa che hanno costi decisamente più alti.

2. In secondo luogo, l’efficienza della propria strategia è facilmente misurabile in tempo (praticamente) “live”. I dati da analizzare, infatti, vengono “restituiti” immediatamente ed aggiustare il tiro o cambiare completamente strategia richiederà pochissimo tempo.

3. Tramite il web il proprio brand può avere una visibilità enorme. Con una strategia ben “tarata” e ben ottimizzata si ha la possibilità di raggiungere un numero di potenziali clienti, (in tutto il mondo), smisurato. In passato certi numeri non erano nemmeno immaginabili.

4. Il digitale, poi, consente anche agli utenti di interagire con il proprio brand preferito, aumentando così, in maniera esponenziale, il coinvolgimento. Richiedere info, (attraverso la pagina di Facebook ad esempio) non è mai stato così rapido, veloce e facile. Trent’anni fa, invece, raccogliere informazioni era più complicato con il conseguente scoraggiamento da parte del potenziale acquirente di effettuare l’acquisto.

5. Infine, la comunicazione digitale permette una tipologia di approccio al cliente poco invasiva. Infatti, spesso e volentieri è l’utente a dare il “via alle danze” iscrivendosi, ad esempio, alle newsletters o cliccando sul “volantino virtuale”.

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Gian Cescon via unsplash and Markus Spiske via unsplash 

 

 

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E-COMMERCE: LE TENDENZE DEL 2019

L’e-commerce è un business in continua ascesa, probabilmente nel lungo periodo prenderà il posto dei negozi fisici, mentre per il 2019 sono previste, “semplicemente”, ulteriori crescite.

Ma non basta dire “e-commerce” per avere garanzia di successo. Come in tutte le cose, infatti, anche in questo ambito per ottenere i risultati non si può improvvisare, bisogna, sempre, essere aggiornati ed è necessario seguire alcune importanti indicazioni.

Innanzitutto, è bene sapere che in questo settore il mobile gioca un ruolo determinante, perché gli utenti, ormai, preferiscono cercare i prodotti e valutare i diversi prezzi utilizzando il loro smartphone, quando, ad esempio, sono in metro o al bar intenti a sorseggiare un buon caffè.

Questo vuol dire che il business dell’e-commerce deve concentrare tutte le sue forze sulla fruizione tramite smartphone, trascurando completamente quella tramite Pc?

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Assolutamente no! Perché, per effettuare l’acquisto vero e proprio i clienti digitali preferiscono utilizzare il pc di casa.

Il motivo?

In realtà ce ne sono diversi:

1. Il primo riguarda la sicurezza dei pagamenti. 2 utenti su 3 ritengono che effettuare transazioni finanziarie dal pc sia, decisamente, più sicuro.

2. La navigazione tramite mobile è, certamente, più complessa ed inavvertitamente non è poi così difficile premere il tasto sbagliato. Vi è mai capitato di mettere un “like” o aggiungere una persona su Facebook durante le vostre “missioni di spionaggio”?

3. Lo smartphone, per “deformazione professionale”, viene utilizzato in momenti in cui è più facile essere distratti. Mentre, quando si tratta di pagamenti l’utente vuole essere concentrato al cento per cento.

Inoltre, un e-commerce che vuole ottenere successo nel 2019 deve puntare anche sull’innovazione.

Un esempio?

I clienti amano essere coccolati e sono alla continua ricerca (giustamente) di rassicurazioni. È proprio a questo che serve l’assistenza, ad assistere il cliente fin dai suoi primi passi all’interno del proprio negozio virtuale. Ma assistenza significa anche costo. E se, invece, si puntasse sull’innovazione dei “chat bot”?

Infine, non si può non trascurare la fase finale di vendita e di spedizione. Una recente statistica dichiara che oltre l’80% degli utenti rinuncia all’acquisto nel momento in cui notano che i tempi di consegna sono superiori ai 4-5 giorni e sono più inclini ad acquistare, (disposti anche spendere anche qualcosina in più), laddove l’assistenza alla consegna (la tracciabilità, la disponibilità nel caso in cui non ci fosse nessuno a casa al momento dell’arrivo del pacco, etc) è particolarmente curata.

