Creato da ziryabb il 11/03/2009

LA QUARTA PARETE

ESEGUIRE UNA INVERSIONE A U CONSENTITA

 

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Gaetano DRAGOTTO*

Post n°9 pubblicato il 13 Marzo 2009 da ziryabb

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Un tizio entra in un caffè e chiede un bicchiere d’acqua naturale. Il barista gliela versa da una bottiglia riportante una etichetta di una notissima marca. Al primo sorso il cliente si accorge che qualcosa non va e si sente male. Aveva appena bevuto detersivo tossico per lavastoviglie.
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Si apre il processo per commercio di sostanze alimentari contraffatte. La sentenza: assoluzione del barista perché non ha somministrato una sostanza alimentare contraffatta ma direttamente una sostanza tossica non destinata all’alimentazione. Come dire: se ti cade una goccia di detersivo nell’acqua minerale, allora ne rispondi penalmente. Ma se servi liquido per lavastoviglie puro, allora la fai franca.

Una giovane, spinta dall’amore per il fidanzato, gli aveva prestato una bella somma, poi aveva scoperto che lui aveva un’altra relazione e l’aveva denunciato per truffa.
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Il giudice decide di assolverlo perché il fatto non sussiste con questa motivazione: “E' forte nel giudicante la consapevolezza che l'unico 'raggiro' ipotizzabile in questo caso sia stato quello inesorabile ed antico architettato da Cupido. Tale raggiro non ha rilevanza per il reato in esame”.

Un giudice sbaglia nel calcolare la pena ridotta per il rito abbreviato. La determina in tre mesi, poi applica lo sconto di un terzo, e condanna all’imputato a mesi tre di reclusione.
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“Il calcolo della pena era tanto complicato  che il giudice ha avuto bisogno di ricorrere a quella norma che, per i processi più complessi, permette al giudice di depositare la motivazione entro novanta giorni”.

Un uomo si sbottona i pantaloni e si esibisce davanti al finestrino di un’auto in cui si trova una bambina di quattro anni. Rinviato a giudizio per corruzione di minore, si difende dicendo che soffre di prostata e aveva urgente necessità di far pipì.
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Il giudice lo assolve con questa motivazione: “L'uomo, pur trovandosi in una delle più trafficate vie della città, a causa di una patologia alla prostata documentata dalla cartella clinica, non sarebbe riuscito a trattenersi dalla necessità di urinare”. “Del tutto inutile per il giudice verificare perché poi l'imputato non abbia urinato, ma sia riuscito a scappare per non farsi prendere dal padre della bambina giustamente inferocito e perché, visto che aveva questo bisogno impellente” non si sia rivolto verso il muro.

Succede anche questo  un Tribunale che, per le ferie di un giudice, non riesce a trovare il terzo componente ed apre l'udienza composto solo da un Presidente ed un giudice”.
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*Gaetano Dragotto , giudice marchigiano, è stato costretto ad oscurare un suo blog in cui ironizzava sugli sfondoni di molti suoi colleghi.Ultimissima, il procuratore blogger aveva persino osato ironizzare con giovani colleghe che, a dire dell’alto magistrato, avevano difficoltà ad applicare correttamente i criteri di comparazione tra circostanze aggravanti e attenuanti previsti dall’articolo 69 del codice penale. Geniale era il titolo del post: “Alle ragazze non piace l’articolo 69 (Libero).Lancio un appello a tutti i blogger per recuperare e rigenerare i 43 posts del blog di Dragotto perso nella rete.

 
 
 
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