Il Padre vi ama

Screenshot_20240511_025610

11 MAGGIO 2024

SABATO DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Quando abbiamo bisogno di qualcosa per la nostra vita, andiamo a chiederla da chi ci possiamo fidare; e chi meglio di Dio è più fedele verso di noi?

Gesù ci dice di chiedere nel suo nome, attraverso di Lui, il Figlio amato, che ci ha resi tutti figli di un unico Padre ed effonde in noi il suo Spirito. Pregare il Padre attraverso il Figlio è entrare in una relazione d’amore e di comunione dove lo Spirito donerà quella gioia piena promessa ai discepoli.

Pregare diventa il desiderio di “toccare” il cuore del Padre, perché crediamo nel suo sostegno, perché la preghiera rassicura il nostro cuore nelle vicende della vita, dove dobbiamo affrontare sofferenze, decisioni, fatiche, malattie.

Noi preghiamo per le necessità materiali, ma non dimentichiamo che lo Spirito prega in noi e ci unisce nell’amore, a quel mistero di salvezza che Dio ha pensato per tutta l’umanità.

Il nostro cammino di preghiera, ci conduca un giorno nella fiducia di essere talmente amati dal Padre, da non domandera più nulla, semplicemente perché l’amore sa di quali cose abbiamo bisogno e nella sua volontà troveremo la nostra gioia.

“Padre,

sono qui e ti chiedo:

amami, amami sempre.

Hai mandato tuo Figlio, Egli mi ha perdonato,

perdona tutte le volte in cui io non ti ho creduto.

Il mio cuore è come il pianto di un bambino nella notte

che geme e chiede:

Dio dove sei?

E mi scopro qui, tra le tue braccia

a cullare quella paura insensata,

perché Tu mi ami da sempre

e quando crescerò,

le tue braccia non cesseranno di sostenermi,

perché Tu mi ami e ti amo anch’io.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Gioia

Screenshot_20240510_031031

 

10 MAGGIO 2024

VENERDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Il Vangelo di oggi riprende il tema della tristezza che viene cambiata in gioia da Gesù, ma qui si aggiunge un elemento molto importante: la gioia non è soltanto per un momento, si tratta di una gioia che nessuno può togliere, nessuno può scalfire.

E la gioia del mattino di Pasqua, la gioia di una vita nuova, un uomo nuovo viene al mondo, come l’immagine che ci mostra Gesù del bambino che nasce, dopo un travaglio di vita.

La gioia di Cristo ci rende nuove creature e questo uomo nuovo che nasce, è anche ciascuno di noi, quando attraversando le difficoltà dell’esistenza terrena, con tutte le sue

condizioni di limite, di fragilità, di mortalità, testimonia di saper amare con lo stesso amore di Dio.

Nessuno ama la sofferenza e nessuno la cerca, Dio l’ha già attraversata per noi e con noi: “Nessuno potrà togliervi la vostra gioia”, dice Gesù, perché è già nostra, Lui ce l’ha donata tutta nel sigillo indelebile del suo Spirito.

Credere nel potere di Dio nella mia storia, è dare ragione di un amore che ci colma di gioia, un amore che non verrà mai meno così come la gioia, perché il Signore risorto non ci lascerà mai più: è la sua promessa.

Lasciamo che Dio sia la nostra gioia infinita, cosi da essere liberati da quei turbamenti che pesano nel nostro cuore e viviamo la sua presenza, con tutta la fede e con tutto l’amore di cui ci ha resi capaci.

“Signore,

a quella tristezza

tanto radicata in me,

insegnami a dire basta.

Fa che non guardi solo al dolore,

alla fatica e al peccato,

ma riesca a vedermi

come mi guardi Tu: con amore.

Che cos’è la gioia?

Scoprire che c’è una luce

non solo in fondo al tunnel,

ma già all’inizio,

così che nel tragitto io non mi perda,

e la mia Luce sei Tu.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Dalla tristezza alla gioia

Screenshot_20240509_022538

 

 

09 MAGGIO 2024

GIOVEDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Gesù oggi ci dice che il nostro cuore proverà tristezza perché Lui andrà via, ma la sua assenza durerà “poco”, poi lo rivedremo e la nostra tristezza si cambierà in gioia.

