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Messaggi di Maggio 2017

 

"Non siamo impazienti di andare a votare, ma in democrazia capita di votare".

Post n°151 pubblicato il 31 Maggio 2017 da carloreomeo0

"Non siamo impazienti di andare a votare, ma in democrazia capita di votare".

Questa è la frase pronunciata dal segretario del PD Matteo Renzi, questa è la frase che tutti noi dovremmo avere bene impressa nella mente mentre ci accingeremo a festeggiare la festa della repubblica, a meno che tutti voi non abbiate dimenticato che repubblica e democrazia sono un binomio inscindibile. Renzi lo dice quasi come se votare fosse un incidente di percorso, un disguido tecnico, un inutile e malsana abitudine. Lo afferma quasi a voler sottolineare la consapevolezza che votare è una perdita di tempo sia per i politici, che per gli elettori, in quanto l’espressione del popolo non cambia le carte in tavola, cambia solo chi le distribuisce, che la musica non cambia, anche quando apparentemente sembra che siano cambiati i suonatori e chi come me ha un po’ di anni sulle spalle e non è fuorviato dai media, dalle ideologie partitiche o altro, ne è perfettamente consapevole. Ormai è evidente che di veramente democratico in Italia è rimasto ben poco, un’altra parola abusata e svuotata, derubata del suo valore, la democrazia in questo Paese è falsata, manipolata, usata come paravento per nascondere condizionamenti forti, perpetrati subdolamente. Questa frase e sintomatologicamente emblematica del malessere che affligge da anni questa repubblica che ripudia se stessa affidando nella mani di pochi il potere, una lobby che ha come unico scopo quello di arricchire i ricchi, impoverendo i poveri, questa è, che ne siate consapevoli o meno, la repubblica in cui tutti noi viviamo oggi, questa è la parvenza di democrazia che vige in questo Paese.

 

Buona festa della Repubblica!!! 

 
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ELETTORATO ITALIANO

Post n°150 pubblicato il 24 Maggio 2017 da carloreomeo0

 

Qualche tempo fa ho scritto un post sulla legge elettorale, di cui siamo tutt’ora in trepidante attesa, lamentandomi del fatto, che non solo i governi si succedono senza che vi siano elezioni, ma anche nel caso si decidessero a farci votare, non potremmo farlo, in quanto manca appunto la suddetta legge. Con questo non vorrei che voi pensaste che io mi illuda che votare faccia davvero la differenza, che votando si possa stravolgere in meglio il futuro di questa nostra nazione, che un governo eletto possa essere davvero meglio di quello attuale, ho visto troppe elezioni per potermi permettere simili illusioni e da che ho memoria non ricordo un governo che abbia davvero fatto progredire questo Paese, tutt’al più ce ne sono stati alcuni che hanno fatto meno danni di altri.

 

Non mi illudo perché a parte i meccanismi contorti con cui vengono elaborate le leggi elettorali, intricati contrappesi, equilibrismi e contorsionismi politici il cui unico fine è quello di non scardinare i poteri forti, conosco le varie mentalità dell’elettorato di questa nostra Italia. Ci sono quelli della filosofia, voto il male minore, giudicato tale non si sa bene su quali basi. Ci sono quelli che votano sempre lo stesso partito per fede, più che per ideologia, a prescindere dal programma di governo, tant’è vero che lo voterebbero anche se come programma presentasse la lista della spesa. Ci sono quelli lobotomizzati dai media, che accendono la TV mentre simultaneamente spengono il cervello, che faticano fino all’ultimo per decidere, attraverso i vari dibattiti politici, a chi dare il voto e che puntualmente finiscono per votare per il leader politico che ha più carisma, quello che gli è più simpatico, quello che meglio degli altri è riuscito a raggirarli con le parole.  Se questo è il panorama elettorale di questo nostro bel Paese e vista l’attuale classe politica, quali sorprese volete aspettarvi?

