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Gesù è la via
MERCOLEDÌ 03 MAGGIO 2023
SANTI FILIPPO E GIACOMO, APOSTOLI – FESTA
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: 1 Cor 15,1-8a
Salmo: Sal 18 (19)
Vangelo: Gv 14,6-14
Il desiderio del cuore dei discepoli di conoscere il Padre, Gesù ci svela che è già in atto, perché conoscere lui è conoscere il Padre. Gesù è la via. Alla sete del nostro cuore che brama pace, misericordia e amore, la risposta è solo una: Gesù che è la via.
Sebbene i nostri vissuti possano essere diversi, ciò che ci accomuna è il Padre, e Gesù è la via per comprenderlo.
Gesù possa colmare il nostro cuore, possa renderlo capace di dono e di ascolto, così che sappia chinarsi sugli altri per donare un aiuto, piuttosto che su se stesso.
Vuoi conoscere il Padre? Guarda il figlio. Guarda nel profondo e senti l’amore che Dio ha per te, un amore che ti precede quando non ce la fai, un amore che ti riporta sulla strada di casa: il cuore di Dio e troverai due braccia aperte ad accoglierti, e quando tu dirai: Padre mio sono tornato, Egli ti dirà: ho mandato mio Figlio, affinché sapessi che ci sono sempre stato e sarò con te per sempre. E quando toccherà essere a te padre o madre, ricorda quel Suo sguardo, ricorda il Suo amore e riversalo nel cuore dei tuoi figli, così che quella via sia familiare anche per loro.
“Signore,
fa che riconosca il Tuo volto,
e sappia contemplarlo.
Fa che i miei occhi incrocino il Tuo sguardo,
così da sapere che Tu o Dio
mi sei accanto da sempre,
prima di tutto, prima di me,
e che nel Tuo cuore
c’è un posto anche per me.”
(Shekinaheart Eremo del cuore)
“Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo”
28 MARZO 2023
MARTEDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Nm 21,4-9
Salmo: Sal 101 (102)
Vangelo: Gv 8,21-30
Gesù sente avvicinarsi il momento in cui dovrà consegnare la sua vita. L’incomprensione continua, la sua predicazione, i miracoli che ha compiuto, non sono serviti a far comprendere il volto misericordioso del Padre. Gesù dovrà salire in croce.
La croce rappresenta tutto il male che ogni uomo costruisce quando ignora la luce del bene, per sé e per i suoi fratelli, quando vive da figlio delle tenebre.
Dio lascerà morire in croce suo figlio, perché l’uomo capisca finalmente la misura colma del suo amore, la portata del suo dono, la sua potenza che redime e salva. Non poteva fare altrimenti, ma quell’unico sacrificio ha salvato e redento tutto per sempre.
Per questo il Padre non abbandona il figlio: “Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo”. Come il padre è vicino al figlio, così lo è con noi, sempre.
Quando il dolore e la solitudine ci stringono il cuore, non siamo abbandonati: Dio è presenza.
Se una persona cara che ci ama e che amiamo ci dice “Sono io”, ci tranquillizza, perché risveglia in noi una relazione di fiducia e di amore, cosi Dio vuole entrare in comunione con noi, per far nasce una storia di dialogo, una vita avvolta dall’amore. Ti strappa dalle paure e dal peccato per renderti libero di amare.
“Signore, io nonostante tutto lo so,
quando cado e provo a rialzarmi,
quando la fatica prende il sopravvento.
Tu mi sei vicino,
poiché il tuo cuore così grande
mi abbraccia sempre
e per amore,
Tuo figlio ha preso su di sé tutto,
persino me stesso,
affinché io sappia che non sono solo
e che Tu sarai la mia forza per sempre”
(Shekinaheart Eremo del cuore)
“Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco”
22 MARZO 2023
MERCOLEDÌ DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Is 49,8-15
Salmo: Sal 144 (145)
Vangelo: Gv 5,17-30
“Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco”. Queste sono le prime parole che Gesù pronuncia nel Vangelo di oggi: Padre e Figlio agiscono ora, in contemporanea e sempre. Dio non può rimanere inerme, persino le leggi della natura perderebbero il proprio ordine. Dio è il creatore che è costantemente al lavoro.
