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Leggi! In nome del tuo Signore che ha creato,ha creato l'uomo da un'aderenza. Leggi, chè il tuo Signore è il Generosissimo, Colui che ha insegnato mediante il càlamo, che ha insegnato all'uomo quello che non sapeva. Sura Al - 'Alaq 1/5 (L'Aderenza)

 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

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« L’OppressioneAlla mia sorella Musulmana »

L'invidia: i suoi aspetti e la sua cura

Post n°25 pubblicato il 01 Maggio 2010 da Al.Amin10

 

AL HAMDU LI ALLAHI RABBI AL 'ALAMIN WA SALAH WA SALAM 'ALA RUSULI ALLAHI AGMA 'IN

Fratelli e sorelle: l'argomento che trattiamo oggi riguarda i vari tipi di invidia e il loro rimedio. Leggiamo quindi le parole di Allah Potente ed Eccelso a questo riguardo: "E quando dicemmo agli angeli: - Prostratevi avanti ad Adamo! -, tutti si prosternarono salvo Iblis..." (Sura della giovenca II, v. 34).

In questo versetto si parla di Iblis che fu prima invidioso del creato, e lo fu nei confronti di Adamo (la pace su di lui), dopo di lui tutti coloro che hanno provato lo stesso sentimento lo hanno emulato. L'invidia consiste nell'augurare a qualcuno che svanisca la grazia che possiede. Questa malattia capita ad ogni comunità con lo scopo di disgregarla e indebolirla a causa dell'avversità che si propaga nella collettività. Per questo il Profeta (la pace su di lui) proibì l'invidia dicendo: "Non siate invidiosi gli uni degli altri", mettendo in guardia da questo cattivo sentimento che aveva fatto si' che il figlio di Adamo uccidesse il proprio fratello.

L'invidia si può suddividere nelle quattro seguenti categorie:

1. Desiderare che svanisca la grazia di qualcuno finché e, a meno che, questo beneficio sia ceduto a colui che prova invidia. Questo è proibito e riprovevole perché rappresenta il massimo della cattiveria.

2. desiderare di avere quella grazia che è toccata ad un altro per cupidigia e interesse, ad esempio voler ottenere il potere, un'abitazione suntuosa, una bella donna...

3. Desiderare per se' stessi una cosa simile, e quando non si può realizzare questo desiderio si preferisce che la grazia altrui svanisca affinché non esista alcuna disparità. Provare desiderio per qualcosa è legittimo, ma non lo è più e diventa biasimevole nel momento in cui si augura ad un altro la perdita di quello che ha.

4. Augurarsi un beneficio simile a quello di un altro, e se non si ottiene non si desidera che anche l'altro lo perda, e questo è legittimo.

La competizione e l'emulazione reciproca nelle faccende terrene sono permesse, ma nella religione e nelle azioni pie sono addirittura un dovere come ha asserito Allah l'Altissimo: "...e a tal fine competino i contendenti" (Sura dei frodatori LXXXIII, v. 26).

A questo proposito il Messaggero (la pace su di lui) ha affermato: "Non ci sia invidia se non in due casi: quello di un uomo a cui Allah ha dato un bene ed egli lo usa nel giusto e per il giusto, e quello di un uomo cui Allah ha dato il dono del sapere e della conoscenza in base alle quali egli agisce e lo insegna alla gente". Riferito da Al-Bukhari e Muslim.

Fratelli e sorelle, l'invidia ha molte cause: in primo luogo l'antipatia e l'inimicizia, in secondo luogo l'arroganza e la superbia, poi il desiderio del comando, in seguito la reciproca concorrenza nel timore di essere privati del proprio reddito, ed infine la cattiveria e l'avidità della gente nei confronti del bene altrui.

In conclusione dobbiamo astenerci dall'essere invidiosi e, se purtroppo abbiamo ceduto a questo cattivo sentimento, il rimedio per le nostre anime consiste nel sapere che l'invidia è un danno per noi sia nella religione che nel mondo terreno, e anche che la persona che noi invidiamo non è danneggiata nella vita terrena e neppure nella religione, anzi ne trae beneficio. Perciò atteniamoci a queste direttive sapendo che con l'applicazione e la pazienza si può ottenere la nobile ricompensa divina.

WA SALAMUN 'ALA AL-MURSALIN WA L-HAMDU LILLAHI RABBI AL - 'ALAMIN

 
 
 
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