“La tua fede ti ha salvato”

la tua fede ti ha salvato

 

10 LUGLIO 2023

LUNEDÌ DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 28,10-22a

Salmo: Dal Sal 90 (91)

Vangelo: Mt 9,18-26

Salvezza e risurrezione si intrecciano nel Vangelo di oggi. Un padre in angoscia per la figlia morta, domanda a Gesù di imporre le mani, affinché questa viva. Gesù subito si alza e segue quell’uomo. Lui ci segue, viene a cercarci nella nostra miseria, nella nostra morte. Lui ha atrraversato la morte per darci la vita.

Arrivato dalla ragazzina Gesù non impone le mani, gesto religioso per antonomasia, il gesto dei profeti, dei sacerdoti, no, Gesù la prende per mano e la fa risorgere, la riporta in vita. Un gesto umano di tenerezza, semplicissimo. Sebbene sia Dio non si impone mai, non si pone dall’alto, ma a fianco, saranno gli uomini a porlo in alto, sulla croce; Lui scende nelle tenebre della morte per annullarne il potere e riportare l’uomo in vita, per farlo risorgere.

Il Signore della vita dona sempre vita anche solo toccando un lembo del suo mantello, come per la donna che lo vede solo dietro, di spalle, non lo vede in volto, ma come sua discepola lo segue sa nel suo intimo che solo in Gesù è la salvezza: e così avviene. La fede in Dio dona la salvezza, genera vita nuova.

Sentiamo rivolte a noi le parole: “La tua fede ti ha salvata”. Continua ad essere mia discepola, mio discepolo, vivi da salvato, diffondi la buona notizia che io fatto risplendere la vita.

“Signore,

con tutta la forza, la fede, ti chiedo:

tocca il mio cuore,

riportalo alla vita.

Ai miei giorni buii, alle fatiche,

fa che senta la Tua mano farmi risorgere

da una vita che non è morta,

ma ha bisogno di luce.

Fa che mi rialzi presto per seguirti

e ogni giorno non sia perso,

ma risorto, vivo, amato,

vissuto accanto a Te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Ti rendo lode o Padre

Ti rendo lode o Padre

DOMENICA 09 LUGLIO 2023

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Zc 9,9-10

Salmo: Dal Sal 144 (145)

Seconda lettura: Rm 8,9.11-13

Vangelo: Mt 11,25-30

Nel Vangelo di oggi, Gesù prorompe in un grido di esultanza: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza”.

Questa gioia di Gesù si riferisce proprio all’accondiscendenza del Padre per gli uomini, che sono resi partecipi del suo grande amore.

Mitezza e umiltà costituiranno la condizione ed il sigillo definitivo della benevolenza di Dio, perché nella misura in cui ci si fa piccoli, Dio si rivela. Essere in questa Presenza ci fa cogliere senza pretese tanto amore, quel ristoro che benefica, da sollievo e consolazione alla stanchezza del cuore, cosi che ognuno possa dire la sua esultanza al Padre.

Dio che attraverso suo figlio ha unito il cielo e la terra, divenga davvero il Signore delle nostre vite, così che noi possiamo sentirci parte di cielo già in questa terra. Nelle nostre fatiche, sentiamo l’invito forte di Gesù: “venite a me”. Facciamo ritorno a Lui nel Suo cuore, anche se deboli e affaticati, Egli sarà il nostro ristoro. Non teniamo nulla, non lasciamoci abbattere il cuore, perché nelle lotte non siamo soli, il Signore della storia, ha scelto noi, suoi piccoli, per rivelarci le Sue grandezze e poter esclamare: “ti rendo lode o Padre”.

“Ti rendo lode o Padre,

perché in Te il mio cuore ha il suo rifugio.

Affaticato, oppresso e stanco giungo dinanzi a Te,

con i miei calzari consumati,

distrutti dalla fatica del viaggio,

ma sono qui alla ricerca di un incontro,

di quel pezzo di cielo promesso.

Eccomi, per rendere lode a te, trovare ristoro e

ripartire, con te per questo lungo viaggio

che è la vita, la mia vita.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Otre nuovo

otre nuovo

 

08 LUGLIO 2023

SABATO DELLA XIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 27,1-5.15-29

Salmo: Dal Sal 134 (135)

Vangelo: Mt 9,14-17

Noi siamo certi che Gesù è sempre presente, per questo non dobbiamo essere dei cristiani tristi.

Otri nuovi e vino nuovo per cristiani nuovi che guardano la vita e il mondo con speranza, non perché non vedano le fatiche, le guerre, o siano dei sognatori stralunati, ma perché sicuri nelle mani del Signore.