Nella tradizione rabbinica, si affermava che solo Dio era dispensato dal riposo del sabato. Quando Gesù opera in giorno di sabato è perché egli, che è Figlio di Dio, è in relazione col Padre e ne segue l’agire, può operare sempre.
Ogni atto che Gesù compie è sempre per donare vita e libertà interiore all’uomo, non per trasgredire il sabato, ma realizzarlo in pienezza secondo la volontà del Padre.
Dio, per ogni uomo, ha sempre una volontà di vita e di risurrezione. Il suo soffio d’amore entra e fa fiorire le radici di ogni essere umano, perché diventi come Lui donatore di vita.
Credere in Dio e in Gesù suo Figlio che Egli ha mandato, è aprirsi ad una meraviglia sempre nuova che non giudica per distruggere, ma per far rinascere. Il cuore della fede è credere che l’opera di Dio è Gesù: volto alto e luminoso dell’umano, libero come nessun altro, che ti invita a diventare il meglio di ciò che puoi. Nessuna minaccia in Lui, ma solo due braccia aperte che dalla croce custodiscono tutto ciò che fa male alla vita e insegnano perdono e misericordia per tutti.
“Dalla croce Signore,
tendimi la tua mano,
guarda il mio cuore e sollevami Tu,
in alto, accanto a Te,
crocifissi, perché la vita è anche questo,
ma con Te, l’amore è divenuto vita
capace di guarire ogni dolore.
Fa che accanto a Te,
ciascuno abbia la tua forza
e creda che mai nessuno da Te è dimenticato,
poiché è per questo che hai disteso le Tue braccia.”
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Non servi, ma figli
11 MARZO 2023
SABATO DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Mic 7,14-15.18-20
Salmo: Sal 102 (103)
Vangelo: Lc 15,1-3.11-32
Una parabola molto conosciuta quella di oggi, che inizia così: “Un uomo aveva due figli”. Troviamo qui una parola fondamentale:”figli”, sì, perché per il Padre siamo tutti suoi figli; non importa quanto siamo diversi, se compiamo cose diverse, atteggiamenti, pensieri diversi, per Lui siamo importanti, siamo figli cercati, attesi, amati. Infatti appena scorge all’orizzonte il figlio più giovane tornare verso casa, gli corre incontro.
Dio corre perché desidera solo riabbracciare e baciare quel figlio. Il suo amore ha già perdonato tutto prima ancora di ascoltare il discorsino di scuse, che il figlio ha preparato. Il Padre chiama i servi e fa servire il figlio, lo fa vestire, mettere l’anello al dito, indossare i calzari, perché lui è un figlio non un servo, perciò è libero; è in quell’essere figlio che trova la vera libertà.
Con il secondo figlio, è ancora il padre ad uscire a pregarlo di entrare in casa, perché vuole trasformare quel cuore che vive da servo, in un cuore libero di figlio.
Il padre desidera una casa abitata da figli liberi non da servi, non limita la loro libertà, li lascia anche errare, ma li attende sempre. Egli è un Padre buono, che ama senza misura, quasi in modo illogico, dando fiducia e vita piena al loro ritorno.
In questo tempo di Quaresima torniamo al Padre, qualsiasi sia stato il nostro errare, abbiamo fiducia nel suo amore, in Lui troveremo l’abbraccio del suo perdono e la gioia di sentirci figli liberi e vivi.
“Padre,
oggi ti chiamo così,
perché non c’è parola più bella
da poterti regalare.
Padre, corrimi sempre incontro
anche quando non me ne accorgo,
così che girandomi possa vederti
e capire che la strada è verso Te.
Dalle fatiche proteggimi,
dal dolore sollevami
e nel tuo abbraccio pieno di perdono io mi perda,
sicuro che potrò contare sempre sulle tue braccia
e ritrovare la forza di tornare indietro se necessario
o di proseguire in avanti,
sempre accanto a Te.”
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Alla ricerca di un segno
13 FEBBRAIO 2023
LUNEDÌ DELLA VI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Gn 4,1-15.25
Salmo: Sal 49 (50)
Vangelo: Mc 8,11-13
Gesù sospira profondamente chiedendosi: perché un segno? Verrebbe da rispondere: perché no Signore! In fondo è solo un segno, per dirmi che ci sei Tu a sostenermi.
