Mi inebrio di te della tua bellezza,
sino a bagnarmi sul miele delle tue labbra,
in un’onda tra respiri e sospiri,
mi emoziono quando mi stringi la mano,
e vedo il tuo sorriso come un dipinto,
mi sento sui fiori della passione,
ogni volta che ti presenti a me fascinosa,
vestita con i colori della seduzione;
averti è vivere come i fiori in primavera,
è un pieno di serotonina ad ogni ti amo,
(Baldo Bruno)
Dolce Stella vestita d’ori, d’argenti e di sogno,
tu che nel vortice magico di questa danza,
tocchi col tuo sensuale fioretto il mio sguardo,
e il mio cuore trafiggendoli a vita regalami ancora,
l’inquietudine dettata dal languore al mio stomaco,
dal profumo ammaliante della tua pelle,
di magici incensi dal mio desiderio di averti,
e dalla bramosia di sentire le tue mani,
che come note leggiadre e veloci penetrano,
dentro di me a raggiungere un posto all’ombra,
che solo noi due conosciamo fino a sentire urlare,
il silenzio dei tuoi occhi nei miei al dischiudersi,
delle nostre labbra per un lento bacio eterno,
(Alessandro Moschini)
Con le mie mani tra i tuoi capelli,
scendono le mie dita tra i tuoi seni,
ascoltando i tuoi brividi indomabili di piacere,
libera nuda su di me come un mare in tempesta,
sospiri tra le tue labbra sfiorando i miei baci,
ed io cercando di scoprire i tuoi occhi tra le tue,
chiome scorgo colori accesi di un vivere infinito,
di una danza selvaggia che scatena i nostri corpi,
fin a morire in un solo battito dei nostri cuori,
(Luigi De Simone)
Quest’occhi miei vogliono morire,
lì sul tuo corpo nudo bagnato,
da quel desiderio incalzante ,
ove queste mani, annegando,
tra le onde agitate di quella riva,
che illumina il tuo ventre.,
come sabbia d’orata ed ogni granello,
zampilla tra brividi e piccoli sospiri,
arrivano agli abbissi più oscuri,
dove il silenzio sa di amore e lì nei,
tuoi occhi nasce il mare all’orizzonte.
(Luigi De Simone)
Son io colui che t’attende nella notte stellata.
Colui che sotto il tramonto insanguinato t’attende.
Guardo cadere i frutti nella terra cupa.
Guardo danzare le gocce di rugiada nell’erba.
Nella notte al denso profumo delle rose,
quando danza la ronda delle ombre immense.
Sotto il cielo del Sud, colui che ti attende quando.
l’aria della sera bacia come una bocca.
(Neruda)
Io sono la tua indomita gazzella,
il tuono che rompe la luce sul tuo petto.
Io sono il vento sfrenato sulla montagna,
e il fulgore intenso del fuoco dell’ocote.
Io scaldo le tue notti,
accendendo vulcani nelle mie mani,
bagnandoti gli occhi col fumo dei miei crateri.
Io sono arrivata fino a te vestita di pioggia e di ricordi,
ridendo la risata immutabile degli anni.
Io sono l’inesplorata strada,
la chiarezza che rompe la tenebra.
Io metto stelle tra la tua pelle e la mia,
e ti percorro completamente,sentiero dopo sentiero,
scalzando il mio amore denudando la mia paura.
Io sono un nome che canta,
e si innamora dall’altro lato della luna,
sono il prolungamento del tuo sorriso e del tuo,
corpo.Io sono qualcosa che cresce,qualcosa che,
ride e piange.Io, quella che ti ama.
(Gioconda Belli)
Ma tu chi sei che ogni notte mi scomponi
le trame ai sogni che accuratamente io tesso
E al mattino poi,ricompone domi le vene
non ritrovo più il cuore nell’anima immensa,
perso Ma tu chi sei a deragliarmi i passi
e scioglierti come miele sulle labbra silenziose
Sento l’eco dei tuoi tacchi camminarmi sulla
pelle ma ad ogni alba ti dissolvi come un
castello di sabbia davanti al mare
(bramante)
Fiore del destino,
semplicemente trasparente,
bellezza di luna carne nuda di miele.
Carne nuda come l’oscurità enorme,
e colorata florida come l’estate che nasce,
in frumento di platino Carnalità appena,
scoperta come le tue gambe morbida,
sottile, fragrante come il giorno che nasce,
che incammina nella realtà del mondo,
Come in un tunnel lungo nero e inarrivabile,
la tua luce si affievolisce e torna
a essere piacere nei seni nudi.
(Claudio Carnevali)
Tutte le notti ti sogno,
o mio tormento, pena del mio cuore,
Non so altro nome che il tuo,
più non posso piangere,
per nessun dolore, per nessun piacere,
che non riguardi te, mio cuore.
Non voglio conoscere altre gioie,
né tristezze d’altra specie,
solo l’ardore per te mi conforta,
(Hermann Hesse)