Dono immenso

dono immenso

 

SABATO 30 SETTEMBRE 2023

SAN GIROLAMO, PRESBITERO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Zc 2,5-9.14-15a

Salmo: Ger 31,10-12b.13

Vangelo: Lc 9,43b-45

Proprio quando tutte le persone che accostavano Gesù pensavano alla sua grandezza, egli annuncia la sua impotenza: metterà la sua vita nelle mani degli uomini.

L’infinitamente grande si fa infinitamente piccolo e si consegna per amore nostro, nelle nostre mani, cosi da rivelarci la sua passione d’amore per noi. Se non comprendiamo l’impotenza di Dio che si consegna nelle mani degli uomini, non possiamo capire quale sia la potenza di Dio e ancora meno, il suo apparente silenzio e la sua apparente assenza nella storia dell’umanità.

L’amore non consiste nel dare cose, ma se stessi. Un dono totale di consegna all’altro mette in stato di assoluta povertà e impotenza. Da qui si comprende, perché sono necessari la povertà e l’umiltà, l’impotenza e il consegnarsi di Dio nelle nostre mani: perché “Dio è amore” (1Gv 4, 8.16).

Egli è il Figlio, che si consegna per tutti, perché il Padre lo ha inviato per la salvezza del mondo; e mette tutti di fronte al mistero della sua consegna.

Un Dio che si consegna ogni giorno nelle nostre mani, nel segno dell’eucaristia, così nutrendoci di Lui anche noi possiamo vivere consegnati nel suo amore per i fratelli.

“Signore,

sei un dono immenso nelle mie mani

e dicendo: “amen”, affermo me stesso.

“Cosi sia”, “cosi è”, un Dio nelle mie mani,

perché io mi senta nelle Sue.

Ti dono il mio cuore,

tienilo cosi che non cada

e dona alle sue ferite

quel sollievo che solo Tu puoi dare.

Siamo qui io e Te,

non c’è nessun altro,

cuore a cuore, dono a dono

“Amen” mio Gesù”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Cielo e terra

Cielo e terra

 

VENERDÌ 29 SETTEMBRE 2023

SANTI MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE, ARCANGELI – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Dn 7,9-10.13-14 Oppure: Ap 12,7-12a

Salmo: Dal Sal 137 (138)

Vangelo: Gv 1,47-51

Il cielo si apre alla Terra. Gesù dono del Padre ci rivela il suo volto, è il punto di unione tra cielo e terra, è il mediatore tra Dio e gli uomini.

L’immagine di salire e scendere è un richiamo alla realtà umana e divina di Gesù. Egli pur essendo tra gli uomini, è in comunione col Padre, è la “casa di Dio”, è la “porta del cielo”.

Soltanto in Gesù ciascuno può fare esperienza di Dio che salva.

Natanaele, viene trasformato dall’incontro con Gesù perché in lui “non c’è falsità”; si è accostato con cuore sincero e semplice, toccato nell’intimo del suo cuore riconosce in Gesù il Messia ed esclama: “Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele” (v.49).

Per questa professione di fede, Gesù promette a Natanaele la visione del cielo, la visione dell’amore di Dio, ma la piena e definitiva rivelazione di Dio si avrà solo in Gesù risorto e seduto alla destra del Padre nei cieli, dove salgono e scendono gli angeli di Dio.

Oggi festa dei santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele messaggeri di Dio, chiediamo che ci aiutino ad aprire il nostro cuore nella verità, per entrare in comunione con il figlio. Ci facciano conoscere sempre più il mistero di salvezza che Dio ha preparato per ciascuno uno di noi. Ci portino a vivere quel pezzetto di cielo che Dio ha gia posto nel nostro cuore: il suo amore.

“Signore,

apri la via dinanzi a me,

cosi da scorgere un pezzo di cielo.

Luce, acqua, fuoco, terra,

eccomi tra loro come elementi di cui io posso toccare,

ma il cielo come lo toccherò?

Attraverso di Te;

tu Dio che scendi

per toccare il mio cuore,

risanalo, tienilo con Te,

affinché custodito possa diventare segno di cielo,

segno del Tuo amore.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Chi è dunque costui?

Chi è dunque costui?