 
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SCRITTURA DIGITALE 2° Parte

Post n°149 pubblicato il 18 Maggio 2017 da carloreomeo0

La scrittura digitale è in grado di fissare le nostre parole, i pensieri e le emozioni che proviamo, come se fossero istantanee emozionali, cristallizzando il tempo e ciò che in quel tempo era il nostro pensiero, il nostro stato d’animo. Certo il supporto potrà essere o apparire effimero, poco affidabile, anche se molto fruibile, se paragonato alla carta, basterebbe la rottura dell’Hard Disk del nostro computer o la chiusura, oscuramento di un server, tipo quello di Libero su cui risiedono i nostri blog e la sequenza di bit che compongono ciò che abbiamo espresso attraverso la scrittura scomparirebbe di colpo, senza lasciare alcuna traccia.

Vediamola però da un altro punto di vista, ora anche la carta però ha la sua dose di effimerità: l’acqua la danneggia fortemente, il fuoco la distrugge, il tempo la logora, anche se è innegabile il fascino che il foglio cartaceo esercita su chi scrive o su chi legge.

Nella prima parte di questo post ho fortemente denigrato la scrittura digitale, definendola scrittura mordi e fuggi, di quella che difficilmente lascia il segno, sommersi come siamo da valanghe di scritti digitali dei più disparati generi. Senza la scrittura digitale però, e qui parlo in prima persona, avrei continuato a scrivere i miei pensieri, le mie opinioni su semplici fogli di carta, riuniti in un raccoglitore, quest’ultimo riposto in qualche cassetto, per poi essere puntualmente dimenticato o distrattamente da me riletto, quindi a mio solo uso e consumo, non ci sarebbe stata condivisione, non avrei ricevuto la vostra opinione sui miei scritti, attraverso la quale crescere, vedere situazioni e problematiche anche da altri punti di vista. I miei scritti in sintesi sarebbero stati fini a se stessi, non sarebbero stati costruttivi per me, non mi avrebbero in alcun modo arricchito, non mi avrebbero neanche dato la possibilità di conoscervi, seppur in questo inusuale modo, che però questa tecnologia rende possibile. Certo per voi sarebbe forse stato meglio non leggere mai nessun mio post, non ne avreste certamente sentito la mancanza, le vostre vite sarebbero andate avanti lo stesso, ma io vi confesso che provo un gran piacere nel condividere i miei pensieri, sapendo che essi vengono letti da voi, che vi reputo amici, pur non avendo mai visto il vostro viso, senza aver mai incrociato il vostro sguardo.

Sì, la scrittura digitale è uno strumento effimero, come effimera è la nostra esistenza, ma prima del suo avvento era quasi impossibile dare un po' di visibilità ai nostri scritti, entrando in contatto con altre conoscenze, per arricchire la propria, condividere, confrontare le proprie opinioni, la propria visione del mondo con quella degli altri, ottenendo una visione più vasta della società in cui viviamo.

Concludendo, la scrittura digitale potrà anche avere mille difetti ma per il fatto che mi ha permesso di essere presente in questa community, per il semplice fatto di rendere possibile l’esistenza di community come questa io gli devo essere grato, poi essendo appunto uno strumento potrà essere usata bene o male, ma quello dipende solo e unicamente da noi…

 
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MAMMA...

Post n°148 pubblicato il 13 Maggio 2017 da carloreomeo0

Cara Mamma, avevo ancora tante, troppe cose ancora da dirti, tanti erano ancora i momenti che avrei voluto trascorrere con te, invece mi mancano terribilmente le nostre chiacchierate, i tuoi consigli, il tuo modo di farmi vedere le cose nella giusta prospettiva, dando il giusto peso ad ogni situazione. E nonostante sia divenuto un uomo dai mille difetti, se qualche pregio in me vi è, lo devo sicuramente a te, che mi hai insegnato che per vivere non basta solo respirare, che l’aria da sola non basta, che il cuore non si deve solo limitare a pulsare, perché un cuore che seppur pulsando non è in grado di Amare è morto pur sembrando vivo, che l’Amore è un sentimento dalle mille sfumature è solo chi è in grado di vederle e di provarle tutte, potrà avere la certezza di non aver vissuto invano.

