Creato da legrillonnoirdestael il 01/02/2014

IL GRILLO NERO

DI MADAME DE STAEL

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Marzo 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 14
 

ULTIME VISITE AL BLOG

woodenshipcassetta2karen_71aida631maremontymisteropaganodony686legrillonnoirdestaelMiele.Speziato0ARCAN020amorino11acer.250latitude33ElettrikaPsikealphabethaa
 

ULTIMI COMMENTI

Splendida lezione, di una chiarezza lodevole assai,...
Inviato da: woodenship
il 18/06/2023 alle 00:21
 
Ci saranno, Ele. Nel prossimo post, con il riepilogo del...
Inviato da: legrillonnoirdestael
il 13/05/2023 alle 06:27
 
Ottime scelte, anche queste...
Inviato da: ElettrikaPsike
il 13/05/2023 alle 04:54
 
Riuscire a raccontare l'impressionismo in un poche...
Inviato da: ElettrikaPsike
il 13/05/2023 alle 04:52
 
Che meraviglia.
Inviato da: cassetta2
il 01/05/2023 alle 13:46
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
 

 

MACCHIE E IMPRESSIONI FINALI

Post n°56 pubblicato il 03 Giugno 2023 da legrillonnoirdestael
 

 

FACCIAMO UN PASSO INDIETRO

SUL QUADRO OTTOCENTESCO

PER POI APPRODARE AL NOVECENTO.

 

Perchè se è vero che l'Impressionismo francese dominò la scena della fine del secolo ottocentesco, furono i macchiaioli italiani ad aprire le danze e a preparare il terreno (puntinato) già qualche anno prima a Firenze.

Rivoluzione industriale in Inghilterra, rivoluzione americana, rivoluzione francese e periodo napoleonico avevano trasformato la situazione economica e socio-politica di tutta l'Europa occidentale e del nord America.

COSI'

l'Ottocento si caratterizzò con la diffusione delle industrie in tutta l'Europa e negli Stati Uniti e l'accelerazione dello sviluppo economico, oltre che per l'ascesa della borghesia.

Le grandi potenze europee estendevano i loro domini alla ricerca di nuovi mercati e le loro rivalità provocò a quelle tensioni sempre più forti che ci portarono dritti allo scoppio della prima guerra mondiale.

NELL'ARTE,

contro l'uniformità della cultura imposta nel periodo napoleonico, si sviluppò quel preciso  periodo storico in cui ciascuno stato scelse valorizzare la propria storia.

In Germania, pertanto, nacque il Romanticismo e, con esso, tutta l'esaltazione del sentimento e di un patriottismo che si diffuse poi in tutta l'Europa.

La pittura diventò innovativa proprio in virtù dei suoi temi storici e della lotta patriottica.

Tenne, così, banco il tema del paesaggio,

il religioso amore per la natura

e l'impeto dei sentimenti.

In sintesi, lo sturm und drang.

Le pennellate sono fluide come le emozioni, i contrasti sono esasperati, l'uso della luce drammatico, i contorni sempre più sfumati a definire il fluttuare vago e sfuggente del sentire umano.

Ed è appunto in Italia,

precisamente a Firenze,

che in qel contesto nacque il movimento dei Macchiaioli.

 

Gli artisti Telemaco Signorini, Adriano Cecioni, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Odoardo Borrani e Giuseppe Abbati

esprimono la loro arte attraverso paesaggi rurali e scene familiari e realistiche del panorama toscano, macchiando la tela con colori puntinati, attraverso la tecnica a macchia, con decisi contrasti di colore ed accentuando il chiaroscuro.

 

Silvestro Lega, Il Pergolato, Pinacoteca di Brera, Milano.

 

 


Giovanni Fattori, Silvestro Lega che dipinge sugli scogli, Collezione privata.

 


Silvestro Lega, Paesaggio del Gabbro con contadini, Collezione privata.