L’impegno nella nostra vita cristiana è: cogliere la presenza di Dio qui ed ora.

Nessuna tristezza del cuore, perchè lo “Sposo” è qui! Ci invita alla sua festa, nessun digiuno, se non quello di sentire sempre fame e sete di Dio.

Il vino è simbolo dello Spirito che dà vita, ebbrezza, amore e l’otre che lo contiene, come anche i vasi, sono simbolo del corpo, la nostra vita allora, contiene tale Spirito.

Essendo questo vino nuovo e questo Spirito nuovo, anche il nostro corpo è nuovo, viviamo una novità di vita concreta, il nostro uomo si va rinnovando di giorno in giorno, per diventare come dice S. Paolo: “tempio di Dio” (1 Cor. 6, 19); pienezza di vita, nuova umanità.

“Signore,

fai di me quell’otre in grado di contenerti.

Tu vino della festa,

Tu acqua viva che trasforma,

purifica il mio cuore,

così che io possa vivere di pienezza

e possa donare agli altri la Tua presenza.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Misericordia

Misericordia

 

07 LUGLIO 2023
VENERDÌ DELLA XIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Prima lettura: Gn 23,1-4.19; 24,1-8.62-67

Salmo: Dal Sal 105 (106)

Vangelo: Mt 9,9-13

“Molte volte abbiamo sentito questa citazione:”Misericordia io voglio e non sacrifici”, che l’evangelista Marco prende da Osea (6,6). Questa presenta il nucleo centrale della volontà di Dio: la misericordia. Egli desidera che tutti ne abbiano in abbondanza, che ogni cosa, ogni situazione venga avvolta dalla sua misericordia. Questa è l’attributo più profondo di Dio dove si sperimenta la sua essenza.

Il mio male non è per me luogo di condanna, non devo compiere atti di espiaziome per purificare i miei errori davanti a Dio.

Il mio peccato diventa il luogo in cui Dio può operare con la sua misericordia, la sua, grazia, il suo perdono,  che mi accoglie e mi dà la vita nuova.

S. Paolo afferma: “Dove abbondò il peccato,  sovrabbondò la grazia, la pienezza di Dio. (Rm. 5, 21). Dio ci lascia la libertà di fare il male anche se non lo vuole, tuttavia proprio in quell’errore, se lo vogliamo ci fa fare l’esperienza più grande di amore e di redenzione.

Il peccato diventa il luogo più profondo della conoscenza del perdono di Dio, dell’esperienza più sublime della sua misericordia.

La nostra miseria è entrata nel cuore di Dio e ne è uscita ricca di Lui.

“Signore,

accompagna il mio cuore,

guidalo con la Tua Misericordia.

Io che nel mio peccato mi sento tanto sbagliato,

faccio esperienza che nel Tuo cuore, c’é posto per me.

Mi abbracci come un padre preoccupato, ma ricco di perdono,

mi doni la possibilità di poter essere diverso.

A te che preghi come me,

amiamoci come ama Dio,

facciamo del Suo cuore la nostra dimora”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Ti sono perdonati i peccati

ti sono perdonati i peccati

06 LUGLIO 2023

GIOVEDÌ DELLA XIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Prima lettura: Gn 22,1-19

Salmo: Sal 114 (115)

Vangelo: Mt 9,1-8

Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”?

Sal 114 (115)Il perdono dei peccati è una grazia talmente grande, che prende tutto noi stessi dal profondo, toglie i pesi che bloccano il cuore e ne limitano le relazioni.

Chi fa l’esperienza del perdono può veramente alzarsi e camminare. Questo miracolo si compie per strada, quasi a dire che non dobbiamo mai fermarci, perché Gesù in qualsiasi luogo in qualsiasi situazione ci troviamo, vuole solo donarci il suo perdono, desidera guarire quell’umanità ferita dal peccato che distoglie dalla vita buona.

In Gesù mediante il sacrificio di se stesso, tutte le forme di paralisi del cuore e della mente cui siamo soggetti vengono annullate.

Solo la parola autorevole ed efficace di Gesù può guarire l’umanità paralizzata e farle dono di camminare in una fede rinnovata.

L’incontro con Gesù cambia la vita, ti rialza e ti mette in grado di camminare con le tue gambe per andare a dire a tutti le meraviglie del suo amore.

“Signore,

guida i miei passi,

sostienimi quando come paralizzato, il mio passo cede.

In te depongo le mie speranze,

le mie incertezze,

tutto quello che è nel mio cammino.