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Bundo Kim via unsplash and Andrew Neel via unsplash

 

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IL BRAND E LA TECNOLOGIA

Negli ultimi decenni la tecnologia ha fatto passi da gigante ed è entrata nelle nostre vite direttamente dalla porta principale. Senza smartphone siamo persi, internet è diventata una questione di vita o di morte e ormai siamo in grado di guidare la nostra auto solo se “smart”.

Anche nel panorama del digital marketing e nel mondo dei brand la tecnologia ha assunto un ruolo primario: tutto passa da lì e per le aziende è divenuto un punto fermo imprescindibile.

Ma nel dettaglio quali sono i campi dove non si può fare a meno dell’innovazione tecnologica?

1. Indubbiamente, nella customer experience. Adesso, il cliente è alla ricerca di una interazione totale con il proprio marchio di fiducia, non si accontenta più di essere un numero e “pretende” un’offerta che sia perfettamente compatibile con le sue esigenze. Ed è per questo che le aziende investono tanto sugli algoritmi di ultimissima generazione, in grado, in base ai dati che raccolgono, di “carpire” i gusti dei singoli consumatori.

 

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2. Anche nella visibilità e nell’immagine del brand, la tecnologia può essere un ottimo alleato. Basti pensare alla realtà aumentata e alle emozioni che può suscitare. Un esempio? Siete mai entrati (digitalmente) dentro un’automobile e avete mai osservato i suoi interni, i dettagli dell’abitacolo, il cruscotto come se si stesse realmente all’interno di quell’auto?

3. Dove l’innovazione è di grande aiuto è sicuramente nel settore dell’abbigliamento. Alcuni brand offrono la possibilità di provare vestiti, outfit, borse e occhiali comodamente da casa. L’esperienza è digitale, ma la sensazione è che si è realmente nel camerino di un negozio.

4. Infine, non si può non menzionare la comunicazione. Da sempre per un brand è importante far parlare di sé e diffondere il proprio nome. Più persone si raggiungono, maggiori saranno le possibilità di successo. Oggi, con l’introduzione dei “social media channels” si ha la possibilità di raggiungere un numero di potenziali clienti (in tutto il mondo) impensabile neanche vent’anni fa e tutto questo grazie all’innovazione tecnologica.

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Modern Essentials via unsplash and Giu Vicente via unsplash

 

 

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DIGITAL AUDIO ADV. : LA PUBBLICITÀ DEL FUTURO

Nell’era moderna del digital marketing le aziende interessate a diffondere il proprio brand non possono fare a meno dei social media channels e dei video. Quest’ultimi sono una vera e propria calamita e quelli virali possono raggiungere milioni e milioni di visualizzazioni.

Ma oggi, (o più probabilmente domani), la supremazia dei video è a forte rischio. Infatti, nel bel mezzo “della rivoluzione nella rivoluzione”, nella nostra società si stanno diffondendo sempre di più strumenti tecnologici vocali: i famosi assistenti digitali come “Google Home” o Alexa.

Gli esperti sono pronti a scommettere che nel giro di 5 – 10 anni questi dispositivi diverranno un elemento imprescindibile della nostra esistenza, proprio come adesso lo sono gli smartphone. Gli assistenti digitali ci aiuteranno a gestire la casa, (ad accendere o spegnere le luci, i condizionatori d’aria, la macchina del caffè, la caldaia etc.), ci sveglieranno la mattina, ci diranno se è il caso di portare con sé l’ombrello per andare a lavoro e ci ricorderanno dove abbiamo parcheggiato l’automobile.

Insomma, la rivoluzione del “vocale” è iniziata ed il processo sembra essere irreversibile. È in quest’ottica che il digital advertising sta sviluppando un nuovo modo di fare pubblicità, servendosi solo ed esclusivamente dei suoni.

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Arrivati a questo punto molti si chiederanno: “veramente sfruttare un contenuto vocale è così innovativo? E la pubblicità alla radio?”

In realtà si tratta di un concetto ben diverso, un po’ come la “reclame” in tv e i brand-video su YouTube. È diverso, infatti, il focus, le modalità di esecuzione, gli obiettivi finali ed il target.