 

 

Llewelyn Lloyd, Paesaggio rosa con figura, Collezione privata.

 

 

Telemaco Signorini, Sulle colline a Settignano, Collezione privata.

 

 

Silvestro Lega, Mamma col bambino, Collezione privata.

 

La strada verso una nuova visione dell'arte era, quindi, spianata.

Difatti, 

 se in Francia varcarono la scena gli Impressionisti

- a comporre paesaggi in tutta la loro essenza emotiva nella foresta di Fontainebleau tra il 1830 e il 1870, con il loro radicato atteggiamento antiaccademico e la tecnica en plein air derivata dalla Scuola di Barbizon 

fu anche sull'onda degli artisti fiorentini.

 

E tra i Barbisonniers che si distinsero, sopra tutti, ricordiamo gli artisti Theodore RousseauJules Dupré, Charles Francois Daubigny, Jean Francois Millet.

 

Jean-François Mille, Le Spigolatrici, Musée d'Orsay, Parigi.

 

Jules Louis Dupré, Il Mulino a vento, Cleveland, Museum of Art, Stati Uniti.

 

Pierre Etienne Théodore Rousseau, Glade of Reine Blanche a Fontainebleau, Chrysler Museum of Art, Norfolk, Virginia, Stati Uniti.


Charles-François Daubigny,The BargesMuseo del Louvre, Parigi.

 

 

 
 
 

IL POST IMPRESSIONISMO

 

Il post-impressionismo supera i concetti dell'Impressionismo e, pur consevandone alcune caratteristiche, sperimenta una maggiore libertà del colore mantenendo sempre la solidità dell'immagine ed i contorni evidenti e sicuri.

Il post-impressionismo, però, non è una corrente omogenea; ma una ricca rappresentanza di diverse personalità artistiche.

Una tecnica pittorica di questo periodo, utilizzata rigorosamente da Seurat, è il pointillisme, anche se l'artista preferiva considerarla e definirla come un cromoluminismo.

La sua pittura, infatti, venne enormente influenzata dalle ricerche sulle leggi ottiche del chimico Michel Eugène Chevreul e del fisico Odgen Rood.

Consapevole del fatto che se si affiancano due colori complementari le loro qualità cromatiche contrastanti si enfatizzano, accentuandosi, e che nessun colore esiste di per se stesso se non in funzione di quelli che gli si accostano, Seurat ottenne un rigore ancora più preciso di quello fino ad allora sperimentato con il puntinismo, macchiando la tela con innumerevoli e minuscoli punti di colore puro in modo da creare la mescolanza desiderata con la vibrazione della luce.

 

Georges Pierre Seurat, Una domenica pomeriggio all'isola della Grande-JatteArt, Institute of Chicago.


Georges Pierre Seurat, La Senna a la Grande-Jatte, Musée Fin-de-Siècle, Bruxelles, Belgio.

 

Van Gogh, dal canto proprio, sublima tormenti interiori e fragilità psichiche nell'arte, riconoscendola come un riscatto per l'insoddisfazione interiore. Accusato di una vera e propria follia mistica, proietta il proprio universo personale nella realtà, trasformandola del tutto con i colori dei suoi suoi sentimenti e trasfigurando il colore al fine di renderlo suggestivo, una rappresentazione non già di ciò che si vede, ma di come ci si sente dinanzi al mondo. Difatti in tutte le sue opere, e al di là di ogni soggetto, si ritrova sempre un autoritratto dell'artista con tutta la passione, la nostalgia ed il profondo smarrimento che l'hanno contraddistinto, riprodotti attraverso energiche pennellate contrastanti e pluridirezionali.

 

Vincent Van Gogh, Panorama da dietro l'ospedale di Saint PaulNy Carlsberg Glyptotek, Copenaghen, Danimarca.

 

Vincent Van Gogh, Sentiero di notte in Provenza, Kröller-Müller Museum, Otterlo, Paesi Bassi.