Cammina con me,

stammi accanto,

fa che ad ogni passo senta il tuo respiro,

concedimi di camminare con te,

ora e sempre.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Liberare, guarire

liberare, guarire

 

05 LUGLIO 2023

MERCOLEDÌ DELLA XIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Prima lettura: Gn 21,5.8-20

Salmo: Dal Sal 33 (34)

Vangelo: Mt 8,28-34

La Parola di Dio opera sempre ciò che desidera, e Gesù per noi vuole soltanto il bene. Nell’episodio del Vangelo di oggi, lo troviamo che scaccia i demoni e guarisce proprio con la potenza della sua Parola. Tuttavia non fa nulla verso quegli uomini che non ne comprendono il beneficio, anzi lo pregano addirittura di andarsene da quella citta; non comprendono il miracolo che Gesù ha operato, si sono spaventati.

Gesù ha liberato due uomini dalle forze del male. Questo spirito del male è iniziato in noi con la menzogna di Adamo e si oppone all’amore di Dio, genera sfiducia, facendoci compiere ciò che a volte non vorremo, come afferma anche S. Paolo: “io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me” (Rom 7,29-20).

Solo Cristo, può liberare il nostro cuore  da cio che impedisce la volontà di bene. Solo la sua Parola può guarire la nostra paura e la nostra sfiducia, perché dove filtra la luce scompaiono le tenebre, dove entra la fiducia scompare la paura.

Accogliamo il Signore senza riserve, senza nessun timore, anche fossimo convinti di essere dei grandi peccatori, perché Cristo ci ha gia salvati e vede gia in noi delle persone nuove, “come una primizia delle sue creature” (Gc 1,18).

“Signore,

Tu che ci salvi da ogni angoscia,

vieni in mio soccorso,

fa che la Tua Parola

ristori il mio cuore

e gli dia forza.

Mi affido a te guarisci il mio sguardo, i miei gesti,

rendimi strumento di pace e

donami il coraggio

di chi ha Te come scudo e roccia.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Salvaci Signore

salvaci Signore

04 LUGLIO 2023

MARTEDÌ DELLA XIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Prima lettura: Gn 19,15-29

Salmo: Dal Sal 25 (26)

Vangelo: Mt 8,23-27

Molte volte, anche se siamo sulla barca del Signore, avvertiamo lo stesso che la nostra vita è immersa in una tempesta, allora quel grido “salvaci Signore perché ci sentiamo perduti”, non è tanto per svegliare il Signore, quanto per rassicurare noi stessi che Lui è presente, che Lui ci è accanto. Anche se sembra dormire nulla Infatti è stato perduto, il Signore della vita ha salvato tutto, ha redento tutto, ha annullato ciò che fa più paura all’uomo, ovvero, il potere della morte.

Non siamo mai perduti, bensì ritrovati in un amore più grande di tutto, di ogni tempesta; siamo nella barca del Signore e con il Signore, fidiamoci e affidiamoci sempre a lui, certi che come leggiamo in Isaia: “Se dovrai attraversare le acque, sarò con te.” (Is 43,2).

Come i discepoli chiediamoci sempre chi è costui per me? Lasciamo che il nostro cuore si stupisca della grandezza di Dio, di tanto amore, della sua misericordia che non lascia che nessuno si perda.

“Signore, salvami.

È un grido del cuore

che oggi ti faccio perché,

O Dio, ho bisogno di Te.

Fa che ti senta accanto,

non solo nella tempesta,

ma anche nel mare calmo.

Tu sei l’unico per me

capace di sanare il mio cuore

e di portare la pace lì dove la tempesta ha portato disastri.

Mi affido a Te,

anche quando il vento mi spingerà contrario,

so che Tu mi porterai in salvo

ogni giorno per sempre”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

Toccare l’Amore

Toccare l'Amore

 

LUNEDÌ 03 LUGLIO 2023

SAN TOMMASO, APOSTOLO – FESTA

Prima lettura: Ef 2,19-22

Salmo: Dal Sal 116 (117)

Vangelo: Gv 20,24-29

 

Nel Vangelo di Giovanni, Tommaso rappresenta il passaggio dall’incredulità alla fede, come esperienza d’amore.

Possiamo dire, infatti, che la fede parte da un atto d’amore, perché è risposta alla rivelazione di Dio, il quale si rivela in funzione dell’uomo.