La verità è che non abbiamo bisogno di un segno, perché è Lui il segno per eccellenza di un amore che si dona, e forse quel sospiro lo farà anche sul Getsemani, quando nel chiedere di allontanare da lui quel calice, alla fine dirà: padre non la mia, ma la tua volontà. L’unico segno di cui abbiamo bisogno e che già abbiamo, è la Sua croce.
Quando entriamo in chiesa, o cominciamo a pregare, ci segniamo dicendo: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. stiamo segnando la nostra vita con quella di Cristo. Non dobbiamo dimenticarcelo, perché il rischio è di cercare segni, di far dire a Gesù cose che non ci sono o di aver sempre bisogno di più segni. Non vi sarà dato alcun segno perché è stato già dato, allora lasciamo che il nostro sospiro si unisca a quello di Gesù e nel nome di Suo Padre unito nello Spirito, facciamo della sua croce il nostro segno.
“Signore,
segna il mio cuore con il Tuo amore.
Fa che la mia vita
viva sotto il segno della tua croce
e sappia comprendere quanto mi ami,
anche quando ti cerco e
Tu non ci sei, lì dove penso Tu sia,
perché sei qui con me.
Aiutami a trovarti,
sotto quel segno che quotidianamente faccio
e che mi avvicini sempre più a Te”.
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Un nome famoso
03 FEBBRAIO 2023
VENERDÌ DELLA IV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Eb 13,1-8
Salmo: Sal 26 (27)
Vangelo: Mc 6,14-29
Il nome di Gesù era famoso. Chi non ha mai sentito parlare di Gesù? Ma tra il sentirne parlare e il conoscerlo c’è un ampio spazio. È quello lo spazio su cui dobbiamo camminare: verso una conoscenza profonda di chi Egli sia.
Questo è un passaggio importante per ognuno di noi, poiché Gesù è venuto proprio per incontrarci, per avvicinarci al Padre. Egli è famoso non per se stesso, ma per rendere presente Dio suo e nostro Padre. Non ha mai cercato altro che questo: aiutarci a credere che abbiamo un Padre che ci ama sempre, nonostante le nostre contraddizioni e la nostra ricerca a volte sbagliata di un bene.
Chiediamo al Signore per camminare così, da farlo essere famoso per noi, in casa nostra, affinché sia importante per il nostro cuore, proprio come noi lo siamo per Lui.
“Chi sei o Signore?
Sei il mio tutto, la mia luce,
la mia vita, la mia forza, fa che me ne renda conto sempre.
Ch’io non passi un solo giorno senza Te,
perché se ciò dovesse capitare, è a causa mia,
della mia distanza.
Aiutami ad andare incontro a Te
per vedere il Tuo volto e sorridere ogni giorno,
certa del Tuo amore”.
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Segni di luce e testimonianza
16 DICEMBRE 2022
VENERDÌ DELLA III SETTIMANA DI AVVENTO
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Is 56,1-3a.6-8
Salmo: Sal 66 (67)
Vangelo: Gv 5,33-36
Il Padre sceglie Suo figlio per essere testimone di Lui, non solo con le parole, ma anche con le opere, di modo che nel vederlo le genti riconoscessero Dio.
Prima di Lui vi era un uomo Giovanni, il quale ha reso testimonianza alla verità, ovvero a Cristo. Giovanni non è preoccupato di apparire, ma di far sì che anzitutto Gesù sia visto e percepito. Si fa luce, perché gli uomini comprendano la grandezza del Signore, la verità che Egli porta. Lo stesso si può dire di Gesù con il Padre, gli sta a cuore che tutti vivano di questa salvezza mandata da Dio.
Siamo di fronte a due luci: Gesù e Giovanni, che illuminano il cammino. Percorriamo una via illuminata da coloro che nonostante la fatica, avevano a cuore farci strada, farci luce. E noi? Cosa ne facciamo?
Cerchiamo in questi nove giorni prima del Natale, di lasciarci illuminare da Dio, andiamo a fargli visita in Chiesa, dinanzi al presepe, e lì apriamo il nostro cuore, così che la Sua luce si rifletta su di noi e il nostro volto possa brillare.
