1 – L’OBBLIGO DI SAPERE è di due tipi:
a – l’obbligo individuale: ogni musulmano ‘maggiorenne’, cosciente, maschio o femmina, libero o schiavo ha questo dovere. Nessuno verrà perdonato per aver tralasciato di cercare il sapere, se ha avuto la possibilità di farlo, anche spo-standosi e viaggiando per studiare. Il sapere individuale si divide in due parti:
- generale, obbligatoria per ciascun musulmano;
- specifica, obbligatoria in relazione alle attività esercitate o alle circostanze impreviste.
b – l’obbligo a sufficienza: riguarda gli Ulema e i loro allievi e supera il livello precedente, fino ad arrivare al livello dello sforzo (al-ijtihad) sciaraitico. E se uno va oltre, la sua ricerca fa parte degli atti supererogatori e non è obbligo a suffi-cienza.
Questa suddivisione serve a mettere in guardia colui che cerca la sapienza, bisogna adempiere all’obbligo individuale, prima di occuparsi di quello a sufficienza.
per i maschi dall’età di 15 anni, per le femmine dal momento del lo sviluppo.
2 – L’OBBLIGO DI SINCERITÀ nella ricerca del sapere: questo fa parte delle adorazioni del cuore, è un segreto tra il devoto e il suo Signore, sarà aiutato e gli verrà accordato il successo da Allàh -gloria a Lui, l'Altissimo-, a seconda della sua sincerità. Allàh (SWT) dice:
In verità Allàh è con
coloro che lo temono e con
coloro che fanno il bene.
Corano XVI. An-Nahl, 128
3 – FARSI AIUTARE nella ricerca del sapere:
• la sincerità, a seconda della sincerità si riceve aiuto da Allàh -l’Onnisciente-;
• diminuire le relazioni che distraggono dallo studio;
• cercare, se possibile, il sapere fin da piccoli;
• darsi il tempo e organizzarlo nel modo migliore;
• accompagnarsi con altri per lo studio;
• mettere in pratica il sapere e sforzarsi di imparare a memoria; il mettere in pratica: sforzo negli obblighi, fare il più possibile di atti supererogatori, mangiare il lecito, abbassare lo sguardo e preservare l’udito. Diffondere, insegnare e trasmettere il sapere sono parte del metterlo in pratica;
• avere pazienza nel cercare la sapienza è inevitabile per perseverare nello studio e arrivare ad un livello gradito, Allàh -gloria a Lui, l'Altissimo- dice:
E [finché] furono perseveranti
e credettero con fermezza
nei Nostri Segni,
scegliemmo tra loro dei capi
che li dirigessero
secondo il Nostro comando.
Corano XXXII. As-Sajda, 24
Conoscere il merito della sapienza e la sua importanza aiuta nella pazienza, soprattutto in questi tempi, tempi di stranezza.
CHE COS’È LA SAPIENZA?
• La sapienza è intravedere la verità delle cose con certezza, non farlo è semplice ignoranza; travisare le cose è ignoranza di fatto; supporre cose, basandosi su probabilità non esaminate, è congettura; diffidare delle cose, in contrasto con il loro valore stabilito, è dubbio; e infine interpretare le cose, ignorando la realtà, è illusione.
• La sapienza sciaraitica è conoscere la sentenza con la sua prova dal Sublime Corano, o dalla Nobile Sunnah, o dall’Ijmà’ raccomandato, o dal valido sillogismo su un testo o sull’Ijmà’; infatti la sapienza sciaraitica è la conoscenza della prova e delle varie sen-tenze e delle diverse utilità che da essa si deducono.
• Il consolidarsi della sapienza è riconoscere la verità tra i diversi ed opposti pareri. Fu raccontato che il Profeta -pace e benedizioni su di lui- disse: «Il miglior sapiente è colui che scorge la verità quando la gente è discorde.», raccontato da Ibn Abdul-Bar. Allàh -gloria a Lui, l'Altissimo- dice:
Abbiamo fatto scendere
il Libro su di te,
affinché ti renda esplicito
quello su cui divergono.
Corano XVI. An-Nahl, 64
Questo Corano narra
ai Figli d’Israele
la maggior parte delle cose
sulle quali divergono.
Corano XXVII. An-Naml, 76
• La miglior sapienza è quella imparata a memoria, Allàh -gloria a Lui, l'Altissimo- dice:
Sono invece chiari i Segni
[custoditi] nei cuori di coloro
ai quali è stata data la scienza.
Corano XXIX. Al-‘Ankabùt, 49
il versetto prova che la gente della sapienza sono coloro che ce l’hanno in cuore ed è quella imparata a memoria.
Dice Abder-Razzaq as-Sanâàni: «Non si chiama sapienza ciò che non resta con la persona quando va in bagno.», significa che non si chiama sapienza ciò che non è mandato a memoria; invece chi tiene la sapienza solo nelle sue annotazioni e non in petto, questa sapienza è poco apprezzata, perché se sparisce il suo quaderno la sua sapienza fa altrettanto, così come non porta con sé i suoi appunti in bagno. Ma se avesse mandato a memoria il suo sapere sarebbe stato un sapiente, altrimenti non lo è. I momenti critici sono tantissimi, per questo è meglio avere in memoria il proprio sapere.
TRA I MIGLIORI MODI DI IMPARARE A MEMORIA:
• liberarsi = trovare il tempo,
• appartarsi in un luogo adatto,
• ripetere, è la base del mandare a memoria,
• capire il senso e scrivere,
• ripassare frequentemente,
• insegnare, serve anche a ripassare,
• accompagnarsi per la ricerca della sapienza e studiare fin dalla minore età.
di Abdel-Kader Ibn Abdel Aziz,
traduzione e adattamento da: Al-jàmi’ fi talab al-ilm ash-sharif
a cura di Abu e Umm ad-Dahdàh
E Allàh –l’Onnisciente– ne sa di più
Wal hamdu lillahi rabbi al-alamin
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