Harry Leo Crawford era conosciuto fra i suoi datori di lavoro a Sydney per via del suo carattere burbero e taciturno.Aveva fatto diversi mestieri manuali,lavorato in una fabbrica di carne,alberghi,lavanderie,presso una società di gomma e assistente per ricchi personaggi della borghesia. Nel 1912 mentre presta servizio come autista per il dottor GRC Clarke di Wahroonga,conosce Annie Birkett,una vedova con un figlio di nove anni,anche lei alle dipendenze della famiglia Clarke come domestica generale. Tra i due si instaura da subito una particolare simpatia,tanto che approfittando di un pomeriggio di libera uscita,Crawford chiede alla donna di sposarlo.Nonostante l'umile lavoro di cameriera,Annie dispone di una considerevole somma di denaro frutto dei risparmi di una vita.Lasciano quindi di comune accordo l'impiego presso i Clarke investendo il denaro nella creazione di una pasticceria nel Balmain,un sobborgo di Sydney.
Ma chi era Harry Leo Crawford?
Egli affermò di essere un vedovo di 38 anni di origini scozzesi,figlio di un marinaio,Harry Leo Crawford senior.Il 19 Febbraio del 1913,Harry ed Annie si uniscono in matrimonio in una piccola chiesa di Balmain Sud.A questo punto inizia una vita matrimoniale breve e alquanto burrascosa,almeno stando a quanto riferirono in seguito diversi conoscenti.Quotidiani litigi sconvolsero quella che fino ad allora era stata una tranquilla vita da sposini,ma raggiunsero l'apice il giorno in cui alla porta dei Crawford bussò nientemeno che la figlia di Harry,Josephine. Nel 1917 mentre il giovane figlio della donna Harry Birkett si trova fuori casa,i Crawford decino di festeggiare la giornata del Eight-Hour Day (letteralmente "festa delle otto ore" l'equivalente del nostro 1° Maggio) organizzando un pic-nic a Chatswood.Da quella scampagnata però,Annie Berkett non farà ritorno.L'uomo non fa nessuna denuncia di scomparsa alle autorità,anzi,dichiara apertamente di essere stato lasciato volontariamente dalla moglie. Trasferisce la figlia Josephine in un'altra città e mette in vendita alcuni oggetti appartenuti alla casa,ed insieme al figliastro si sposta nella zona centrale di Sydney. Il 2 Ottobre dello stesso anno,viene scoperto il cadavere di una donna parzialmente carbonizzato e irriconoscibile con diverse ferite da taglio sulla testa. Il 29 Settembre 1919 l'ufficio anagrafe di Canterbury registra Harry Leo Crawford quale vedovo e ingegnere meccanico,sposato con Elizabeth King Allison,figlio di Harry Crawford,armatore,ed Elizabeth Falleni. Nel 1920,il cadavere della donna scoperto a Chatswood viene riesumato ed identificato come Annie Crawford dopo che il figlio della donna aveva avvisato la polizia sulla sospetta e prolungata assenza della madre.Rintracciato tempestivamente dalla polizia,il 5 Luglio Crawford viene tratto in arresto con l'accusa di omicidio... Solo a quel punto gli inquirenti faranno una scoperta sconvolgente:Harry Leo Crawford è in realtà una donna.
Il vero nome di Harry Leo Crawford era Eugenia Falleni. Nata in Italia nel 1875,Falleni era il primogenito di ben 22 figli ed aveva emigrato insieme ai suoi genitori in Nuova Zelanda nel 1877. Dopo ripetuti travestimenti come ragazzo per riuscire ad ottenere un posto in una fornace o come addetto alle stalle,Eugenia abbandonò la propria casa per imbarcarsi come mozzo su una nave diretta nei Mari del Sud. Durante uno di questi viaggi però,viene scoperta la sua vera identità e lei rimane incinta,probabilmente vittima di uno stupro.Nel 1898 circa,Eugenia sbarca a Newcastle,Nuovo Galles del Sud,senza amici e con una bambina.Affida la piccola alle cure di una donna di origini italiane (probabilmente una qualche parente o un'amica fidata) e da quel momento assume l'identità di Harry Leo Crawford per presentarsi al mondo.
La stampa di Sydney,come si può ben immaginare andò in visibilio,ribattezzò Eugenia/Harry "Il Sydney uomo-donna" e fece di tutto per attingere i particolari più piccanti e scabrosi dell'intera vicenda. All'arresto chiese di essere collocato in cella con altre donne e se era possibile mantenere il segreto con la sua attuale moglie.All'udienza preliminare nel mese di Luglio del 1920,l'imputato era apparso in abiti maschili.Al processo per omicidio,invece,comparve nel banco degli imputati vestita da donna. La Corona sostenne che Falleni aveva perpetrato "frode sessuale" e che avesse ucciso per nascondere il suo inganno.La difesa invece,sostenne che Falleni era innocente e che l'unica sua colpa era quella di essere un "invertito congenito". Alla fine del processo,il giudice condannò Eugenia alla pena capitale che però venne commutata.Rilasciata 11 anni dopo dal carcere di Long Bay nel Febbraio del 1938,assunse il nome di Jean Ford e divenne titolare di una pensione a Sydney. Viveva a Paddington quando il 9 Giugno 1938,un'automobile la investì provocandole gravi ferite al volto e al resto del corpo. Eugenia Falleni morì il giorno successivo a causa delle ferite mortali al Sydney Hospital.Fu sepolta con rito anglicano nel Cimitero di Rookwood.