28 SETTEMBRE 2023

GIOVEDÌ DELLA XXV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

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Prima lettura: Ag 1,1-8

Salmo: Dal Sal 149

Vangelo: Lc 9,7-9

Chi è dunque costui? Erode sente parlare di Gesù ma non sa chi sia.

Il Signore arriva a noi anche se non lo conosciamo, poiché in verità, Egli è già parte della nostra storia. Dovremo chiederci: chi è per noi il Signore? Ora che l’abbiamo conosciuto rispetto agli inizi lo sentiamo “casa nostra”? Gesù è venuto per noi, affinché avessimo una dimora: il Suo cuore. Sono queste le cose grandi che già al tempo di Erode risuonano da lontano, poiché c’erano tanti maestri, ma solo Gesù sapeva toccare il cuore e parlare in profondità.

Chi ascoltava Gesù si sentiva “preso dentro”, attratto da quell’uomo così buono, così capace di dire delle belle parole, tanto da scaldare i cuori di terre lontane.

Anche noi oggi possiamo vivere quest’esperienza attraverso i sacramenti, nella preghiera, nella meditazione; abbiamo tanti momenti per vivere di Dio e con Dio. E non solo momenti, ma tutta la nostra vita! Questa vita avrà un senso se lasciamo che Lui ci parli, se lo facciamo entrare nel nostro quotidiano. Chi è dunque costui? Sarebbe bello rispondere: è il mio Dio, il mio Signore, perché Lui sicuramente dirà di noi: tu sei il mio figlio amato che ho atteso da tempo.

“Signore, stai con me

e fai che il mio cuore non ti lasci più.

Tu sei il mio Signore,

l’amore che guida la mia storia

e tra le ferite e le lacrime,

sono qui con Te

per scrivere altre pagine,

per sentire parole di amore

e per trovare quel conforto che solo Tu sai donare.

Ti prego:aiutami a non perderti.

So che Tu non mi abbandonerai mai,

fai che possa fare altrettanto

e ti stia accanto per sempre.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Diede loro la forza

Diede loro la forza

 

MERCOLEDÌ 27 SETTEMBRE 2023

SAN VINCENZO DE’ PAOLI, PRESBITERO – MEMORIA

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Prima lettura: Esd 9,5-9

Salmo: Da Tb 13

Vangelo: Lc 9,1-6

 

“Diede loro la forza”. Per guarire e far guarire c’è bisogno di forza. Non una forza qualsiasi, data dai nostri innumerevoli sforzi, ma la forza di Dio. Egli ci chiama e in questa chiamata troviamo anche la forza. A volte però non sembra, le preoccupazioni, le paure e le fatiche offuscano il nostro cuore e non riusciamo a percepire alcun tipo di aiuto. Che fare? Fermarsi e chiedere a Lui la forza.

L’affanno del tempo presente, spesso ci spinge a fare, fare, “tirando la corda”, invece, proviamo a fermarci un momento dinanzi a Lui, ricarichiamoci, raccogliamo le forze, confidiamo in Dio.

Il Signore chiama anche noi a vivere della Sua forza. Questo è molto bello, perché dopo tanta fatica, arriviamo a comprendere che possiamo contare su di Lui, sul Suo amore. Egli non si sostituisce a noi, l’ha già fatto una volta e per sempre sulla croce, e da quella croce nasce la nostra forza. Quando ci sentiamo “crocifissi” lasciamoci vivere, liberare ed amare da Dio, che con cura ci farà scendere dalla croce, salirà per noi Suo figlio, affinché da tutte le croci che verranno, sappiamo alzare lo sguardo e trovare la forza.

“Signore prenditi cura di me

e del mio cuore.

Donagli la forza necessaria

per vivere e far vivere chi mi è accanto

di quello stesso amore che Tu  hai generato.

Ad ogni passo, in ogni momento,

possa sentire la Tua mano forte

sostenermi.

