3 MODI PER SFRUTTARE LA BLOCKCHAIN NEL MARKETING

La tecnologia “blockchain” applicata al digital marketing. Fantascienza o futuro?

Il “blockchain” è un termine che negli ultimi anni, a braccetto con lo sviluppo tecnologico digitale, ha acquisito sempre più “fama”. Tanti ne parlano ma, esattamente, di cosa si tratta?

Preso alla lettera, il vocabolo significa “catena di blocchi” ed è una sorta di registro digitale pubblico, con la funzione di registrare tutte le transazioni che avvengono tra due parti. I dati registrati, poi, “vanno a finire” in blocchi legati tra di loro come una catena.

La blockchain, al momento, è, tra le banche dati, la più sicura, efficiente e “documentabile”. Il segreto della sua efficacia è la struttura decentralizzata: non ha, infatti, un “core” centrale ed è presente su un numero indefinito di server nel mondo. Così, un hacker, per poter accedere alle informazione contenute in un blocco specifico deve necessariamente “corrompere” contemporaneamente tutte le copie (sparse nel mondo) di quel blocco. Un’impresa a dir poco ardua.

Una volta compreso, (a grandi linee), cos’è la blockchain non difficile comprendere il perché è così in voga in ambito finanziario.

Nel digital marketing, invece, che impatto può avere?

stephen-dawson-670638-unsplash

1. Innanzitutto, la blockchain può essere utilizzata nel settore della pubblicità on-line. Oggigiorno, attraverso i classici strumenti di misurazione è, praticamente, impossibile sapere se le statistiche sono precise al cento per cento e ciò, inevitabilmente, va a compromettere l’efficacia delle strategie future. Ogni azione, infatti, passa attraverso intermediari e i dati perdono in termini di esattezza e precisione. Con la blockchain, invece, non c’è bisogno di alcun intermediario e i valori che si ottengono, (come ad esempio il numero degli utenti che hanno visualizzato un determinato annuncio o hanno effettuato un click su una specifica pagina), sono, assolutamente, attendibili e vengono restituiti in tempo reale.

2. Come detto, la blockchain ha tutto per poter “fare a meno” del lavoro degli intermediari (soprattutto di Facebook e Google che, praticamente, detengono il monopolio) con la conseguente riduzione dei costi e ottimizzazione dei risultati.

3. Infine, attraverso la blockchain, il rapporto tra un brand ed un utente può essere diretto e vantaggioso per entrambi. Infatti, ad esempio, un utente, dietro corrispettivo, può lui stesso autorizzare al trattamento dei suoi dati personali e un’azienda, così, può fare pubblicità in maniera mirata e più redditizia.

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Andrew Haimerl via unsplash and Stephen Dawson via unsplash

 

 

 

PB2

Ufficio Stampa– Pure Bros Mobile Spa
Email: info@purebros.it
Tel.: 068600320
Web: purebros.it
Facebook: https://www.facebook.com/purebros/
Twitter: https://twitter.com/purebrosmobile
LinkedIn: https://www.linkedin.com/company/pure-bros

QUANTO VALE IL “DIGITALE” IN ITALIA E NEL MONDO?

Oggigiorno, ogni Nazione non può non prescindere dalla tecnologia, dall’innovazione e dal digitale. Si tratta di investimenti per il futuro fondamentali per rimodernizzare una società, stare al passo con i tempi e creare nuove risorse economiche, di impiego e crescita collettiva.

Anche l’Italia da tempo ha intrapreso questo viaggio verso il futuro e i risultati non si sono fatti attendere. Infatti, secondo recenti studi il giro d’affari negli ultimi anni è stato di circa 65 miliardi di euro, (anche se è difficile capire bene i “confini” della parola “digitale”), con un incremento, dal 2016 in poi, del 22%.

I due settori maggiormente in ascesa sono, (neanche a dirlo), la pubblicità on-line e, soprattutto, l’e-commerce che nel 2018 hanno avuto un impatto sull’economia digitale rispettivamente del 4 e (addirittura) del 44 per cento. Seguono (a debita distanza), ma comunque con ottimi risultati, il digital marketing e i servizi digitali professionali.

alexandre-debieve-561298-unsplash

Gli esperti del settore si sono detti soddisfatti di questi numeri ma, al contempo stesso, sono convinti che si tratti solamente dell’inizio e che molto, ancora, deve esser fatto.