Cara Mamma, mi avevano illuso dicendomi che il tempo lenisce ogni dolore, invece il vuoto che mi hai lasciato dentro, mi fa compagnia dal giorno in cui ho dovuto dirti addio, ma io so che ci sei, che mi sei vicino, avverto a volte la tua presenza, l’avverto sulla pelle, come un alito di vento in una giornata particolarmente afosa, la sento ripercuotersi in me fino in fondo all’anima. Mi fanno compagnia i tanti ricordi che ho di te, le tue parole, che si affollano nella mia mente facendomi vibrare il cuore, come se fosse una corda che raggiunge tonalità che pensavo irraggiungibili.

Ora tu sei un angelo, il mio angelo e se davvero un paradiso esiste, tu te lo sei ampiamente meritato, perché il tuo inferno l’hai vissuto qui su questa terra, specialmente negli ultimi anni della tua esistenza. Ricordo la tua fede forte, incrollabile in Dio che continuavi a ringraziare attraverso le tue preghiere, anche quando la tua sofferenza era insopportabile, perché in esso trovavi conforto. Quello stesso Dio che disperato mi sono ritrovato a pregare anch’io, affinché ponesse fine alla tue sofferenze, portandoti via da me.

 

Ciao Mamma, tu vivi in me ogni volta che i miei pensieri, le mie emozioni mi riconducono a te e credimi capita spesso... 

 
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AZIENDE OSPIZIO O OSPIZIO AZIENDA?

Post n°147 pubblicato il 09 Maggio 2017 da carloreomeo0

Se l’età pensionabile continuerà ad innalzarsi, si potrebbero verificare due possibili dirette conseguenze: o le aziende si trasformeranno in ospizi o case di riposo che dir si voglia, o viceversa, saranno gli ospizi a trasformarsi in aziende, visto che sarà sempre volutamente più difficile maturare i requisiti, anche minimi, per ottenere la pensione da parte dell’INPS, vuoi perché i contributi richiesti saranno sempre maggiori, vuoi perché con il lavoro precario purtroppo ci sono spesso dei periodi di fermo medio lunghi in cui si rimane inattivi lavorativamente mentre freneticamente si ricerca una nuova occupazione e quindi conseguentemente non si versano contributi, dilatando in questo modo notevolmente e indefinitamente il tempo per l’acquisizione degli stessi. Inoltre la tendenza delle politiche del lavoro, per come sono orientate e regolamentate, tenderanno ad emarginare i lavoratori over sessanta, in quanto non più appetibili sul mercato del lavoro, quale azienda o cooperativa, tramite o meno agenzie interinali varie, vorrebbe assumere un sessantenne? E se a sessant’anni perdeste il lavoro, cosa sempre più facile, visto che le aziende, hanno mille armi legali per farlo, cosa pensate che accadrebbe? Semplicemente cadreste in quel limbo per cui da una parte sareste troppo vecchi per il mercato del lavoro e dall’altra troppo giovani per andare in pensione, sospesi in questa condizione e in mancanza di altra fonte di reddito, rischiereste la povertà. Proprio così, dopo una vita di lavoro e sacrifici, questo potrebbe essere il futuro che ci attende grazie alle riforme attuate negli ultimi anni sul fronte delle pensioni e del lavoro, che definire peggiorative sarebbe riduttivo, in quanto il termine esatto è punitive, viste le ripercussioni fortemente negative che esse hanno e avranno sui lavoratori e sugli aspiranti pensionati.

 

Altro scenario possibile, le case di riposo cogliendo e adeguandosi ai cambiamenti degli equilibri sociali sopradescritti, potrebbero dare il via alla nascita di veri e propri ospizi aziende, cioè strutture nelle quali persone over sessanta e soprattutto ancora abili o parzialmente tali, al lavoro, si potrebbero guadagnare letteralmente vitto, alloggio e eventuale assistenza in queste strutture, non attraverso il pagamento di una retta in denaro, di cui per i suddetti motivi probabilmente sarebbero sprovviste, ma attraverso lo svolgimento di lavorazioni semplici, tipo confezionamento, assemblaggio o preassambleggio di particolari di facile movimentazione, che alcune aziende per ridurre i costi potrebbero subappaltare alle case di riposo, sottopagando la mano d’opera ovviamente. Tanto è ormai consuetudine che appena si pensa a come si possano ridurre i costi di produzione, già si stiano tagliando gli stipendi dei lavoratori.  Ovviamente il tipo e il livello di trattamento e di assistenza fornito da questi ospizi azienda si adeguerà proporzionalmente al valore delle prestazioni che l’over sessantenne sarà in grado di fornire alla struttura. In sintesi più si farà guadagnare la struttura e più il trattamento sarà migliore e viceversa, il tutto si potrebbe definire soggiorno con prestazione d’opera. Anche questo ipotetico futuro mi sembra molto allettante e promettente per chi ha lavorato una vita, ma non preoccupatevi le mie non sono altro che le parole di un visionario che si diverte a dipingere questi scenari apocalittici e catastrofici, vedrete il futuro invece ci regalerà tante belle sorprese...

