Zacinto mia

Ciò nonostante ognuno, se non proprio felice, almeno non è infelice. E tira avanti.

 

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Messaggi di Febbraio 2015

I NEGOZI DI CORSO MAGENTA

Post n°295 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da Oxumare81
Foto di Oxumare81

Da marzo riprendo a venire in ufficio in bicicletta. In inverno ci vengo in metropolitana, ma preferisco fare alcuni tragitti a piedi. Al ritorno, per esempio, non salgo alla fermata di fronte al mio ufficio, ma tre fermate dopo. Camminare mi fa bene, mi permette di rinfrescarmi dopo una lunga giornata chiuso in ufficio. Inoltre, guardo le vetrine, mi svago un po’, perché fare casa-ufficio, ufficio-casa sarebbe veramente alienante.

A volte sogno di abitare in centro, in un palazzo signorile, anche in un monolocale, ma dove si respira l’aria di un tempo. So che non succederà mai, ma qualcosa di decente dal punto di vista dei prezzi si trova…

Percorro tutto corso Magenta e mi domando ogni giorno come facciano a sopravvivere negozi di vasi improbabili, gioielli antichi, abiti da ottantenne dal costo minimo di 600 euro.

Nel negozio di vasi vedo sempre la solita commessa 60enne coi capelli color menopausa, dalla boccuccia rivolta verso il basso, mentre legge il giornale in attesa vana di un cliente. In quattro mesi non ho mai visto nessuno.

Una volta ho tentato di avvicinarmi alla vetrina di un negozio con abiti da sciura per consultare i prezzi. Gli abiti in saldo andavano dai 335 ai 385 euro. In quel mentre ho visto l’improbabile commessa 70enne taglia 36 dai lunghi capelli tinti avvicinarsi alla porta. Pensavo che, in un impeto di gioia, me la spalancasse, felice di vedere qualcuno dopo mesi. In realtà la porta era leggermente aperta, evidentemente aveva freddo e me l’ha chiusa in faccia! Certo che se l’unico possibile cliente è trattato così, forse mi spiego perché, oltre ai prezzi alti e agli improbabili articoli venduti, i negozi di corso Magenta sono sempre vuoti!

 
 
 

L’ARABO

Post n°294 pubblicato il 20 Febbraio 2015 da Oxumare81
Foto di Oxumare81

Da luglio dello scorso anno sto studiando da autodidatta l’arabo. E’ una lingua che mi ha sempre affascinato e, ora, finalmente, ne conosco l’alfabeto, un po’ di parole e piano piano sto imparando la grammatica.

E’ stato abbastanza complesso, all’inizio, imparare l’alfabeto perché, oltre ad avere una grafia diversa dalla nostra, gli arabi hanno, per ogni lettera, un simbolo diverso a seconda che sia all’inizio, a metà, alla fine della parola o sia una lettera isolata. Non esistono i suoni “e” e “o”, in compenso esistono tre “s”, tre “d”, due “h”. Le vocali non si scrivono e i suoni finali spesso vengono omessi. Le parole sono ovviamente diverse dalle nostre e i verbi presentano numerose irregolarità. Esistono plurali diversi a seconda che ci si riferisca a due o più persone.

Ho sempre pensato che le caratteristiche di una lingua formano un po’ la mente di un popolo. Se, infatti, si è abituati sin da piccoli a parlare e scrivere in un certo modo e rispettare determinate regole grammaticali e se si parla e si pensa in questa lingua migliaia di volte ogni giorno, è chiaro che la nostra mente ne risulta condizionata.

Il tedesco, per esempio, ha poche eccezioni grammaticali, ma ha costruzioni di frase fisse (ogni complemento e i verbi rispettano sempre determinate posizioni): ciò, rende, secondo me, i tedeschi poco flessibili.

L’italiano, al contrario, è più libero nella costruzione della frase e, probabilmente, anche nel modo di fare; ha però più forme verbali, da cui consegue la tendenza a complicazioni burocratiche…

L’arabo ha fondamentalmente due tempi verbali, il presente e il passato. Il futuro si costruisce aggiungendo “sa” o “sawfa” al presente; il congiuntivo sostituendo “a” alla “u” finale del presente; il trapassato aggiungendo “kana qad” al passato e l’imperfetto “kana” al presente. Molto più semplice dell’italiano, che vuole complicarsi la vita! I complementi di specificazione si formano aggiungendo il possessore dopo la cosa posseduta; i sostantivi, costituiti generalmente da tre sillabe con tre vocali, si trasformano agevolmente in sostantivi, il che semplifica l’apprendimento dei vocaboli.

 
 
 

UN PO’ D’AFFETTO

Post n°293 pubblicato il 17 Febbraio 2015 da Oxumare81
Foto di Oxumare81

Gli scorsi giorni ho visto la miniserie ”Olive Kitteridge” su Sky. Tratta le vicende di una donna severa e inflessibile, sposata con un uomo molto buono, che le perdona un tradimento e il carattere terribile. La simpatia del marito per una ragazza, la separazione del figlio e la malattia e la conseguente morte dello sposo non fanno che renderla sempre più dura fino a portarla sull’orlo del suicidio. Si salverà poi grazie all’amicizia per un uomo simile a lei per carattere.