Nella famosa cena dipinta da Leonardo, l’apostolo è rappresentato con il dito alzato e con tono interrogativo, ad indicare il dito che l’apostolo vorrà mettere nelle piaghe di Gesù dopo la sua Risurrezione, per accertarsi della reale presenza del Cristo davanti ai suoi occhi.

Meditando l’incontro tra Gesù e Tommaso, osserviamo con quanta cura amorosa Gesù chiama Tommaso a riconoscerlo vivo, ad entrare nella sua intimità, nel suo cuore, in quella ferita aperta per suo amore, tanto da invitarlo a mettervi il dito, perché questa era, oseremo dire, la pretesa di Tommaso.

Davanti a tanto amore cadono tutti i dubbi e ci si abbandona nella fede a questo Dio che dona tutto se stesso.

Qui Tommaso toccando Gesù, ha veramente toccato il cielo, ha toccato tutto l’amore concreto di Dio che dà la vita per lui e per tutti.

“Signore,

tocca Tu il mio cuore.

Desidero incontrarti nel profondo,

dove dolore e amore

si mescolano,

dove la paura, la fiducia coabitano.

Se tutto viene dal mio cuore

ti chiedo di toccarlo,

affinché lo senta risorgere,

mi senta vivo anch’io

e veda vivo Te in me”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

Sequela

sequela

DOMENICA 02 LUGLIO 2023

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 2Re 4,8-11.14-16a

Salmo: Dal Sal 88 (89)

Seconda lettura: Rm 6,3-4.8-11

Vangelo: Mt 10,37-42

Mettersi alla sequela di Gesù comporta un impegno di vita costante, ma si può essere presenti in questa relazione?

Gesù quando racconta le parabole del regno, pone la sottolineatura evidente che entrare nella familiarità con Lui, significa stabilire un legame ancora più forte di quello di sangue.

Si entra nel mistero dell’alleanza tra Dio e l’uomo, incontro nell’intimità che porta a pienezza il cuore dell’uomo, tanto da non restare solo chiuso nella cerchia della propria parentela, quanto di accogliere gli altri nella familiarità con il Figlio di Dio.

L’invito che Gesù fa di prendere la propria croce e di seguirlo, ha a che fare con il voler essere suo discepolo, con il voler stare e andare con Lui.

Prendere la croce allora, significa portare ogni cosa in vista di quel regno promesso, che è già davanti a noi, alla nostra portata, perché Gesù ce lo apre, facendoci fare l’esperienza del trovare un amore senza fine, una grazia che rimane per sempre come preghiamo nel salmo di oggi (crf. Sl 88).

“Signore,

fai della mia vita

la Tua sequela,

dove oltre che portare la croce;

io porti amore.

Tu sei il mio sollievo,

poiché oltre la croce porti me stesso.

Sostienimi sempre, stammi accanto

e libera il mio cuore da tutto cio che non sei Tu,

per sentirti sempre accanto.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Nella notte

nella notte

01 LUGLIO 2023

SABATO DELLA XII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Prima lettura: Gn 18,1-15

Salmo: Da Lc 1,46-55

Vangelo: Mt 8,5-17

“Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e tutti i malati curò.”

Solitamente alla sera ci si riposa, si va a dormire, qui Gesu, invece, continua a guarire tutti i malati che gli portano.

La sera, la notte e il buio per l’uomo sono simboli della morte, mentre Gesù agisce proprio dentro la notte, perché è con la sua morte che ci guarisce tutti, è con la sua croce che ha redento il mondo. E proprio nella notte che il Signore fa della sua vita un dono di salvezza per tutti.

Nella sua notte si fa accanto a tutte le nostre notti e questa notte diventa bella, perché illuminata da molti miracoli che danno vita.

Questi sono i segni di un potere che porta l’amore, e come dice il Pofeta Isaia: “Egli ha preso le nostre infermità”, ha accolto ogni nostra debolezza, ogni nostra instabilità. Allora andiamo a Lui come il centurione, crediamo al suo amore, apriamogli la porta della nostra casa perché venga e ci tocchi, andiamo a Lui quando si allungano le ombre e diventa notte, certi che: “nemmeno le tenebre per Lui sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; è Lui a trasformare le nostre tenebre in luce” (cfr. Sl 138).

“Signore,

nelle mie notti,

sii Tu la mia luce.

Guarisci il mio cuore da tutto ciò che è buio.

Riempi il mio cuore del Tuo amore,

così che sia esso a guidarmi.

ed io mi senta al sicuro, con Te

ed impari a vedere nella notte,

perché i miei occhi che hanno visto la Tua luce,

ora sanno illuminare,

ora vedono tutto con il bagliore del Tuo amore.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)