GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Personaggi e fatti

Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

Messaggi di Maggio 2014

> Il gioco delle coppie ... E voi siete partner D, Dm o C?

 

 

   Giorno a tutti.

  

   Qualche spunto di riflessione sulla felicità di coppia. Del resto, ormai lo sapete, sono il nipotino illegittimo o sfigato o frustratello (fate vobis) di Alberoni. E adoro chiacchierare di sentimento, eros e vita di coppia.

   Avrei desiderato da sempre lavorare con le anime, nell’insegnamento o fare lo psicanalista (meglio così, per “loro”). E invece mi ritrovo a essere il più estremista homo tecnologicus, fra segnali satellitari o in fibra ottica. Passiensa.

 

   Dopo almeno tre anni in cui ho avuto modo di frequentare e approfondire la conoscenza di qualche coppia, e dopo aver scambiato opinioni anche qui in Community, proverò a fissare qualche idea che sparpaglierò a manciate nell’aria uggiosa di questo schizofrenico maggio…

 

   A volte mi piace esemplificare, quindi non prendetemi propriamente alla lettera: ovvio che ci sono sfumature e bisogna piacersi. Purtuttavia, smussando qua e là, penso che nella vita quotidiana emergono tre diversi caratteri: il Dominante D, il Democratico Dm e il Comprimario C.

 

   I primi sono coloro che, nell’ambito di una coppia, tendono a indirizzare le decisioni e le scelte, dai progetti più grandi (casa, lavoro, grandi spese) a certe cose di principio (educazione dei figli, alimentazione, frequentazioni sociali), e alle cose minori (vacanza, tempo libero ecc…).  È difficile che li possiate convincere di cambiare una determinata idea.

   I Democratici sono coloro che, partendo da un’idea nobile o per caso, dicono: oggi decidi tu, domani io… Più o meno, eh, mo’ non stiamo col bilancino; il confronto democratico non mancherà mai.

   L’utopia è, a suo modo, alquanto affascinante, e io ne sono un orgoglioso rappresentante, perché così la coppia procede l’una affianco l’altra sul Vialone della vita; viale che non è sempre ampio come l’Avenue des Champs Elysees.

   Infine, i Comprimari sono coloro che, per indole o timidezza o mancanza di energia, vanno a rimorchio del partner dominante. Fra questi, ci sarà chi si farà guidare felice, per non sbottare mai (beato lui) o per sbottare un giorno X; oppure ci sarà chi subisce la leadership ma non è nelle condizioni di essere tenuto in considerazione.  L’altro è vegetariano? L’altro desidera mandare i figli a praticare il kayak? L’altro desidera frequentare persone di venti anni più grandi o piccoli? Così è.

 

   Accoppiamenti, vediamo vediamo…

   Due D fra loro. La vedo molto dura, perché il contatto fra le sciabole sarà all’ordine del giorno. D’altro canto, con due Dominanti intelligenti, nel senso elastici e non tetragoni, ovverosia che possano riconoscere che magari l’altro ne sappia più di loro (in quel dato momento), ne può uscire la coppia più performante.

   In rari casi questo accoppiamento felice può configurarsi e ne ho un esempio davanti gli occhi nella vita di tutti i giorni. Curioso che costoro calamitino amicizie come le regine con le altri api dell’alveare.  

 

   Un D e un Dm. Pure questo binomio, in genere, può avere situazioni di contrasto. In questo caso, la pazienza e la flessibilità del Dm giocherà un ruolo fondamentale, pena la separacion.

 

   Due Dm. Contiene tutte le possibilità per essere un’ottima coppia, decisa e affiatata. Probabilmente è la maggioranza di quelle che dureranno forever per  la vita: consapevolezza più apertura verso l’altro. Secondo me è per antonomasia la “coppia perfetta”.

 

   Un D e un C. Anche queste sono le coppie destinate a perdurare, sempre in relazione, però, al comportamento del Comprimario. Se costui è felice di essere a rimorchio, tutto funzionerà alla grande. Se un giorno – e chi lo può prevedere? – scatterà quell’interruttore imponderabile per cui si sentirà un frustrato, orbene, saranno cazzi amari. Ne ho un esempio recente nella cerchia delle mie conoscenze.

 

   Un Dm e un C. Altra coppia che può benissimo funzionare. Forse anche più della D + C, in quanto l’elemento forte o trainante non esaspera e cerca di coinvolgere l’altro nei progetti e nelle iniziative.

 

   Due C. Insomma, capirete da voi che non è la coppia ideale. Alla lunga, l’indecisione o l’insicurezza possono giocare brutti scherzi. Attenzione, però, il fatto che ci sia l’Amore è la cosa più importante. Quindi, se in una coppia c’è amore e umiltà si può crescere assieme e potenzialmente superare ogni ostacolo.

 

   Fatta questa panoramica, e precisando che non pretendo di essere portatore sano di verità assolute, alla fine della fiera nulla è scontato. Per fortuna. E un capovolgimento di forza nei ruoli, volente o nolente, è sempre dietro l’angolo. Nessuno è indistruttibile, e anche un Dominante, se la Ruota gira male, può andar fuori di melone, col conseguente necessario rimboccamento di maniche da parte dell’altro partner, forte o fragile che sia.

   E riporto qua una vecchia citazione che mi colpì: bisogna essere “forti” quando si deve essere “forti”. Nella tempesta. Nelle sabbie mobili. Nel caos.

  

   In un certo senso è troppo comodo essere “forte” quando si scivola su un piano inclinato oleato a dovere.

 

   Un ultimo pensiero a cui sono attaccato oltremodo.

   Sull’amore e sulle coppie tante cose si dicono e tutte sono rispettabili. Ma se potessi indicare la ricetta numero 1 per una coppia felice, direi che ci deve essere sempre quel costante interesse verso ciò che fa  (e quindi è) l’altro.