Per quanto riguarda il “digital audio advertising” sono sopratutto tre i punti cardine da cui partire:

1. Innanzitutto, si dovrà puntare ad una personalizzazione totale. Magari, prendendo i dati proprio da Google Home “e i suoi fratelli”, bisognerà studiare a fondo quel determinato utente, cercando di scoprire quali sono le sue esigenze, priorità, passioni, etc.

2. Il secondo obbiettivo sarà quello di rendere il proprio brand riconoscibile tra milioni al primo impatto. Come? Cercando di utilizzare sempre gli stessi elementi: ad esempio, servendosi ogni volta della stessa voce, magari di un determinato influencer, utilizzando sempre la stessa tipologia di linguaggio, usare sempre lo stesso brano in sottofondo e così via.

3. Infine, è di fondamentale importanza, (ma questa è una regola che vale per tutti) saper essere in grado, (servendosi solamente del suono), di coinvolgere emotivamente, di far suscitare determinate emozioni e di rendere, attraverso i “feelings”, il proprio marchio unico.

 

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Thomas Kolnoski via unsplash and Phuc H. via unsplash

 

 

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DIGITAL MARKETING: 5 MOSSE PER CREARE UN VIDEO DI SUCCESSO

Nell’era del digitale l’importanza di diffondere i propri contenuti e di conseguenza di “espandere” i confini del proprio brand è semplicemente basilare. Sotto questo aspetto la digitalizzazione è uno strumento dal potenziale inaudito, ma essere in grado sfruttarlo al cento per cento non è poi così scontato

Tra le altre, una strategia particolarmente efficace è quella di avvalersi dei video. Gli utenti, infatti, preferiscono vedere un video piuttosto che leggere un articolo, YouTube insieme a Google è una delle piattaforme più cliccate in assoluto e anche in termini di condivisioni la categoria batte di gran lunga tutte le altre. Insomma, nell’età del digitale, i video sono un vero e proprio punto di riferimento.

Ma può bastare pubblicare un video per ottenere successo?

Ovviamente, la risposta non può essere affermativa. “L’offerta”, infatti, è praticamente infinita e gli utenti sono soliti vederne tantissimi al giorno per cui l’obiettivo di rendere il proprio contenuto virale è decisamente arduo.

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Per un video di successo ci sono almeno 5 punti dai quali non si può prescindere:

1. Innanzitutto, (ma questo vale non solo per i video), bisogna chiarire l’argomento fin da subito. Creare confusione è il primo passo verso il fallimento.

2. Per seconda cosa è bene sapere che in un filmato fondamentali sono i primi 8 secondi: è tanto quanto basta per attirare verso di sé un potenziale cliente e tenerlo incollato per tutta la durata del contenuto.

3. La durata di un video, appunto, deve essere tra i due minuti e mezzo e i cinque. Se troppo corto, infatti, rischia di non rimanere impresso nella mente, se troppo lungo, invece, rischia di diventare noioso e i visitatori potrebbero abbandonare anzitempo.

4. Un video deve coinvolgere e fare in modo di tenere alta, sempre, l’attenzione. La dinamicità è un elemento chiave ed il “jump cutting” potrebbe essere un’interessante soluzione.

5. Infine, è bene ricordare che la conclusione è il fulcro di tutto il lavoro. Bisogna pensarla prima, “concederle” il tempo necessario e ove possibile deve lasciare una velatura “di in sospeso”.

 

 

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Kushagra Kevat  via unsplash and Christian Wiediger via unsplash

 

 

 

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DALLA TERZA ALLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

La fine del ventesimo secolo e l’inizio del ventunesimo verranno ricordati come l’era della quarta rivoluzione industriale. Infatti, è in questo lasso di tempo in cui la civiltà umana ha conosciuto e sta conoscendo il passaggio dall’analogico al digitale: internet “ha aperto” un mondo e il business ha ringraziato.

