in “onore” di Jessica Fletcher, morta l’11 ottobre 2022 alla veneranda età di 96 anni…
Non deve esser facile però interpretare una tardona semirincoglionita che invece di stare a casa a fare la maglia smaschera assassini, truffatori ed evasori fiscali; perché nei telefilm la lotta al crimine non è mai gestita dalle forze dell’ordine ma da pensionati, preti, novantenni e nonni vigile… Lo sapesse la Fornero avrebbe forse trovato un’occupazione alle migliaia di esodati…
Di Jessica si dice che abbia numerosi amanti dal Toy Boy “Detective Conan” al più navigato “Tenente Kojak”… il Tenente Colombo invece non l’ha mai calcolata perchè “non la vede di buon occhio”. Si dice che sia immortale, perché ogni volta che qualcuno tenta di ucciderla, anche con un lanciarazzi, lei riesce sempre a cavarsela al massimo con qualche escoriazione. Che poi non ho capito perchè Cabot Cove non lo si trovi in nessuna cartina del mondo eppure risulta essere il paesino con il più alto tasso di mortalità per omicidio al mondo. In ogni puntata c’è almeno un nipote di Jessica che viene a trovarla e poi muore. A conti fatti la povera signora in giallo risulta avere almeno 32 tra fratelli e sorelle e svariati parenti sulla coscienza. Il momento più avvincente comunque è quando entrano i poliziotti nell’esatto istante in cui il cattivo ha raccontato la sua tiritera o ha estratto la pistola pronunciando la frase “Ma tanto lei non andrà a raccontarlo a nessuno”. A quel punto ecco la classica frase dello sceriffo: “Fossi in lei non lo farei. Getti quell’arma”. Ad ogni modo questo è il momento tanto atteso e che indica che lo strazio sta per finire. L’episodio termina con un sorriso a 54 denti della Signora e l’odiosa musichetta che non hanno mai cambiato in 54 anni ininterrotti della serie… E ora scusate se scappo… la signora in Giallo deve aver letto il mio post e sospetta che sia stato io a uccidere il Maggiordomo… Probabilmente non ha ancora capito che il pover uomo s’è suicidato a furia di essere incolpato dalla vegliarda ad ogni episodio…
ti scosta la veste, ti scombina i capelli,
non c’è memoria che non scuota i nervi
come un andirivieni di respiro tra le costole
o una perturbazione ostile dell’animo.
Si negano troppo spesso le ostinazioni,
si annegano i dubbi nella cera fusa,
la veglia degli insonni ha nome e cognome,
sarà il buio e la vista a sbiadire col resto.
Non ci attaccheremo agli specchi,
nel mare in tempesta non esistono scogli
troppo alti da farci da rifugio sicuro.
Smetterà di piovere verso il tardi
perchè tutto ha una fine, anche l’orizzonte
oltre il quale sbriciola il crepuscolo.