Sarebbe bello avere lo sguardo di meraviglia del dolce bambino di Nazareth e lo sguardo di compassione di quel bambino divenuto uomo, affinché attraverso di noi, ciascuno possa vedere segni di luce e di testimonianza, segni di Dio lungo la strada.
“Signore,
illumina il cuore e la mia mente,
fa che il tuo sguardo mi risani
ed io possa credere, sperare ed amare.
Sostienimi nel passare dei giorni
e dona coraggio a chi in questo momento
è seduto, fermo, perché l’ha perso.
Siano per noi giorni di speranza,
dove poter ritrovare pace e toccare il tuo amore,
nel proprio cuore”.
(Shekinaheart Eremo del Cuore)
Convertitevi
04 DICEMBRE 2022
II DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Is 11,1-10
Salmo: Sal 71 (72)
Seconda lettura: Rm 15,4-9
Vangelo: Mt 3,1-12
Convertitevi. Non vuol dire tornare indietro, ma andare avanti, guardare a Lui che è la strada verso cui far giungere il nostro cuore.
Giovanni ci parla di conversione, un cambiare rotta, subito viene da chiedersi: come fare? Si comincia per gradi ed ecco perché Giovanni battezza con acqua, segno che siamo figli di Dio, e Gesù con il fuoco, ovvero, lo Spirito Santo in grado di farci ricordare tutto questo.
Il nostro cammino comincia da figli, il primo passo di conversione è proprio comportarci con Dio in un atteggiamento di figliolanza, consapevoli che Egli è un padre che ci sorregge ed accompagna passo dopo passo.
Convertirsi è credere in Dio come Padre. Gesù è il figlio, nato per insegnarci ad essere figli in grado di riconoscere l’amore e confidare in un Dio capace di raccogliere i pezzi della nostra storia e farne qualcosa di nuovo.
Se il nostro cammino è segnato dalla sofferenza, accanto ad ogni cicatrice ci sarà un piccolo segno di Lui da scoprire, perché Dio è un Padre che non lascia mai soli i suoi, tantomeno nella sofferenza.
Quando nell’apice del dolore pensiamo che non ci sia nessuno, proviamo a credere che Dio è accanto a noi in silenzio, non perché non ha niente da dire, poiché a volte non ci sono parole per esprimere la vicinanza, ma semplicemente Egli è lì, ci sta accanto.
È il momento di chiedersi: credo in questo? No, allora convertiti! Cambia rotta e guarda alla tua storia, scopri Tuo Padre, lasciati stupire ed accogliere dall’Amore che ti viene incontro, qualsiasi strada tu faccia.
“Signore,
desidero imparare a camminare
sentendoti al mio fianco,
ho bisogno di Te.
Aiutami a ricordare
quanto amore hai seminato lungo il corso della mia vita,
così che esso diventi come piccole luci sul mio cammino,
fari nella notte più buia,
affinché io sappia che dove sono io, là ci sei Tu”.
(Shekinaheart Eremo del Cuore)
La Sua Parola non passerà
25 NOVEMBRE 2022
VENERDÌ DELLA XXXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Ap 20,1-4.11-21,2
Salmo: Sal 83 (84)
Vangelo: Lc 21,29-33
Il Vangelo di oggi ci rassicura: la Sua Parola non passerà, perché crea, è viva ed è efficace e attraversa con noi ogni fatica, battaglia, dolore per donarci la forza.
Essa è una Parola che ascolta, sente il grido dei poveri, di chi è nella fatica, e ci viene incontro, affinché ciascuno di noi possa trovare coraggio, possa credere o tornare a credere nella Sua promessa, possa osservare il cielo e la terra passare, ed accorgersi che essa resterà per sempre.
Il Padre ci dona Gesù, Egli è il Verbo di Dio, così che il nostro cuore trovi stabilità, non tema e faccia esperienza di un amore concreto in grado di prendersi cura di noi e poter esclamare:
“Signore, ti ascolto,
desidero sentire la Tua forza,
A volte temo che il mio cuore
non sia pronto o attento,
ma lì dove non riesco, ti prego aiutami.
Tu sei la Parola stessa,
donata dal Padre
per darmi un po’ di sollievo.
A Te mi affido, affinché il mio cuore,
piegato dalla fatica ritrovi la forma dell’amore
si rinsaldi e continui a credere in Te”.
(Shekinaheart Eremo del Cuore)