Nel mondo, infatti, molte Nazioni sono molto più avanti di noi per quanto riguarda questa trasformazione rivoluzionaria e i numeri sono da capogiro. In Cina, ad esempio, l’economia digitale rappresenta circa il 38,2% del Pil nazionale con i valori che in questo trimestre sono destinati a salire. Mentre negli Stati Uniti il digitale ha un impatto non indifferente, basti pensare che i ricavi provenienti dalla pubblicità digitale hanno superato, nello scorso anno, i 100 miliardi di dollari.

La corsa verso il digitale, dunque, è appena iniziata e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ormai, la tecnologia sta avendo un impatto devastante sulla nostra società e gli investimenti in questa direzione sono un “must”. Però, parlare di tecnologia significa tutto e niente e non è sempre facile riuscire a distinguere i “buoni investimenti” da quelli “cattivi”, la “giusta” innovazione da quella “sbagliata” e la retta via da un vicolo cieco.

 

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Markus Spiske via unsplash and Alexandre Debiève via unsplash

 

 

 

PB2

Ufficio Stampa– Pure Bros Mobile Spa
Email: info@purebros.it
Tel.: 068600320
Web: purebros.it
Facebook: https://www.facebook.com/purebros/
Twitter: https://twitter.com/purebrosmobile
LinkedIn: https://www.linkedin.com/company/pure-bros

LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA CX

Innovazione e nuove tecnologie come punto di riferimento per i “retailers 4.0”. Oggigiorno con il commercio elettronico e l’ossessiva ricerca di fidelizzare il più possibile i propri clienti, la digital customer experience (DCX) ha raggiunto livelli altissimi. L’intelligenza artificiale ha, indubbiamente, velocizzato ed ottimizzato tutto il processo ed il risultato finale è un mix di innovazione e creatività.

Così, nel bel mezzo della nostra “DCX” ecco che, improvvisamente, ci ritroviamo a “chattare” con una macchina, convinti che si tratti di un essere umano in carne ed ossa e gli chiediamo chiarimenti e rassicurazioni circa l’efficienza e la trasparenza del negozio virtuale.

E se, poi, lo stesso “chatbot” si trasformasse in un vero e proprio agente di marketing? In grado di fidelizzare la clientela, di trasformare un potenziale cliente in un acquirente e di sfruttare al meglio quelle strategie legate al connubio tra marketing e psicologia?

I big data, a questo punto e l’analisi di tutti quei “valori” che corrono lungo la rete virtuale e che negli ultimi tempi sono stati al centro di scandali ed intrighi. Grazie ad algoritmi di ultima generazione, quindi, un brand può ottimizzare (quasi) al cento per cento la decodifica di questi dati e trasformarli in preziose informazioni circa le esigenze dei clienti o potenziali tali.

becca-mchaffie-580884-unsplash

In conclusione possiamo dire che, senza dubbio, la tecnologia è un alleato importante per un brand, ma è altrettanto vero che senza l’apporto degli esseri umani, la sola intelligenza artificiale non è sufficiente. Infatti, in molti sostengono che la macchina sostituirà l’uomo: forse un giorno, (anche se menti come Ray Kurzweil lo escludono categoricamente), ma attualmente la tecnologia per quanto avanzata è ancora acerba ed il supporto dell’uomo è semplicemente fondamentale.

Ad esempio, non è detto che un customer care virtuale sappia rispondere a qualsiasi quesito ed a risolvere ogni tipo di task ed è in quei casi in cui non vi riesce che un brand perde credibilità. Ecco che l’intervento dell’uomo risulta essere, dunque, importante.

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Becca McHaffie via unsplash and Owen Beard via unsplash

 

 

PB2

Ufficio Stampa– Pure Bros Mobile Spa
Email: info@purebros.it
Tel.: 068600320
Web: purebros.it
Facebook: https://www.facebook.com/purebros/
Twitter: https://twitter.com/purebrosmobile
LinkedIn: https://www.linkedin.com/company/pure-bros

HUMMINGBIRD: L’ALGORITMO DI GOOGLE

Google, fin dai suoi primi passi, ha rappresentato una rivoluzione per l’intera umanità. Attualmente, stiamo parlando del motore di ricerca più utilizzato in assoluto, (addirittura si parla di circa 4,5 miliardi consultazioni al giorno), tanto popolare che ormai nella lingua inglese è diventato un verbo: “to google”.

Dall’anno della sua nascita, il 1998, tantissime cose sono cambiate ed ovviamente molti aggiornamenti, al fine di rimanere al passo con i tempi, sono stati perfezionati.