 

Vincent Van Gogh, Notte stellata, Museum of Modern Art, New York.

 

Vincent Van Gogh, Notte stellata sul Rodano, Museo d'Orsay, Parigi.

 

Vincent Van Gogh, Terrazza del caffè la sera, Place du Forum, Arles, Otterlo, Paesi Bassi, Museo Kröller-Müller.

 

Eugène Henri Paul Gauguin è considerato uno tra i maggiori interpreti del post-impressionismo; ma il suo riconoscimento avvenne solo dopo la sua morte. Allontanantosi dall'impressionismo, nei suoi dipinti imprime colori solo primari, quali il rosso, il giallo ed il blu, senza sfumature e senza l'ausilio dei complementari, adottando totalmente la tecnica del cloisonnisme, che rende l'intero insieme dell'opera piatto, tramite l'utilizzo di un bordo scuro. La sua esigenza di primitivismo lo spinse a cercare sempre più lontano la necessaria via d'uscita necessaria da una realtà artistica che sentiva troppo stretta, indirizzandosi verso paradisi esotici, simbolismi e vaste campiture di colore immobile e ponendo un'incolmabile distanza tra la sua arte e le cromie di contrasti energici che, al contrario, caratterizzavano pienamente i dipinti di Van Gogh.

 

Paul Gauguin, Donne tahitiane con germogli di mango, Metropolitan Museum of Art, New York.

 

Paul Gauguin, Two women (Flowered haid), Collezione privata.

 

Paul Gauguin, Eu haere ia oe, Dove stai andando (Donna con un frutto), Hermitage, San Pietroburgo.


Paul Gauguin, Ritratto di giovane donna, Ordrupgaard, Copenhagen, Courtesy Palazzo Zabarella.

 

Paul Cèzanne  fu uno dei primi pittori a voler dipingere quel che pensava e non quello che vedeva e sintetizzò la sua esperienza visiva in forme geometriche essenziali. In particolare, Cézanne è noto per l'utilizzo si colori puri e contrastanti, adottati per creare effetti di luce e spazio. Con le sue opere, pose le basi per il Cubismo e, più in generale, per tutta l’arte del XX secolo, soprattutto per via della semplificazione formale che costituì le fondamenta di molti movimenti d’avanguardia dei periodi successivi. 

 

Paul Cézanne, Gardanne, Brooklyn Museum, New York.

 

 

Paul Cézanne, Veduta dell’Estaque e del golfo di Marsiglia, Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam.


Paul Cézanne, Le rive della Marna, Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo.

 

Paul Cézanne, Casa in Provenza, Donazione di Mrs. James W.Fesler, Indianapolis, Museum of Art.

 

Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec divenne noto in particolare per le sue opere che ritraevano la vita notturna di Parigi. Affetto da deformità fisica, sviluppò una particolare sensibilità verso le figure maggiormente emarginate dalla società. I suoi soggetti preferiti, infatti, spaziavano dal cabaret ai bordelli. Le opere di Toulouse-Lautrec sono caratterizzate da colori vivaci e un'attenta cura nei dettagli della figura umana che rappresentava in pose naturali e spsesso provocatorie. Con la sua arte ha influenzato gli artisti successivi, soprattutto gli Espressionisti e i Surrealisti.

 

Henri de Toulouse-Lautrec, Al Moulin Rouge, Art Institute, Chicago.


Henri de Toulouse-Lautrec, Ballo al Moulin Rouge, Museum of Art, Filadelfia.

 

Henri de Toulouse-Lautrec, La toilette, Musée d'Orsay, Parigi.

 

Henri de Toulouse-Lautrec, Al Salon di rue des Moulins, Musée Toulouse-Lautrec, Albi.


 
 
 

L'IMPRESSIONISMO

 

Gli impressionisti lasciano gli atelier per lavorare all’aperto ed il loro intento, fondamentalmente, è uno: cogliere l’impressione visiva della realtà, studiando luce e colore.