Questa serie mi ha fatto riflettere sul mio modo di fare. Spesso sono anch’io poco tenero con gli altri. Difficilmente rivolgo parole dolci o mi lascio andare a smancerie. Più di frequente mi lamento di come si vestano gli altri, impiego molte energie nel decidere come abbinare i colori dei miei abiti o su quali comprare in occasione dei saldi.

Mia moglie, al contrario, mi fa sempre trovare qualche focaccina, pasticcino o il salame di cioccolato, che io adoro. A volte mi lamento perché non voglio ingrassare, perché ho già i biscotti aperti, ho ancora i dolci di Natale. A volte sono proprio noioso, un po’ come la protagonista della serie che ho visto pochi giorni fa. Faccio tanta fatica a donare affetto, ma anche ad accettarlo. Sembra che non ci sia nulla che mi va bene tanto sia semplice farmi lamentare.

 
 
 

UNA GIORNATA DA DIMENTICARE

Post n°292 pubblicato il 12 Febbraio 2015 da Oxumare81
Foto di Oxumare81

Martedì è stata una giornata da dimenticare.

Già avevo la lista di cose da fare in ufficio (spesso la preparo la sera prima di andar via, così il giorno dopo non dimentico le cose in sospeso); quando sono entrato sono stato fagocitato nell’ufficio del capo per rifare un lavoro che pensavo di aver già ultimato la scorsa settimana (e per cui non mi ero fermato neanche per mangiare venerdì scorso) perché da Roma avevano dimenticato di comunicarci dei criteri di cui tener conto.

Non ho nemmeno pranzato. Mi sono fermato solo per incontrare per 5 minuti un amico che era passato a ritirare dei curricula che gli avevo stampato. Ho iniziato a svolgere le mie attività solo dopo le 16,30 salvo scoprire, alle 17, che il collega a cui avevo chiesto di fare un report non l’aveva aggiornato. Ho dovuto fare anche quello, perdendo altro tempo.

Sono uscito alle 18 senza riuscire a far tutto. Arrivo alla fermata della metropolitana e mi accorgo che ho perso l’abbonamento! Ci mancava solo quello! Volevo morire. Io non dimentico e non perdo mai nulla, per questo ci sono rimasto molto male. Sono sempre così ordinato e preciso e non ammetto fallimenti. Stanco, affamato, col mal di testa, mi sono diretto all’ATM point per rifare la tessera. Sarebbe scaduta ad ottobre, per fortuna mi hanno tenuto buoni i 35 euro che avevo caricato per il mese di febbraio, quindi, alla fine, non m’è andata così male.

Io ho una mia teoria: quando incontro l’amico a cui ho consegnato i curricula mi succede qualcosa. E’ come se mi portasse disgrazia! L’ultima volta che l’ho incontrato mia nonna è caduta e si è rotta il femore, un’altra volta hanno negato il part-time a mia moglie, martedì ho perso l’abbonamento dell’ATM!

Ho passato il Capodanno anche con lui. Mi porterà iella tutto l’anno? Spero di no! L’anno prima lui non c’era ma il 2014 è stato tremendo lo stesso…

 
 
 

VECCHI E NUOVI DILEMMI

Post n°291 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da Oxumare81
Foto di Oxumare81

Sabato ho partecipato alla festa di un’amica a cui è venuta anche la mia ex.  Mi sono reso conto che, pur avendo un bel fisico, non ha la minima eleganza. I soliti capelli spettinati, probabilmente tirati con la solita spazzola che usava anni fa (forse la preferivo coi capelli unti così non le facevano il testone), non un filo di trucco, vestiti a caso. Mia moglie ha molta più classe e buon gusto. Non mi ha degnato di uno sguardo. Solo alla fine, mi sono avvicinato per salutarla, le ho chiesto come andava, cosa faceva, come stavano i suoi genitori. Nulla di nuovo, lavori precari, vita mediocre, ma non avevo dubbi. In compenso ho rivisto la festeggiata, con cui avevo un rapporto molto stretto nel 2005-2007 e che spero di rivedere con più frequenza e un’amica dell’università che ha trovato casa in centro. Una casa piccolissima, ma in una zona in cui mi piacerebbe abitare. Poverina, vive sola, ma in centro. Solita riflessione: meglio vivere in solitudine in centro in una bella zona o in periferia ma in compagnia?

La gatta m’ha fatto dormire solo fino alle 6 così domenica sono rimasto rimbambito tutto il giorno. Siamo anche andati a pranzo dalla nonna di mia moglie con la nostra cagnolina e il cane dei miei suoceri. E’ più forte di me. Io non lo sopporto. Ha abbaiato tutta la durata del viaggio. In questo preferisco i gatti, più tranquilli e indipendenti. Avevamo fatto la spesa per mia suocera e come è già successo “sì sì, poi ti do i soldi”, ma io non ho visto nulla. Io non capisco questa gestione delle finanze. Io parto dal presupposto che ho rispetto per le persone più grandi di me, specie se di famiglia per cui non chiedo mai nulla, ma non ho ancora capito se si aspetta che le regali le cose perché, forse, per lei 20-30 euro sono pochi soldi e quindi non vanno restituiti o se si aspetta qualcosa visto che ci ha offerto il pranzo o semplicemente s’è dimenticata. In 4 anni non l’ho ancora capito.

 
 
 
 
 

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Un blog di: Oxumare81
Data di creazione: 13/08/2007
 

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