Oggi, Google “lavora” grazie all’algoritmo chiamato Hummingbird, (in italiano significa “colibrì”), che rappresenta la massima espressione dell’intelligenza artificiale e si basa sul machine learning, cioè sull’autoapprendimento della macchina.

Ma Hummingbird è solo la punta dell’iceberg e per svolgere a pieno la sua funzione si serve di un sottoinsieme di altri algoritmi. Un po’ come un pc che per funzionare ha bisogno della Ram, Rom, Cpu e così via.

 markus-spiske-109588-unsplashPer gli esperti del settore SEO, indubbiamente, i “sottoalgoritmi” (se così possiamo definirli) più importanti sono il RankBrain e PageRank. Quest’ultimo ha la funzione di premiare quelle pagine web (e non un sito nel suo complesso) che hanno un alto numero di collegamenti ipertestuali. In pratica, secondo le intenzioni del progettisti questo algoritmo serve a valutare il livello di popolarità di una pagina web. Il RankBrain, invece, è il nuovo sistema di machine learning basato sull’intelligenza artificiale che elabora ed ordina i risultati di ricerca secondo determinate priorità (e più di 200 fattori).

Nel 2017 Hummingbird è stato migliorato con l’aggiunta di Fred, un algoritmo che ha il dovere di scovare e combattere le fake news, ormai una vera e propria piaga di questa “digital age” e nel 2018, invece, “Colibrì” è stato aggiornato per ottimizzare il processo di ricerca e rendere più efficace i filtri dei vari parametri.

Staremo a vedere se in questo 2019 Google deciderà di lanciare un nuovo pacchetto di aggiornamenti o magari aspetterà il 2020 per mandare in “pensione” Hummingbird e puntare su un algoritmo nuovo di zecca.

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Edho Pratama via unsplash and Markus Spiske via unsplash

 

 

PB2

Ufficio Stampa– Pure Bros Mobile Spa
Email: info@purebros.it
Tel.: 068600320
Web: purebros.it
Facebook: https://www.facebook.com/purebros/
Twitter: https://twitter.com/purebrosmobile
LinkedIn: https://www.linkedin.com/company/pure-bros

 

 

4 STRATEGIE PER IL DIGITAL MARKETING

Nel settore del digital marketing analizzare, pianificare, rimodellare, cambiare, trasformare e rinnovare è alla base di qualsiasi strategia vincente. Tutto “l’ambiente” è in continua evoluzione e non riuscire a tenere il passo significa stare fuori.

Se è vero, però, che la strategia perfetta esiste solo in un mondo ideale, è altrettanto vero che non bisogna mai sottovalutare la sua “messa a punto” ed è, sempre, bene ricordare che è la “somma a fare il totale”.

Sono almeno 4 le strategie che messe insieme possono dar vita ad un business di successo e ognuna di esse gioca un ruolo fondamentale.

1. Innanzitutto, il primo elemento da cui bisogna sempre partire è il content marketing. Senza un “disegno”, infatti, un’opera d’arte è semplicemente una tela nuda, senza le immagini la tv è semplicemente un “rettangolo” nero e senza contenuti il web è solo una pagina bianca digitale. Così i contenuti sono fondamentali soprattutto per quelle aziende che operano nel settore del b2c e sono alla continua ricerca di nuovi potenziali clienti.

 

kaleidico-754517-unsplash

 

2. Il secondo ingrediente non può non essere la costanza. I contenuti sono importanti così come la frequenza con cui vengono pubblicati. Un brand che vuole farsi conoscere con la volontà di comunicare direttamente con i propri clienti non può fare a meno di “far sentire la propria presenza” (digitale) almeno una volta al giorno.

3. Bisogna conoscere a fondo e rispettare tutti i parametri che impone Google attraverso i suoi algoritmi. Essere nelle prime posizioni in termini di visibilità nel motore di ricerca più “frequentato” al mondo non è certamente facile, ma al tempo stesso èdecisamente importante. Per questo motivo non si possono sottovalutare né la SEO (ovvero l’arte dell’ottimizzazione per i motori di ricerca) né la SEM e cioè quel ramo del web marketing che si applica, appunto, ai motori di ricerca.

4. Infine, non bisogna mai dimenticarsi delle newsletter. Forse, quelle tradizionali sono un po’ superate e la quasi totalità degli utenti le elimina senza neanche prima leggerle, ma se attualizzate, rese interessanti ed in grado di “rapire” l’attenzione di un cliente o potenziale tale, può diventare una preziosa arma “letale”.