Per questo necessitano di esecuzioni rapide, immediate, senza alcuna bozza preliminare, ma anche senza ritocchi o sfumature.

Velocissimi e attenti, gli artisti appoggiano direttamente sulle tele i colori puri e aboliscono il nero.

Ma per cogliere l'attimo che fugge - anzi, più attimi fuggenti - rappresentano il medesimo soggetto in momenti differenti, rincorrendo la luce e dimostrando come ogni cosa subisca trasformazioni e stravolgimenti grazie ad essa.

Gli impressionisti dipingono, quindi, ancora i paesaggi e la natura; ma non soltanto.

Essi trasferiscono, infatti, sulla tela tutta la realtà ottocentesca, con la borghesia in piena affermazione e successo, in primissimo piano. Intenta a soddisfare la propria fortuna economica a teatro o alle corse dei cavalli ed immortalata nei bar o mentre assiste alle regate. Divertita e vitale.

 

Claude Monet, "Impression, soleil levant", Parigi, Musée Marmottan.

 

Claude Manet, La PasseggiataNational Gallery, Washington.


Claude Manet, Ninfee, Museo Nazionale d'arte occidentale, Tokyo.


 Édouard Manet, Colazione sull'erba, Museo d'Orsay di Parigi.

 

 Édouard Manet, Il bar delle Folies-Bergère, Courtauld Gallery di Londra.

 

 

Pierre-Auguste Renoir, Le déjeuner des canotiers, Phillips Collection, Washington.

 

 

Pierre Auguste Renoir, Le grandi bagnanti, Philadelphia Museum of art.

 

Camille Pissarro, Le grand noyer à l'Hermitage (1875); olio su tela, collezione privata.

 

Alfred Sisley, Neve a Louveciennes, Phillips Collection, Washington.

 

Edgar Degas, Ballerine, Museo d'Orsay, Parigi.


Edgard Degas, La Tinozza, Museo d'Orsay, Parigi.

 

 

Berthe Morisot, Giovane donna in tenuta da ballo, Museo d'Orsay, Parigi.

 

 

 
 
 

E CON IL SECOLO DEI LUMI...IL NEOCLASSICISMO

Siamo arrivati all'illuminismo,

e con l'esaltazione dei valori della ragione anche gli artisti si approcciano in un modo estremamente analitico alla produzione creativa, abbandonando gli eccessi drammatici e stupefacenti di un Barocco e di un Rococò ad effetto, nati solo per sbalordire.

Abbiamo, quindi, un ritorno alla purezza dei canoni classici, ripristinati come esempi di una lucida e limpida razionalità fusa con la bellezza. Nasce, così, l'armonia di un nuovissimo ritorno al classicismo.

Ogni eccesso viene allontanato e giudicato severamente e la teatralità soffocante di artifici che l'arte barocca aveva proposto viene relegata per sempre nei meandri di monarchie assolute da dimenticare.

Enfasi e passione vengono sostituite da leggerezza e grazia, stile e razionalità,

mentre

l'ideazione ed il progetto rigoroso prendono il posto ad un'immaginazione fine a se stessa.

Ogni turbamento dell'animo viene quietato e il Neoclassicismo invita elegantemente a ragionare, controllando le onde emotive dei vecchi sentimenti barocchi.  

Siamo nel periodo dell'arte in cui gli ideali classici ritornano in vita grazie agli scritti dello storico d'arte Johann Joachim Winckelmann e agli scavi archeologici nelle antiche città di Ercolano e Pompei.

Gli scultori si rimettono totalmente all' ideale fidiaco, nonostante la scultura ellenica resti sconosciuta e le loro opere si avvicinino di più alle copie romane che non ai modelli originari della Grecia arcaica.