La tristezza è un’emozione che ci fa provare dolore, disperazione, delusione, impotenza. Cosa possiamo fare davanti alla “perdita” di qualcuno che amiamo, davanti a situazioni che non sappiamo come venirne fuori?

Gesù ci insegna come affrontare questi “tempi”, queste vicende che sono un importante passaggio della nostra esistenza: dalla tristezza alla gioia, dalla morte alla vita, dalla delusione alla speranza.

Tutto si trasforma alla luce di quel verbo “vedrete”. Vedere, non vedere con gli occhi, che per i discepoli è stato: prima realmente vedere il Signore risorto e poi un vedere con il cuore; solo il cuore che ama vede e comprende. Qui entra in gioco la fede nel credere che la morte di Gesù, non è la fine di tutto, ma il compimento dell’amore, dove Gesù ritorna al Padre per donare a noi il suo Spirito di vita. Questo tempo è il passaggio della Pasqua, è il tempo dove avviene la salvezza, dove la nostra tristezza si cambia in gioia: “Hai mutato il mio lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia” (Sl 30).

Un Signore che ci strappa alla tristezza, si fa rialzare dal nostro dolore, ci insegna che queste situazioni della vita, non sono morte, ma possono diventare passaggi verso la luce, se vissuti con Lui e come Lui nell’amore. Allora scaviamo nel profondo del nostro, cuore magari faremo fatica, ma lì emergerà quella fonte zampillante di vita, che è lo spirito del Signore. Guardiamo con gli occhi del cuore e crediamo in quell’amore che ha già trasformato il nostro dolore.

“Signore,

tieni: ti affido il mio cuore,

trasformalo,

affinché ogni dolore e fatica

nelle tue mani non vadano perduti.

Prometti vita, gioia,

è davvero anche per me?

Si, lo sento da come tieni in mano il mio cuore,

perché chi ne ha così cura

è perché ama

e Tu Signore lo hai già fatto,

la mia gioia ora è per l’amore

che hai per me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Conoscere

Screenshot_20240508_023612

08 MAGGIO 2024

MERCOLEDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Il Signore conosce molto bene le potenzialità e le debolezze di ciascuno, per questo dice ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”. La conoscenza di Gesù, non si apprende una volta per tutte, si impara progressivamente da quelle parole e quei gesti che il Signore ha compiuto. Il Vangelo che meditiamo è sempre lo stesso, tuttavia la nostra comprensione avanza “di inizio in inizio, per inizi che non hanno mai fine”, afferma Gregorio di Nissa e diventa più grande, nella misura in cui sperimentiamo e viviamo, quella forza che ci apre alla rivelazione del mistero della salvezza, che è lo Spirito Santo Amore, lo Spirito di verità.

Questa “nuova” presenza di Dio in noi, diventa il nostro maestro interiore: l’amore di Dio che ci fa capire il suo stesso amore, che è stato portato fino allo scandalo della Croce. Nell’amore che da tutto se stesso, c’è sempre qualcosa di indicibile, c’è un peso specifico che capisce solo chi ama.

Lo Spirito di verità, ci guida e ci dà la forza per comprendere e testimoniare quanto abbiamo conosciuto, pur nella debolezza e nella fragilità della nostra condizione umana di poveri discepoli, ma che vogliono amare il Signore con tutto il cuore.

Preghiamo lo Spirito perché inizio, dopo inizio, ci accompagni nella conoscenza di quell’amore, che ci mette in grado di portare il peso dell’amore.

“Eterno amore di Dio,

mano che sostiene il mio cuore,

Tu, o Spirito, parla,

fammi comprendere il mio Dio.

Cosa hai da dirmi oggi?

La tua Parola è balsamo per il mio cuore,

eppure io non ti conosco, ma Tu si.

Sai di me quello che il mio cuore a volte mi nasconde

e ami tutto, persino quello che vorrei negare.

