LA QUARTA PARETE

POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI DEL COPIA INCOLLA

Coloro che hanno accesso agli strumenti di pubblicazione sul web, bloggers, editori e pubblicisti provano a volte la sensazione di aver scoperto una notizia interessante e la mettono subito in rete.

Una volta pubblicata se ne accorge subito della presenza di un  clamoroso errore.Con la stessa fretta di prima si prova di rimediare.Ma è troppo tardi.
Il male è già fatto.E anche fatto bene.
Perché la velocità della rete nella trasmissione dei dati è incredibile.
E con una fretta ancora più grande chi ha beccato la falsa notizia la rimette in rete e così diventa difficile rintracciarla ed impossibile da cancellare.
Il più recente esempio (7 settembre 2008) di un “online publishing flub” (gaffe) è di un sito di notizie finanziarie basato in Florida che dopo una “googlata” ha pubblicato una notizia che riguarda la probabile bancarotta della compagnia aerea United Airlines.

Ma la notizia era del…2002 pubblicata allora dal Chicago Tribune e dove si parlava di una perdita di 522 milioni di dollari al giorno.Quindi Chapter 11 in vista.

La notizia del 2002 pubblicata nel 2008 dal SunSentinel è inclusa automaticamente nel autorevole sito Bloomberg News per essere letta dagli abbonati.Quest’ultimi presi dal panico hanno fatto in tempo a mandare giù Il titolo della United che ha subito perso il 75% del suo valore passando da $12 a $3 per azione.

La United ha subito negato la notizia di bancarotta e dopo le verifiche il suo titolo(Nasdaq) è risalito  ma solo a $10.49.

Dopo questo fattaccio che ha coinvolto una catena di grandi nomi come google, United e Bloomberg, all’università di Chicago si sta riflettendo sulla debolezza della rete nella diffusione di “bad information”.

Google ha annunciato di migliorare Google news e bloomberg intende monitorare le notizie mandati automaticamenti agli abbonati da terzi tramite il loro sito.