E voi, quali scenari immaginate, come pensate che evolverà la condizione degli operai over sessanta nel futuro? 

 
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LA COMMEMORAZIONE DEL LAVORO

Post n°146 pubblicato il 01 Maggio 2017 da carloreomeo0

Se andiamo avanti di questo passo, tra qualche anno il 1° Maggio non sarà più la festa dei lavoratori, ma diverrà la commemorazione del lavoro. La mia non è facile ironia, in quanto non c’è niente di ironico nelle mie parole, non è neanche sterile polemica, ma la semplice constatazione di ciò che sta avvenendo. Del resto come si fa a festeggiare qualcosa che è sempre più raro trovare, sempre più precario, sempre più inquietantemente simile allo schiavismo più che a quella ideologia del lavoro che nobilitava l’uomo, donandogli dignità? 

Mi chiedo con quale spirito si possa ancora festeggiare il lavoro, quando per la sua assenza sempre più persone si suicidano, morti così frequenti da essere entrate a far parte della nostra macabra quotidianità, tanto da non fare più notizia, tanto da non suscitare più alcuna reazione/emozione, distratti come siamo dal nulla che ci circonda, dalle mille futilità propinateci come se fossero importanti. Quando per la sua assenza sempre più persone cadono in depressione, o per trovarlo sono costrette a lasciare i loro affetti più cari e ad emigrare all’estero in cerca di miglior fortuna.

E mentre l’occupazione è in forte calo, aumentano le morti bianche, aumentano gli infortuni sul lavoro e anche se questi dati sembrano essere in controtendenza e inspiegabili, in realtà tali dati, che poi dati non sono, perché dietro i freddi numeri ci sono persone, esseri umani, che hanno perso la vita o che hanno subito infortuni invalidanti, per il semplice motivo che per aumentare i profitti le aziende, oltre a tagliare gli stipendi e ad aumentare le ore lavorative, oltre a togliere diritti e dignità ai lavoratori, hanno tagliato anche sulla sicurezza sul lavoro, complice uno stato volutamente assente, colpevole uno stato che legifera ma non controlla che le norme vengano rispettate.

Mi chiedo con quale spirito si possano ancora festeggiare i lavoratori, quando sempre più spesso ingrossano le fila del precariato, con l’ansia della scadenza del contratto, con l’angoscia dovuta all’incertezza del rinnovo dello stesso e per questo sempre più ricattabili, per questo sempre più merce di scambio tra agenzie e aziende che speculano parassitariamente su tali stati d’animo.

Per essere considerati dei buoni lavoratori oggi, infatti, bisogna trasformarsi in lavoratori a chiamata, diciamo pure in lavoratori a squillo, che si adattino in tempo zero ad ogni realtà lavorativa, ad ogni tipo di turnazione e mansione con stipendi al di sotto del minimo sindacale, sempre sani come un pesce, che non conoscano mutua, ferie ROL o PAR, quindi sempre presenti, che non rivendichino diritti ma che si sottomettano ai doveri e tutto questo chi parla bene la definisce flessibilità, sì una flessibilità a 90° sempre più inaccettabile, perché tendente a ledere la dignità dei lavoratori in quanto persone e non semplici strumenti di lavoro, da sfruttare al massimo per aumentare i profitti dei vari sciacalli travestiti da imprenditori. 

Cosa c'é da festeggiare in tutto questo???

 
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