Giugno 1996

Lo ricordo come un’ingiustizia.

Da sempre era passata all’orale prima la sezione A poi la B.
Ero “tranquilla”.

Quell’anno no.
Una mia compagna di classe avrebbe poi dovuto sostenete un esame per entrare al conservatorio e il mio professore di musica, nonché suo padre, fece in modo di invertire l’ordine degli orali così da permettere alla figlia di avere qualche giorno in più per studiare e prepararsi al conservatorio.

Andai su tutte le furie perché iniziare dalla sezione B voleva dire iniziare da me!

“Dai, ma così finisci prima e quando tu sarai già libera gli altri dovranno ancora finire”

Nella stessa scuole era passato anche mio fratello, un paio d’anni prima, stessa sezione, stessi professori.
Avevo il “merito” di essere la più brava tra i due, tranquilla, pacata, sempre al proprio posto, mai sopra le righe, mai in evidenza.
E io mi immaginavo lui, col banco attaccato alla cattedra della professoressa di italiano, alla quale la sua classe faceva di tutto, raccolta dei piumini in primavera da infilare nel registro di classe (lei ovviamente allergica al polline), biro bic che diventavano cerbottane dalle quali partivano infiniti micro pezzettini della gomma bianca staedtler,

Lui con i suoi mozziconi di gomma nell’astuccio, io che la pulivo contro il muro per averla sempre bianca.
Lui attaccato alla cattedra, io sempre in fondo alla classe.

Comunque…

“ti prendiamo il motorino se prendi un voto alto”

All’epoca facevo il corso di chitarra e mio fratello invece suonava a scuola la tastiera.
Mi ero impegnata a preparare il pezzo di musica con entrambi gli strumenti, ero fiera di poter dimostrare quello che avevo imparato.
Mi presentai all’appello.
Non ricordo più nulla se non l’agitazione all’ingresso dell’aula di musica, dove in semicerchio erano disposti i professori e la delusione quando, felice, annunciai di voler suonare il pezzo con la tastiera:

“Non ci interessa il pezzo al piano, a scuola il tuo strumento è la chitarra”

Durò poco, fui bloccata a metà esposizione e liquidata.
Uscii dall’aula in un bagno di sudore e trovai quella sensazione di libertà che tanto mi avevano promesso.

Presi sufficiente.

“ti prendiamo il motorino se prendi un voto alto”

Mi rimbombavano in testa quelle parole, uscii dalle medie col voto più basso.
Non mi meritavo il motorino.
Ho pianto tanto, perché quel ricatto era fortissimo nella mia testa. Non lo volevo più, il motorino.
Non volevo essere accontentata, l’accontentarmi mi faceva ancora più male.
Dietro quella loro frase c’era forse la certezza che non potevo essere “giudicata” allo stesso livello di mio fratello.
Ma davanti a quel voto pubblicato io mi sentivo svalutata, non ero stata sufficientemente brava, oddio sufficientemente si, ma non abbastanza.
Sentivo l’ingiustizia del cambio delle sezioni e l’arroganza con quale mi aveva detto di no, sentivo l’amarezza di non aver potuto dimostrare il mio impegno, sentivo di non essere stata compresa.

Qualche settimana dopo ci fu il saggio della scuola musica, il mio professore delle medie, che ne faceva ovviamente parte, mi chiese di prestargli la chitarra per accompagnare un paio di ragazzi, visto che alla sua aveva rotto una corda.
Naturalmente accettai.

Suonò.
Applausi.
Scese dal palco.
Mi consegnò la chitarra.

Rimasi impietrita, nella foga con cui aveva suonato, aveva rigato tutta la cassa sotto le corde e aveva divelto mezza rosetta.
Glielo feci notare con imbarazzo e incredulità

“massì, puoi prendere i pennarelli e disegnare il pezzo mancante”

Non una scusa, nulla.
Mi aveva nuovamente banalizzato, spento e anche umiliato.

Mi impegnai a disegnare la rosetta, ma il colore sbavava sul legno infilandosi tra le venature..
capii che non era possibile, lasciai perdere..
Inutile dire che di lì a poco “appesi” la chitarra al muro.

Ecco è per tutto questo
che ti ho invitato a credere in te stessa,
ad alimentare il tuo sapere
e a far brillare sempre i tuoi occhioni,
perché le promesse non diventino delusioni
perché nessuno possa spegnere la tua luce
perché tu possa vivere ogni emozione, attraversandola…
Ed ora che il traguardo lo hai raggiunto, vola, ancora e ancora!

Giugno 1996ultima modifica: 2020-06-18T13:26:15+02:00da viaggio_in_passi