La speculazione sull'identità ed il senso di colpa di Falleni non si fermò con la sua morte.Al processo,la figlia Josephine dichiarò "Mia madre ha sempre svolto la sua vita vestita da uomo.Per me era del tutto naturale...e credo che lo fosse anche per lei". Da allora medici,psichiatri,giornalisti,endocrinologi,femministe e drammaturghi,registi e storici hanno cercato di dare un senso alla vita di Eugenia Falleni.Essi l'hanno ripetutamente etichettata come un ermafrodita sessuale,un omosessuale,un travestito,una persona con atomi fuori posto,un pervertito sessuale,una donna di passaggio,un uomo transgender,o piu in generale col termine disforico.
Mia cara Ami nulla mi sconvolge per quanto riguarda la storia di Eugenia, bensì per il macabro presunto omicidio. Certo la natura umana ha i suoi risvolti nel tempo e ciò non vuol dire che se una persona sviluppa involontariamente certi geni possa essere considerato un malato mentale.
Probabilmente vedo questo tuo narrare, con occhi diversi...pur avendo incontrato nel mio cammino di strada persone veramente ipersensibili e costretti ad un silenzio inaudito del non essere ma solo apparire.
Ma questo non giustifica certi atti di violenza anzi le condanne dovrebbero essere eque, che sia quel che sia o etero la giustizia non conosce sesso, razza e religione.
Ben tornata cara ...un abbraccio solare e stellato nel contempo.
Cara Serenella,anch'io condanno l'omicidio,sempre ed in qualsiasi situazione.Sono contro la Pena Capitale perchè credo che nessun uomo debba avere il potere decisionale di vita o di morte su un altro essere umano.Detto questo,è indubbia la colpevolezza di Eugenia Falleni nell'aver ucciso la "moglie",ma ciò che ho voluto sottolineare raccontando questa storia è di come ad un certo punto,non è stato più un processo contro il criminale,ma contro l'uomo (in questo caso donna)e la sua sessualità.Questa donna commette numerosi errori...1) inganna Annie facendole credere di essere un uomo,anche se non si capisce bene come abbia fatto.In tribunale fu presentato come prova un fallo di legno e pelle animale,evidentemente riuscì ad assolvere ai propri doveri coniugali in questa maniera.Ricordiamoci che siamo agli inizi del secolo scorso e le donne avevano ancora un sorta di pudore.O forse la vittima era a conoscenza di questo segreto e fu uccisa per altri motivi...2) tende un inganno anche all'altr a donna che prende in moglie....3) uccide Annie e cerca di disfarsi del cadavere...In realtà,Eugenia si è sempre plocamata innocente ed estranea all'omicidio.Ci si rende conto che nonostante sia trascorso un secolo,tutto è rimasto esattamente uguale ad allora...ancora oggi si muore di omosessualità ed è inccettabile per una società evoluta e progredita come la nostra.Un abbraccio a te cara Serenella,lieta serata:)
Raccapricciante sotto molti punti di vista mia cara Pauline,hai ragione.Una storia che colpisce senza dubbio e che appassiona,anche se drammaticamente triste.Abbraccio amica mia,lieta serata:)
un caso di sopravvivenza oltre ogni limite.."donna di passaggio" suscita letteratura - peccato scabrosa - evoca un personaggio che interpreta un dramma inconciliabile con l'epoca. Chissa' come sarebbe oggi Eugenia? un abbraccio dolce notte AmithielSama.. M®
Hai dato voce ai miei pensieri.Anche in questo caso non posso non provare tenerezza nei confronti di quest'uomo che ha sofferto il male di essere nato in un corpo sbagliato.Probabilmente la nostra epoca le avrebbe dato l'opportunità di modellare quel fisico imperfetto,ma sarebbe stato sufficente a plasmare certe menti ottuse?Mi ricordo di un romanzo che ho letto "Minchia di Re",da cui è stato tratto il bel film "Viola di Mare"...Una storia diversa eppure così amaramente simile.Abbraccio a te cara,mi piace questa salsa nippomistericopagana:)
o)M..vedi cosa dice l'opinione sessista del web di >Samantha ..conosco Viola di Mare ma non ho lettola Minchia di Re..pp, tenendo sempre a mente che in qualche modo è potere il sangue del re..un caro saluto tinto del viola che mi riporta inevitabilmente nel tempo delle tempere ..SaMAmithiel^^
Immagino che chiunque io incontri
mi sia mandato per uno scopo. Incomincio a pensare
e a credere decisamente che sia così e questo pensiero
rende la vita più divertente e piena di significato.
(Kay Pollak)...Buon sabato e con un sorriso ti auguro una serata
frizzante ..un clikka per te ,Monika - il tocco della Farfalla
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