Possa sentirmi custodito da Te

e vivere di questa certezza”. (Shekinaheart eremo del cuore)

Familiarità con Dio

familiarità con Dio

 

26 SETTEMBRE 2023

MARTEDÌ DELLA XXV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

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Prima lettura: Esd 6,7-8.12b.14-20

Salmo: Dal Sal 121 (122)

Vangelo: Lc 8,19-21

Il Vangelo di oggi ci aiuta a comprendere quanto sia grande la familiarità con Gesù. La Sua Parola è il mezzo con cui possiamo far parte della famiglia di Dio. E come in ogni famiglia vi sono difficoltà, fatiche, ma anche meraviglie e riuscite. La Parola è quello slancio capace di farci allargare lo sguardo, renderlo attento, non perché teme il Signore, ma perché è familiare con Lui.

Il Signore ci chiama a sentirci parte di una relazione importante, madre e fratelli sono legami di sangue, di DNA; la nostra origine è essere parte di Lui, ed è proprio per questo che il nostro cuore può trovare la pace.

La pace data dall’ascolto della sua Parola ci forma e ci trasforma secondo il cuore di Dio. Sant’Agostino diceva: “il mio cuore è inquieto finché non riposa in Te”. Questo perché nella profondità il nostro cuore sa a chi appartiene, c’è quella parte di noi pulsante, che tende ad incontrare il suo Dio. Allora fermiamoci ad ascoltare la sua Parola. Fermiamoci e facciamola entrare in noi, così che ci aiuti a crescere, per poter essere ciò che siamo chiamati a diventare: fratelli e madri nell’umanità.

“Signore,

donami la grazia di saperti ascoltare,

così da poter vivere ciò che ascolto.

Quante parole tra la Parola.

Quanti suoni nel silenzio!

Mio Dio, custodisci il mio cuore,

fallo camminare accanto a Te.

La Tua Parola mi illumini

e il Tuo amore mi trasformi.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Una luce che non può stare nascosta

Una luce che non può stare nascosta

 

25 SETTEMBRE 2023

LUNEDÌ DELLA XXV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

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Prima lettura: Esd 1,1-6

Salmo: Dal Sal 125 (126)

Vangelo: Lc 8,16-18

Il Vangelo di oggi ci parla di una luce che non può restare nascosta. Una luce che proprio per come è fatta, non può nascondersi. Nel buio della notte la luna e le stelle sono evidenti, così Dio nel nostro cuore: non lo possiamo nascondere.

Gesù ci dona la speranza che nonostante il nostro buio, non possiamo spegnere la Sua luce. Il Suo amore è piu forte del buio del nostro errore. Adamo si nasconde perché è nudo, Dio gli dice: “dove sei?”. Gli parla, l’ha già visto,. La Sua luce illumina la nostra oscurità prima  ancora che ce ne rendiamo conto.

Dove siamo? Non nascondiamoci davanti a Dio, siamo finalmente a casa.

Non abbiamo bisogno di nasconderci dinanzi a Lui, possiamo essere noi stessi, con il nostro buio, con i nostri gesti a volte cupi; Egli saprà ridonare la vita se glielo lasciamo fare, saprà illuminare ogni parte di noi se lo lasciamo operare. Il nostro cuore non è solo buio, è già luce, una luce che deve solo emergere e risplendere.

Sia questa settimana una tempo di ripartenza, dove tirare fuori ciò che è nascosto e fa paura, per illuminarlo con la luce dell’amore di Cristo!

“Signore riaccendi la Tua luce in me, risplendi.

Oltre il buio della notte,

la Tua luce brilla,

non si può spegnere.

Chi vuole spegnere l’amore?

Forse io con le mie opere?

Signore perdona il mio cuore quando nel buio oscura,

perdona il mio peccato e donami vita,

fa che abbia la forza

di tornare a essere un riflesso della tua luce,

in ogni gesto, in ogni cuore

per portare un po’ di Te,

per sentirti di nuovo in me.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Sono buono

sono buono

24 SETTEMBRE 2023

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

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Prima lettura: Is 55,6-9

Salmo: Dal Sal 144 (145)

Seconda lettura: Fil 1,20c-24.27a

Vangelo: Mt 20,1-16

“Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Una domanda forte, quella che Gesù fa a quell’uomo e contemporaneamente a noi.  Una domanda diretta, che apre già alla chiarezza: l’invidia non è riversata su chi ha ricevuto un bene, ma su Dio datore di ogni bene.

La bontà di Dio ci spaventa e disarma, poiché se da un lato ci riempie di pace, dall’altro è lontana dai nostri schemi.