Tant’è che oggi si parla più di digital marketing che non di marketing e dalla new economy siamo passati alla dital economy. Quest’ultima, diventata la forza trainante di tutto il “movimento”, permette alle aziende di eseguire i “vecchitasks in maniera più veloce, migliorando il risultato finale ed ottimizzando i tempi. Inoltre, oggi è possibile eseguire compiti che trent’anni fa erano semplicemente impossibili.

Naturalmente, questo passaggio è stato reso possibile dall’introduzione e dalla corsa (quasi ossessiva) allo sviluppo tecnologico, che non solo hanno permesso al “vecchiobusiness di evolversi e migliorarsi, ma hanno anche incentivato la “creazione” di nuovi modelli.

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La digital economy, però, ha anche portato a risvolti negativi. Ad esempio, molte aziende che non hanno potuto o voluto “cedere” alla tecnologia o non sono state in grado di adattarsi ai tempi che cambiano sono andate incontro al fallimento, al collasso e alla bancarotta.

Secondo gli esperti la digital economy è solamente agli inizi ed è ancora presto per poter affermare che possa rappresentare il futuro dell’economia: infatti, è un settore, per certi aspetti, piuttosto acerbo, anche se è bene ricordare che il potenziale è enorme. Basti pensare che stime ufficiali parlano di un giro d’affari, (a livello mondiale), di circa 3.000 miliardi di dollari e nel breve-medio periodo tale cifra dovrebbe quantomeno triplicarsi.

Staremo a vedere se le previsioni verranno confermate o se, come spesso accade, la digital economy verrà soppiantata da una versione 2.0 ancor prima che riesca a completare il suo processo di crescita.

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Fancycrave  via unsplash and Joshua Sortino  via unsplash

 

 

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LA RIVOLUZIONE DELLA DIGITAL TRANSFORMATION

Il digital business, in quest’epoca contraddistinta da innovazione e tecnologia digitale, è diventato la fonte principale di guadagno per tutti i tipi di aziende e già da tempo, molte hanno deciso di dare al via alla trasformazione.

Passare dal business tradizionale a quello digitale, però, è tutt’altro che semplice e spesso, l’errore più grossolano che si commette è quello di procedere con superficialità, senza prima documentarsi a dovere.

Ma, esattamente cosa s’intende per digital transformation?

Sono in molti, erroneamente, a ritenere che si tratta semplicemente di trasferire i processi tradizionali nel mondo del digitale. In realtà, è una procedura molto più complessa ed articolata di quanto si possa pensare.

Per digital transformation, dunque, s’intende la possibilità di sfruttare l’enorme potenziale del digitale per aumentare, migliorare, rinnovare, rigenerare, ricreare (e chi più ne ha più ne metta) la “forza” della propria azienda.

 

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Innanzitutto, introdursi in un “ambiente digitale” permette di massimizzare l’offerta e ridurre drasticamente i costi e solo per questo il gioco vale, sicuramente, la candela.

Inoltre, attraverso la globalizzazione digitale è possibile aumentare in maniera smisurata il raggio d’azione e lanciare il proprio business “in piazze” che altrimenti sarebbero impossibili da raggiungere.

Terzo, molte aziende sull’orlo del fallimento, giocando la carta della disperazione, (quella digitale), non solo sono riuscite ad emergere dal baratro, ma hanno anche visto germogliare e fiorire il proprio business. Tentare non nuoce!

Attenzione, però, guai a pensare che basti diventare “digital” per risolvere i propri problemi ed aumentare, improvvisamente, in maniera verticale i ricavi. Seppur stiamo parlando di uno strumento straordinariamente efficace, il passaggio verso il successo non è assolutamente né dovutoautomatico.

Infine, bisogna considerare che ormai il digitale fa parte della nostra vita e non è più una novità, per cui alla “corsa all’oro” non si è soli, anzi: i competitors sono tantissimi e forse anche troppi…

 

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – rawpixel  via unsplash and William Iven  via unsplash

 

 

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LE 4 COLONNE PORTANTI DEL DIGITAL MARKETING

Nell’epoca moderna, contraddistinta da internet e dalla globalità, il digital marketing è diventato, ormai, uno strumento tanto imprescindibile quanto insostituibile. Insomma, la sua importanza è basilare e non è altro che figlio dei tempi che cambiano.