 

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Kaleidico via unsplash and Jeshoots.com via unsplash

 

 

cropped-PB2.jpg

Ufficio Stampa– Pure Bros Mobile Spa
Email: info@purebros.it
Tel.: 068600320
Web: purebros.it
Facebook: https://www.facebook.com/purebros/
Twitter: https://twitter.com/purebrosmobile
LinkedIn: https://www.linkedin.com/company/pure-bros

 

SNAPCHAT, I GIOVANI E L’E-COMMERCE

Il mercato digitale, fin dai suoi (recenti) inizi, è in continua evoluzione e le strategie pensate ieri, ormai, già sono obsolete per il marketing di domani.

E così, se nel mondo dei social media Facebook è destinato a perdere posizioni e Instagram è pronto a prendersi il trono, Snapchat inizia a ritagliarsi il suo spazio, anche in termini di business.

Già, perché tra i giovanissimi, (ma non solo), questo social sta prendendo sempre più piede, anche se le stime dell’ultimo trimestre sono state tutt’altro che positive. Tuttavia per il digital marketing, Snapchat, grazie alle sue caratteristiche che sono uniche, risulta essere un ottimo partner.

Infatti, pensato per le nuove generazioni che hanno ritmi frenetici e voglia di “scoprire il mondo” il prima possibile per poi stufarsi e metterlo da parte, Snapchat è l’unico “posto” in cui i contenuti hanno “i minuti contati”. Dopo un determinato lasso di tempo dalla sua pubblicazione, quindi, ogni tipo di post viene eliminato insieme allo storico delle interazioni ricevute.

 

luke-porter-203637-unsplash

 

Allora, arrivati a questo punto molti si possono chiedere: “perchè un social del genere rappresenta un ottimo alleato per un brand?”

 

In realtà la risposta è piuttosto semplice: proprio per via del fattore tempo!

Se da una parte, infatti, viene inevitabilmente compromessa la visibilità, dall’altra si aumenta la “fidelizzazione”. Secondo gli esperti del settore un post “limitato” nel tempo acquisisce un livello di curiosità da parte degli utenti decisamente alto. E così, ad esempio, se il proprio marchio di occhiali preferito annuncia che a breve verranno presentati i nuovi occhiali da sole della nuova, imperdibile ed esclusiva collezione attraverso un post che dura 24 ore, sicuramente almeno una volta al giorno si farà visita alla pagina di quel brand.

Il concetto è simile a quello del black-friday anche se, naturalmente, il discorso è diverso: il tempo come elemento base da cui partire.

 

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Thought Catalog via unsplash and Luke Porter via unsplash

 

 

 

cropped-PB2.jpg

Ufficio Stampa– Pure Bros Mobile Spa
Email: info@purebros.it
Tel.: 068600320
Web: purebros.it
Facebook: https://www.facebook.com/purebros/
Twitter: https://twitter.com/purebrosmobile
LinkedIn: https://www.linkedin.com/company/pure-bros

 

 

GEN Y E GEN Z: 2 GENERAZIONI A CONFRONTO

Nell’età del digitale e nel mondo del digital marketing conoscere a fondo i propri interlocutori (digitali) e, dunque, potenziali clienti è semplicemente fondamentale.

Ogni dato relativo a loro gioca un ruolo importante così da personalizzare, (il più possibile), l’offerta.

Secondo recenti statistiche le due generazioni che più di tutte effettuano acquisiti tramite web ed usufruiscono dei servizi dell’e-commerce sono i millennials ed i centennials.

 Ma esattamente, di quali generazioni stiamo parlando?
  • La prima categoria raggruppa tutti i ragazzi e ragazze dalla fascia di età compresa tra i 21 e i 34 anni. Stiamo parlando della prima generazione in assoluto iperconnessa e di coloro i quali sono nati e cresciuti insieme ad Internet.
  • I centennials o Generazione Z, invece, sono tutte le ragazze e i ragazzi venuti al mondo dopo il 1996. Si tratta della generazione più connessa, nata nel bel mezzo della rivoluzione digitale e per loro acquistare attraverso internet o aprire l’automobile tramite il proprio smartphone è, assolutamente, una normalità.

 

drew-coffman-435402-unsplash

 

Nonostante stiamo parlando di due generazioni vicine tra loro e particolarmente connesse il loro approccio verso il digital marketing è completamente diverso ed è per questo motivo che è fondamentale per un brand diversificare la propria strategia.

Infatti, da una parte abbiamo i centennials i quali passano più tempo sui social media channels e dall’altra i millennials che amano particolarmente interagire con i propri brand preferiti in rete. Quest’ultimi sono dei veri e propri fanatici del marchio e quando possono danno sempre la priorità al loro brand preferito. Avete mai visto ragazzi andare in giro con l’Iphone, il Mac, l’Apple Watch e AirPods?