La domanda di Gesù in fondo, serve a farci comprendere che c’è forse un altro modo di intendere la bontà. Dio è buono e la sua bontà è il mezzo che ci conduce a Lui, perché se basta un’ora di lavoro, se ne bastano due, o tutto il giorno, ciò che riceverò è e sarà sempre: amore infinito.

Dio chiama, ci chiama; secondo il metodo di quei tempi, i lavoratori verranno pagati a giornata, ma fino a quando? Non c’è scritto, perché la chiamata è per sempre. Egli da sempre ci vuole con sé. Lavorare nella sua vigna, è il tempo in cui renderci conto di essere nel campo dell’amore e non più nella logica della retribuzione materiale.

Il campo dell’amore è il luogo dove ciascuno dà tutto quello che può per amore e Dio, Dio amore straripante, custodisce il nostro cuore, lo porta fuori dalla logica del denaro e vi dona una moneta simile a quella della vedova del vangelo: tutto quello che ha, tutto se stesso.

Egli ogni giorno dona tutto se stesso e possiamo averlo pensato, pregato un’ora, mezz’ora, un minuto Lui si consegna totalmente a noi ed il Suo amore sarà sempre per sempre.

“Signore,

donami il Tuo amore,

affinché il mio cuore trovi ristoro.

Donami la Tua bontà

per perdonare ed amare.

Donami i Tuoi occhi,

per vedere oltre le fatiche e le sofferenze,

il Tuo volto risplendere,

così che io possa risollevarmi dalla polvere

e vivere con lo sguardo rivolto al cielo,

e respiri quell’amore che sempre mi riversi

e di cui io non smetterò mai di aver sete”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Che terreno sei?

Che terreno sei?

 

SABATO 23 SETTEMBRE 2023

SAN PIO DA PIETRELCINA, PRESBITERO – MEMORIA

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Prima lettura: 1Tm 6,13-16

Salmo: Dal Sal 99 (100)

Vangelo: Lc 8,4-15

Che terreno sei? Non importa. Il Signore semina la Sua Parola ovunque, con il rischio di essere calpestata o di diventare secca.

L’amore non si risparmia mai, osa, viene incontro, perché se sei un terreno che non dà molto frutto, hai l’occasione di essere altro. Dio è così.

Mentre alcuni terreni sono specifici per un seme, qui il vero terreno è l’amore. Un terreno che tutti abbiamo nel cuore, perché Egli ci ama tutti.

L’invito è credere di essere un terreno che ha possibilità. Chi nell’errore non vorrebbe un’altra occasione? Forse proprio per far diverso. Lo stesso noi con Dio, anche se a volte ricadiamo e ricadiamo sullo stesso masso. Ecco perché la Parola da ascoltare c’è ogni giorno, un Parola che mentre l’ascolti ti trasforma, e forse tu non lo sai. Una Parola capace di sprigionare in noi quel miracolo tanto atteso: la guarigione del cuore.

Cos’è è avvenuto? Il Signore è sceso nel tuo cuore e ne ha fatto un terreno, coltivalo, conosci il tuo cuore, cosa ti passa, cosa sta vivendo, e li troverai Dio che se ne prende cura, ed allora scoprirai ciò che desideravi da tempo: quella possibilità è già qui, e tu, sei pronto a far diverso?

“Signore,

con il Tuo aiuto crescerò me stesso,

con il Tuo aiuto troverò la pace

che il mio cuore cercava da tempo.

Aiutami, vieni presto.

Fa che ti senta vivere in me,

insegnami ad ascoltare e pregare,

purifica il mio sguardo,

donami il senno,

così che possa vivere

di quella possibilità che desidero

e che in fondo sento già

Tu vuoi anche per me”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Con Gesù

con Gesù

 

22 SETTEMBRE 2023

VENERDÌ DELLA XXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

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Prima lettura: 1Tm 6,2c-12

Salmo: Dal Sal 48 (49)

Vangelo: Lc 8,1-3

Nel Vangelo di oggi leggiamo che Gesù non era solo, aveva con sé i dodici e alcune donne. La storia di tanti trova un punto comune che unisce: Gesù. Egli non sta fermo, esce, viaggia, cerca; nel cuore solo un desiderio: dire a più persone qual è il vero volto del Padre e far rendere il cuore di ciascuno salvato. Nessuno è escluso da questo progetto di amore.

