Creato da CineKey il 29/03/2010

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" Il cinema racchiude in sè molte altre arti; così come ha caratteristiche proprie della letteratura, ugualmente ha connotati propri del teatro, un aspetto filosofico e attributi improntati alla pittura, alla scultura, alla musica. " (Akira Kurosawa)

 

 

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THE HURT LOCKER

Post n°60 pubblicato il 30 Luglio 2010 da CineKey
 

Il DVD  DEL MESE

         -LUGLIO-


Cast tecnico
Regia: Kathryn Bigelow
Sceneggiatura: Mark Boal
Musiche: Buck Sanders , Marco Beltrami
Fotografia: Barry Ackroyd
Montaggio: Bob Murawski , Chris Innis
Scenografia: Karl Júlíusson
Costumi: George L. Little
Cast
Sanborn: Anthony Mackie
Eldridge: Brian Geraghty
Thompson: Guy Pearce
James: Jeremy Renner
Dati
Titolo originale: The Hurt Locker
Anno: 2008
Nazione: Stati Uniti d'America
Durata: 131 min
Genere: guerra
Premi
6 Oscar 2010: miglior film, miglior regista, miglior sceneggiatura originale, miglior montaggio sonoro, miglior sonoro, miglior montaggio


"The Hurt Locker: il senso della guerra come droga dell'anima"

 

The Hurt Locker è un film del 2008 diretto da Kathryn Bigelow e scritto dal giornalista Mark Boal.

Il film è incentrato su un gruppo di artificieri e sminatori dell'esercito statunitense in missione in Iraq.

Il film è stato presentato in anteprima alla 65ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia nel settembre 2008.

Il titolo del film è una locuzione presente nello slang militare americano usata per descrivere un luogo particolarmente rischioso in cui i risvolti sono imprevedibili.
Il termine può anche indicare "l'essere feriti in un'esplosione".

Il film ha vinto 6 Premi Oscar nel 2010: miglior sceneggiatura originale, miglior montaggio, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro, miglior regista e miglior film.

Se la guerra è l'inferno, perché sono in tanti a scegliere di combattere?
In un'epoca in cui gli eserciti non sono formati da militari di leva ma da volontari, e gli uomini si lanciano di buon grado nell'azione militare, a volte la guerra corteggia in maniera potente e seducente fin quasi a diventare dipendenza. 


THE HURT LOCKER è il ritratto intenso di un'unità speciale di soldati con il compito più pericoloso del mondo: disarmare bombe nel mezzo dell'azione.

Quando il nuovo sergente, James (Jeremy Renner), assume il comando dell'unità speciale esperta in disarmo delle bombe nel bel mezzo di un violento conflitto, sorprende i due sottoposti, Sanborn ed Eldridge (Anthony Mackie e Brian Geraghty), lanciandosi inesorabilmente in un gioco mortale di guerriglia urbana.
James sembra essere indifferente alla morte.
Mentre i soldati lottano per controllare la follia del loro nuovo capo, in città esplode il caos, e salta fuori il vero carattere di James, cambiando ogni uomo per sempre. 


A distanza di sei anni da K-19, Kathryn Bigelow torna a parlare di guerra e di dipendenza, al confine –già più volte esplorato- tra coraggio e alienazione.

Gestendo il ritmo in modo straordinario, perché del ritmo, ha fatto da sempre l'oggetto della sua riflessione cinematografica, Kathryn Bigelow ha girato un film potente.

Il racconto è centrato sulla figura del sergente James, che sembra agire nella guerriglia con trasporto sadomasochistico: tra l'orgasmo di una sparatoria, la tensione insostenibile al cospetto del viluppo di fili e detonatori che emergono dalle auto, dai sacchetti di spazzatura o dai corpi dei kamikaze, l'uomo indurito e disadattato sopravvive in una trance permanente.

THE HURT LOCKER è il frutto dell'osservazione diretta del reporter e sceneggiatore Mark Boal.
Il film associa l'avvincente azione realistica al dramma umano più intimo per mostrare la psicologia di un soldato durante azioni ad altissimo rischio, fra uomini che scelgono di affrontare mortali avversità.

La Bigelow riesce a esplicitare un concetto che non piacerà alle anime belle, l'abitudine a giocarsi in pochi secondi la pelle fa sì che molti soldati si trasformino in ossessi del rischio, in drogati dell'adrenalina.

«La furia della battaglia provoca una dipendenza fortissima e spesso letale, perché la guerra è una droga», ammonisce una citazione in apertura. E il film fa di tutto per ricreare quella paradossale ebbrezza da adrenalina, con la maestria che ci si può aspettare dalla regista che mixa con efficacissima furia tempi morti e accelerazioni fulminee, riprese studiatissime da cinema di guerra e altre convulse in stile reportage.

Con The Hurt Cocker riporta Hollywood sul luogo del delitto, ovvero la guerra in Iraq.
Una ricognizione formale, più che sostanziale, la regista di Strange Days torna dove già erano stati, tra gli ultimi, De Palma e Haggis, per andare a recuperare qualcosa che, a suo avviso, era stato dimenticato:
il senso della guerra come droga dell'anima, le mani nude a contatto con la morte, senza guanti tra i fili delle bombe, il rosso o il blu, forse salto in aria forse vivo fino a domani. Il risultato è maschio, virile, cameratesco.

Nelle sue mani, la guerra in Iraq fa un balzo indietro, torna ad essere canto del milite ignoto, colui che tra il sangue e il fragore perde il senso della realtà per ritrovarla, poi, solo tra le braccia di un bambino.

Non è solo una questione ideologica, è proprio nella forma del cinema di Bigelow che si respira l'epica reazionaria più saldamente americana, quell'attaccamento ai valori primari del maschile che fanno del suo film un'ode al coraggio piuttosto che una condanna alla follia.

Sul tema della guerra, il film non aggiunge assolutamente nulla a ciò che abbiamo visto, anzi, come dicevamo, ci riporta indietro. E pochissimo si sente la scrittura del reporter di guerra Mark Boal, già collaboratore di Paul Haggis per Nella Valle di Elah come per il precedente Crash .

Bigelow dichiara il suo diritto ad essere neutrale nell'osservazione del conflitto, ma la neutralità di fronte alla guerra non esiste. In battaglia, funziona la regola del silenzio-assenso. E in "Hurt Locker" la cosa risulta inopportunamente evidente.

Raffinata, sensuale, tesa, potente.
Kathryn Bigelow sa come affascinare lo sguardo senza condurlo troppo lontano.


 
 
 
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