La Generazione Z, invece, predilige interagire con attori e personaggi famosi, amano essere sempre aggiornati sui loro “spostamenti” e sono, particolarmente, legati alla loro vita sia professionale che privata.

È evidente che un brand intenzionato a “fare colpo” su un millennials punterà, dunque, sulla “forza” dei propri prodotti mettendo in evidenza, ad esempio, i premi ottenuti durante l’anno: miglior smartphone del 2018, miglior smart tv Ifa 2018, l’automobile più sicura del 2019 e così via. Invece, se ci si rivolgerà ad un centennials si cercherà soprattutto di sfruttare il “potere d’acquisto” di un influencer o di un importante personaggio famoso e l’approccio sarà sicuramente meno diretto ed invasivo.

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits –Juliàn Gentilezza via unsplash and Drew Coffman via unsplash

 

PB2

Email: info@purebros.it
Tel.: 068600320
Web: purebros.it
Facebook: https://www.facebook.com/purebros/
Twitter: https://twitter.com/purebrosmobile
LinkedIn: https://www.linkedin.com/company/pure-bros

E-COMMERCE: LE TENDENZE DEL 2019

L’e-commerce è un business in continua ascesa, probabilmente nel lungo periodo prenderà il posto dei negozi fisici, mentre per il 2019 sono previste, “semplicemente”, ulteriori crescite.

Ma non basta dire “e-commerce” per avere garanzia di successo. Come in tutte le cose, infatti, anche in questo ambito per ottenere i risultati non si può improvvisare, bisogna, sempre, essere aggiornati ed è necessario seguire alcune importanti indicazioni.

Innanzitutto, è bene sapere che in questo settore il mobile gioca un ruolo determinante, perché gli utenti, ormai, preferiscono cercare i prodotti e valutare i diversi prezzi utilizzando il loro smartphone, quando, ad esempio, sono in metro o al bar intenti a sorseggiare un buon caffè.

Questo vuol dire che il business dell’e-commerce deve concentrare tutte le sue forze sulla fruizione tramite smartphone, trascurando completamente quella tramite Pc?

 bundo-kim-1329584-unsplash

 

Assolutamente no! Perché, per effettuare l’acquisto vero e proprio i clienti digitali preferiscono utilizzare il pc di casa.

Il motivo?

In realtà ce ne sono diversi:

1. Il primo riguarda la sicurezza dei pagamenti. 2 utenti su 3 ritengono che effettuare transazioni finanziarie dal pc sia, decisamente, più sicuro.

2. La navigazione tramite mobile è, certamente, più complessa ed inavvertitamente non è poi così difficile premere il tasto sbagliato. Vi è mai capitato di mettere un “like” o aggiungere una persona su Facebook durante le vostre “missioni di spionaggio”?

3. Lo smartphone, per “deformazione professionale”, viene utilizzato in momenti in cui è più facile essere distratti. Mentre, quando si tratta di pagamenti l’utente vuole essere concentrato al cento per cento.

Inoltre, un e-commerce che vuole ottenere successo nel 2019 deve puntare anche sull’innovazione.

Un esempio?

I clienti amano essere coccolati e sono alla continua ricerca (giustamente) di rassicurazioni. È proprio a questo che serve l’assistenza, ad assistere il cliente fin dai suoi primi passi all’interno del proprio negozio virtuale. Ma assistenza significa anche costo. E se, invece, si puntasse sull’innovazione dei “chat bot”?

Infine, non si può non trascurare la fase finale di vendita e di spedizione. Una recente statistica dichiara che oltre l’80% degli utenti rinuncia all’acquisto nel momento in cui notano che i tempi di consegna sono superiori ai 4-5 giorni e sono più inclini ad acquistare, (disposti anche spendere anche qualcosina in più), laddove l’assistenza alla consegna (la tracciabilità, la disponibilità nel caso in cui non ci fosse nessuno a casa al momento dell’arrivo del pacco, etc) è particolarmente curata.

Fonte: PURE BROS MOBILE Blog

Photo credits – Bundo Kim via unsplash and Andrew Neel via unsplash

 

PB2

Email: info@purebros.it
Tel.: 068600320
Web: purebros.it
Facebook: https://www.facebook.com/purebros/
Twitter: https://twitter.com/purebrosmobile
LinkedIn: https://www.linkedin.com/company/pure-bros