Lo scultore che, più di ogni altro, nel neoclassicismo italiano trovò un assoluto equilibrio tra l'idealizzazione e le forme naturali, pur non restando particolarmente coinvolto dall'impegno politico, fu senza dubbio Antonio Canova

 

 

Antonio Canova, Amore e Psiche giacenti, Parigi, Museo del Louvre.

 

 

 

 

(particolare)


 

 

A. Canova, Amore e Psiche stanti, Louvre, Saint-Germain-l'Auxerrois, Francia.

 


(particolare)

 

 

Antonio Canova, Le tre Grazie, ubic. varie.

 

 

 

 

 

(particolare)

 

 


A. Canova, Teseo e il Minotauro, Victoria and Albert Museum, Londra.

 

 

Antonio Canova, La Maddalena penitentePalazzo Bianco presso Palazzo Doria-Tursi, Genova.

 


A. Canova, Venere e AdoneMusée d'Art et d'Histoire, Ginevra.

 

 

A. Canova, Paolina Borghese, Galleria Borghese, Roma.

 

 

A. Canova, Maddalena giacente, Inghilterra.

 


Carlo Finelli, Le Ore danzanti, San Pietroburgo, Hermitage.

 

 

Johann Heinrich Füssli, La disperazione dell'artista davanti all'imponenza dei frammenti antichi, Milano, Civica raccolta delle stampe Achille Bertarelli.

 


Bertel Thorvaldsen, Giasone con il vello d’oro, Copenaghen, Thorvaldsens Museum.

 

 

Jacques-Louis David, Il Giuramento degli Orazi, Museo del Louvre, Parigi.

 


Andrea Appiani, Il Parnaso, Galleria d’Arte Moderna, Milano.

 

 

Pietro Bianchi, Basilica reale pontificia di San Francesco di Paola, piazza del Plebiscito, Napoli.

 


 
 
 

LA PITTURA FIAMMINGA E OLANDESE

Post n°52 pubblicato il 05 Febbraio 2022 da legrillonnoirdestael
 

 

 

 

PICCOLA PREMESSA:

I colori ad olio, già conosciuti dall'antichità, presentavano alcune evidenti carenze. Dal momento che asciugavano molto lentamente, la pittura tendeva a rimanere a lungo vischiosa e - problema non da poco - le vernici, in questo modo, andavano a modificare la cromia che s'intendeva ottenere, scurendo eccessivamente o sbiadendo a dismisura.

Ciononostante la pittura ad olio risultava davvero indispensabile perchè, rispetto ad una tempera, permetteva maggiori potenzialità e sicuramente una superiore versatilità  grazie al fatto che non asciugava velocemente, permettendo di dare vita a molte più sfumature e velature di colore, conferendo notevole brillantezza e lucidità al quadro.

Furono, però, gli artisti fiamminghi a trovare una soluzione al problema,

nel XV secolo.

 

QUANDO L'ARTE VUOLE ESSERE...

PIU' VERA DEL VERO!

 

I fiamminghi perfezionarono, infatti, la tecnica della pittura ad olio con l'utilizzo del legante oleoso e diedero una particolare resa della luce, evidente anche nelle miniature.

Gli artisti disegnavano sull'imprimitura bianca una bozza dell'opera che intendevano realizzare seguita da una bozza del modellato su cui stendevano la mestica, una base di colore che rappresentava il medio delle tinte con cui elaboravano il chiaroscuro. Ogni singolo aspetto, poi, veniva in seguito ripreso con ulteriori strati di velature più o meno spesse, a seconda degli effetti che desideravano ottenere. 

E fu così che nelle Fiandre si eccelse nella pratica degli arazzi e nella stesura dei cartoni preparatori e si sviluppò un interesse esasperato verso i dettagli più minuziosi della realtà, che venne considerata in modo esasperato e rappresentata nella sua dimensione più scrupolosa nelle figure fino ai paesaggi e negli ambienti comprensivi di ogni minuscolo complemento d'arredo.