Solo questo so di Te.

Eterno amore,

corri da me, più veloce del vento,

così che sentendo il tuo amore,

respiri di Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Presenza

 Screenshot_20240507_015935

07 MAGGIO 2024

MARTEDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Dio si allontana per renderci ancora più vicini, sembra quasi un controsenso, eppure la nostra storia di salvezza prosegue grazie all’andarsene di Gesù: “è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi”.

Come fa questo allontanamento ad essere un bene?

Quando noi amiamo qualcuno desideriamo stargli sempre accanto, rimanergli vicino il più possibile, non essergli lontano.

L’andare di Gesù, è parte di quel mistero di salvezza che ci viene svelato nel tempo. Egli si sottrae alla visione per darci ancora di più: il Paràclito, il dono dello Spirito di Dio, una comunione di vita con il Padre, che ora inabita il cuore di ogni credente e lo rende presenza di Cristo nel mondo.

La presenza di Gesù si compie nell’invisibilità dello Spirito, ci rende persone spirituali, ovvero, persone umane che vivono una vita nuova, in ragione di quel dono dello Spirito che abbiamo ricevuto. Qui la distanza, si fa assoluta presenza nell’interiorità del nostro cuore, della nostra vita.

Lo Spirito che è creatore di vita, diventa un bene di vita per noi e per gli altri, ci spinge a vivere con lo stesso amore e con la stessa compassione, che Gesù aveva per tutte le sofferenze umane, ci fa toccare e attraversare le vicende di ogni fratello, portando la speranza del Cristo risorto. Non più un Dio che cammina solo accanto, ma che desidera viverci dentro, abitarci, in questa vita, la nostra, già salvata.

“Signore,

non allontanarti da me,

non potrei vivere.

Eppure Tu, non sei lontano

ed è il Tuo amore a dimostrarlo,

anche quando è la mia paura a parlare.

Aiutami a sentirti accanto

in quel silenzio che non è vuoto,

ma è la Tua presenza

che tende l’orecchio verso di me,

per non perderti nulla di me,

neanche un battito.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Spirito di verità

Screenshot_20240506_013323

 

 

06 MAGGIO 2024

LUNEDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

 

Il compito principale dello Spirito, è quello di rivelare Gesù stesso e rendergli testimonianza, al punto tale da essere chiamato: “Spirito della verità”. Infatti Gesù è la verità, dire spirito di verità, equivale a dire Spirito di Gesù, così il Paràclito, ovvero il Consolatore può accompagnare i discepoli e tutti noi credenti nella verità. Lo Spirito rendendo testimonianza, ci aiuta a comprendere che in Gesù la rivelazione di Dio ha raggiunto tutta la pienezza.

Lo Spirito conferma che Gesù è il figlio di Dio, datore di vita vera ed è la stessa vita di Dio. Dove arriva questa vita, porta la verità che ci libera dalla menzogna e ci fa vivere nell’amore del Padre e vivere da salvati. Lo Spirito della verità è il contrario dello spirito di menzogna, che ci allontana da Lui, rendendoci schiavi dell’egoismo e del peccato.

Lo Spirito unifica nell’amore i credenti di tutti i tempi e li fortifica, perché possano veramente testimoniare con la loro vita l’amore reciproco. Soltanto amando i fratelli, ciascuno di noi può dire nella verità di essere un “salvato” da Cristo, reso vivo nello Spirito, partecipe della sua vita “fin dal principio”, testimone della Verità.

Chiediamo la grazia che venga a noi lo Spirito, che possa illuminarci e guidarci in questo cammino di

salvezza e testimonianza dell’amore ai fratelli.

“Spirito di verità,

forza di Dio,

rimani in me.

Aiutami a crescere nella fiducia

che solo Dio può svelare a me, me stesso,

perché da solo

la verità potrebbe fare male

o sarebbe duro portarne il peso;

solo in quell’amore,

ogni mia fragile verità e amata.