   Il mio partner gioca a Shangai? SI butta col parapendio? Colleziona larve? Ecco, non dico che bisogna fare altrettanto: dico solo che è una buona cosa seguire ciò che lui fa. Non è un dettaglio e nemmeno l’apertura delle acque del Mar Rosso: è semplicemente essere parte del suo mondo.

 

 

E voi? Siete partner D? Dm? C?

 

 

 
 
 

Il tennis come metafora di vita e... sono rimasto con poca benzina al terzo set.

Post n°901 pubblicato il 20 Maggio 2014 da sergioemmeuno
 

 

 

   Giorno a tutti.

   Come state? Io sono rimasto con poca benzina, direi.

   Sono dieci anni che non mi risparmio, dopo la nascita della prima figlia. Lavoro, figli, casa e altro ancora. Ho dato molto e, complessivamente, mi sento di poter dire che in proporzione ho raccolto meno di ciò che ho “dato”. Una constatazione eh, né più né meno.

 

   Dietro ognuno di noi c’è una vita – è banale dirlo, ma è la realtà – di cui ne sappiamo ben poco. Una vita al cui confronto siamo un fagiolo... 

 

   Chi mi conosce sa bene che adoro usare le metafore tennistiche per rappresentare certe situazioni della realtà quotidiana. Ecco, oggi mi ritrovo in un match di tennis che si preannuncia lunghissimo. E dopo aver agilmente vinto il primo set per 6-4, sono stato schiantato al tie-break per 7-6 al secondo. Si va al terzo set e so bene che dovrò giocare alla Nadal, ossia difendermi un metro dietro la linea di fondo, fra scivolate, allunghi, grugniti e anche – spero – passanti con traiettorie stratosferiche per chiudere vincente un lungo scambio.

 

   Davvero curioso che, io che ho sempre adorato Federer per il suo talento e la proverbiale fluidità, come metafora di vita abbia invece preso come esempio lo spirito e la fisicità di Rafa. Non più imbattibile come un tempo, fra l’altro.  

   Comunque sia, non si pensi che molli all'ultimo, ehe, giammai! Buona serata! :))

 

 
 
 

Salone del Libro di Torino 2014: video dell'intervista easy da parte de Gli Spaccia Lezioni...

     Sera a tutti, due giorni dopo Vi posto l'intervista di Tamara Mussio de Gli Spaccia Lezioni, in occasione del Salone Int. del Libro di Torino. Un "video easy", come potrete notare, dove abbiamo parlato in scioltezza senza freni e ho fatto anche outing su Laura. Del resto c'è stato quasi subito feeling con Tamara, recensitrice tutt'altro che morbida, ma che si è calata alla grande nel caos mentale dei protagonisti col coltello fra i denti di Generazione oltre la linea.

    Insomma, cosa dire. Una giornata full immersion simile a una maratona di tennis,  un'esperienza che spero di ripetere col mio secondo lavoro che parlerà di tre protagonisti maturi sui generis e di "amori difficili".

     Un ringraziamento doveroso per coloro che sono venuti a trovarmi al Salone e un pensiero al new friend liberiano Ravanar che non mi ha beccato...

 

 

 

 

 

Buona serata a tutti! :))

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Link al sito di critica letteraria:

http://glispaccialezzioni.wordpress.com/

 

 
 
 

Appuntamento al Salone di Torino per sabato 10, Sergiolino, l’ultima recensione e lo zampino di Gabriel…

Post n°899 pubblicato il 08 Maggio 2014 da sergioemmeuno
 

 

 

    Come si dice quando a tressette non cade un pezzo importante di quel seme? Mano piena se rimena!

    Bene, per chi capitasse dalle parti del Salone del Libro di Torino, Vi ricordo che sabato 10 presenterò il mio romanzo Generazione oltre la linea, nello stand della Prospettiva Editrice, al padiglione 1 - D18. Tutto il giorno, dalla mattina alla sera inoltrata sarò lì che girerò come una trottola impazzita sino a quando verosimilmente… qualche uniforme mi dirà di darmi una calmatina, pena l’accompagnamento fuori della struttura.

-      Sig. Messere, le chiediamo gentilmente di seguirci fuori della struttura. È evidente che Lei non è in condizione.

    Partirò domani notte col treno e non sarò solo, no. Mi accompagnerà per l’intero viaggio un bimbo dai boccoli meravigliosi, magrolino, timido; pensieroso, occhi vispi che ti scavano dentro: un bimbo che vorrà sapere molto. Il suo nome è Sergiolino… un bimbo che ha conosciuto momenti di alti e di bassi (molti), che tendeva spesso a ripetere come un mantra il suo nome e cognome per svariate volte; una creatura su cui i genitori riponevano una grande fiducia, forse smisurata? Non importa.

    Disegnava alla grande, Sergiolino. E la maestra delle Elementari lo lodava assai.

    Non so se sia contento di me, adesso; e non penso sia in dovere di ringraziarmi. Viceversa io lo devo ringraziare, eccome! Perché lui ha rappresentato l’alpha, l’alba, l’origine del groviglio di vicoli e piazze e consolari da cui sarei poi partito sino ad arrivare a metà degli “anta”.

    Congedandomi con un sorriso, vi linko l’ultima recensione di un giorno fa. Singolare che la migliore recensione sia sopraggiunta nella “Torino Zone”… Cribbio! qui c’è lo zampino di quel folle di Sir Gabriel... tant’è la cosa più bella è stato toccare col pensiero che un lettore-recensore è entrato appieno nella storia e ha respirato la stessa aria pesante dei diciotto talentuosi e confusi ragazzi della generazione emergente: la G.O.L.

Buenas noches!

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