Gli artisti non usavano un unico punto di fuga al centro dell'orizzonte, con quel tipico ordine - che era proprio della pittura italiana - strutturato nel rapporto tra le figure rappresentate e l'unica fonte di luce presente, ma includevano totalmente lo spettatore nella scena, evitando accuratamente che restasse confinato nel ruolo di fruitore estraneo e distaccato al di là del quadro.

Per loro, infatti, lo spazio dipinto non doveva affatto essere circoscritto ma riversarsi, in tutti i suoi abbracci di luci, ombre e profondità sullo spettatore, trascinandolo al suo interno in ambienti moltiplicati dai riflessi e aperti a nuove prospettive (specchi, finestre e porte aperte su ulteriori paesaggi) o ridondanti di particolari talmente perfetti e minuziosi da risultare tutti

più veri del vero.

Gli artisti fiamminghi, difatti, utilizzarono espedienti quali l'utilizzo di più punti di fuga e di una linea alta dell'orizzonte, proprio per riuscire ad avvolgere lo spettatore.

 

Jan van Eych, Coniugi Arnolfini, National Gallery, Londra.

 

(particolare allo specchio)

 

La luce dei fiamminghi, infatti, illumina spietatamente e superbamente ogni cosa, mostrando particolari e dettagli impossibili da ravvisare nitidamente ad occhio nudo.

I due più importanti maestri fiamminghi, e precursori della stagione del Barocco nordico, furono senza dubbio Peter Paul Rubens e Anthonis van Dyck con i suoi ritratti. 

 

Pieter Paul Rubens, Il ratto di Ganimede, Museo del Prado, Madrid.

 

P. P. RubensSaturno che divora uno dei suoi figliMuseo del Prado, Madrid.

 

P. P. Rubens, Testa di MedusaKunsthistorisches Museum, Vienna.

 

Anthonis Van Dyck, Autoritratto con girasoleCollezione privata del duca di Westminster.

 

Celebre, soprattutto per le sue notevoli dimensioni (359×438 cm) che aumentano la suggestione già evocata dalla spettacolarità dei particolari, è il quadro di Rembrandt La ronda di notte, un dipinto ad olio su tela realizzato nel 1642 e conservato nel Rijksmuseum di Amsterdam.

Rembrandt Van Rijn, La ronda di notteRijksmuseum, Amsterdam.

 

Normalmente, riferendosi alla pittura fiamminga del 1600 ci si riferisce alla pittura del secolo d'oro olandese.

Ed è in questo periodo, infatti, che nei Paesi Bassi continua l'influenza della cultura italiana legata al Barocco ed accanto al Manierismo di Haarlem, al Caravaggismo di Utrecht e alla Scuola di Delft si mette in evidenza un'arte legata al ritrattismo, alle nature morte, ai ritratti di gruppo, ai paesaggi marini e, fondamentalmente, alle scene di vita quotidiana dalla sbalorditiva capacità di mostrare quello che l'occhio umano non vede.

 

Peccato che siano tante le cose che l'occhio umano, invece, sia costretto a guardare

- di ben altra natura e consistenza -

 che preferirebbe non dover mai vedere. 

 

Ma non solo l'occhio, anche l'orecchio vorrebbe non dover sentire, e così vale per tutti gli organi di senso.

 

Meglio essere

artificiosamente

più veri del vero

che autenticamente

pessimi...

 

 

Roger van der Weyden, Ritratto di giovane donna, National Gallery of Art, Washington.


Johannes Verrmeer, La Lattaia, Rijksmuseum, Amsterdam.

 

 

Clara Peeters, Natura morta con formaggi, mandorle e salatini, Mauritshuis museum, L'Aia, Paesi Bassi.


 

NON E' MAI TROPPO TARDI PER IMPARARE

DALLA PITTURA FIAMMINGA E OLANDESE...


 

 

 
 
 
Successivi »
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963