Aiutami a credere

che solo in Te o Spirito

trovo la forza per cambiare ciò che posso

e per alzare lo sguardo

lì dove ne ho bisogno.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Resta

 

Screenshot_20240505_025245

 

05 MAGGIO 2024

VI DOMENICA DI PASQUA – ANNO B

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Il Vangelo di Giovanni, continua a farci meditare sul mistero della nostra vita in Cristo: rimanere nel suo amore. Quell’amore che viene dal Padre, che da la vita a tutti i suoi figli e di colma di gioia.

La gioia è collegata all’esperienza dell’amore, l’amore fa sgorgare la vita, la rende bella per essere vissuta e per essere donata: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la propria vita per i propri amici”. Gesù ha dato la propria vita per tutti, fino alle estreme conseguenze. Ciascuno di noi è chiamato a dare la propria vita in maniera diversa, secondo i propri ambiti, ma in ogni caso, nel portare vita, diventiamo “alimento” per l’altro, calore, rifugio, riposo, conforto. Questa dinamica dell’amore però, non si deve limitare a qualcuno, ma si deve estendere a tutti, sebbene ciascuno vada amato nella misura in cui ha bisogno.

Non ci sono classifiche da compilare, e a noi non serve apparire per quello che possiamo fare, serve amarci così come siamo, sotto lo sguardo di Gesù, perché il frutto dell’amore che rimane, è proprio amarci gli uni gli altri come Dio ci ha amati; entrare in una dinamica di comunione, che deriva dall’intimità di vita con il proprio Signore e Salvatore.

L’amore è dono e compito da imparare continuamente, lasciamoci amare,  salvare, chiediamo al Signore di aiutarci a rimanere in quell’amore così da cantare un “canto nuovo”, perché Lui ha compiuto meraviglie nella nostra vita, per noi e per gli altri.

“O uomo, resta.

Non scappare da chi Ti ha creato e amato,

non lasciare il tuo cuore senza Dio, resta.

Signore, aiutaci a dimorare in Te,

in quel cuore dove Tu ci hai fatto spazio.

Fa che lo ricordi nella fatica e nella gioia,

intoni un canto nuovo per gli incerti di cuore,

miei fratelli di cammino,

affinché restino con Te”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

A partire da me

Screenshot_20240504_013829

 

04 MAGGIO 2024

SABATO DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Grande inquietudine, ci assale quando sentiamo fatti di odio che succedono nel mondo, in questo mondo, che Dio ha creato come cosa buona; ma altrettanto grande inquietudine, ci pervade quando vediamo che quell’odio, è anche dentro noi stessi e quel mistero del male si espande ovunque. Quale risposta dare al mistero dell’iniquità umana?

Non possiamo dire che il male regna ovunque e sempre, perché Cristo morto e risorto, ha sconfitto le potenze del male. L’amore ha vinto sul potere di quel mistero dell’iniquità umana.

Noi siamo stati chiamati dal mondo per andare controcorrente, e questa è l’azione dell’amore, invertire la rotta dell’egoismo, dell’odio e della violenza.

L’amore tuttavia, non elimina meccanicamente tutti i problemi, le difficoltà, le tensioni che ci sono in noi e attorno a noi, ma ci aiuta a viverli con la forza di Cristo, perché Dio vive in noi, cosi l’amore cambia dal di dentro, scava la roccia come una goccia d’acqua che continuamente cade e leviga.

Lasciamo che quest’acqua scorra in noi e chiediamo al Signore che ci aiuti con la sua presenza, a vivere in questo mondo custoditi dal male, portatori di benevolenza: benevoli verso gli altri e verso noi stessi, dove le azioni buone che facciamo ogni giorno, forse non faranno una grande differenza a i nostri occhi, ma è importante che vengano fatte, perché è il nostro dovere compiuto, la nostra piccola goccia d’amore per un mondo d’amore a partire da me.

“Signore,

quanto male fa il male.

Ed io come risponderò?

Dammi la forza

per essere quella goccia d’amore

che scava la roccia.

Tu che del mio errore

ne hai fatto un atto di amore,

fa che io riesca a fermare

la mia risposta di male,

con quel bene e quella forza

che viene da Te.

