Creato da CineKey il 29/03/2010

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" Il cinema racchiude in sè molte altre arti; così come ha caratteristiche proprie della letteratura, ugualmente ha connotati propri del teatro, un aspetto filosofico e attributi improntati alla pittura, alla scultura, alla musica. " (Akira Kurosawa)

 

 

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RASHOMON

Post n°7 pubblicato il 31 Marzo 2010 da CineKey
 

 Il film  DEL MESE

        
          - MARZO -





Cast tecnico:
Regia: Akira Kurosawa
Soggetto: Ryûnosuke Akutagawa
Sceneggiatura: Akira Kurosawa, Shinobu Hashimoto
Produttore: Masaichi Nagata
 Fotografia: Kazuo Miyagawa
Montaggio: Akira Kurosawa
Musiche: Fumio Hayasaka
Scenografia: So Matsuyama
Cast:
Toshirō Mifune: Tajōmaru
Machiko Kyō: Masako Kanazawa
Masayuki Mori: Takehiro Kanazawa
Takashi Shimura: boscaiolo
Minoru Chiaki: monaco
Fumiko Onma: maga/medium
Dati:
Titolo originale: 羅生門(Rashōmon)
Paese: Giappone
Anno: 1950
Durata: 88 min
Colore: B/N
Genere: drammatico
Premi:
16ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia:
Leone d'Oro;
Oscar al miglior film straniero (onorario);
National Board of Review Awards 1951:
miglior film straniero
miglior regista
Blue Ribbon Awards;
Mainichi Film Concours.

Sotto il portico del tempio del dio Rasho a Kyoto nel XV secolo un boscaiolo, un bonzo e un servo rievocano un tragico fatto di sangue, giudicato in un tribunale davanti al quale hanno deposto come testimoni: un bandito aveva aggredito un samurai che, in compagnia della moglie, attraversava una foresta, uccidendo l'uomo e violentando la donna.
Alla prima versione dei fatti data dal bandito segue quella della donna: entrambe sono raccontate dal boscaiolo. Il bonzo riferisce una terza versione, fatta dallo spirito del defunto samurai, evocato da una maga.
Allora, riprendendo la parola, il boscaiolo confessa di avere assistito al delitto e racconta ai compagni una quarta versione, prima di raccogliere un bambino abbandonato e portarselo a casa.

Tratto da 2 racconti di Ryumosuke Akutagawa (1892-1927), il 12 film di A. Kurosawa vinse a sorpresa il Leone d'oro a Venezia nel 1951, facendo da battistrada nei festival e sui mercati europei al cinema giapponese.

Scandito dal ritmo ossessivo di un bolero, è un film in cui le diverse componenti letterarie, psicologiche (persino psicanalitiche) e drammatiche si fondono in una superiore unità filmica che rimanda al cinema muto e, insieme, anticipa la tecnica televisiva con un linguaggio febbrilmente barocco nel suo virtuosistico dinamismo.

L'incrociarsi delle versioni contraddittorie serve "meno a sottolineare la vanità o la debolezza umana... che a far sentire l'abisso che separa le parole e le cose, la soggettività e la realtà...A questo proposito Rashomon è più vicino a Faulkner che a Pirandello" (J. Lourcelles).

Premio speciale agli
Academy Awards 1951: l'Oscar per il miglior film straniero fu istituito nel 1956.

Rifatto a Hollywood come L'oltraggio (1964) con la regia di M. Ritt e Paul Newman nella parte di T. Mifune.


 
 
 
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