L’antifona al vangelo dice: “Ti rendo lode, Signore del cielo e della terra,perchè ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno (Cfr Mt 11,25)”. Ci apre a questa consapevolezza, che non importa quanto io mi senta ultimo, inutile senza speranza, poiché è proprio la speranza che viaggia per incontrarmi.

Coloro che sono con Gesù sono dei segni della concretezza di Dio, del suo essere in mezzo a noi. Aiutiamoci a renderlo vivo, condividiamo con altri la bellezza di questo Vangelo che si fa carne non solo una volta, ma sempre nelle nostre vite. Non lasciamo nessuno nel dubbio o nella fatica ma preghiamo per loro, viaggiamo con Gesù nei deserti degli altri e portiamoli sull’altare.

Siamo qui, ci siamo grazie anche a chi ci ha preceduto.

“Signore,

desidero incontrarti,

desidero viaggiare con Te.

Portami nel Tuo cuore,

fammi comprendere che

anch’io ho un posto nel Tuo.

Non importa il mio peccato, o la fatica,

perché il Tuo amore

spalanca le porte,

ed io, commosso e affaticato dal peso del mio errore,

entro nell’immensità di Te

e scopro che finalmente ho una casa per vivere: Tu.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Andate ed imparate

Andate ed imparate

 

GIOVEDÌ 21 SETTEMBRE 2023

SAN MATTEO, APOSTOLO ED EVANGELISTA – FESTA

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Prima lettura: Ef 4,1-7.11-13

Salmo: Dal Sal 18 (19)

Vangelo: Mt 9.9-13

Gesù nel Vangelo di oggi, allo sgomento di chi lo incolpava perché mangiava con i peccatori, dice: “Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Non invita a restare e imparare da Lui, ma invita ad andare quasi come una pagina da cercare.

Le note accanto al Vangelo in merito a questo versetto, ci suggeriscono Mt 12,7 – 1sam 15,22 – pr 16,7- Os 6, 6 – Mt 18,12 – Lc 19,10. Tutti questi passi, (il cui invito è andare a leggere), ripercorrono tratti del volto di Dio, ovvero della Sua misericordia. Quell’andare a vedere, ci permette di mettere nella memoria del cuore il Suo volto. Quando? Quando come la pecora smarrita è venuto a cercarci (cfr Mt 18,12); quando ci invita all’ascolto sincero più che al fare (cfr 1sam); quando si ferma a casa nostra, nella nostra realtà, così che si riempia di salvezza (cfr Lc 19,10). Siamo chiamati a vederlo nella nostra storia quotidiana, perché come Gesù ha incontrato Matteo, così incontra anche noi, e forse a volte, in posti dove non vorremo farci trovare. Eppure, Dio ci precede, facendo di quell’incontro una chiamata a vivere la vita con Dio. Siamo chiamati ad avere la percezione che Dio c’è. E non servono parole, a volte basta solo andare in quella storia intersecata di tanto e scoprire un volto pieno di misericordia avvolgerci.

Questa è la pienezza: sapere che Dio che è Dio ci è accanto e l’ha voluto! Non si è trovato lì per caso, ci ha voluti, ti ha voluto. Allora ogni nostra azione avrà il sapore del nuovo, avrà la forza data dalla consapevolezza di non essere soli.

Andiamo anche noi a vedere quel luogo dove Dio si è posto: il nostro cuore e rimaniamo anche noi lì con Lui e se tutto partirà da li, ecco che avremo sfogliato il vangelo, non più come un libro ma con la vita.

“Signore,

al mio cuore bisognoso di perdono

ti chiedo la forza di scendere,

aiutami ad arrivare al mio cuore

per incontrare Te,

per far esperienza del Tuo volto,

del Tuo amore.

Quanta strada percorro ogni giorno, quanta fatica subita o inflitta,

a tutto questo ti chiedo:

estendi il tuo amore, rivestila di Te,

così che solo allora

ogni volta che avrò sbagliato o avrò sofferto

avrò il coraggio di scendere per cercarti.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)