GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

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Morire a 24 anni per Eros estremo

Post n°212 pubblicato il 18 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

   Salve a tutti. Proverò a fare qualche considerazione sparsa sulla morte della ventiquattrenne, avvenuta in un garage romano lo scorso 10 settembre. Perché troppe, troppe cose si dovrebbero e potrebbero dire, col rischio di sparare qualche sciocchezza. Una notizia di cronaca nera provoca sempre sconcerto, e una persona con un minimo di umanità non dovrebbe mai provarne una certa assuefazione. Ma quando a tutto ciò, si aggiunge anche la componente erotica, una materia che può essere tabù per qualcheduno  quanto prateria selvaggia per altri -  un mondo sommerso che alligna nella nostra coscienza primordiale e istintiva-, è difficile ricostruire un pensiero condiviso da tutti.

   Ognuno è libero di vivere il sesso alla propria maniera, pur di non fare del male all'altro... ma in certi casi il limite è molto labile, come nel caso delle pratiche sadomaso. Dirò una banalità, ma bisogna avere la lucidità di vivere il sesso con fantasia e forte passione senza correre rischi assurdi. Mi soffermo su due punti focali:

1. Pensiero sul fatto. Non sono un bacchettone, e non condanno del tutto il sesso estremo o bizzarro. Però il Master – chi conduce il gioco – deve sempre ricordarsi che l’altro (Slave) gli ha consegnato la propria fiducia, la propria vita. E questo non vale solo per l’aspetto fisico, ma anche per l’aspetto mentale.

2. Pensiero da padre. Ho due bimbe piccolissime. Direte: e che centra? Centra nel senso che, se un domani dovesse succedermi una cosa del genere (o simile), non riuscirei a farmene una ragione; nessun genitore se ne farebbe una ragione. Ecco, il mondo è sicuramente cambiato e si è globalizzato. C’è più libertà ma, a mio avviso, ci sono molte più insidie: mass media che martellano senza tregua, proponendo spesso modelli errati, basati sul denaro facile, sull’apparenza  e sull’assenza di valori come il sacrificio e la cooperazione sociale. Sull’altra sponda, la famiglia e la scuola hanno perso il “controllo istituzionale” sui ragazzi, non riuscendo a dare precisi riferimenti. Perché dei punti fermi ci vogliono, altroché! Poi, a livello sociale, credo che negli ultimi anni si è verificata una frantumazione dei gruppi; e, molto spesso, non conosci chi è accanto a te, su un autobus o sul pianerottolo di casa… "Non conosci" nel senso che lui è un alieno per te, ha un proprio linguaggio e stile di vita, viene da un altro mondo di cui non sai nulla. Nulla. Negli anni Sessanta e Settanta, invece, c'era più uniformità e coesione socioculturale sul territorio; e ovviamente meno diffidenza.

   Ecco, quello che vorrei inculcare a una figlia, nei tempi e nei modi giusti, è di usare sempre la testa, mantenendo un proprio senso critico: non consegnare mai la propria vita nelle mani di altre persone, sia a livello strettamente fisico, che a livello mentale. Perché anche quest’ultima insidia, meno evidente ma più subdola, può farti deragliare, soprattutto se si frequentano persone con pochi scrupoli. Anche se all’apparenza sono donne o uomini rispettabili, piacenti e affermati su tutti i fronti.

 
 
 
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