Ma esattamente, cosa s’intende per digital marketing?

Il digital marketing è un insieme di attività di marketing che sfruttano i canali web per la propria realizzazione. Ad esempio, si parla di digital marketing quando un’azienda per sviluppare la propria rete commerciale, analizzare i trend di mercato o formulare offerte “su misura” si serve di un sito internet, delle newsletter, dei blog, dei social networks, di google, di youtube e così via.

Semplificando un po’ le  cose, possiamo affermare che il digital marketing si suddivide in 5 sotto categorie legate in qualche modo tra di loro:

 

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1. SEO (Search Engine Optimization): l’ottimizzazione dei motori di ricerca gioca un ruolo fondamentale nel mondo del digital business. Infatti, grazie ad essa è possibile migliorare il posizionamento dei propri contenuti e di conseguenza si ha la possibilità di aumentare il traffico sul proprio sito web. Secondo un recente studio oltre l’80% degli utenti, infatti, non va oltre alla prima pagina dei risultati messi a disposizione dal motore di ricerca, (che nella stragrande maggioranza si tratta di Google.)

2. Social Media Marketing: avere la possibilità di utilizzare i canali social per promuovere il proprio brand è un lusso che solo dieci – quindici anni fa era impensabile. Ora, grazie alla rete e all’interazione è possibile raggiungere un numero smisurato di potenziali clienti in tutto il mondo con un semplice click!

3. “Content is king” affermava Bill Gates in tempi non sospetti e noi non ci stancheremo mai di ripeterlo. Guai a pubblicare tanto per fare numero, bensì bisogna seguire una strategia ben strutturata che permetta al brand di riconoscersi tra mille.

4. Infine, è importante ribadire che il cliente prima del marchio è alla ricerca di “unicità” ed esseri umani come lui. Internet permette di interagire con chiunque e dunque commentare, rispondere direttamente e personalmente ad una domanda postata sulla propria pagina aziendale e far sentire il cliente/utente unico è il primo passo verso il successo. La persona che ama essere considerata semplicemente un numero deve ancora nascere.

 

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – rawpixel  via unsplash and rawpixel  via unsplash

 

 

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L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E IL DIGITAL BUSINESS

L’avvento della “digital age” ha portato a cambiamenti radicali per quanto riguarda le innovazioni e le tecnologie e l’intelligenza artificiale, di conseguenza, è diventato un elemento chiave da cui non si può prescindere. Addirittura, si pensa che in futuro possa acquisire sempre più importanza e anche il mondo del business si è “accorto” delle sue potenzialità.

Eppure, la maggior parte delle aziende ancora non è pronta ad abbracciare queste innovazioni, gli investimenti in tal senso “latitano” e un gran numero di imprese ha “ammesso” di non avere una totale padronanza della tematica.

È quanto emerso da un recente studio statistico sulle imprese, tecnologia e futuro. Nel dettaglio, la ricerca ha analizzato dati derivanti da più di 100 Paesi, comprendendo le opinioni di circa duemila persone tra business managers ed imprenditori.

 

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Circa l’85% degli intervistati, quindi, è convinto che l’AI possa essere un ottimo alleato e che possa garantire ricavi sempre maggiori, ottimizzando il processo di produzione e riducendo, così, i tempi. Ma al contempo stesso, solo un’azienda su 20 ha una strategia di business basata sulle tecnologie ben delineata ed appena il 20% ha un progetto a lungo raggio.

Inoltre, sono in molti ad ignorare i tecnicismi di maggior rilievo relativi all’intelligenza artificiale e più in generale alle tecnologie applicate al business.

In realtà, l’A.I per le aziende è fondamentale, è in grado di scomporre e semplificare processi complessi e può essere utilizzata in qualsiasi campo. Un’impresa che punta a diventare leader nel proprio settore non può non iniziare da qui.

Infine, un dato interessante: contrariamente a quanto si pensava negli anni passati, l’innovazione tecnologica non è vista più come una minaccia all’occupazione, anzi, quasi tutti sono concordi nell’affermare che una sua eventuale diffusione porterà ad una maggior richiesta di lavoro.

 

 

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

 

 

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