Non sarò più bravo, più buono,

sarò semplicemente

una goccia del Tuo cuore,

che scava amore a partire da me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Conoscere Gesù

 

Screenshot_20240503_022510

VENERDÌ 03 MAGGIO 2024

SANTI FILIPPO E GIACOMO, APOSTOLI – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

È un’esperienza comune quella di stare insieme ad una persona e di non conoscerla fino in fondo. Questa pare essere l’esperienza di Filippo, che chiede a Gesù di mostrargli il Padre. Dopo tanto tempo che Gesù era con i discepoli non ne avevano ancora compreso bene chi era, e il senso della sua missione.

E noi quanto tempo abbiamo passato con Gesù? Quanto abbiamo conosciuto di quel mistero di salvezza che scorre nel nostro tempo?

Dio entra nel tempo e si fa compagno di cammino, così per noi diventa una presenza costante. Il tempo di Dio innestato nel tempo dell’uomo, non più un tempo “fisico” da misurare, ma un tempo da intuire, da vivere nella fede che Cristo è il vero Volto del Padre.

Credere non è sempre semplice e come Filippo vogliamo capire di più, o meglio, desideriamo capire tutto di quel mistero tra Padre e Figlio, ma la nostra fede spesso “ondeggia” sulle nostre emozioni, suggli avvenimenti, in quel tempo che non sappiamo bene definire. Allora per ricentrarci, rivolgiamo lo sguardo a Gesù che abita il nostro tempo, le nostre azioni, e come un girasole, voltiamo la corolla del nostro cuore verso il sole di Cristo, il Presente nel tempo, Colui che ci mostra il Volto del Padre.

“Signore,

Tu sei Colui che mi conosce di più,

ma io cosa so di Te?

Poco, eppure Tu non ti stanchi

di farmi vedere il Tuo volto.

Aprimi il Tuo cuore,

affinché apra il mio e ritrovi Te.

Volto amico, volto di Padre,

uomo di perdono e di pace

e soprattutto, Tu sei Colui

con cui io voglio vivere

una vita di amore e di fedeltà.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Gioia

 

Screenshot_20240502_015610

 

GIOVEDÌ 02 MAGGIO 2024

SANT’ATANASIO, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

La gioia di Cristo sia in te!  Potrebbe essere questo il saluto che ciascuno di noi oggi, può dire all’altro. Non una gioia qualunque di un momento di spensieratezza, di svago, ma una gioia duratura, interiore, che penetra nella profondità nel cuore umano frutto di un amore stabile. Una gioia derivante da quell’unico evento in cui Cristo ha vinto ogni male, ha “mutato il mio lamento in danza, le mie vesti di sacco in abito di gioia” (Salmo 30,12).

Solo la gioia del Risorto dona pienezza alla nostra esistenza, dà forza al nostro vivere quotidiano, ci aiuta ad affrontare le inevitabili difficoltà e le sofferenze della vita. Afferma padre Cantalamessa: “Senza Dio, la vita è un giorno che termina nella notte; con Dio è una notte che termina nel giorno, e un giorno senza tramonto”.

L’amore di Dio ci dona il giorno della vita, perché noi possiamo vivere ogni giorno la vita nella gioia, con la certezza di poter guardare ad una gioia senza fine, che fin da ora possiamo pregustare, ma che solo un giorno sarà “piena”.

Questa gioia non si può comprare, ne vendere, si può riceve e donare: Dio desidera dare a noi tutta la sua gioia, allora rimaniamo nel suo amore, perché la nostra “gioia sia piena”. Nessuna gioia vera è senza amore, e nessun amore è completo se manca la gioia.

A te che leggi, a te che ascolti, a te che ami: la gioia di Cristo sia in te!

“Signore,

dammi un po’ della Tua gioia.

Solleva il mio cuore un po’ più su,

affinché me ne accorga,

così che il mio volto si rallegri,

perché vede in Te

quella speranza di pace

che non ha confini,

supera gli ostacoli

e mi fa riconoscere davvero,

che Tu mi ami!”

(Shekinaheart eremo del cuore)